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Corte Suprema di Cassazione

Ultimo Aggiornamento: 17/03/2010 01:15
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Corte Suprema di Cassazione

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il Palazzo di Giustizia, detto Palazzaccio, a Roma, sede della Cassazione italiana

La Corte Suprema di Cassazione è il giudice di ultima istanza in Italia.



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Storia [modifica]

L'articolo 65 dell'ordinamento giudiziario (regio decreto 30 gennaio 1941, n° 12) definisce il compito della Cassazione in questo modo:


« La corte suprema di cassazione assicura l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge, l'unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni; regola i conflitti di competenza e di attribuzioni ed adempie gli altri compiti ad essa conferiti dalla legge »


Circa le origini della cassazione (fondamentali per capire la definizione sopra riportata) vi furono dispute tra chi ne ricercava tracce nel diritto romano o nel diritto intermedio e coloro che ne affermavano l'assoluta originalità. Da sempre si è sentita l'esigenza di giustizia nel senso più profondo del termine. Ma ciò non basta per scoprirne la derivazione. C'è qualcosa di più, sotteso dalla stessa definizione dell'articolo 65.

La cassazione è nata dal travaglio della rivoluzione francese. In Francia già esisteva il Conseil des parties, istituito nel 1578 come una sezione speciale del Consiglio del Re, per assicurare e conservare la legge. Ma l'Assemblea legislativa volle creare qualcosa di nuovo sulla base della filosofia espressa da Montesquieu prima e Rousseau poi.

Era ben nota la disputa circa la separazione dei poteri a seguito delle antiche lotte tra sovrano e parlamenti. Il problema della istituenda cassazione si presentò come alternativa tra potere legislativoorgano giurisdizionale. Si preferì il primo tanto era il timore di chiamare i componenti della Cassazione "giudici". Ciò di cui si aveva bisogno era un organo che sorvegliasse il potere giudiziario e non che giudicasse. e

Questa concezione ebbe una base razionale nel decreto dell'Assemblea costituente del 1 maggio 1790 col quale veniva sancito all'articolo 3 che vi sarebbero stati soltanto due gradi di giurisdizione in materia civile. Ciò escludeva che la cassazione potesse essere giudice di terzo grado. Fu così che nacque con il decreto 27 novembre 1790 il "Tribunal de Cassation".

Presto però non si poté fare a meno di riconoscere carattere giurisdizionale all'istituto con l'estensione del controllo della cassazione agli errores in judicando ed errores in procedendo.

Oggi il problema è ancora vivo e attuale, ma sotto l'aspetto dei rapporti tra giudizio di cassazione e giudizio di rinvio. In quanto appare ovvio che il giudice del rinvio debba essere vincolato alla decisione della cassazione, ma si assistette ad ogni sforzo per evitare questo vincolo.

Nel nostro ordinamento non vi è dubbio che la corte di cassazione, per come la conosciamo, sia la derivazione italiana dell'analoga istituzione francese.

Funzioni [modifica]

La Corte di Cassazione è il vertice della giurisdizione ordinaria, essendo il tribunale di ultima istanza nel sistema giurisdizionale ordinario (penale e civile) italiano. Assicura l'uniforme applicazione ed interpretazione delle norme giuridiche (c.d funzione nomofilattica) e coordina i rapporti tra le varie giurisdizioni. Attualmente ne è procuratore generale Vitaliano Esposito, nominato il 18 novembre2008. La Corte si articola in diverse sezioni (civile, penale e del lavoro). Nei casi più importanti o nei casi per i quali vi siano orientamenti contrastanti delle diverse sezioni, la Cassazione si riunisce in Sezioni Unite (SS.UU.). Le decisioni assunte dalla Corte di Cassazione in tale composizione sono di un'autorevolezza tale da somigliare a dei "precedenti vincolanti", concetto altrimenti estraneo all'ordinamento italiano.

Di regola, giudica in seguito ad un gravame successivo ad una pronuncia di una Corte d'Appello, fintantoché il gravame sia possibile, e cioè finché la questione non sia coperta da giudicato. Ai sensi dell'art 111, 7° comma della Costituzione è sempre ammesso il ricorso in Cassazione per violazione di legge contro le sentenze dei giudici ordinari e speciali, nonché contro i provvedimenti (per esempio: sentenze penali comminanti pena detentiva, ordinanze in materia di misure cautelari personali, decreto di trattenimento emesso ex art. 12 § V BIS D.L.vo 286/1998) che incidano sulla libertà personale. Tuttavia, per espressa disposizione costituzionale (art 111, 8° comma), contro le decisioni del Consiglio di Stato e della Corte dei conti il ricorso è ammesso per soli motivi attinenti alla giurisdizione.

Non giudica sul fatto, ma sul diritto, è giudice di legittimità: ciò significa che non può occuparsi di riesaminare le prove, bensì può solo verificare che sia stata applicata correttamente la legge e che il processo nei gradi precedenti si sia svolto secondo le regole (vale a dire, che sia stata correttamente applicata la legge processuale, anche in relazione alla formazione e valutazione della prova, oltre che quella del merito della causa).

A differenza che negli ordinamenti di Common Law, le pronunce della Cassazione (in quanto tribunale di ultima istanza) non sono vincolanti che per il giudizio cui si riferiscono. Tuttavia esse sono di regola seguite dai giudici dei gradi inferiori (in particolare le pronunce delle Sezioni Unite). In ciò si esprime la cosiddetta funzione nomofilattica della Corte di Cassazione, con la quale si intende il ruolo della Cassazione di armonizzare l'interpretazione giurisprudenziale delle norme di applicazione ermeneutica più ambigua.

La Cassazione riunita in Sezioni Unite, inoltre, ha il compito di "giudice della giurisdizione": essa deve cioè esprimersi ogni qual volta vi sia un conflitto di giurisdizione (tra giurisdizione ordinaria e giurisdizioni speciali, come quella amministrativa).

Bibliografia [modifica]

  • Giuseppe Di Federico, La Corte di cassazione: la giustizia come organizzazione, Bari, Laterza, 1969.

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