Dunque, dunque dunque dunque...letto sul treno di ritorno mezza rintronata, ma abbastanza consenziente (?). Dopo averlo praticamente *consumato*, posso dire con certezza che, sì, il lavoro è ben curato, la trama è scandita bene, i disegni ottimi, eppure a fine lettura ho avuto una sensazione, come se mancasse qualcosa. Provo ad analizzare sequenza per sequenza.
Inizio: perfetto, atmosfera cupa, drammaticità resa benissimo, belli i dialoghi, inquadrature stupende, passaggio immediato da scena serena e tranquilla a tragedia familiare. Decisamente quest'ultimo scuote il lettore (in senso positivo, ovviamente). In poche vignette, si intuisce qualcosa di grosso, e al tempo stesso ci si pone mille domande: chi è quell'uomo? Che relazione ha con il padre di Roary? E quella zebra l'ha rubata sì o no da Fantasia? Francamente, è difficile trovare inizi così poveri di inutili didascalie capaci comunque di calamitare la curiosità del lettore. Non è cosa da poco. Veramente ammirevole.
Sequenza della partenza da casa: apprezzati i campi lunghissimi e i paesaggi.
Scena salvataggio: non brilla per originalità, ma è organizzata abbastanza bene.
Geniali le scimmie naziste. Decisamente sbavaz le inquadrature sulle architetture uondersitiane. Sulla presentazione dei professori, bof..migliore di quella degli altri sei ragazzi, ma a me convince poco. Rimane il fatto che l'ambientazione è ottima, e c'è da considerare che 45 tavole sono effettivamente troppo poche per un lavoro così complicato. Le scene clou sono sceneggiate bene, come quella dell'incontro tra Roary e spiriti per esempio, veramente degna di nota. Il fatto poi che ci sia poca enfasi nelle manifestazioni del potere della ragazza non mi dispiace affatto, anzi, è proprio l'assenza di didascalie, il silenzio, il potere della sola immagine a dare maggior fascino alle scene. Se c'è una cosa che non ho mai sopportato nel fumetto in generale è la presenza di nuvolette inutili, che vanno solo a riempire uno spazio, nè più, nè meno, e rovinano le atmosfere.
Poi arriva la fase che mi piace meno: la presentazione dei protagonisti, e qui purtroppo devo dire che sono rimasta delusa non poco. Erik è il tipico scontroso, e le sue battute condite di veleno sono puramente gratuite, i comportamenti sono forzati, ogni gesto classicone.
Bellissimo invece il robottone, già visto e rivisto ma continua sempre a piacermi .
Sì, vero, il finale è da MM, ma non vedo poi il difetto, visto che è il *come* è stato presentato che ha importanza. Ottimo lavoro, soprattutto nei dialoghi e nella vignettona finale, da Oscar.
Quindi, per concludere: atmosfere, luci, ombre e colori praticamente perfetti. Disegni di un ottimo Turconi, con espressioni, sfondi, architetture, campi lunghi realizzati da dio. Buono il soggetto della storia in generale, qualche punto della sceneggiatura cade un pò, soprattutto per quanto riguarda i dialoghi. Caratterizzazione dei personaggi un pò povera, ma d'altronde siamo al primo numero, è normale, e ho buone ragioni per essere fiduciosa. Inoltre il poco spazio non aiuta granchè, e nonostante ciò ogni scena è dosata con equilibrio.
La storiella..moh, carina, però non mi ha entusiasmato. Bellissima graficamente la scena leonesca.
Scritto da: PiKey 05/11/2005 17.59
[...]una cosa che non mi piace nelle sceneggiature di Gualdoni è l'uso imponente dei tre punti esclamativi, che odio alla morte.
Dimenticavo, quoto.
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"Si giunge al mattino soltanto attraverso le ombre della notte."
(J.R.R.Tolkien)
[Modificato da MagicAmbra 06/11/2005 21.43]