[Storia] Il fascismo e gli ebrei

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DVX NOBIS
00venerdì 7 luglio 2006 16:57
Premessa
"Avevo tempo fà postato una discussione che non trovo più nel forum anche con l'opzione cerca nel forum.
Comunque ne apro una nuova...
Caso mai qualcuno dovesse trovarla se può portarla in evidenza così provvederò a cancellare questa"

Sin da Sansepolcro e poi dalla Marcia su Roma (cui parteciparono centinaia di ebrei) nonché durante tutto il ventennio e addirittura dopo le leggi razziali, vi furono tanti ebrei che ebbero funzioni e compiti di grande rilievo.
Il più illustre esempio è dato dal Senatore Isaia Levi di cui si tratta più sotto.
Tra gli altri da citare altresì i membri della Famiglia Coen, che diede al Fascismo Segretari di varie Organizzazioni del Regime, in particolare dei Gruppi Universitari Fascisti, dalla seconda metà degli anni '30 in poi, anche dopo le leggi razziali.
Con la totale disinformazione storica sul Fascismo che c'è ormai da troppo tempo e che lo vuole null'altro che razzista e antisemita, sono in pochi a sapere che tra i grandi esponenti del Regime ci furono diversi ebrei.
Ecco un esempio di eccellente Fascista ed eccellente Italiano di razza e religione Ebraica.




Isaia Levi (1863-1949) nasce a Torino il 20 novembre 1863 da Donato, commerciante, e Marianna. Egli appartiene a una delle più importanti famiglie della borghesia ebraica d’Italia. Frequentato brillantemente il Liceo, consegue la Laurea nella sua città e intraprende la professione imprenditoriale. Sposa Nella Coen e alla fine del secolo XIX ha già costruito numerose imprese. Quale industriale ottiene tali e tanti successi da diventare Cavaliere del Lavoro.
Saluta positivamente l’avvento del Fascismo e intraprende la carriera politica nel 1925 divenendo uno degli esponenti principali della Federazione Torinese del PNF.
Il 9 dicembre 1933 venne nominato Senatore in ragione delle imprese che con la propria capacità ebbe costruito.
Non si dimostra particolarmente ostile alle leggi razziali, in quanto dirette chiaramente alle logge massoniche ebraiche che anch’egli da sempre ha disprezzato, e addirittura incrementa la sua visibilità ed attività con notevoli iniziative parlamentari di successo.
Perseguitato invece dall’antifascismo alla fine della guerra, si deve faticosamente difendere in tribunale anche dagli attacchi di molti suoi correligionari. Si ritira quindi a vita schiva e privata, morendo a Roma il 6 marzo 1949.

DVX NOBIS
00venerdì 7 luglio 2006 17:00
Inoltre vorrei aggiungere, tratto da www.geocities.com/psychohistory2001/mussolini.html


Fascismo e nazionalsocialismo

Non solo non mancarono neppure gli ebrei fascisti, ma questi aiutarono nel finanziamento dei primi gruppi fascisti e del “Il Popolo d’Italia”, che diventò uno dei giornali del partito, ed ebbero parte attiva nelle squadre di Italo Balbo (De Felice, op.cit., p.73).
Tra i partecipanti alla fondazione dei fasci di combattimento a Milano, il 23 Marzo 1919, i famosi sansepolcristi, ci furono certamente almeno cinque ebrei, e tre ebrei figurano nel matirologio ufficiale della rivoluzione fascista (ibidem). Duecentotrenta ebrei parteciparono alla marcia su Roma (ibidem).
A differenza dei loro correligionari tedeschi, che furono sempre frustrati nel disperato tentativo di partecipare agli eventi, al di qua delle Alpi ebraismo e patriottismo fu una formula che funzionò alla perfezione.
Gli ebrei della penisola, oltre all’autoidentificazione assoluta con gli interessi dello Stato italiano, ispirata e messa in atto dal processo storico per il quale le aspirazioni irredentistiche e liberiste avevano combaciato ed erano in simbiosi con le proprie, avevano anche assorbito il fascino della cultura apollinea circostante. Pur mantenendo la propria identità particolare di fondo, che trovava espressione nell’eco di un lontano passato comune e l’orgoglio di appartenere a un elite intellettuale e spirituale, gli ebrei erano orgogliosi anche di essere italiani e di avere legato il proprio destino a quello della nazione. Pur ricordando la Gerusalemme terrestre e l’antica particolarietà nazionale, si sentivano fortunati di essere stati trapiantati proprio nella terra che aveva dato quei doni che li circondavano: Virgilio, Dante, il Petrarca, Giotto, Brunelleschi, Michelangelo, Leonardo e così via, fusi nell’aria di tolleranza e di libertà che emanavano da quando gli italiani erano riusciti a prendere nelle proprie mani la propria sorte. Il messaggio apollineo di sublimazione, la sua ebbrezza, per ricalcare l’espressione Nietzscheana, non poteva non essere penetrato nella ricettiva psiche ebraica.
Quando Mussolini, nel patetico tentativo di mimare Hitler, introdusse nel 1938 le leggi razziali, alcuni gerarchi fascisti, tra cui Italo Balbo, lo sconsigliarono in proposito, facendogli notare che non pochi “camerati” erano ebrei, e mal si addiceva l’idea di razza allo spirito del popolo italiano (ibidem, p.248).
Il Duce infatti comunicava con il popolo italiano parlando di Patria e di supremazia dello Stato: quando cominciò a parlare di razza introdusse una stonatura stridente e in realtà gli italiani, pur ripetendo la parola come pappagalli, non riuscivano a capire che cosa intendesse. Infatti non lo sapeva nemmeno lui.
Junio, il Principe Nero
00venerdì 7 luglio 2006 18:54
Vero. Più che non saperlo, lui non ci credeva. Credeva solo nell'esistenza delle razza, e anche nella superiorità del POPOLO tedesco (molte volte i gerarchi a lui più vicini lo sentirono ribadire che un popolo come quello tedesco non poteva perdere il conflitto). Si può dire che egli ne ammirasse la disciplina e l'unità, ma non ha mai creduto, come afferma nel libro di Emil Ludwig "Colloqui con Mussolini", nella razza come fattore di nazionalismo e di unità di un popolo. Il suo tentativo di imitare Hitler per compiacere l'alleato è stato ridicolo ed è servito solo a screditarlo nei confronti di molti camerati ebrei.

Dux, ti consiglio il libro che ho citato sopra, se non lo hai già letto, è estremamente interessante! [SM=x751601]
Granduca di Milano
00sabato 8 luglio 2006 08:42
Anche perchè una razza italiana non è mai esistita. [SM=x751530]
daetil
00sabato 8 luglio 2006 12:05
Re:

Scritto da: Granduca di Milano 08/07/2006 8.42
Anche perchè una razza italiana non è mai esistita. [SM=x751530]


Ma se la matti così puoi ben definire che quasi nessuna razza è mai esistita.

saluti
Daetil
Pius Augustus
00sabato 8 luglio 2006 12:20
Re: Re:

Scritto da: daetil 08/07/2006 12.05

Ma se la matti così puoi ben definire che quasi nessuna razza è mai esistita.

saluti
Daetil



infatti è così,granduca parla dell'inesistenza di un etnia o di una cultura unitaria italian(e io non sono daccordo) ma le razze in se non esistono.
Caio Logero
00lunedì 10 luglio 2006 13:54
Re: Re: Re:

Scritto da: Pius Augustus 08/07/2006 12.20


infatti è così,granduca parla dell'inesistenza di un etnia o di una cultura unitaria italian(e io non sono daccordo) ma le razze in se non esistono.



Quasi d'accordo. Una razza non va intesa troppo come sangue, ma è la Storia a creare una razza.
Per razza la concezione è stata confusa. I tedeschi si definivano una razza perfetta perchè aveva un cultura ed etnia prossochè identica e dunque la indentificavano come pura.
In ogni caso quando si va a delinerare un popolo, si noterà, che esso ha diverse caratteristiche comune ed è consapevole di averle.
Quindi più caratterische in comune ha, più sarà unito e dunque nella terminologia delle razze "puro".
Putroppo dai nazisti la purezza è stata in [SM=x751542] tesa come superiorità.
DVX NOBIS
00giovedì 13 luglio 2006 15:26
La storia di un altro Ebreo Fascista, Ettore Ovazza.

La famiglia Ovazza, di Torino, era un importante Famiglia della borghesia ebraica.
Ettore Ovazza, nato alla fine dell'800, era uno dei principali banchieri piemontesi ed allo scoppio della Grande Guerra si arruolò volontario. Dopo la Vittoria aderì al Fascismo tra il 1919 e il 1920, partecipando alla fondazione del Fascio Torinese ed all'organizzazione della Marcia su Roma.
Sposato con Nella ebbe due figli, Riccardo ed Elena.
Negli anni '20, date le sue competenze in materia, partecipò attivamente all'attività dei Ministeri Economici.
Fu il primo Ebreo a condannare apertamente il sionismo come corruzione politica della religione ebraica e si batté affinché ciò fosse compreso. Nel maggio del 1934 fondò a Torino "La Nostra Bandiera", dalla chiara connotazione antisionista, promotrice della sempre più forte partecipazione della parte sana dell'Ebraismo al Regime Fascista.
In questo quadro si inserisce la grande polemica col Rettore dell'Università di Perugia Paolo Orano (1875-1945), autore nel 1937 di un famoso libro dal sapore nettamente antisemita, "Gli ebrei in Italia". Ovazza, almeno moralmente, uscì chiaramente vincitore dalla polemica. Il libello di Orano, nel quale si possono pur ritrovare alcune verità storiche, era infatti nettamente affettato da generalizzazioni assurde e pregiudizi stereotipati sugli ebrei, per forza compromessi col vil danaro, col razzismo, con la degenerazione morale. Secondo Orano tutti gli Ebrei erano alleati dell'Inghilterra per restaurare lo "Stato palestiniano", a scapito degli interessi dei Cristiani e degli arabi: "...senza dire poi dei diritti Cristiani sui Luoghi Santi: "Essa [la Palestina] e' la Terra Sacra perche' vi nacque il Redentore che illumino' dall'interno la coscienza latina", sentenziava Orano. E poco oltre aggiungeva: "Croce e Fascio sono legati dal piu' intimo spirito e si trovano oggi di fronte un'Inghilterra ebraizzante ed un ebraismo britannizzante".
Ad Orano Ovazza rispose (tra i suoi libri in proposito ricordiamo "Sionismo bifronte" e "Il Problema Ebraico. Risposta a Paolo Orano"), condividendo appieno queste frasi, ma sottolineando che ciò "si riferisce ai Sionisti, non agli Ebrei in quanto tali, poiché gran parte degli Ebrei Italiani è Fascista, antisionista e amica dei Cristiani".
Premette affinché le leggi razziali del '38 fossero più chiaramente rivolte alla massoneria ebraica, deprecando eventuali scivolamenti ideologici nel razzismo hitleriano.
Rimasto insoddisfatto delle leggi si dimise nel 1938, pur continuando a prodigarsi per salvare il Fascismo dalla corruzione tedesca e dalla guerra. Per questi motivi fu assassinato con tutta la sua famiglia ad Intra da soldataglie tedesche nell'ottobre del 1943.
Fenone
00domenica 16 luglio 2006 13:37
Come sempre,grazie dei post interessanti Dux nobis!!
Noto inoltre l'asoluta obbiettivita' che hai nel riportare informazioni,Onore a te,sei un esempio per gli stolti (non mi riferisco alle utenze del ns forum ,ma in generale)
Ave! [SM=x751611] !
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