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Terrone

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2008 04:13
24/11/2008 04:09
 
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Terrone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



"il termine terrone che viene stupidamente usato in modo dispregiativo, deve cominciare ad avere un altro significato, ovvero gente innamorata della propria terra, gente capace di venire da New York per applaudire un'impresa sportiva" »

(Sandro Ciotti durante La domenica sportiva del 10 maggio 1987 in occasione del primo scudetto del Calcio Napoli)

Nella lingua e nella cultura italiana, il termine terrone, utilizzato dagli abitanti del settentrione d'Italia, è una espressione utilizzata in senso dispregiativo per designare un abitante dell'Italia centro-meridionale e insulare e può considerarsi una variante dispregiativa del termine meridionale.

La parola ha poi diverse varianti di origine dialettale e regionale piuttosto diffuse e riconoscibili come terún (Lombardia), terù, tarùn,taroch (Piemonte), terónteròch, tarón, tarún (Emilia-Romagna) o teróne, taròne nei dialetti dell'Italia settentrionale. (Veneto),



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Stereotipi ed estensioni [modifica]

Spesso vengono associati a questo epiteto caratteristiche personali negative, tra le quali ignoranza, scarsa voglia di lavorare, disprezzo di alcune norme igieniche e soprattutto civiche. Analogamente, soprattutto in alcune accezioni gergali, il termine sta sempre più assumendo il significato di "persona rozza" ovvero priva di gusto nel vestire, inelegante e pacchiana, dai modi inurbani e maleducata. Ciò non toglie che resta un insulto finalizzato a chiari intenti discriminatori.

Terronia è anche il titolo di un brano musicale della cantante italiana Mina.

"Terrone" come un insulto [modifica]

Il "riconoscimento" di "terrone" come insulto e non come termine "folkloristico" è un processo che storicamente ha subito molte battute d’arresto e incomprensioni, probabilmente dovute al fatto che solo una parte della popolazione italiana ne riconosceva pienamente la gravità e il suo carattere offensivo.

Solo recentemente la Corte di Cassazione ha ufficialmente riconosciuto che tale termine ha un'accezione "offensiva", confermando una sentenza del Giudice di Pace di Savona e confermando che la persona che l'aveva pronunciata dovesse risarcire la persona offesa dei danni morali.



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Origine e storia del termine [modifica]

Con il termine terrone (da teróne, derivazione di terra) si indicava nel 1600 un proprietario terriero, o meglio un latifondista.

Già tra le Lettere al Magliabechi, l'erudito bibliotecario Antonio Magliabechi (1633-1714) il cui lascito, i cosiddetti Codici Magliabechiani costituiscono un prezioso fondo della Biblioteca Nazionale di Firenze, troviamo scritto (CXXXIV -II - 1277): "Quattro settimane sono scrissi a Vostra Signoria illustrissima e l'informai del brutto tiro che ci fanno questi signori teroni di volerci scacciare dal partito delle galere, contro ogni equità e giustizia, già che ho lavorato tant'anni per terminarlo, e ora che vedano il negozio buono, lo vogliono per loro".

Il termine in seguito fu utilizzato per denominare chi era originario dell'Italia meridionale e con particolare riferimento a chi emigrava dal Sud al Nord in cerca di lavoro, al pari dei nordici milanesi, etichettati come baggiani, che emigravano nelle valli del Bergamasco, come menzionato da Alessandro Manzoni.

La voce si diffuse dai grandi centri urbani dell'Italia settentrionale con connotazione spesso fortemente spregiativa e ingiuriosa e, come altri termini italiani e dialettali (villano, contadino, burinocafone) stava per indicare "servo della gleba" e "bracciante agricolo" ed era riferita agli immigrati del meridione con particolare riferimento a coloro che provenivano dalla Terra di lavoro (ex Campania felix). Gli immigrati venivano quindi considerati, sia pure a livello di folklore, quasi dei contadini sottosviluppati. e

Il termine, che deriva evidentemente da terra con un suffisso con valore d'agente o di appartenenza (nel senso di persona appartenente strettamente alla terra) è stato variamente interpretato come frutto di incrocio fra terre(moto) e (meridi)one, come mangiatore di terra parallelamente a polentone, mangiapolenta, cioè l'italiano del nord; come persona dal colore scuro della pelle, simile alla terraoriginario di terre soggette a terremoti (terre matte, terre ballerine). o anche come

Secondo un'altra interpretazione (comunque oggi minoritaria), tale parola deriva dal nome del dittatore di Agrigento Terone, che nel V secolo a.C. si dice fece uccidere circa 20.000 persone.

Il suo maggiore utilizzo data comunque essenzialmente agli anni sessanta e settantatriangolo industriale (GenovaMilanoTorino). e limitatamente ad alcune zone del nord Italia, in seguito alla forte ondata di emigrazione di lavoratori e contadini del meridione d'Italia in cerca di lavoro verso le industrie del nord e in particolare del In tale ambito si spiega anche la diffusione del termine: storicamente, grossi movimenti di popolazioni hanno sempre portato con sé anche fenomeni di intolleranza o razzismo più o meno larvati. Successivamente allo stesso modo è sorta la locuzione terrone del nord, generalmente per indicare gli italiani del nord-est (principalmente i veneti detti Boari), che per ragioni simili cominciarono negli stessi anni ad emigrare verso il nord-ovest, venendo così accomunati agli emigranti meridionali.



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Corrispettivi del termine [modifica]

In tutto il mondo esistono una grande quantità di termini dispregiativi collegati a forti movimenti di popolazioni.

In Italia [modifica]

Tra quelli maggiormente noti agli italiani, secondo le tesi più diffuse si potrebbe affiancare a tale parola il termine "polentone" (letteralmente mangia-polenta), termine con cui venivano spregiativamente "marchiati" i contadini del nord est, probabilmente diffusosi con le migrazioni interne dopo le bonifiche fasciste, quando soprattutto veneti e friulani occuparono le ex-paludi del Lazio e della Toscana (sebbene già "documentato" al tempo della I guerra mondiale).

In Europa [modifica]

Probabilmente, tra i termini a noi noti, risulta più corretto accostare il dispregiativo francesemacaroni", con cui, nella prima metà del XX secolo, venivano convenzionalmente indicati gli emigranti italiani in Francia e Belgio (ma documentato anche in Inghilterra) con lo spregiativo walking garlic, ossia "aglio su due piedi" che spesso finivano per diventare mendicanti o, nella migliore delle ipotesi, minatori nelle miniere di carbone (vedi anche il Disastro di Marcinelle). Analogo significato viene attribuito al francese rital, termine col quale si indicavano gli operai italiani immigrati in Francia nei decenni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale. Analogamente, nei paesi di lingua tedesca, a partire delle ondate migratorie degli anni cinquanta e sessanta si diffuse il termine "Spaghettifresser" (ovvero "colui che si pasce di spaghetti", con il chiaro intento peggiorativo dovuto all'utilizzo del verbo fressen, che viene usato per l'alimentarsi degli animali). "



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TERRONE

"terun" "te se un terun" top:"te se un terun de merda" :sono insulti in Lombardia.

Terrone in origine è peggio di marocchino.

Marocchino in se stesso inizialmente non è invece  un insulto.

Però "te se un maruchin" "sei un marocchino" è un insulto.

Un tempo i veneti in Lombardia venivano considerati dispregiativamente i "terroni del Nord".

linx


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Cgil: a fine anno a casa 400 mila precari
Cgil: a fine anno a casa 400 mila precari
Natale%20amaro%20per%20i%20lavoratori%20precari
Natale amaro per i lavoratori precari

Sono "centinaia di migliaia i precari che rischiano entro il 2008 di rimanere senza lavoro". Lo dice il segretario confederale della Cgil Fulvio Fammoni aggiungendo che la stima di 400.000 lavoratori e' "attendibile". La Cgil non ha ancora i dati completi del fenomeno "ma questo potrebbe essere l'ordine di grandezza" del problema.

Fammoni spiega che dei circa 800.000 collaboratori mono-rapporto che hanno cioe' un unico committente il 10-15% restera' disoccupato; nel gruppo Fiat entro fine anno tra contratti a tempo determinato e somministrati ci saranno 5.000 posti in meno; il settore alimentare perdera' 10.000 contratti a termine. "C'e' poi una fortissima riduzione dell'interinale - aggiunge Fammoni - gia' nel terzo trimestre dell'anno che peggiorera' nel quarto; solo nella Marche ci sono stati 8.000 avviamenti in meno". A questo si aggiungono i precari di Alitalia e i tanti lavoratori gia' in cassa integrazione. "I provvedimenti annunciati dal governo a tutela di questi lavoratori non vanno bene - sottolinea il sindacalista della Cgil - perche' gli stanziamenti previsti per gli ammortizzatori non bastano e perche' comunque sono previsti dal 2009 mentre ai precari servirebbe una tutela subito".

Magale, sono i contratti in scadenza
"L'impatto della crisi oggi - spiega il segretario confederale della Cgil Agostino Megale - e' ancora piu' grave di qualche settimana fa perche' oltre ai 200 mila lavoratori in Cigs che crescono sempre di piu', in aggiunta alle perdite di lavoro di circa 200 mila precari tra scuola, Universita' e ricerca che il governo non intende stabilizzare, si puo' prevedere che con contratti a termine e collaboratori a progetto che scadono a dicembre, ci saranno 400 mila persone che resteranno senza posto e senza alcuna tutela. Per questo -aggiunge - e' indispensabile che le risorse che il governo ha stanziato per la detassazione degli straordinari vengano dirottate a sostegno di quelle persone senza tutele e senza ammortizzatori sociali".

Cazzola, dati esagerati ma crisi ci sarà
"Mi sembrano dati esagerati ma e' chiaro che a causa della crisi, ci sara' una stretta sul versante dell'occupazione". Lo sottolinea il vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera ed esponente del Pdl, Giuliano Cazzola commentando le stime della Cgil secondo le quali 400 mila precari perderanno il posto e resteranno senza tutele entro la fine dell'anno. "Il governo - ha spiegato Cazzola - sta preparando delle misure sul fronte degli ammortizzatori sociali per queste categorie. Le risposte ai problemi posti dalla Cgil in qualche modo il governo le sta valutando. Se c'e' la crisi e' chiaro che ci sono lavoratori che perdono il posto di lavoro e i settori stagionali sono quelli che ne pagheranno piu' le conseguenze. Non e' che la Cgil - conclude Cazzola - presenta la ricetta per cui l'occupazione invece di diminuire, aumenta".

byRainews24


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