Anonymous buca pure l'FBI

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snaplinx
00martedì 7 febbraio 2012 02:52

Anonymous buca pure l'FBI

Il collettivo di hacktivisti attacca ancora e prende di mira i federali, i siti della polizia di Boston e le banche brasiliane. Riuscendo a fare breccia nei protocolli blindati di comunicazione.

Roma - Anonymous si scatena online: il collettivo di hacktivisti anti-sistema costantemente al centro delle cronache tecnologiche se la prende questa volta con l'FBI, riuscendo a intercettare le comunicazioni telefoniche/VoIP (teoricamente cifrate e quindi protette) degli agenti USA con quelli della polizia britannica.

Piuttosto ironicamente, l'agente USA che si presenta come "Bruce" all'inizio della chiamata ipotizza al suo collega UK che potrebbero non essere i soli a essere in contatto. E infatti così era: Anonymous si è inserita nella chiamata, ha registrato l'intera comunicazione e poi l'ha messa online su YouTube a un mese di distanza.

Altrettanto ironicamente, nella comunicazione i due agenti condividono informazioni sulle indagini e gli arresti in merito all'attività di attivisti online, vale a dire gli stessi "soggetti" impegnati quotidianamente a buttare giù siti e far danni sotto il vessillo di Anonymous e altre organizzazioni similari.

L'FBI ha confermato la veridicità della comunicazione, rivelando altresì di aver avviato "un'indagine penale per identificare e inchiodare i responsabili" della breccia. Breccia che, conferma sempre l'FBI, sarebbe avvenuta perché l'email di invito a partecipare alla chiamata è stata evidentemente inviata a una mailbox (tra le decine incluse) già precedentemente compromessa.

In attesa che l'FBI scopra chi ha bucato le sue comunicazioni cifrate, Anonymous va avanti nella sua attività nei confronti dello status quo attaccando il sito web della polizia di Boston. Si tratta di una rappresaglia contro la brutalità manifestata dagli agenti contro il movimento Occupy Boston, dice il collettivo hacker.

E ce n'è anche per le istituzioni finanziarie brasiliane, a dire di Anonymous responsabili delle disuguaglianze economiche presenti nel paese sudamericano. In un primo momento erano finiti giù i siti web di Bradesco, Itau, Banco do Brasil e HSBC, mentre in una seconda occasione gli hacker hanno colpito Citibank, Panamericano e Febraban.

Alfonso Maruccia

by PuntoInformatico
snaplinx
00martedì 7 febbraio 2012 02:52


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