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Berlusconi a Fini: basta provocare

Ultimo Aggiornamento: 22/06/2010 15:22
22/06/2010 15:22
 
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Berlusconi a Fini: basta provocare
"Intercettazioni in dirittura d'arrivo" 

Il premier torna sulla legge bavaglio e chiede di fare presto "perché gli italiani lo vogliono". Al presidente della Camera: "Non c'è il litigio nel mio dna". Poi la critica ai giornali del Gruppo Espresso

Berlusconi a Fini: basta provocare "Intercettazioni  in   dirittura darrivo" 

ROMA - Le irritazioni del premier per quelli che considera slittamenti, quasi agguati, si sono tradotte in una intervista tra pubblico e privato affidata al settimanale Oggi. Un attacco a Fini e una puntigliosa risposta - anche al Quirinale - sulle intercettazioni 1. Al presidente della Camera chiede di smetterla con le provocazioni quotidiane. Allo stesso Fini, all'opposizione e a Napolitano spiega che considera la legge sulle intercettazioni in dirittura d'arrivo. Altro che slittamenti. E oggi vertice del Pdl a Palazzo Grazioli per fare il punto sulla situazione politica, in particolare sugli iter legislativi della manovra economica e del disegno di legge sulle intercettazioni, presenti
i coordinatori del partito Ignazio La Russa, Denis Verdini e Sandro Bondi, i capigruppo di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello.

"So per certo che la stragrande maggioranza degli italiani è d'accordo con me sull'assoluta necessità della legge sulle intercettazioni, tant'è vero che quando ne parlo in pubblico raccolgo solo applausi di consenso e di incoraggiamento per andare avanti fino all'approvazione definitiva, che ormai è in dirittura d'arrivo - dice. E quando la legge sarà approvata il nostro Paese sarà davvero più europeo, più civile e più moderno". "Il mio obiettivo - ha proseguito - è porre fine a un sistema di
abusi che in tanti anni ha di fatto cancellato il nostro diritto alla privacy. Questa situazione è purtroppo il portato di una cultura giustizialista che accomuna una piccola lobby di pm politicizzati e la lobby dei giornalisti che invece di fare le inchieste sul campo preferiscono fare del 'copia e incolla' sui fascicoli delle Procure".

Poi l'attacco a Fini: "Fare la pace con lui? Per fare la pace, prima ci deve essere una guerra. Io non sono mai stato in guerra con nessuno, e litigare è cosa estranea al mio dna. Anzi, dico sempre che mi faccio concavo o convesso a seconda dell'interlocutore, pur di far sempre prevalere il dialogo, il confronto amichevole. Questo vale anche per i rapporti con il presidente della Camera". E conclude: "Sarebbe giusto evitare "inutili provocazioni quotidiane" e "uno stillicidio di polemiche continue".

E non poteva mancare il consueto affondo sulla stampa. Che prende il via con una critica a Carlo De Benedetti -  "Si era iscritto come numero uno al Partito democratico. Ora dice che il Pd lo ha deluso e sostiene che i suoi dirigenti non valgono nulla" - per puntare alle testate del gruppo Espresso: "Eppure i suoi giornali continuano ad appoggiare la sinistra post-comunista e a rovesciarmi addosso, tutti i giorni, di tutto e di più".

Nella lunga intervista, il premier si addentra anche nelle ultime vicende personali, come la separazione dalla seconda moglie Veronica Lario e il rapporto con i figli. "Rispetto a quello con Carla (Dall'Oglio, la prima moglie di Berlusconi), il divorzio da Veronica è stato per me più doloroso". Sul futuro dei tre figli avuti dalla Lario, il premier è tranquillo. "Il gruppo che ho fondato comprende una serie di attività molto diversificate. Barbara, Eleonora e Luigi potranno trovare una collocazione di responsabilità, come è già stato per Marina e Pier Silvio. In questo penso di essere un padre giusto ed equanime".

Berlusconi conferma anche che sua madre gli scrisse l'epitaffio. "E' vero. Una volta a cena ne parlammo, scherzandoci sopra. Il mattino dopo mi portò un foglietto su cui aveva scritto, non più per gioco ma seriamente, la frase che lei avrebbe voluto fosse scolpita sulla mia tomba. 'Fu un uomo buono e giusto, dolce e forte'. Grazie, mammina, le dissi, cercherò di essere proprio così". 

by Repubblica



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