Origine e storia del termine [modifica]
Con il termine terrone (da teróne, derivazione di terra) si indicava nel 1600 un proprietario terriero, o meglio un latifondista.
Già tra le Lettere al Magliabechi, l'erudito bibliotecario Antonio Magliabechi (1633-1714) il cui lascito, i cosiddetti Codici Magliabechiani costituiscono un prezioso fondo della Biblioteca Nazionale di Firenze, troviamo scritto (CXXXIV -II - 1277): "Quattro settimane sono scrissi a Vostra Signoria illustrissima e l'informai del brutto tiro che ci fanno questi signori teroni di volerci scacciare dal partito delle galere, contro ogni equità e giustizia, già che ho lavorato tant'anni per terminarlo, e ora che vedano il negozio buono, lo vogliono per loro".
Il termine in seguito fu utilizzato per denominare chi era originario dell'Italia meridionale e con particolare riferimento a chi emigrava dal Sud al Nord in cerca di lavoro, al pari dei nordici milanesi, etichettati come baggiani, che emigravano nelle valli del Bergamasco, come menzionato da Alessandro Manzoni.
La voce si diffuse dai grandi centri urbani dell'Italia settentrionale con connotazione spesso fortemente spregiativa e ingiuriosa e, come altri termini italiani e dialettali (villano, contadino, burinocafone) stava per indicare "servo della gleba" e "bracciante agricolo" ed era riferita agli immigrati del meridione con particolare riferimento a coloro che provenivano dalla Terra di lavoro (ex Campania felix). Gli immigrati venivano quindi considerati, sia pure a livello di folklore, quasi dei contadini sottosviluppati. e
Il termine, che deriva evidentemente da terra con un suffisso con valore d'agente o di appartenenza (nel senso di persona appartenente strettamente alla terra) è stato variamente interpretato come frutto di incrocio fra terre(moto) e (meridi)one, come mangiatore di terra parallelamente a polentone, mangiapolenta, cioè l'italiano del nord; come persona dal colore scuro della pelle, simile alla terraoriginario di terre soggette a terremoti (terre matte, terre ballerine). o anche come
Secondo un'altra interpretazione (comunque oggi minoritaria), tale parola deriva dal nome del dittatore di Agrigento Terone, che nel V secolo a.C. si dice fece uccidere circa 20.000 persone.
Il suo maggiore utilizzo data comunque essenzialmente agli anni sessanta e settantatriangolo industriale (Genova – Milano – Torino). e limitatamente ad alcune zone del nord Italia, in seguito alla forte ondata di emigrazione di lavoratori e contadini del meridione d'Italia in cerca di lavoro verso le industrie del nord e in particolare del In tale ambito si spiega anche la diffusione del termine: storicamente, grossi movimenti di popolazioni hanno sempre portato con sé anche fenomeni di intolleranza o razzismo più o meno larvati. Successivamente allo stesso modo è sorta la locuzione terrone del nord, generalmente per indicare gli italiani del nord-est (principalmente i veneti detti Boari), che per ragioni simili cominciarono negli stessi anni ad emigrare verso il nord-ovest, venendo così accomunati agli emigranti meridionali.