Caso Unipol, Paolo Berlusconi indagato

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
snaplinx
00martedì 26 ottobre 2010 05:03

Caso Unipol, Paolo Berlusconi indagato
"Rivelò notizie coperte da segreto"

Secondo i pm di Milano trattò l'audio in cui Fassino diceva la frase "Abbiamo una banca". Ed è accusato di ricettazione ma anche di rivelazione di atti segretati in quanto editore del "Giornale" che poi pubblicò i verbali.


http://www.repubblica.it/images/2010/10/25/210536412-8b7097b6-c9fc-4c30-87bb-29d2a1f9c4a7.jpg

MILANO - Paolo Berlusconi è indagato dalla Procura di Milano, assieme ad altre tre persone, per la vicenda del 'passaggio di mano' dell'intercettazione Fassino-Consorte ("abbiamo una banca") ai tempi delle indagini sul tentativo di scalata di Unipol a Bnl. La Procura ha chiuso le indagini, in vista della richiesta di rinvio a giudizio che riguarda, oltre che Paolo Berlusconi, anche l'ex titolare della Research Control System, Roberto Raffaelli, e l'imprenditore Fabrizio Favata 1, che passò l'intercettazione a Berlusconi.

Come si legge nell'avviso di conclusioni indagini firmato dal pm Maurizio Romanelli, il fratello del premier è indagato non solo per ricettazione e millantato credito ma anche per concorso in rivelazione e utilizzazione del segreto d'ufficio. Perché fu Il Giornale, di cui era editore, a pubblicare il 31 dicembre 2005 la conversazione intercettata tra Fassino 2e Consorte nonostante fosse coperta ancora da segreto istruttorio. Durante gli accertamenti, lo scorso giugno la Procura milanese convocò, in qualità di persona informata dei fatti, anche Niccolò Ghedini, deputato Pdl e legale di Silvio Berlusconi, che per tutta risposta  invitò il ministro della Giustizia 3a inviare gli ispettori. Il premier non è indagato.
Secondo quanto si legge nell'avviso di conclusione, Roberto Raffaelli, l'imprenditore che era capo della Rcs, società che forniva alla Procura le attrezzature per le intercettazioni, avrebbe rivelato il contenuto della nota intercettazione ("Abbiamo una banca") ad altre due persone, ora indagate, tra cui l'imprenditore Fabrizio Favata.
Queste, a loro volta, avrebbero rivelato la conversazione a Paolo Berlusconi che, ricevuto il 'nastro' della telefonata su una "pen drive", secondo quanto si legge, lo avrebbe 'girato' "al quotidiano Il Giornale".

Secondo la ricostruzione del pm, la rivelazione del segreto, così determinatasi, sarebbe avvenuta in favore di "Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio in carica". Nell'avviso di conclusione delle indagini il premier risulta parte lesa per il tentativo di estorsione messo in atto dall'imprenditore Fabrizio Favata, che "mediante contatti telefonici e personali con l'avvocato Ghedini Niccolò" e con un collaboratore del suo studio, aveva minacciato "di denunciare all'Autorità Giudiziaria" o "di riferire a testate giornalistiche" la vicenda del 'passaggio di mano' del nastro,in cambio di denaro.

L'avviso di conclusione delle indagini è stato notificato anche a Eugenio Petessi, imprenditore legato a Raffaelli da "rapporti di conoscenza e di attività illegali (false fatture)". A tutti e quattro è stato contestato il reato di concorso in rivelazione e utilizzazione del segreto d'ufficio. Favata è indagato inoltre per estorsione mentre nei confronti di Raffaelli e Petessi sono anche ipotizzate la frode fiscale e l'appropriazione indebita di circa un milione e 800 mila euro.

Questa cifra, secondo la ricostruzione del pm, è servita per creare "la disponibilità di fondi in nero utilizzati nel corso degli anni" dall'ex titolare della Research Control System per varie finalità: si cita, tra l'altro, la consegna, tramite Favata, di circa 500 mila euro a Paolo Berlusconi "quali compensi - si legge nell'atto -  asseritamente destinati a favorire attraverso canali istituzionali prospettive di espansione di Rcs sul mercato estero ottenendo così, tra l'altro, incontri con cariche istituzionali". Paolo Berlusconi, per questa vicenda, è indagato per ricettazione e millantato credito mentre Favata solo per ricettazione.

BY REPUBBLICA
Edededed
00martedì 26 ottobre 2010 17:05
Munnezza in FAMMIGGHIA
Cerro Maggiore

(Nel 1946 il corpo di Benito Mussolini venne sepolto a CERRO MAGGIORE, dove rimase sino al 30 Agosto 1957..ndr)

La PATTUMIERA d'ORO..dicasi della piu' grande discarica d'Europa, e gigantesco SCANDALO al suono di MILIARDI SCIPPATI al Paese (Italia) ad un TIRO di FUCILINO VERDE (a tappi, beninteso), dalla Madunina

Dalla penna del Buon Barbacetto

13 agosto 2010

Le strane casse vuote di Paolino, fratello Paperino

“Non chiamatemi più Berluschino”, implorava tanti anni fa in un’intervista sul settimanale “Il Mondo”.

Niente da fare: Paolo Berlusconi, nato 13 anni dopo Silvio, resta il fratello minore.
Anche nei business, perfino nella percezione delle imprese erotiche.

Per non parlare della politica: il fratello maggiore è a Palazzo Chigi, lui ha solo l’ex moglie, Mariella Bocciardo, a Montecitorio.

Utile, però, al Grande Fratello.

È Paolo che si carica del Giornale quando la legge Mammì, nel 1990, impedisce a Silvio di possedere tre reti tv e anche un quotidiano.

E quando viene arrestato nel 1994, con l’accusa di aver pagato tangenti alla Guardia di finanza, non riesce a convincere fino in fondo di essere, neppure in quella occasione, il protagonista assoluto: ai magistrati resta il dubbio che il fratellino si fosse prestato a coprire qualcuno più grande di lui.

Se poi Silvio è Gastone, il papero Disney fortunato a cui vanno tutte bene, Paolo è Paolino Paperino: non gliene va dritta una.

Investe nelle discariche e, anche grazie all’emergenza rifiuti decretata nel 1995 dall’amico presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, la sua Simec accumula tonnellate di rifiuti nella maxipattumiera di Cerro, ricavandoci ben 243 miliardi di lire.

Ma poi, nel 2002, arrivano i magistrati e scoprono il trucco: falsi in bilancio, false fatturazioni, truffa e corruzione.

Seguono patteggiamento parziale, condanna a 2 anni e 1 mese, indulto, pagamento di multa record: 49 milioni di euro.

Poi Paolino si butta sulla tecnologia, acquisendo il gruppo Solari.

Con una buona carta in mano: la commercializzazione dei decoder per il digitale terrestre e per Mediaset Premium.
Ma incappa in cattive compagnie: socio di minoranza della sua Solari.com è Giovanni Cottone, sospettato di essere uomo vicino alle cosche.
Non basta: gli affari vanno male e l’azienda salta.
Un amico di Paolo e suo socio di minoranza, Fabrizio Favata, racconta di operazioni poco chiare, di gestione dissennata e di un fratello maggiore costretto, alla fine, a metterci di tasca sua 100 milioni di euro per impedire un crac duro, ma soprattutto pericoloso.

Chissà: Favata è stato poi arrestato con l’accusa di essere un ricattatore, dopo essere andato in giro a spifferare di aver portato ai fratelli Berlusconi la famosa intercettazione segreta di Fassino (“Siamo padroni di una banca?”) comparsa a fine 2005 sulla prima pagina del “Giornale”.

Paolo è invece indagato per ricettazione, nell’ipotesi che abbia ricevuto quella intercettazione, e per millantato credito, per avere incassato 560 mila euro portati da Favata a rate mensili nel suo ufficio al Giornale.

Il quotidiano oggi non riesce ad aggiustare i conti.

Perde soldi da tre anni: 17,7 milioni di euro nel 2009, 22,7 nel 2008, 23,2 nel 2007.
Perdita complessiva nel triennio: 63,6 milioni.
I ricavi sono scesi da 70,2 a 69 milioni.
Non sono bastati i tagli: i dipendenti sono passati dai 260 del 2005 ai 195 di oggi.

La società editrice del “Giornale” ha inoltre appena rescisso il contratto con la Sies, che ha mandato a casa una decina di persone impegnate nella preparazione tipografica del quotidiano.
Ed ha chiuso dal 1 agosto le pagine della cronaca romana, tentando (inutilmente) di mettere in ferie forzate i giornalisti che ci lavoravano.

Non vanno bene le vendite: meno 4 per cento i ricavi in edicola nel primo trimestre 2010, malgrado la direzione di Vittorio Feltri abbia accresciuto le copie vendute, rispetto al 2009 di Maurizio Belpietro.

Ancor peggio la raccolta pubblicitaria.
Ha tentato di fare miracoli la nuova concessionaria, Visibilia 2: cioè Daniela Santanchè, protagonista di scoppiettanti cene con gli imprenditori grandi investitori pubblicitari, presente il condirettore Alessandro Sallusti.
Nessun imbarazzo per il doppio (o triplo) ruolo di Santanché, concessionaria di pubblicità e sottosegretario del governo Berlusconi, né per i simpatici appelli finali a investire nel giornale, facendo contento Feltri, ma soprattutto Silvio.

Di Paolo non parlano mai: resta il Berluschino, il fratello condannato a restare minore.

da il Fatto Quotidiano del 13 agosto 2010

www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/13/le-strane-casse-vuote-di-paolino-fratello-paperin...

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:56.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com