SI fa un gran parlare delle difficoltà del governo, ostaggio di piccoli gruppi e opposti estremismi, molti addirittura cominciano a parlare di grande coalizione tedesca, per tagliare le ali estreme e rafforzare il governo di fronte alle lobby: un crande coalizione infatti colpirebbe le lobby di destra e di sinistra, riuscendo a far ripartire il paese. Ma i rischi sono gravi, il bipolarismo rischierebbe di andare in frantumi ed il bipolarismo è una virtù irrinunciabile, non bisogna mai dimenticare che i guasti dell'Italia sono dovuti in buona parte all'immobilismo politico della palude centrista durato quasi mezzo secolo. Dall'altro lato ci sono le riforme istituzionali per rendere più stabile ed efficiente il governo. Dette riforme però se la passano maluccio: il referendum ha bocciato la costituzione della destra e appena Prodi ha parlato di rivedere la legge elettorale tutti hanno detto la loro e non si sono sentite due proposte uguali
Secondo me l'unica speranza non è la grande coalizione, ritenuta inefficace da svariati analisti, ma una riforma istituzionale minima, che salvi qualcosa di buono che c'era nella proposta bocciata al referendum. Ad esempio il monocameralismo e l'elezione diretta del premier. Se il premier fosse dipendente solo dalla Camera, oltre a rendere più snella l'attività parlamentare, si scongiurerebbe il rischio di maggioranze zoppe dovute ai diversi sistemi elettorali e alla diversa composizione del corpo dei votanti. Il premier eletto dal popolo lo legittimerebbe verso il parlamento e in più sarebbe un più di democrazia, che potrebbe combaciare con il mantenimento dell'attuale legge elettorale così com'è. L'attuale legge proporzionale, sebbene molto meno democratica del maggioritario, non è da buttare se si vuole mantenere il proporzionale: il fulcro del sistema proporzionale infatti è delegare il potere non agli individui ma ai partiti, i quali si presuppone rappresentino le istanze di una parte di popolazione e che per questo debbano tutti essere rappresentati. L'attuale legge fa proprio questo: dà il potere ai partiti, permettendo che tutti vengano rappresentati, in più mantiene il bipolarismo e dà al governo una maggioranza solida (alla camera, e succederebbe sempre in quanto lì il premio di maggioranza è a livello nazionale): infine, e non è la cosa meno importante, abbatte notevolmente le spese della politica e indirettamente sfavorisce la corruzione in quanto i candidati non sono portati a fare campagna individuale. Il senato dovrebbe diventare un senato federale, ma visto che i nostri politici si autoriformano con difficoltà, basterebbe il nome e che una legge costituzionale dicesse che le competenze del senato si limitano alla legislazione concorrente, lasciando tutto il resto (composizione, numero e legge elettorale) così com'è