Processo Ifil-Exor, il pm accusa Grande Stevens, Gabetti e Marrone
Attenuanti generiche "per il ruolo avuto nella storia e nell'economia del paese"
Aggiotaggio, chiesta la condanna
per i top manager del gruppo Fiat
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TORINO - La condanna di tutti gli imputati è stata chiesta dal pm Giancarlo Avenati Bassi al processo per l'equity swap di Ifil-Exor. Il magistrato ha chiesto due anni e sei mesi per l'avvocato Franzo Grande Stevens, due anni per Gianluigi Gabetti e un anno e sei mesi per Virgilio Marrone. Il pm ha parlato cinque ore: al suo fianco, per tutto il tempo, è rimasto il procuratore capo Giancarlo Caselli.
Il processo vede i tre manager della famiglia Agnelli imputati per aggiotaggio informativo. Secondo il pubblico ministero, i tre imputati "sono responsabili dei reati loro ascritti per aver pubblicato e diramato comunicazioni Ifil e "Giovanni Agnelli e c." per tenere segreta un'operazione (l'equity swap
In mattinata, la difesa aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale del processo sulla base del principio del ne bis in idem (una persona non può essere processata due volte per lo stesso fatto) sancito nell'articolo 117 della Carta costituzionale; ciò in quanto la vicenda sarebbe già oggetto di condanne definitive. sul titolo Fiat) che nel segreto aveva il suo connotato più rilevante. Un'operazione effettivamente intrapresa o quantomeno allo studio e non comunicata al mercato". Per tutti e tre i manager il pm ha richiesto la concessione delle attenuanti generiche per il ruolo che hanno avuto nella storia, nella cultura e nell'economia del Paese.
BY REPUBBLICA