Il servizio delle IENE

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(Rosy)
00mercoledì 11 ottobre 2006 15:43
Il servizio delle Iene sui deputati avvezzi all'uso della droga ha scatenato un autentico putuferio... soprattutto per la sua mancata in onda.
Ho trovato due cosette "interessanti" una di Casini che chiede il test antidroga per tutti i parlamentari il secondo un commento di Vittorio Feltri che può essere tacciato di essere di parte (berlusconiana) ma che in questo editoriale credo esprima il sentimento di molti italiani:

Loro vogliono l'immunità pure sull'antidoping

di VITTORIO FELTRI
I politici sono riusciti ad allargare la loro immunità dal campo penale a quello dell'antidoping. Complimenti. L'Autorità della privacy ha bloccato con un provvedimento rapido come la folgore la trasmissione delle Iene dove si smutandava la mesta verità degli stimati rappresentanti del popolo. Vi si documentava che un terzo degli eletti forse ha smesso di assumere postini a spese nostre, ma si fa recapitare certe bustine di polvere bianca: quella l'assumono molto volentieri. E si accendono sigarette alla marijuana. Nel filmato che sarebbe dovuto andare in onda non si individuavano volti, né si facevano nomi e cognomi di deputati e senatori cocainomani o spinellati. Semplicemente si forniva una statistica. Forse è stata una violazione fare un esame senza permesso, ma la riservatezza violata non c'entra più nulla nel momento in cui diventa documentario. Qui ci sono figli e figliastri. Ho in mente lo schifo manifestato dal premier Romano Prodi sulla Gazzetta dello Sport quando il ciclista Ivan Basso fu accusato dagli spagnoli di essere dopato. Nessun ritegno a condannarlo pubblicamente in anticipo su qualsiasi sentenza o prova. Per dirla con Stefano Ricucci: fanno i froci col culo degli altri. Questa è l'attitudine di molti nostri politici. Severi con gli sportivi, cattivi esempi per la gioventù. Di manica larga con se stessi. E dire che non c'era da mettere alla gogna alcun reprobo, semplicemente si trattava di sputtanare l'ipocrisia di chi esige controlli a tappeto per preservare la pulizia delle gare sportive, ma quelle democratiche, che sono persino più serie, possono giovarsi serenamente dell'aiutino illecito. I privilegi del Palazzo Peccato. Questa poteva essere l'occasione d'oro non di una caccia alle streghe, ma di una salutare lezione di umiltà. Invece che discorrere sulla piaga sociale che fiacca le classi alte e le rende sfasate rispetto alle necessità del Paese di avere un ceto dirigente pulito, ci siamo ridotti a discutere di privacy. Al diavolo. Ci intercettano dappertutto, e questi fingono di scandalizzarsi se si svelano i loro altarini con la scusa che è roba loro. Si impari dall'America. Non c'è nulla che un uomo pubblico deve tenere per sé, salvo la prole e suoi sentimenti. Ma vizi e virtù sono passati al setaccio, persino con eccesso di puritanesimo. Ma qui di puro molti nostri politici vogliono solo la qualità dello stupefacente. Par condicio, come diceva Scalfaro e approvava Emilio Colombo. Per loro no, loro non ci stanno. Ma i rimanenti umani, guai. I ciclisti sono dei signori che crepano di fatica spesso per due soldi. La polizia giudiziaria va di notte aprelevargli il sangue e a frugare nei loro armadietti. Così capita a maratoneti, marciatori, nuotatori. Gli tolgono il lavoro per anni, li squalificano a vita con in più un marchio di infamia. Da noi chi è stato beccato lo condannano a vita a fare il senatore. I deputati si scandalizzano per il cattivo esem pio dato ai ragazzi da mediani e centrocampisti con il vizio. Su Maradona è stato detto e scritto di tutto. Ma almeno quello tirava anche in porta oltre che con il naso. Diciamoci una verità politica. La casta dirigente, di cui fanno parte anche le authority nominate pdai politici, tendono a preservare non la sfera intima di questo o quello - che nel caso delle Iene non era in discussione - bensì l'intera categoria, il famoso establishment. Quel giro di alcune migliaia di persone ha regole di comportamento particolari, segue una morale diversa da quella di voi che leggete e li eleggete e li applaudite. Tra loro, destra o sinistra, pensano a pararsi reciprocamente le terga, chiamano i carabinieri soltanto per proteggersi dal fastidio di qualche importuno, mica per denunciare illeciti. Basta che la gente non sappia niente Così vietando la trasmissione, non si è tutelata la riservatezza di alcune persone, ma il loro diritto a considerare il Parlamento come se fosse una persona in sé, non bisogna far sapere che è un po' drogato. È il solito vizio dei potenti di pensare che il male non esiste in sé ma soltanto se i cittadini comuni lo vengono a sapere. Andò così con Tangentopoli. Coprivano ogni malefatta. Finché a furia di fingere rovinò il mondo in testa alla classe politica. Non a tutta: i comunisti ebbero dei salvatori con la toga orbi dell'occhio sinistro. E siccome ho detto la parola comunista, chiudo l'articolo. Mi fanno passare persino la voglia di scrivere.
Libero 11-10-06
gattadany
00mercoledì 11 ottobre 2006 15:58
[SM=x988160] è quello che merita questo articolo. Feltri ha espresso perfettamente il mio pensiero e la mia opinione sulla vicenda.

Daniela
ELIPIOVEX
00mercoledì 11 ottobre 2006 16:46
A pranzo ne abbiamo discusso in mensa: loro fanno le Leggi, quindi fanno il bello e il cattivo tempo quando si tratta di LORO.
@fiordifragola@
00domenica 15 ottobre 2006 14:38
sono d'accordo...credo abbiano assolutamente sbagliato a bloccare il servizio,hanno implicitamente ammesso di avere chissà cosa da nascondere!
ELIPIOVEX
00domenica 15 ottobre 2006 14:56
si certo... le canne...
(Rosy)
00martedì 17 ottobre 2006 22:05
Droga, Iene: sequestro dei filmati

Intervento della Procura di Roma
Dopo aver aperto sabato scorso un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di violazione della privacy, la procura di Roma ha ordinato il sequestro del materiale del servizio delle Iene in cui alcuni parlamentari sono risultati positivi a un test antidroga effettuato a loro insaputa. Lo riferiscono fonti giudiziarie: il pm Salvatore Vitello ha fatto sequestrare a Cologno Monzese, nella sede di Mediaset, il materiale filmato e cartaceo.

Non è chiaro se siano stati sequestrati anche i tamponi con cui sono stati realizzati i test antidroga, che sono serviti per raccogliere il sudore dei parlamentari "esaminati". Dopo che erano state diffuse anticipazioni sul contenuto della puntata de Le Iene - in onda su Italia 1 - dedicata alla diffusione di sostanza tossicodipendenze tra i parlamentari, il 10 ottobre scorso il Garante della privacy ha disposto il blocco della trasmissione del servizio tv, che ha provocato vivaci polemiche.



Alcuni parlamentari hanno protestato chiedendo la sospensione del programma, e alla procura di Roma - hanno detto fonti giudiziarie - sono giunte diverse denunce sul caso.

"Chi ha alzato il polverone ha paura. Solo chi ha vergogna delle proprie azioni ha paura". Era stato questo il commento in diretta delle Iene sul caso sollevato dal test antidroga su 50 politici (sedici onorevoli erano risultati positivi, dodici alla cannabis e quattro alla cocaina). Ci sono pronti altri servizi di questo tipo che riguardano altre categorie, avevano fatto sapere puntualizzando: "Speriamo di poterli trasmettere".

E dopo le polemiche dei giorni scorsi, la iena Giulio Golia nei panni di statua vivente, si è recato davanti all' entrata principale di Montecitorio per dar voce ai politici sulla vicenda. La scorsa settimana il programma ha raccolto 3.344.000 telespettatori totali e una share del 17.22% sul target commerciale con picchi del 33.9% di share e di 5.407.000 telespettatori totali.


ELIPIOVEX
00mercoledì 18 ottobre 2006 13:21
il finale era prevedibile: hanno sfidato il potere
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