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Caso P4, indagato Michele Adinolfi«Il generale passava notizie riservate a Bisignani»

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2011 07:52
26/06/2011 07:52
 
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Caso P4, indagato Michele Adinolfi«Il generale passava notizie riservate a Bisignani»
Caso P4, indagato Michele Adinolfi
E' bufera sui vertici della Finanza
I pm: «Il generale passava
notizie riservate a Bisignani»
Intercettazioni, altolà dell'Anm:
la giustizia ora ha altre priorità
Linea dura contro Alfonso Papa

ROMA
Il capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, generale Michele Adinolfi, è indagato dalla procura di Napoli per rivelazione del segreto e favoreggiamento: sarebbe stato lui - secondo i pm - a far arrivare a Luigi Bisignani notizie riservate sull’inchiesta P4. Sale di livello l’indagine dei pubblici ministeri Francesco Curcio ed Henry John Woodcock, secondo i quali, dunque, anche l’alto ufficiale delle Fiamme Gialle sarebbe stata una di quelle fonti che riferivano al consulente amico dei potenti e al parlamentare del Pdl Alfonso Papa - nei confronti del quale è stato chiesto l’arresto - notizie riservate su inchieste giudiziarie.

Le ombre sul generale Gdf
Il nome del generale Adinolfi sarebbe emerso nel corso di un interrogatorio del deputato del Pdl Marco Milanese, ex ufficiale della Guardia di Finanza, indagato per corruzione in un’altra inchiesta - sempre della procura di Napoli - che lo vede coinvolto per i suoi presunti interessamenti per le nomine ai vertici di alcune società legate sia a Finmeccanica sia a Trenitalia. Il capo di Stato maggiore, in sostanza, avrebbe avvertito Bisignani di alcune notizie relative all’inchiesta sulla P4. Ma non direttamente: per far arrivare le informazioni si sarebbe, infatti, servito di un’altra persona che, a sua volta, sarebbe stata iscritta nel registro degli indagati.

I legami con l'uomo d'affari
Ma chi “passava” le notizie ad Adinolfi? La procura, stando a quanto si è appreso, avrebbe ricostruito anche questo passaggio: le informazioni riservate sarebbero arrivate al capo di Stato Maggiore per via gerarchica, da un altro ufficiale della Guardia di Finanza, il comandante interregionale dell’Italia meridionale Vito Bardi, in servizio a Napoli. Bardi, ancor prima di Adinolfi, è stato iscritto nel registro degli indagati con le stesse ipotesi di reato: ha respinto ogni addebito ed ha chiesto che si proceda per calunnia nei confronti di Bisignani e di eventuali altre persone che lo accusano. I magistrati Curcio e Woodcock hanno già sentito il generale Adinolfi che, secondo quanto si apprende, ha respinto ogni accusa. Una versione completamente diversa da quella di Milanese, tanto che i pm avrebbero disposto un confronto (che si è già svolto) tra i due, così come fecero tra Bisignani e il vicepresidente di Fli Italo Bocchino. In ogni caso, l’iscrizione nel registro degli indagati del capo di stato Maggiore delle Fiamme Gialle è il segnale che i pubblici ministeri napoletani stanno alzando il tiro per scoprire le «talpe» che avrebbero fornito al parlamentare Alfonso Papa e a Bisignani le notizie riservate.

I magistrati: nessun decreto sulle telefonate
Oggi, intanto, è rimasto alta la tensione sulle intercettazioni. Basta con le strumentalizzazioni che si stanno facendo sull'inchiesta P4 perchè è «inaccettabil» sostenere che un intervento sulla disciplina delle intercettazioni sia «la priorità». Ed è «singolare» che di quanto sta emergendo dell'inchiesta dei pm napoletani «ci si preoccupi della pagliuzza anziché guardare la trave», perché «i fatti che stanno emergendo sono gravi». L'Associazione Nazionale Magistrati, che ha riunito il proprio parlamentino interno per avviare le procedure di espulsione del parlamentare Pdl Alfonso Papa per cui sono stati richiesti gli arresti nell'inchiesta sulla cosidetta P4, ha messo in guardia da ogni intervento che possa limitare il ricorso alle intercettazioni nelle inchieste giudiziarie.

La «valutazione e rilevanza» delle intercettazioni, ha detto il presidente dell'Anm Luca Palamara rispondendo indirettamente al Guardasigilli Angelino Alfano «deve essere stabilita da un giudice e non dalla politica o da un ministro». Quanto al coinvolgimento di Papa e, più in generale, di magistrati nell'inchiesta, Palamara ha confermato la linea dura del sindacato delle toghe. «Ci sono fatti - ha detto - che ci riguardano da vicino che ci troviamo costretti ad affrontare ancora una volta, a distanza di un anno. Fatti e comportamenti di fronte ai quali non si possono mostrare indugi e tentennamenti, vanno affrontati senza sé e senza ma. Occorre una posizione netta perché la credibilità della magistratura passa attraverso la credibilità dei comportamenti di tutti i magistrati». Ai probiviri è stato dato mandato «in tempi brevi» di verificare, «la compatibilità con l'appartenenza all'Anm viste le condotte a carico dell'onorevole Papa».

Il botta e risposta con il Pdl
La replica del Pdl all'Anm è stata immediata. «Le intercettazioni - ha affermato Maurizio Paniz, membro della consulta giustizia del Pdl e capogruppo in giunta per le autorizzazioni a procedere-sono un indispensabile strumento investigativo ma aver consentito la diffusione del loro contenuto, vieppiù se totalmente privo di rilevanza penale, è indegno di un paese civile e merita una ricerca, senza se e senza ma, dei colpevoli di tale esecrabile comportamento, quale sia il loro livello istituzionale: su questa strada sarebbe bene si mettessero anche Palamara e Cascini». «Le intercettazioni - ha sottolineato il presidente del Senato Renato Schifani- sono uno strumento strategico per la giustizia ma questo caso - riapre un problema: occorre disciplinare il sistema delle intercettazioni, pur ponendo massima attenzione alle limitazioni». Personalmente, poi, Schifani ha voluto sottolineare di «non avere mai conosciuto personalmente Bisignani» e di «essere venuto a conoscenza dell'inchiesta dalla stampa». Mentre l'ad di Ferrovvie dello Stato Mario Moretti, alla luce della pubblicazione di alcuni verbali di interrogatorio di Bisignani che lo vedono coinvolto, ha precisato con una nota diffusa dal gruppo Fs di «non avere mai chiesto alcun favore né a Luigi Bisignani né ad altri per la nomina» al vertice dell'ente.

by Repubblica


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