Bryen Caron a Brindlewood

LORD BRYEN CARON di CANTO NOTTURNO

Caron giunse Brindlewood di buon mattino, il portone della palizzata era ancora chiusa, alcuni mercanti erano in fila con lui nell'attesa di entrare che le guardie del turno del mattino aprissero le porte, nessuno sembro fare molto caso alla sua presenza, segno questo che molti cavalieri erano soliti prendere quella strada.
Aveva notato qualche fattoria nei dintorni e qualche allevamento di maiali, ma ben poca cosa.
Entrato dal portone con Tess che gli trotterellava accanto si diresse subito verso l'alta torre di legno e chiese di essere annunciato al signore della città.

La guardia lo accompagno dal Signore del piccolo paesino Robert Mooton, un uomo piccolo e intelligente ma rassegnato e privo di slancio.
Robert si preparò come poteva e ordinò vino speziato al miele e castagne arrotolate nel lardo e pane nero alle noci e uvetta.
"Mio Lord, quale onore. Siamo soliti ricevere visita di Lord importanti ma solo per far bere cavalli e servi. Nove volte su dieci rimangono in carrozza e quella volta che non lo fanno se ne pentono". Strinse le spalle. "Brindlewood è un piccolo villaggio senza senso ne speranza".

Carron mostrò la patente da segugio.
"Sono Brynden Caron di Canto Notturno .
Immagino che la notizia di ciò che è accaduto ad Harrenhal sia giunta anche qui. Bene, io sono uno degli incaricati alla ricerca dell'assassino del principe. Le mie indagini mi hanno condotto sino alla vostra città, dove son certo sia passato l'assassino e non solo, dalle informazioni raccolte il suo paggio veniva proprio da una delle famiglie di Brindlewood. Ora i casi sono due, il primo è che grazie alla vostra piena collaborazione io riesca a scoprire nuovi elementi, e a scagionare quindi la vostra città. Ciò arriverà ovviamente alle orecchie di Lord Whent, di Lord Hoster Tully e dell'attuale reggente di Approdo." Poi fece una pausa ad effetto.
"La seconda possibilità è che in qualche modo voi o uno qualsiasi dei vostri cittadini mi faccia perdere tempo, ciò significherebbe che l'assassino del principe guadagnerebbe molta strada su di me e che quindi la possibilità di catturarlo sarebbero sempre meno. Possiamo dire che una vostra non collaborazione possa essere interpretata come un favoreggiamento dell'assassino e del suo complice, un intralcio voluto alla legge." Un'altra pausa.
Poi riprese con voce caricaturale in cui trapelava il suo dispiacere. "Anche in questo caso dovrò in fare rapporto...."
Batté le mani all'improvviso.
"Su su non perdiamoci in chiacchiere e in pensieri tristi, che ogni parola è un passo in più che l'assassino guadagna su di me. Ho visto una bella forca in piazza venendo qui." poi estrasse il foglio con il ritratto del cavaliere mascherato e del suo scudiero. "questi sono i tizi che sto cercando. Radunate tutti i vostri cittadini nella piazza della forca a mezzogiorno, non mi interessa se devo arare un campo, scannare un maiale o far nascere un bambino, voglio che siano presenti tutti, dal più giovane al più vecchio, dal fabbro alla lavandaia." Lasciò il tempo al nobile di buttare un occhiata al foglio poi lo ripiegò e lo rimise in tasca.
"Sono certo che perdonerà i miei modi un po' bruschi ma come ho detto il tempo qui è essenziale. Ora se volete perdonarmi sia io che voi abbiamo un compito da svolgere." così dicendo si alzò dalla sedia.

Lord Mooton guardò il disegno e poi ascoltò Caron. "Bene, sono contento per voi. Allora... sono circa 500.000 dragoni d'oro. Vedete calcolando il vostro tempo, e quello di ogni cittadino di Brindlewood, lavoratore o meno, direi che la vostra richiesta sia più o meno alla pari. Siccome voi non siete uno sciocco e nemmeno io sono uno sciocco... nessuno dei due accetterà la richiesta dell'altro. Voi non l'accetterete perchè non avete quel denaro, io perchè non ho quel tempo da perdere. Il Re è morto, il principe pure, la regina sparita... quanto tempo passerà prima dello scoppio di una guerra? E Brindlewood è vicinissima ad Approdo... ho gli agricoltori ai lavori doppi, carpentieri e muratori a lavoro sulla palizzata giorno e notte e le guardie a controlli forzati. Avete un bel ritratto di entrambi... andate a chiedere in giro.

Caron sorrise, "500.000 dragono d'oro per quattro ore di lavoro perse? Con chi credi di parlare, forse non hai capito quando ho detto di essere il Signore di Canto notturno. Io raccolgo 800.000 dragoni d'oro in un mese di tassazione e di villaggi come il tuo e anche molto migliori ne ho sotto di me centinaia. Facciamo due conti, ti va? Di media in un giorno si lavora tra le dieci e le dodici ore, facciamo dieci che voglio essere gentile, in dieci ore tu guadagni 1.250.000 Dragoni d'oro, in due giorni ne fai due milioni e mezzo. In un mese quindi su per giù guadagni trentasette milioni di Dragoni d'oro. Lord Whent sarà felice quando gli parlerò di queste cifre, credo che potrà tranquillamente tassarvi per trenta milioni il mese prossimo. Se poi direte che mento credo che chiederò il giudizio dei Sette, alla fine al torneo non mi è andato poi tanto male contro la Montagna che cavalca." Fece una pausa per far comprendere a fondo le sue parole al nobiluomo che sedeva davanti a lui.
"Poi oltretutto ti faccio notare" riprese "che io ho occhi per vedere, ho contato le case mentre venivo qui tu parli di agricoltori ai lavori doppi, carpentieri e muratori a lavoro sulla palizzata giorno e notte e le guardie a controlli forzati, io ti dico che stai mentendo, se metti un uomo a fare la guardia lo dovrai togliere dai campi, se metti un uomo a rinforzare la palizzata, per qual giorno i maiali non mangeranno perché non avrai nessuno da mettere a badare a loro." Poi fece una pausa, "però tant'è hai deciso di non aiutarmi, anzi di ostacolarmi, hai fatto la tua scelta, io agirò di conseguenza. Dato che sembrate non avere nulla da dirmi ne sul vostro concittadino, ne tanto meno sul cavaliere misterioso, con il vostro permesso me ne vado."
Così dicendo si alzò e si avviò verso la porta senza lasciare al Lord il tempo di replicare.
"Se cambiate idea mi trovate alla locanda."


Giunto alla locanda si avvicinò al bancone dell'oste.
"Oste, vorrei una stanza per una settimana e avrei un affare da proporvi. Potete mandare in giro per il paese un paio dei vostri garzoni per diffondere la voce che in locanda da voi giunto Lord Caron di Cantonotturno e che ha bisogno di alcune informazioni su un ragazzo di qui, offre venti pezzi d'argento per ogni racconto che abbia un certo fondamento e una certa utilità." Poi estrasse di tasca il foglio con il disegno dei ricercati e 5 monete d'argento. "queste sono per coprire la mattinata dei garzoni e per il disturbo arrecato, inoltre" apri il foglio e lo posò sul bancone "l'offerta di diventare un mio informatore vale anche per voi." Così dicendo picchiettò con l'indice sul petto dello scudiero raffigurato nel disegno.

Una mano da dietro Caron si allungò e prese le monete, col locandiere che sorrideva. Caron si voltò e vide un ragazzo impacciato con in dosso degli abiti da contadino e un grosso livido su di un occhio.
Ad uno sguardo più approfondito e con davanti il disegno fatto dagli Storm Caron potè riconoscere vagamente in lui lo Scudiero del Cavaliere misterioso.

"Buongiorno ragazzo, mi chiedo se tu sia l'uomo più importante del Westeros, o soltanto suo fratello o suo cugino. Secondo voi?" domandò all'oste cercando di capire se anche l'uomo che era dietro al banco fosse un parente dello scudiero.
"In ogni caso sono felice di vedere che il viaggio in questa città comincia a dare i suoi frutti. Ragazzo cosa ne diresti di venire a fare una chiacchierata nella mia stanza, magari ci portiamo in camera una bottiglie di acquavite." così dicendo ammiccò al oste e attese da lui la propria consumazione, la chiave della stanza e la risposta alle sue domande.

"No Ser, qui in mezzo a tutti... che possano vedere... ci tengo alla pelle... sapete...". E indicò un tavolino un po appartato ma comunque visibile da tutte le parti della locanda.

I due si sedettero al tavolo, l'oste gli portò due bicchieri e una bottiglia di acquavite.
"Io sono Lord Bryen Caron, tu invece ti chiami?" chiese l'uomo mentre versava due bicchieri di liquore e il forte odore di alcol arrivava alle narici. "Brutto colpo a quell'occhio comunque, come te lo sei fatto?"

I due si sedettero al tavolo, l'oste gli portò due bicchieri e una bottiglia di acquavite.
"Io sono Lord Bryen Caron, tu invece ti chiami?" chiese l'uomo mentre versava due bicchieri di liquore e il forte odore di alcol arrivava alle narici. "Brutto colpo a quell'occhio comunque, come te lo sei fatto?"

"Lo sapete ser, come mi chiamo... È l'occhio nero me lo ha fatto mia madre, così imparo a cercare avventure... Mi chiedo come abbiate fatto ad avere un ritratto di me, che sono un semplice scudiero... anzi ero... adesso governo i maiali e aiuto un po qui nella locanda. Siete venuto a uccidermi per la gloria o a nascondermi per la giustizia?".

"Se sapessi il tuo nome non te lo avrei chiesto, ahimè non sono il grande investigatore che pensavo, se non fosse per questo tuo ritratto non ti avrei trovato.
Comunque per rispondere alla tua domanda, non preoccuparti non sono l'uno né l'altro ragazzo, io non ho intenzione di giudicarti, io posso capire il desiderio di avventura. E' al cavaliere misterioso che d'ho la caccia, non certo a te. Vorrei sapere tutto quello che sai di lui. Se ti è capitato di vederlo in viso, se ti ha parlato del passato, se pregava qualche dio strano o se parlava con uno stano accento" versò una bicchiere di grappa al ragazzo "in vino veritas" pensò, e ne versò uno a sé. "vorrei sentire anche del vostro primo incontro. Insomma tutto quello che ti ricordi di lui"

Erik protese la mano. "Il ritratto mio Lord. Solo voi sapete che faccia ho... i ricordi sfumano, i ritratti no. Vi giuro che se me lo date e mi lasciate stare vuoto il sacco. Diversamente avete un arco e una balestra puntati contro e... evitiamo amichevolmente il peggio".

"Capisco che tu abbia vissuto una brutta avventura ragazzo, ma non c'è affatto bisogno di tutta questa ostilità, se è il ritratto quello che vuoi non c'è problema, te ne avrei fatto dono comunque, a me non serve più perché come vedi la faccia riconoscibile è solo la tua, credo non mi servirà certamente per trovare il cavaliere,..."
"e poi Ayro ne ha un'altra copia e può rifarmelo quando gli pare" pensò Caron.
"...per quello spero possa aiutarmi tu. Inoltre forse non hai compreso bene chi hai davanti, io sono il Lord di Canto Notturno, se davvero mi sarai utile non è detto che il tuo sogno di vivere in un palazzo non possa avverarsi, non hai nobili natali, e non sei dunque il candidato migliore per essere cavaliere o scudiero, ma al torneo hai fatto...esperienza diciamo così. Perciò magari potrai seguire l'addestramento base con maestro Garret e se lui mi dici che vali qualcosa, la strada del cavaliere errante non è certo preclusa per te."
"Ora mio buon ragazzo senza nome, dimmi tutto quello che sai sul cavaliere misterioso. Parti dicendomi la sua prossima meta se ne sei al corrente e potremmo magari condividere la strada verso essa o magari potresti prendere la strada per i territori della tempesta, a te la scelta. Raccontami anche tutto ciò che ti ricordi di lui come ti chiedevo prima, dalle cose che ti sembrano banali alle stranezze."

"Noo, sono stanco di fare quello che non sono. Meglio i miei campi e i miei maiali. Troppi problemi voi altri Nord. Io non voglio il ritratto del cavaliere. Neanche io l'ho visto in volto. Il ritratto di una maschera non servirà a trovare un cavaliere, ma il ritratto del suo scudiero si. Datemi quei ritratti. Ora. Vi dirò quello che so e poi ve ne andrete e io tornerò ad essere quello che sono sempre stato".

Lord Caron passò il ritratto al ragazzo.
"la mia offerta è valida, ci sono maiali anche a Canto Notturno e sicuramente è un posto più sicuro per te dove andare a passare un po' di tempo, non vorrei mai che a qualche nostalgico del principe venga voglia di farti la pelle o che a qualche cacciatore di taglie in cerca di un trofeo passi per caso di qui e gli venga voglia di cogliere l'occasione." poi indicò con il pollice alle sue spalle senza neppure voltarsi il ragazzino tremante appostato fuori dalla finestra che teneva in mano la balestra. "anche se sei ben difeso, ma un guardiano di porci con una balestra non potrebbe mai fare la differenza credimi." Sollevò il bicchiere. "Bene brindiamo al nostro esserci incontrati" fece un piccolo sorso di grappa, di una pessima grappa, "su ora raccontami una storia, tutti amano le storie."

Il ragazzo si ammorbidì, pensò un attimo, poi cominciò "Io mia madre e mio fratello. Una casa semplice con un orto che possiamo coltivare per noi stessi senza tasse, più i campi da lavorare per voi naturalmente. Sei mucche, due buoi e dieci capre. Se è si e me lo mettete per iscritto vuoto i sacco e in meno di mezzora parto per Canto notturno".

"Come fatto ragazzo, vedrai che il posto ti piacerà, fare il mezzadro nelle terre della tempesta è molto meglio che farlo nelle terre dei fiumi. Potrei offrirti un appezzamento sopra il passo del principe." Chiese all'oste di mandare a chiamare un septon e che portasse della pergamena. " allora ragazzo facciamo così, io scrivo tutto quello che ci siamo detti su un foglio e il septon poi te lo leggerà alta voce così sai che quello che ho scritto è vero. D'accordo?"

"Non ce n'è bisogno... so leggere... e scrivere, il septon di questo posto ci ha insegnato più quello che credere nei Sette...".
Lesse quello scritto da Bryen e cominciò a parlare mettendo in tasca il foglio scritto e siglato.
"Il cavaliere è venuto qui un giorno e mi ha visto scazzottare con uno scudiero di un Lord di cui non ricordo il nome. Era sempre mascherato. Quando mi ha chiesto di andare al suo servizio ad Harrenhal, quando ha dato una moneta d'oro a mia madre, quando abbiamo varcato Harrenhal, quando ho dormito solo in una stalla senza sapere dove andasse. Era gentile con me e mi insegnava tanto, rispondendo ad ogni mia domanda riguardo a posizioni, cerimoniale e altro. Ma mai una parola su di lui o su di me. Il passato di un uomo appartiene a lui, diceva. Poi è successo il fattaccio,io col cavallo e l'armatura sono venuto qui. Il cavallo l'ho lasciato dal maniscalco. Era stato maculato con della cenere. Per quello ho passato i controlli. L'armatura l'avevo nascosta nel carretto. Ora ce l'ha l'emporio. Qualcuno ha detto che sono venuti a prendere entrambi... questo non lo so..." sorrise, fece un mezzo inchino e se ne andò.

Caron si recò all'emporio, era un piccolo negozio di paese, ma era ben fornito.
Sorrise al mercante che lo aveva salutato al suo ingresso.
"Salve buon uomo, sto cercando un'armatura."

L'uomo si strofinò le mani. "Ser Ne ho una che fa al caso vostro. Solitamente non tratto queste cose, ma avevo il compito di consegnarne una questa mattina con la clausola che se non fosse passato nessuno a ritirarla sarebbe stata mia.... pertanto... fra mezz'ora è mia di diritto".

"Dite un po' come è fatta questa armatura? posso vederla?"

L'uomo annuì e accompagnò ser Bryen nel retrobottega. L'armatura era imballata per il viaggio ma era chiaramente quella del cavaliere misterioso.

" Mi sembra un'armatura davvero splendida, quale cavaliere rischierebbe di perdere un tale oggetto? Conoscete per caso l'uomo che deve venirla a ritirare?
In ogni caso se non vi dispiace aspetterò qui con voi questa mezz'ora, non vorrei perdere l'occasione di acquistarla."

Caron attese le risposte dell'uomo e si preparò a sopraffarre chiunque fosse entrato epr reclamare l'armatura.

Il commerciante attese nervosamente sperando di non veder solcare la porta dell'emporio da anima viva. Era l'affare della sua vita.
Sfortunatamente per lui arrivò un uomo sulla trentina, atletico, in farsetto di cuoio rinforzato con alla cintola un pugnale e una piccola daga.
"Salve, dovrebbe esserci qui l'armatura del mio padrone. E stata portata dal suo scudiero", e allungò due dragoni d'oro per il disturbo.

Caron usci dall'ombra e scivolò alle spale del'uomo.
Lo sguardo del mercante tradì la sua presenza, il nuovo arrivato si mosse rapido mettendo mano al pugnale, ma ancor più rapido si mosse Carron che gli afferrò il polso che reggeva il pugnale e appoggiò la lama della piccola spada corta che portava al fianco sinistro alla sua gola.
"Buongiorno," sussurrò caron alle orecchie dell'uomo "ora lascia cadere il coltello per terra, poi metti entrambe le mani sulla testa"

Caro non se lo easpettò ma dalla porta entrò un altro uomo, in cotta di maglia, gambali e spada. "Adesso testa di cazzo vediamo se fai ancora il simpatico... ah dimenticavo... Buongiorno!". Il primo uomo riuaci a divincolarsi e scappò nel retro. Ora bryen doveva combattere.

Sguainò la spada lunga.
"C'è un'uscita sul retro?" domandò al mercante intanto che prendeva la posizione di difesa.
Diede una rapida occhiata al negozio cercando qualcosa da cui trarre vantaggio: una lanterna accesa, delle bottiglie di grappa, un secchio con del sale, qualsiasi cosa che avrebbe potuto usare come arma per cogliere l'avversario alla sprovvista e finirlo in breve tempo

Bryen Caron indossava solo un giustacuore di cuoio mentre l'avversario era in cotta di maglia. Entrambi avevano una spada ed entrambi erano destri. L'avversario di Bryen partì. I colpi vennero vibrati con forza ma Bryen non parò sperando nella pesantezza dell'equipaggiamento dell'avversario. Infatti scansò leggermente e vibrò i colpi alle gambe e al volto. Il corpetto di di Caron venne duramente colpito ma la ferita che si formò sotto era lieve. L'avversario cadde sulla gamba destra, profondamente ferita e venne ferito anche alla gola. Una lacerazione profonda, che vide un getto di sangue schizzare sulla parete dell'emporio. Quell'uomo era spacciato. L'abilità di Caron unita alla leggerezza del suo equipaggiamento lo avevano favorito.

Bryen si toccò il fianco, l'uomo che era a terra non era un guerriero di alto livello, ma sapeva come maneggiare la spada.
La sua ferita non era grave e lui non aveva tempo da perdere. Estrasse la spada lunga, poi emise un fischio modulato e Tess varcò la soglia del'emporio schierandosi al suo fianco. Ora doveva vedersela con l'altro uomo e doveva lasciarlo in vita perché i morti non offrono informazioni, o almeno non lo fanno tanto facilmente.
L'uomo che si era infilato nel retro non era armato, la sa arma l'aveva lasciata cadere a terra, ma Caron avanzò comunque con cautela aspettandosi un agguato appena varcata la soglia.
"Esci e chiudici dentro" intimò al mercante. "quest'uomo non deve assolutamente fuggire"
Poi fece un profondo respiro e una fitta gli attraversò il costato.
Sentiva la sferzata di energia data dall'adrenalina del combattimento appena svolto, l'odore del sangue, il pericolo imminente attraversagli il corpo, Tess tremava carica eccitata al suo fianco pregustandosi la caccia.
Era giunto il momento, senza curasi se il mercante avesse eseguito o meno i suoi ordini,, varcò la soglia della piccola stanza sul retro, spada lunga in una mano, spada corta nell'altra e furia nel cuore.