{Quest Cavalieri di Odino} Odragon Ocelot - Cavaliere dell'Orso Bianco. [DECEDUTO]

SirGuybrush
00mercoledì 21 marzo 2007 20:13



Il Ruggito del Bianco

Lo guardò superarlo senza proferir parola. Dopo averlo ascoltato, dopo averlo visto dopo vent’anni. Incredibile come il tempo a volte non serva a nulla. Lo stesso odio eppure lo stesso amore di chi ha nutrito la speranza di una redenzione. Era rimasto un assassino.
Sven non era cambiato.
Così come l’ombra dell’ampia navata della sala del trono l’aveva accolto, adesso d’improvviso lo respinge, il Cavaliere del Serpente ha da poco abbandonato la sala ed Egli deve sapere. Un pallido spicchio di luna illumina quella notte il cui sottofondo è una tempesta di fulmini, che scuotono l’aere. Egli seguita nell’incedere di modo che la sua imponente stazza venga illuminata dal quel fioco bagliore che incredibilmente resiste alle nubi che avvolgono il cielo. "Ma è proprio necessario che questo Scempio avvenga?" domanda con tono grave in direzione dell’Ottavo di Odino, quest’ultimo ancora seduto, i lineamenti oscurati dalla tenebra imperante che lo circonda "Perché non provare a parlare…perché non risolvere il tutto con un incontro pacifico? Non abbiamo sopravvalutato un po’ troppo Sven? Potrebbe non riuscire nell’intento…Actar in tutto questo tempo si sarà fatto degli amici, non credo che finiranno per accettare semplicemente la morte di un compagno.." breve pausa, un profondo respiro gonfia l’ampio torace, adorno di un pettorale scuro su cui risaltano brillanti venature dorate "Non so cosa possano pensare gli altri…ma a me sembra una follia.." uno strano silenzio segue le sue parole, nessuna risposta dall’altra parte e l’evidente sensazione di aver sbagliato tutto. Come uomo. E soprattutto, come Padre.

Quando il futuro erede delle Zanne chiese di sostenere la prova, Odragon faceva parte del collegio di esaminatori. Il suo interesse verso l’aspirante crebbe con il tempo. Lo osservò crescere, soffrire, migliorarsi costantemente, un cuore puro in una selva di assassini, una gemma preziosa da proteggere, da sostenere , da allevare per quando poi gli equilibri si sarebbero irrimediabilmente rotti. Era questione di tempo. Ed il tempo a sua volta non gli avrebbe dato torto. Ma, come si dice, nell’interessarci in ciò che amiamo tutto il resto, sovente, viene trascurato. Il resto era Sven, un essere assetato d’odio, crudele, violento. Era il figlio amato e detestato. Il più grande fallimento della sua vita.

E così passarono gli anni, con la gelosia e l’implicito senso di vendetta che allontanavano Sven da un Padre che non ha mai amato, Odragon dal desiderio di scorgere la luce nell’animo del Serpente. Un muro invalicabile si era frapposto fra quei due spiriti così diversi, uniti atrocemente dallo stesso sangue.

”Non dite IDIOZIE !” il tono grave di una voce risonante di animalesca rabbia lo desta da quell’attesa, che il silenzio improvviso aveva voluto.
”Parlate così per via di vostro Figlio, non venite più a dirmi cosa è giusto o sbagliato in questo tempio! IO sono Odino, IO sono il suo Volere!”
Occhi rossi come zaffiri accesi. Quale potenza essi celano, quale vibrante energia, sconvolgente per lo stesso Odragon, che tuttavia rimane ancora perfettamente immobile, come se quelle parole non lo avessero minimamente scosso.
”Chiedo scusa Mio Signore…” replica atono “Non accadrà più…Con il vostro permesso..” si volta, non sopporta quello sguardo capace di bloccarlo senza speranza di sottrarsene.
Il cuore del Bianco batte forte, le tempie pulsano, non può dissimulare una smorfia di disapprovazione dal suo volto, dai lineamenti duri, solcati dalle cicatrici della battaglia.
Il Flagello delle nevi, come lo soprannominavano , dotato di una forza straordinaria, pari a quella di 10 orsi, di una considerevole stazza, di una tempra unica, inscalfibile dal gelo degli inverni o dall’afa delle torride estati. Eppure nulla può, adesso, contro quelle parole che sentenziano una condanna a morte, comunque vada.

Comunque vada Egli sarà costretto nuovamente a soffrire e a decidere da che parte stare. Mentre prosegue verso l’uscio, si chiede perché il destino torni a prendersi evidentemente gioco di lui ancora una volta e se possibile con più cattiveria. Beffarda ma plausibile l’ipotesi di disertare ed uccidere Sven. Quasi sicura l’evidenza di dover combattere per Odino, per la sua Volontà, per il suo Giuramento. I lunghi capelli nivei si scuotono ad ogni pesante passo sulle poderose spalle. Un rintocco grave che rimbomba su quelle alte mura, disperdendosi nei corridoi limitrofi, come il suono profondo e solenne dei tamburi che annunciano la Guerra. Una Donna ed un Uomo lo attendono sulla soglia, poggiati entrambi con le spalle alle pareti, le braccia conserte, il capo chino su cui indugia un sorriso sadico.
”Non illuderti Odragon…” afferma l’Uomo alla sua destra. Il Bianco blocca il suo incedere, fissandolo con disprezzo. Apre la bocca per replicare, ma non fa in tempo. Una voce femminea lo interrompe “…non riuscirai a salvare Actar” una sottile e viscida risata accompagna quel verbo, così insolente ed inutile, così sprezzante. Odragon, trattenendosi dal spezzargli le gambe, si limita a fissarli intensamente. Ricorderà quelle parole, ma non adesso ne farà pagare il fio. Il suo Cavallo lo attende. Ed una meta, diversa da quella originariamente prospettata, lo aspetta. Deve avvisare Actar. Deve farlo anche per il bene di suo Figlio. Prima che sia troppo tardi.

“…Seguitelo…” la voce dell’Ottavo risuona della sua austerità ancora una volta verso i due che sostavano sull’uscio “Se dovesse tradirci…Uccidetelo! In tal caso… l’intera Armata di Odino si muoverà contro l’usurpatore… Actar deve morire…”
”Ai vostri ordini nostro Signore” il coro di voci prodotto dai due si eleva unanime perfettamente sincronizzato, come se un medesimo pensiero le muovesse.
Un tuono si ode scuotere le vetrate gotiche, un rumore che preannuncia l’inizio della tempesta. Odragon corre al galoppo su sentieri impervi a tratti gelati, il volto bagnato dalla pioggia e dalle proprie lacrime. Solo un pensiero nella testa e quella sensazione che avverte quando si ritrova nella propria solitudine. Un altro errore imprevisto, che forse un tempo, quando non si sarebbe mai sognato di tradire Odino, avrebbe saputo evitare.

Caratteristiche Fisiche, Poteri, Informazioni generali.

Karma:21000 S/F/M 400.
Nome Completo: Odragon Ocelot
Razza: Umana.
Clan:Nordico.
Agilità -1/ Forza +5 /Resistenza +4.
Età: 55 anni.
Allineamento:Caotico/Buono


Cavaliere dell’Orso Bianco. Altezza poco più di due metri. Fisico possente, braccia muscolose e forti, pelle coriacea, temprata dai gelidi venti di Asgard. Il suo cuore è generoso, Odragon rappresenta forse l’unico abbaglio di luce in un covo di serpi malvagie. E’ rispettato e temuto come Flagello delle Nevi, inarrestabile nella sua foga, nella potenza dei colpi. Usa generalmente come arma una pesante bastarda, ma non disdegna il combattimento a mani nude. Occhi celesti come i mari del nord, una candida barba bianca che nasconde le labbra screpolate dal vento. Il potere dell’Orso Bianco gli conferisce una forza pari a quella di un Licantropo Amon, la sua pelle ha la stessa consistenza di un’armatura in cuoio borchiato, poco a suo agio negli spazzi stretti, diventa devastante nei campi aperti, dove la sua presenza diventa irrefrenabile per gli avversari.
Oltre che ad un senso dell’olfatto più sviluppato rispetto alla normalità, il suo urlo di battaglia è in grado di far tremare le gambe al nemico più impavido, anche allo scopo di deconcentrarlo (per resistervi necessaria volontà ferrea liv3 o skill affine).

Skill di razza:

Ambidestria:Liv3
Esperienza in armi pesanti: Liv 3
Esperienza duello corpo a corpo: Liv3
Volontà Ferrea: Liv3

A cura di:
Amon, Master Apprendista



=Macstar=
00domenica 18 novembre 2007 12:36
gdr di riferimento

L'Epilogo
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