‘Ndrangheta in Piemonte: il maxiblitz porta a 150 arresti. Politici collusi
L’operazione Minotauro ha portato all’arresto di 151 persone, sgominando gran parte della mafia calabrese attiva su Torino e nei dintorni. L’inchiesta ha anche rivelato i contatti politici bipartisan che i locali di ‘ndrangheta intrattenevano da anni. Nelle intercettazioni finisce il deputato del Pd Lucà, che chiede a un capocosca di votare Fassino alle primarie. E anche l’ex assessore alla Sanità della giunta Cota, Caterina Ferrero finisce più volte nelle carte dell’inchiesta, anche se non risulta ancora indagata. Il procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, ha parlato di “intreccio inquietante tra mafia e politica”. Contatti stabili tra le famiglie mafiose trapiantate al Nord e politici pronti a tutto pur di vincere le elezioni. Dopo la Lombardia e la Liguria, ora tocca al Piemonte.
Cinque anni di indagini si sono concluse nella notte di martedì, quando quasi mille agenti hanno setacciato Torino, alcuni centri della provincia e alcuni paesi calabresi. Tra gli arrestati anche il suocero della Ferrero, Nevio Coral, per quasi trent’anni sindaco di Leini, dove ora governa il figlio. I carabinieri e la Guardia di Finanza, che da mesi collaboravano nelle indagini, hanno sequestrato beni per circa 117 milioni di euro, tra ville, macchine e conti bancari. La Procura di Torino ha avviato le indagini dopo un chiaro omicidio di stampo mafioso, che ha fatto luce sulla presenza della ‘ndrangheta anche in Piemonte. Anche grazie alla collaborazione con due nuovi pentiti (Rocco Varacalli e Rocco Morando) si è scoperta l’esistenza di 9 locali di ‘ndrangheta, dediti alle estorsioni e al narcotraffico, ma molto attivi, come sempre, anche nell’edilizia e nel movimento terra.
“Il voto di scambio avveniva a qualsiasi livello. È inaccettabile”, ha commentato Giancarlo Caselli. In effetti emerge con chiarezza la forza “politica” delle cosche al Nord, cercate sia da politici di destra che dalla sinistra. Salvatore De Masi, capo del locale di Rivoli, è stato più volte intercettato mentre si incontrava con il deputato dell’Idv Porcino, con il consigliere regionale Boeti del Pd e con un assessore di Alpignano, ancora dell’Idv, Carmelo Tromby. Il capocosca incontra anche il deputato del Pd Lucà, a cui garantisce l’appoggio dell’organizzazione criminale per Fassino nelle primarie di coalizione. Dallo staff del sindaco però smentiscono ogni collegamento diretto con De Masi. Nell’inchiesta sono finiti anche i nomi di Claudia Porchetto, del Pdl, del senatore Ccd Trematerra, i di vari sindaci di piccoli comuni.
Incontro Lucà- De Masi:
Lucà: «...Ascolta, ti volevo chiedere questo, tu sai che a Torino abbiamo le primarie».
Demasi:«Certo! Tu dimmi qualcosa che io mi interesso».
Lucà:«Io sto sostenendo Fassino».
Demasi: «Eh beh, anch'io avrei fatto la stessa cosa».
Lucà: «Obbiettivamente mi pare la persona più seria in questo momento (...) volevo chiederti se magari, perché la partita è molto dura con Gariglio
Demasi: «Sì, una mano».
Lucà: «Se magari hai qualche, amico a Torino».
Demasi: «Certo!... certo che ne ho!».
Lucà: «A cui passare la voce, perché possono votare tutti i residenti a Torino, che abbiano compiuto sedici anni. »
Demasi: «Tutti i residenti a Torino...esatto!».
Lucà: «Quindi insomma, se qualcuno riesce, se hai qualche amico da consigliar».
Demasi: «Come non nè ho... ne ho!... ne ho più di uno... grazie a Dio... ne ho
iù di uno».
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