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Sofferenze inutili

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2010 19:37
21/09/2010 19:37
 
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Sofferenze inutili


L'iniezione letale ai condannati non è indolore come si pensa. Lo dice una ricerca Usa
Il braccio della morte in una prigione della LousianaUno dei motivi per cui la condanna a morte per iniezione letale è accettata dall’opinione pubblica statunitense, sostengono gli oppositori della pena capitale, è che l’intero procedimento è considerato indolore. Sdraiato su un lettino con gambe e mani bloccate da una cinghia, il condannato subisce tre iniezioni nel giro di pochi minuti: la prima per anestetizzarlo, la seconda per paralizzarlo e la terza per bloccargli il battito cardiaco. In teoria, tutto è progettato per non causare sofferenze inutili negli ultimi istanti di vita. Ma ora una ricerca medica ha scoperto che nella prima iniezione, quella che dovrebbe rendere insensibile il condannato, spesso qualcosa va storto. E i condannati, che sembrano spegnersi serenamente, probabilmente in molti casi devono sopportare un dolore indicibile.
 
Come i cani. Lo studio è stato condotto da una squadra di medici dell’università di Miami, che hanno pubblicato le loro conclusioni sulla rivista The Lancet. Esaminando i dati delle autopsie di 49 condannati a morte in Arizona, Georgia, North Carolina e South Carolina, i ricercatori hanno scoperto che in 43 casi la concentrazione nel sangue dell’anestetico thiopental era inferiore a quella richiesta per gli interventi chirurgici. In 21 casi su 49 la concentrazione era più bassa della misura considerata standard quando si tratta di sopprimere animali malati. “Non possiamo certo dire che questi detenuti erano privi di sensi”, ha scritto per The Lancet il coordinatore della ricerca, il dottor Leonardis Koniaris. Le prove raccolte, secondo lui, indicherebbero che “al momento il metodo dell’iniezione letale non soddisfa neanche gli standard veterinari”.
 
Un condannato in attesa di iniezione letaleSofferenza invisibile. Il punto è che nessuno può capire sul momento se il condannato sta soffrendo. La seconda iniezione, che mette in circolo nelle vene la sostanza paralizzante pancuronium bromide, blocca infatti qualunque movimento dei muscoli e dei polmoni. La terza, con il cloruro di potassio, provoca infine la morte. Ma in che condizioni? “Senza anestesia – continua Koniaris – il condannato passerebbe attraverso l’asfissia, una fortissima sensazione di bruciore, dei devastanti crampi muscolari e infine l’arresto cardiaco”. La mente rimane quindi lucidissima, ma il detenuto disteso sul lettino non riesce a muovere neanche un angolo della bocca se soffre. “Sarebbe un modo crudele di morire – sostiene The Lancet in un editoriale pubblicato insieme all’articolo della ricerca –. Sveglio, paralizzato, incapace di muoverti e di respirare, mentre il potassio brucia nelle vene”. 
 
Scarso addestramento. Raccogliendo informazioni in Texas e in Virginia, i due Stati che insieme portano a termine il 45 per cento delle esecuzioni negli Usa, i ricercatori dell’università di Miami hanno scoperto che molti agenti nei bracci della morte ricevono scarso addestramento riguardo ai metodi di esecuzione. In alcuni casi le sostanze iniettate sono somministrate senza la supervisione di alcun medico. A volte gli agenti pensano che la dose standard di anestetico thiopental ha fatto effetto, e non si preoccupano di fare ulteriori verifiche. Ma se l’iniezione viene fatta male, se il detenuto è corpulento o ansioso, o se l’esecuzione va per le lunghe, l’ipotesi dei ricercatori è che la solita dose potrebbe servire a ben poco.
 
Lipotesi dei ricercatori è che non sempre le iniezioni di    anestetico vengano somministrate in modo giustoIl metodo più usato. L’iniezione letale è il metodo di gran lunga più usato negli Stati Uniti: dal 1976, anno in cui la pena di morte è stata reintrodotta negli Usa, 788 esecuzioni su 956 sono state portate a termine così. Ha quasi soppiantato lo strumento tradizionale, la vecchia sedia elettrica, perché essendo considerato “umano” non viola l’ottavo emendamento della Costituzione, che proibisce le punizioni “crudeli e inusuali”. Ma la conclusione a cui arrivano i medici che hanno condotto la ricerca è un’altra. E nell’articolo su The Lancet chiedono che l’iniezione letale sia messa al bando, per impedire una “crudeltà non necessaria”.

http://it.peacereporter.net/articolo/2180/Sofferenze+inutili


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