La Baia dei Porci [modifica]
Il 3 gennaio 1961 Fidel Castro, sicuro che l'ambasciata statunitense fosse un covo di spie e timoroso di un'invasione, chiese alla Casa Bianca di ridurre il personale diplomatico all'Avana per raggiungere gli stessi numeri della piccola delegazione cubana a Washington. In risposta gli Stati Uniti troncarono le relazioni diplomatiche[16]. È opinione di molti analisti che la dura politica estera statunitense accelerò se non determinò l'entrata di Cuba nella sfera d'influenza sovietica[17].
Il nuovo Presidente John Fitzgerald Kennedy, che durante la campagna elettorale aveva accusato Richard Nixon (candidato Repubblicano e vicepresidente con Eisenhower), di aver consegnato Cuba al comunismo[18], autorizzò nel febbraio 1961 la realizzazione pratica di un piano di intervento denominato Operazione Zapata, elaborato sulla scia del Programma per un'azione segreta contro il regime di Castro17 marzo 1960[19]. L'azione iniziò con alcuni bombardamenti aerei su piccola scala che resero palese l'intento di procedere a un'invasione e ebbero come prima conseguenza il fermo di molti dissidenti cubani. Il 16 aprile 1961 Castro dichiarò Cuba stato socialista e il giorno successivo iniziò lo Sbarco nella Baia dei Porci.
approvato dall'amministrazione Eisenhower il
Il tentativo di invasione si risolse in un clamoroso fallimento. Circa 1189 controrivoluzionari furono arrestati, imprigionati e processati. Venti mesi dopo, il 23 dicembre 1962, furono rilasciati, in cambio di 53 milioni di dollari in alimenti per bambini e farmaci[20].
Il blocco economico contro Cuba scatta ufficialmente con il Proclama 3447 nel 1962.
Alcuni analisti evidenziano comunque come il Proclama 3447 segni il culmine dell'escalation di un conflitto che, pur non sfociando in un diretto conflitto armato, ha le caratteristiche di una guerra dal punto di vista diplomatico, economico e legale delle relazioni[22].
Nel frattempo gli Stati Uniti non rinunciarono a colpire Cuba in modo più diretto e a partire dal 1961 tentarono di destabilizzare il Governo castrista con atti di terrorismo e sabotaggi, come previsto dall'Operazione Mangusta.
Il Proclama 3447 [modifica]
Dal 22 al 31 gennaio 1962 si svolse a Punta del Este, in Uruguay, l'ottavo "Meeting of Consultation of Ministers of Foreign Affairs" (Incontro di Consultazione dei Ministri degli Affari Esteri) dell'OAS. Il Documento finale approvato dai partecipanti parlava esplicitamente di "offensiva comunista in America", paventando un pericolo per le istituzioni democratiche e l'unità del Continente. Per questo istituiva un Comitato Speciale per la Sicurezza contro la sovversione comunista e dichiarava Cuba escluso dal Sistema Interamericano[23].
Il 7 febbraio 1962, con il Proclama 3447 Kennedy ampliò le restrizioni commerciali varate da Eisenhower nell'ottobre 1960 e impose l'embargo su ogni tipo di scambio. Il Proclama 3447, che faceva esplicito riferimento agli esiti del meeting di Punta del Este, richiamò l'autorizzazione emanata dal Congresso il 4 settembre 1961 con il "Foreign Assistance Act"[24]; ma al contrario di questa, che cercava le ragioni dell'embargo anche nel danno economico provocato ai cittadini statunitensi dagli espropri, l'atto presidenziale pose l'accento solo sull'allineamento ideologico del governo di Cuba al comunismo sino-sovietico[25]. Il portavoce di Kennedy, Pierre Salinger, dichiarò che prima di siglare l'embargo il Presidente lo incaricò di procurargli un migliaio di sigari H. Upmann, un particolare tipo di cubani che fumava abitualmente e che presto non avrebbero più potuto essere acquistati negli States[26].
La Crisi di Cuba [modifica]
Sentendosi minacciati dalla vicina superpotenza, i cubani chiesero all'Unione Sovietica l'installazione di batterie di missili nucleari sul proprio territorio. Il 14 ottobre 1962 un aereo spia U-2 statunitense evidenziò la costruzione di una postazione missilistica e, dopo successive ricognizioni, il Presidente Kennedy annunciò in un appello televisivo del 22 ottobre la scoperta delle installazioni e dichiarò l'Unione Sovietica direttamente responsabile di eventuali attacchi missilistici provenienti da Cuba. Kennedy ordinò inoltre una "quarantena" navale sull'isola per prevenire ulteriori consegne di materiale militare, evitando di utilizzare il termine blocco navale in quanto interpretabile come atto di guerra in base al diritto internazionale. La crisi terminò il 28 ottobre con il ritiro dei missili sovietici in cambio del ritiro dei missili statunitensi dalla Turchia e della garanzia che gli USA non avrebbero appoggiato un'invasione a Cuba e la quarantena navale venne rimossa il 20 novembre.
Terminata la Crisi dei Missili, Kennedy intensificò le sanzioni contro Cuba. Il 7 febbraio 1963 venne proibito il trasporto di merci statunitensi su navi straniere che avessero fatto tappa nei porti cubani.
Il Cuban Asset Control Regulation [modifica]
L'8 luglio 1963, utilizzando il Trading with the Enemy Act, venne infine varato i Cuban Assets Control Regulations (CACR). Con questi regolamenti sul controllo dei patrimoni cubani si proibisce l'esportazione di prodotti, tecnologie e servizi statunitensi a Cuba, sia direttamente che attraverso Stati terzi. Viene inoltre proibita l'importazione di prodotti cubani, sia direttamente che indirettamente, fatta eccezione per materiale informativo e opere d'arte con valore inferiore ai 25.000 dollari. Si sancisce il totale congelamento dei patrimoni cubani (sia statali, sia dei cittadini) in possesso statunitense e viene posto l'assoluto divieto di mandare rimesse a Cuba o favorire viaggi verso gli Stati Uniti, prevedendo licenze particolari solo in caso di emergenze umanitarie[27][28].
Il Cuban Democracy Act [modifica]
Tale documento stabilisce che verrà tolto l'embargo quando saranno soddisfatte alcune condizioni: 1- svolgimento di elezioni libere e oneste 2- ripristino dei partiti di opposizione, dando loro il tempo di riorganizzare la campagna elettorale 3- rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani dei cittadini cubani 4- instaurazione di un regime economico di libero scambio 5- modifiche costituzionali tali da permettere elezioni libere e oneste come al punto 1
La legge Helms-Burton [modifica]
Tale legge, del 1996, aggrava l'embargo stabilendo che gli USA ritireranno tutti i finanziamenti verso le organizzazioni internazionali che violeranno l'embargo e annullerà le importazioni verso quei paesi che effettueranno traffici con Cuba nella stessa misura delle importazioni da questi effettuate. tale legge è stata ritenuta da molti illegittima in quanto, oltre a contribuire al mantenimento dell'economia cubana a uno stadio di povertà, viola il diritto di autodeterminazione, la libertà degli scambi economici, il divieto di non ingerenza nelle questioni di sovranità interna.
La presidenza Bush [modifica]
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La presidenza Obama [modifica]
Il 13 aprile 2009 il presidente statunitense Barack Obama ha ordinato la revoca delle restrizioni ai viaggi e alle rimesse per i cubano-americani con parenti nell’isola. La direttiva allarga tra l'altro la gamma di oggetti che potranno essere spediti a Cuba conservando il divieto di inviare doni ai dirigenti del Partito Comunista Cubano[29] La decisione mira a rendere il popolo cubano "meno dipendente dal regime castrista" [30]. Il segretario del Partito Comunista Cubano, Fidel Castro, ha commentato le aperture chiedendo la fine dell'embargo e affermando che "Cuba ha resistito e resisterà ancora. Non tenderà la mano per chiedere l'elemosina. Andrà avanti con la testa alta"[31]. e agli alti funzionari del governo.
El Bloqueo e la Comunità Internazionale [modifica]
Il 26 luglio 1964 sanzioni multilaterali furono varate dall'OAS vennero poi ritirate il 29 luglio 1975.
Il Rapporto di Cuba sulla Risoluzione 62/3 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite[32] denuncia che per i suoi obiettivi, per la sua portata e per i mezzi impiegati per ottenerli, il blocco degli Stati Uniti contro Cuba si qualifica come un atto di genocidio in base a ciò che sancisce la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio del 9 dicembre 1948, e come un atto di guerra economica, in base alla Conferenza Navale di Londra del 1909.
Nell'ottobre 2009 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato con 187 voti favorevoli, 3 contrari (Israele, Palau e Stati Uniti), e l'astensione di Isole Marshall e Micronesia, una mozione per chiedere agli Stati Uniti la cessazione dell'embargo[33]. In precedenza l'ONU si era già espresso svariate volte contro l'embargo, con una maggioranza sempre più ampia: dai 59 voti contro l'embargo del 1992, si è passati a 179 nel 2004, 182 nel 2005, 184 nel 2007 e 185 nel 2008[34].