Verdetto storico contro Standard & Poor’s

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snaplinx
00giovedì 8 novembre 2012 18:04

Verdetto storico contro Standard & Poor’s


L’agenzia di rating Usa, Standard & Poor’s, ha perso una class action dopo essere stata riconosciuta colpevole di aver assegnato “in modo fuorviante e ingannevole” un giudizio di tripla A su titoli derivati che si sono poi rivelati “tossici”. È quanto ha stabilito il giudice del Tribunale Federale dell’Australia, Jayne Jagot, dando partita vinta a 13 comuni australiani che avevano acquistato l’obbligazione incriminata. Un’agenzia di rating “ragionevolmente competente”, non avrebbe potuto assegnare il rating di tripla A a quel prodotto, ha spiegato il giudice, definendo il titolo “tremendamente complicato” e stabilendo che i comuni devono essere risarciti da S&P, Lgfs e Abn Amro perchè colpevoli di “negligenza e condotta ingannevole”.
Come riporta l’Ansa, l’agenzia di stampa italiana, un gruppo di 13 comuni australiani ha investito nel 2006, attraverso l’intermediario finanziario Local Government Financial Services (Lgfs), nell’obbligazione incriminata CPDO (Constant Proportion Debt Obligation), creata dalla banca Abn Amro, dopo aver avuto rassicurazioni che le probabilità di un default del titolo erano minime e pari a meno dell’1%. Ma appena due anni dopo il valore del titolo è crollato e i 13 comuni hanno subito una perdita per 13milioni di euro, più del 90% del capitale investito.
Stando alla sentenza, le tre società S&P, Lgfs e Abn Amro devono rimborsare ai comuni un terzo della somma totale, che con gli interessi è arrivata a 24 milioni di euro.
“È un colpo durissimo per le agenzia di rating”, ha affermato l’avvocato Amanda Banton, che rappresenta i 13 comuni australiani: “Per anni hanno realizzato utili assegnando questi rating e senza mai dover render conto agli investitori per le loro azioni”.
Scontata la reazione dell’agenzia di rating Usa, che ha già annunciato ricorso. “Non siamo d’accordo con la decisione della Corte Federale Australiana, respingiamo ogni accusa sulla inadeguatezza delle nostre opinioni e ricorreremo in appello contro la decisione che si riferisce al rating di uno specifico CPDO (Constant Proportion Debt Obligation)” si legge in un comunicato della S&P.
Secondo i finanziatori della class action, Imf Australia, la sentenza avrà conseguenze globali e potrà spianare la strada al altre azioni legali, particolarmente in Europa dove negli anni scorsi sono stati emessi titoli CPDO per oltre 1,6 miliardi di euro. In Italia le tre grandi sorelle del rating, S&P, Moody’s e Fitch, sono già coinvolte in alcune inchieste della magistratura, tra cui quella condotta dalla procura di Trani che ipotizza i reati di aggiotaggio, manipolazione del mercato e abuso di informazioni privilegiate.
 
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