Pontida, Bossi minaccia ma non rompe: "Premier a rischio"
Il leader padano chiede i Ministeri al Nord e il ritiro dalla Libia.[highlight] La folla urla: secessione.[/highlight]
L’evento di Pontida era atteso da molti per cercare una risposta alla crisi politica che sta investendo il governo di Silvio Berlusconi, sonoramente sconfitto alle recenti elezioni amministrative e al più vicino referendum. Già ieri Calderoli si era espresso in favore della CGIL, della CISL e della UIL. I sindacati, durante la manifestazione nazionale che si è tenuta in Piazza del Popolo a Roma, hanno chiesto a gran voce la riforma fiscale, fortemente caldeggiata dalla Lega.
Proprio oggi migliaia di militanti, e non, sono accorsi a Pontida per il tradizionale raduno leghista. Tra striscioni dove campeggiava la scritta “Maroni premier” e al grido di “secessione”, Bossi ha finalmente parlato alla folla, intorno a mezzogiorno, dichiarando che la pressione fiscale ha raggiunto il suo limiti e rivolgendosi in primis al collega Tremonti: “Caro Giulio se vuoi i voti della Lega in parlamento non puoi più toccare artigiani, comuni e piccole imprese”.
Il senatur ha anche chiesto la fine immediata delle missioni di pace, “che costano troppo”, e si è poi rivolto al caro amico Silvio Berlusconi, dichiarando che la leadership del premier 2sarà in discussione dalle prossime elezioni se non fa alcune cose”. Un sonoro ultimatum che arriva all’orecchio del presidente del Consiglio, con l’aggiunta di un particolare rivelato circa la questione dei ministeri al Nord: “Sui Ministeri Berlusconi aveva già firmato il documento poi si è cagato sotto”. Ed ancora: “Berlusconi non dia nulla per scontato. Può darsi che la Lega dica stop”, e metta fine all’esperienza politica del leader del Pdl.
Nel frattempo Bossi avrebbe già firmato, con Calderoli, due decreti ministeriali dove si stabilisce che i loro ministeri andranno in Lombardia, a Monza, dove il sindaco ha loro messo a disposizione una sede, consegnando già la targa del Ministero per Villa Reale.
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