Chat del 10/03/04 Protocollo di cateterismo vescicale a domicilio? Ospite: Luciano Urbani
luciano:
Intanto voglio ringraziare lo staff che mi ha accolto
con grande simpatia
spero di essere all'altezza di questa grande associazione
la serata l'ho pensata dopo che un'altra mail mi è arrivata per chiedere un protocollo per i pazienti a domicilio con catetere e questa volta da una caposala del territorio del piemonte
Lia:
Ero io ma mi sento handicappata perchè non so comunicare così
luciano:
per cui pensando a tutto il percorso fatto per capire un po' di più su questo tema e i lavori pubblicati sul web vorrei capovolgere la cosa e partendo dal fatto che a domicilio non c'è un tipo solo di paziente ma
IL PAZIENTE
con tutte le problematiche particolari , solo sue quindi prima di affibbiare un protocollo al paziente bisogna capire chi è
come vive qual è la patologia per cui deve portare il catetere
a questo punto vorrei rivolgere a voi quale è la vostra esperienza su questo tema\
cion:io credo che prendere in considerazione tutte le possibili patologie sia difficile, potremmo invece concentrarci sulle casistiche più comuni e tentare quindi di formulare qualche protocollo/
Andrea
sono daccordo sulla necessità di conoscere la patologia...
tuttavia non comprendo a fondo Luciano il perchè... della necessità di conoscere chi è e come vive/
luciano:
questo è importante perchè se è giovane sicuramente cercherà di essere meno dipendente dal sistema di gestione e per esempio vorrà usare un tappo o possibilmente una valvola cateterica però se è portatore di k vescica con ematuria difficilmente potrà usare il tappo qualcun altro?
adele:
nella mia esperienza domiciliare ha sempre avuto molta importanza l'accettazione del presidio da parte del paziente
quindi il grosso sforzo non sempre coronato da successo
è proprio quello di trovare l'ausilio più utile al trattamento del problema che non sempre è quello più accettato dal paziente inoltre al domicilio c'è sempre il grosso problema dei germi opportunisti in agguato/
luciano:
grazie adele
Lia:
la valvola cateterica può servire per proteggere dalle infezioni durante il cambio di sacca da gamba pittosto che da notte?
luciano:
stai centrando il problema lia, ora ne parliamo il punto non è il protocollo ma la persona con il catetere
quindi con la sua capacità di vivere e di comprendere la situazione ma adesso veniamo al dunque
perchè c'è bisogno di un protocollo?
cion:
forse per avere una linea di condotta da seguire
Lia:
per stabilire una procedura
adele:
per avere deegli standard
Andrea:
Il protocollo è un esigenza ormai, ma vale la solita vecchia storia.....il protocollo deve sempre essere adattato alle esigenze del singolo paziente.
luciano:
bene
monica:
per avere una linea guida univoca
Lia:
ma i comportamenti devono essere basati su evidenze
luciano:
ma una linea univoca che dovranno tenere gli operatori sicuramente basata sulle evidenze ma quali evidenze?\
Lia:
appunto
luciano:
le evidenze parlano di approntare tutto il possibile per evitare le infezioni giusto?\
Lia:
certo
luciano:
ma questo per i pazienti
Lia:
ma ad esempio c'è chi pensa alla profilassi antibiotica ad ogni cambio di catetere
monica:
Infatti mi chiedevo se si possono evitare le infezioni delle vie urinarie o sono comunque inevitabili
bull:
profilassi antibiotica ad ogni cambio? davvero?
Lia:
io credo sia assurdo
adele:
anch'io
Lia:
ma qualche urologo dice anche così
luciano:
riprendo?
cion:
si
luciano:
allora per qualcuno di voi penso sia molto chiaro tutto si può e si deve fare per la prevenzione nel cateterismo a breve termine 7- 15 giorni
poi la vescica è contaminata con qualsiasi presidio si voglia applicare a circuito chiuso o aperto
vedi linee guida del ministerodel 1996 e della Sanità inglese del 2000
poi c'è un grande distinguo tra ospedale e domicilio.
in ospedaleil paziente è seguito da personale qualificato 24 ore al di
a domicilio l'inferm si reca 1 o 2 volte al mese.
quale protocollo è possibile seguire in quel breve tempo? come si comporta il paziente?
ma ritorniamo se non è possibile evitare una contaminazione
tutto l'attenzione va posta nel evitare ulteriori inquinamenti perchè il paziente sviluppa all'interno un sua micro abitat dove le colonie batteriche vivacchiano assieme, molto spesso senza dare segni di presenza. chiaramente se noi stimoliamo lo sviluppo delle resistenze batteriche somministrando antibiotici senza necessità solo per curare la coscienza del medico che li prescrive ……….
riepiloghiamo:
il protocollo serve a ....
- darci un comportamento corretto e uniforme ma soprattutto
- a fornirci degli strumenti per comprendere e infine
- offrire alla persona che deve convivere con il catetere una soluzione adattata alla sua realtà commenti?
cion:
dunque secondo te è possibile fare un protocollo di qs genere?
luciano:
voglio raccontare cosa succede oggigiorno un paziente anziano arriva in pronto soccorso gli mettono il catetere
lo fanno vedere subito o l'indomani dall'urologo perchè ha ritenzione l'urologo lo manda a casa per una settimana per poi provare a toglierlo.
Come va a casa il paziente? con la sacca con il tappo con la sacca da gamba?
certamente l'indicazione è per un circuito chiuso con la sacca collegata ma se è un po' più giovane deve avere contatti civili, come farà?
Si chiude in casa o come spesso succede gli applicano il tappo semplice
Andrea:
mah luciano noi lo ricoveriamo e magari lo operiamo di prostatectomia\
bull:
perfettamente d'accordo si, certo, occorre sempre valutare la motivazione del cateterismo... e chi si ha di fronte
luciano:
è vero andrea ma con il bisogno di posti letto e l'iter per la preparazione all'intervento quanto tempo passa? una volta si faceva così ora non più ci sono i prericoveri e il paziente si ricovera all'ultimo minuto riprendo …..
credo che un protocollo
dovrebbe darci la sicurezza che quello che facciamo lo comprendiamo a fondo e sapere che il nostro operare ha un limite ed è quello della possibilità di far emergere le potenzialità del paziente e della famiglia se non autosufficiente per gestire la situazioneù al meglio possibile
sapendo innanzitutto che tutto si gioca per quanto riguarda la prevenzione delle infezioni
Andrea:
quindi un protocollo flessibile....partendo da un concetto di ebn...giusto?
luciano:
nel breve tempo di 7 15 giorni e se possibile, va rimosso.
Ma siccome parliamo di assistenza a pazienti a domicilio
che sicuramente di tempo del cateterismo lo hanno già superato
come vedete
l'attenzione si sposta sulla qualità di vita della persona
bull:
una considerazione, posso..? mi sembra ancora una volta chiaro evidente ... come l'attenzione dell'infermiere in caso di persone seguite a domicilio debba spostarsi
necessariamente sull'educazione al care giver l'infermiere sia a domicilio che in ambiente ospedaliero deve imparare a formarsi per poter espletare adeguatamente la funzione di
educatore sanitario in ogni discussione che riguardi la domiciliazione e la riabilitazione della persona l'educazione al care giver risulta decisiva questo è uno dei limiti storici
che dobbiamo imparare a superare infermieri di comunità.../
cion:
tenendo conto dei materiali e del tempo di permanenza, si potrebbe studiare un protocollo standard, poi le varie ed eventuali spetteranno agli infermieri in loco attuarle
luciano:
cosa potevo rispondere a quella caposala? non potevo dare un protocollo bello pronto che poi se va nelle mie pagine web materiale un po' ne trova ma le problematiche emerse qui
pone la questione sosprattutto sulla professionalità dell'infermiere non di un semplice esecutore come vorrebbere ridurci certa dirigenza vorrei precisare
su tutte le possibili soluzioni tipi di gestione del catetere dal tappo alla sacca da gamba a quella con gocciolatore
alla valvola cateterica
bisogna tener conto come detto precedentemente della patologia perchè se c'è ematuria e vescica con ridotta capacità e possibilità di reflusso vescico ureterale
bisogna avere l'indicazione medica ossia non possiamo usare una gestione contrindicata
commenti?
cion:
un protocollo potrebbe prevedere le controindicazioni più importanti es pz autosufficiente, pz non autosufficiente, pz con ematuria ecc
luciano:
si èvero questo potrebbe essere una traccia certamente la maggioranza dei pazienti portatori di catetere non hanno le problematiche che ho elencato ma hanno solo il catetere
perchè qualcono glie l'ha messo
e magari ha trascurato o dimenticato di rimuoverlo
Andrea:
Scusate ma un protocollo è un protocollo..il serio professionista poi saprà adattarlo alle varie situazioni o saper istruire il caregiver di turno...a mio parere\
luciano:
è vero andrea
cion:
certo, qs significa che dai per scontata l'esperienza dell'infermiere a domicilio
luciano:
ma non tutti i colleghi hanno esperienza di urologia
come non tutti i colleghi di reparto
anche di urologia hanno.
Quanti protocolli dovrebbero avere con se gli infermieri del domiciliare?
Andrea:
solo x il cateterismo ne deve avere 3 o 4?
luciano:
allora che si fa?
adele:
ma scusate io mi sono sempre regolata così
diagnosi di dimissione o di presa in carico che dir si voglia
da lì si parte come diceva luaciano
l'obiettivo primo è non nuocere cioè evitare le infezioni
ogni infermiere conosce le procedure basilari per non provocare infezioni da catetere per quello che riguarda problematiche particolari è necessaria cartella ben compilata con chiare istruzioni mediche
o no?/
luciano:
altri pareri?
bull:
attenzione alla persona, al lato tecnico al care giver... questa è la triade dell'infermiere e vale anche in questo caso qualcuno suggerisce evidenze scientifiche a supporto di un piano di assistenza valido vedi Carpenito
luciano:
altri?
Andrea:
sono daccordo bull.
luciano:
posso suggerire io una cosa?
cione:
certo
luciano:
la consulenza fra colleghi consulenza infermieristica
bull:
certo, consulenza alla base di una crescita professionale...
approvo pienamente
Andrea:
eh si questo è vero....solo che la presunzione è devastante nel nostro mestiere, a mio parere.
bull:
si, andrea...la presunzione di saper FARE tutto è devastante.../
luciano:
ora è in atto?
Andrea:
certo a quella mi riferivo bull.
…..adele tu fai la richiesta
adele:
quella io la davo per scontata, la consulenza tra colleghi dico.
luciano:
per la consulenza di un collega di urologia?
adele:
mi è capitato ma non solo per urologia per cardiologia, tutte le volte che ne ho avuto bisogno
diabetologia etc etc
bull:
come la richiedi, adele?
beppe:
qs è un bel argomento, la konsulenza infermieristika x valorizzare lìesperienza e le konoscenze
luciano:
ma è regolamentata? ufficiale
o a titolo di piaxcere?
bull:
o è 'na telefonata x amicizia?
adele:
ma no a titolo di piacere
bull:
appunto, ade...non conta
luciano:
bella questa discussione
adele:
intanto il paziente se è dimesso dal reparto mi riferisco ai colleghi del reparto
se la segnalazione viene dai parenti quindi non vi è stato ricovero autonomamente chiamo il reparto dell'ospedale che si occupa di quella patologia anche senza conoscere i colleghi
importante è avere chiaro cosa si vuole chiedere come è documentato questo? lo si riporta in cartella del paziente
data ora e reparto di consulenza con nome dell'infermiere a cui ci si è rivolti
cione:
ragazzi direi di fare una chat solo sulla consulenza infemieristica, per qs sera potremmo chiudere qui, che dite?
beppe:
allargherei alla konsulenza intranet via intranet si bella idea
luciano?
Andrea:
non male...non male
luciano:
mi pare che abbiamo centrato qualche punto buono
bull:
grazie Luciano, saluti a tutti!
adele:
grazie luciano
luciano:
grazie a voi
[Modificato da infermierionline 03/04/2004 9.11]