Re: Re: Re: Re:
clamp-champ, 24/02/2011 16.46:
sono abbastanza d'accordo, la fragilità c'era... c'è anche da dire però che un playset così grande era davvero una scelta coraggiosa, e non era manco l'unico! almeno all'epoca c'erano... oggi che abbiamo? manco quelli :(
Su questo son d'accordo anch'io... cosa sarebbe stata la serie Masters of the Universe senza i Grayskull e la Cittadella del Serpente?
Evidenziando i "punti deboli" dei playset non voglio dire che alla Mattel avrebbero fatto meglio ad evitare di produrli, nè che i "castelli"
dovessero esser concepiti e realizzati in modo perfetto, tuttavia tenevo a rimarcare come alcuni difetti fossero davvero grossolani...
non all'altezza del marchio del prodotto insomma...
Per fare un esempio, non ci voleva un genio per capire che dentro Grayskull (playset richiudibile e trasportabile tra l'altro)
dovevano essere inseriti dei sistemi di ancoraggio per i personaggi e per gli accessori (almeno alcuni!) e che le catene della Cittadella,
se realizzate in plastica dura, sarebbero durate neanche una settimana...
I Playset della Mattel (escluso Eternia che fa storia a sè) sembrano essere stati realizzati l'uno per sopperire alle mancanze del
precedente:
Il primo playset (Grayskull) era nato per consentire una buona utilizzabilità degli interni, utilizzabilità che tuttavia venne in concreto
resa impossibile dalla fragilità degli accessori
e dall'instabilità di tutta la struttura
.
Col secondo playset (Cittadella del Serpente), (invece di migliorare la progettistica e la qualità degli accessori) gli interni vennero
totalmente svuotati di tutti gli accessori
(rivelatisi inservibili nel playset precedente) a vantaggio dell'utilizzabilità dell'esterno.
Apprezzabilissima fu l'accortezza di creare unicamente accessori incastrabili nella struttura (serpente, linguaccia, microfono ecc...,
ma deprecabile fu ancora la fragilità (es. su tutti le catene)
e la cattiva concezione del dimensionamento degli spazi esterni,
laddove il "sentiero conduttore" non era percorribile e "l'abitabilità" per i personaggi era limitata al pianerottolo della trappola,
a quello delle catene ed al fragilissimo ponticello
... la stabilità del playset era poi ancora una volta compromessa dalla insufficienza
della superficie d'appoggio
Con il terzo playset (Tana Spaventosa) i problemi di stabilità vennero migliorati grazie ad una estensione della superficie d'appoggio,
la quale contribuì anche ad allargare l'utilizzabilità dell'ambiente esterno... tuttavia anche in questo caso mancarono sistemi di ancoraggio
per i personaggi, il che lasciò il problema della stabilità non del tutto risolto
. Inoltre, gli interni vennero totalmente
eliminati dal progetto
facendo della Tana Spaventosa un "ambiente", un terreno di gioco, pittosto che una vera e propria
"base operativa" per Hordak ed i suoi seguaci.
Riassumendo:
Grayskull era “abitabile” all’interno, ma l’utilizzabilità di tali ambienti era di fatto resa impossibile dalla instabilità delle strutture
e dalla mancanza di sistemi di ancoraggio per accessori e personaggi.
La Cittadella era pressoché inabitabile sia dentro che fuori e, da un punto di vista dell’utilizzabilità, si presentava come una “palizzata”…
...una bella ed accattivante palizzata con accessori divertenti.
La Tana Spaventosa, per ovviare alle esperienze negative dei primi 2, diventò un set di gioco privo d’interni.
In conclusione: l’inserimento di semplici sistemi di ancoraggio nei tre playset, 5 cm in più all’estensione esterna della cittadella
e qualche accorgimento interno alla Tana Spaventosa, ritengo sarebbero bastati ad accrescere il valore e l’utilizzabilità di questi
tre prodotti e di conseguenza i nostri rispettivi ricordi nei loro confronti.
Non solo la fragilità quindi, ma anche l'approssimazione con la quale furono concepiti rendono i playset dei Masters un prodotto
al di sotto dell’aspettativa del nome della serie.