+The Lady of Shalott, mito e poesia di Alfred Lord Tennyson +

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Hosmantus
00sabato 13 maggio 2006 15:31
...La barca scivola lentamente sull'acqua "alla fine del giorno" . Nell'aria cupa e umida di pioggia, si leva un canto dolce, triste. Nella piccola barca, una dama vestita di bianco, dai lunghi capelli sciolti sulle spalle. I suoi occhi gonfi e rossi raccontano la disperazione di chi sa di non poter cambiare un destino crudele .

È Elaine, la bella dama dell'isola di Shalott, la cui leggenda si perde nei tempi remoti del re Arthur e dei suoi cavalieri di Camelot. La triste vicenda di Elaine venne ripresa dal poeta vittoriano Alfred Tennyson [1] nel 1833 e nel 1842, diventando - grazie alla sua opera - una preziosa fonte di ispirazione per molti pittori preraffaelliti inglesi, naturalmente affascinati dai soggetti arturiani e cavallereschi.


J. W. Waterhouse, The Lady of Shalott, 1888, olio su tela, 153x200 cm, Londra, Tate Gallery


La versione pittorica più celebre e impressionante della storia della dama di Shalott è quella che ci è stata lasciata dal pennello di John William Waterhouse (1849-1917), autore di una vera e propria trasposizione in immagine dei versi di Tennyson. Come scrive Peter Trippi, "l'intensità della Dama di Waterhouse rivaleggia con quella del poeta" o, per meglio dire, la supera. Il capolavoro del pittore inglese, oggi alla Tate Britain, illustra il momento di maggiore intensità drammatica della vicenda, l'attimo prima della morte dell'infelice Elaine, condannata da una maledizione a non poter coronare il suo sogno romantico con il grande cavaliere Lancelot.
L'opera, realizzata nel 1888, è ricca di riferimenti simbolici: due rondini, simboli di rinascita, accompagnano il canto della dama a sinistra della tela. L'approssimarsi della morte ci viene suggerita dalle candele che si stanno spegnendo e dalla foglia secca sul grembo di Elaine, simbolo anche della perdita dell'innocenza.
La teatralità della scena potrebbe far pensare anche a una influenza sul pittore degli spettacoli di attrici come Sarah Bernhardt, stella dei palcoscenici londinesi ed europei, per molti aspetti anticipatrice di tecniche e movenze recitative che saranno poi riprese, di lì a pochi anni, nei primi film muti.

Con un ultimo sforzo, la dama si solleva a sedere nella barca, colpita da una visione: è ancora lui, l'amato irraggiungibile, l'uomo a cui si è spiritualmente votata ma che non potrà mai avere. La straordinaria abilità tecnica di Waterhouse riesce a unire l'afflato onirico del colore con il realismo stilistico della pennellata, già lontana dal freddo neoprimitivismo preraffaellita di Rossetti e Hunt, e forse più in sintonia con tecniche pittoriche di ispirazione francese [3]. Soltanto questa combinazione unica di romanticismo, dramma nostalgico e realismo - elementi caratteristici dello stile di Waterhouse - potevano riuscire a rendere in maniera così perfetta il senso tragico della storia di Elaine, una tragedia fortemente umana nelle passioni, ma che però si consuma nella dimensione parallela della leggenda e del mito. È la metafora eternamente ripetuta da pittori e poeti del primordiale desiderio di ogni essere umano di amare e di essere amato. Un obiettivo che - a tratti - ogni persona pensa di aver raggiunto, ma che in realtà non conquista mai completamente, perché questo desiderio non ha concretezza, è impalpabile e sfuggente, proprio come una visione o un sogno. È anche, e soprattutto, il riferimento al dilemma esistenziale dell'uomo, che vive desiderando qualcos'altro, per poi capire - troppo tardi - che non c'è mai fine a questa tensione: Elaine è costretta a vivere in una torre, invisibile al mondo, condannata a scrivere delle vite degli altri, per scoprire che in fondo il mondo esterno, da lei così tanto anelato, "è persino più inospitale e ostile della sua stessa prigione"

Quest'opera è basata su The Lady of Shalott di Alfred Lord Tennyson e illustra i versi:
And down the river's dim expanse
Like some bold seer in a trance,
Seeing all his own mischance -
With a glassy countenance
Did she look to Camelot.
And at the closing of the day
She loosed the chain, and down she lay;
The broad stream bore her far away,
The Lady of Shalott.

E lungo la pallida distesa del fiume
come qualche audace profeta in trance,
che vede tutta la propria sventura -
con espressione vitrea
guardava verso Camelot.
E al morire del giorno
sciolse la carena, e giacque;
l'ampio torrente la portò lontano,
la Dama di Shalott.


[SM=x131384]






::Red::
00sabato 20 maggio 2006 02:32
Oh my God Hosmy ... Lady of Shallot (la poesia) e stupenda [SM=g27836]

Hosmantus
00sabato 20 maggio 2006 02:40
Questo post era lì da un pò...
Da quando cercavi la poesia di Tennyson...
E' meraviglioso che i pittori rappresentino la letteratura, donandoci il piacere più completo di gustare l'arte.

[SM=x131384]
::Red::
00sabato 20 maggio 2006 02:46
C'e una serie di film "Anne of Green Gables", dove Anne recita la poesia (che e piuttosto lunga) e si sdraia nel canoe .. proprio come nel quadro su [SM=g27836]

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