Insomnia

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mister alpha
00venerdì 7 gennaio 2005 21:08


Titolo originale: Insomnia
Nazione: Usa
Anno: 2002
Genere: Azione
Durata:
Regia: Christopher Nolan
Sito ufficiale: insomniamovie.warnerbros.com


Cast: Al Pacino, Robin Williams, Hilary Swank, Maura Tierney, Nicky Katt
Produzione: Broderick Johnson, Paul Junger Witt, Andrew A. Kosove, Edward McDonnell
Distribuzione: Medusa
Uscita prevista: 08 Novembre 2002 (cinema)

Trama:
Incaricato di investigare su un omicidio di una giovane ragazza, un poliziotto uccide accidentalmente il suo partner e non ammettendolo viene continuamente minacciato da un testimone.

Recensione:
Come Macbeth, l'agente Will Dormer ha ucciso il sonno, e come Macbeth scorge ovunque lo spettro del collega-amico (accidentalmente?) assassinato. Come L'Infernale Quinlan (del più shakespeariano dei cineasti), Will in passato ha seminato prove false per assecondare il suo infallibile istinto, ma ora i suoi metodi sono finiti sotto inchiesta. Come Jago, il suo antagonista (l'unico a conoscere il delitto di Will) continua a ripetere: "Io non sono chi credi".
C'è il solito schedario del thriller contemporaneo in Insomnia (remake dell'omonimo film di Erik Skjoldbjaerg, Norvegia '97): la necessaria autopsia di piacente ragazza nuda, il buono che si rivela troppo simile al cattivo, antichi traumi mai elaborati, e persino un po' di retrogusto alla Twin Peaks (agente forestiero perso tra boscaglie alpine, intrighi scolastici e misteri da piccola città). Lascia ancora una volta perplessi questa recidiva strategia hollywoodiana di selezionare le più intriganti sceneggiature europee, ingaggiare i talenti più promettenti, addizionare i due fattori e ritrovarsi puntualmente tra le mani il nulla. A dispetto del titolo, lo stile ansioso e funambolico coniato da Nolan in Memento sembra essersi assopito, dando vita a una trama che (dopo una discreta partenza) tende volentieri al torpore.
Ma esaminiamo la scena del delitto. Dov'è che Nolan, braccato tra le strettoie della produzione Clooney & Soderbergh, ha lasciato le sue impronte digitali? In certi begli inserti subliminali, nelle telefonate anonime, nell'angoscia di un uomo che si barrica dai rimorsi in una stanza d'albergo, nell'attrazione quasi mistica per gli oggetti (libri, foto, proiettili, sveglie) e i segni sul corpo (qui i lividi, in Memento i tatuaggi).

Senza neanche il bisogno di fabbricare falsi indizi, si può giurare che l'idea di partenza di Nolan fosse quella di un montaggio sinuosamente sospeso tra sonno, veglia, flashback, ricordi e ossessioni, allucinazioni da insonnia, grovigli tra la realtà omicida del maniaco e la finzione dei romanzi di cui è autore. Un'apoteosi dell'immagine ipersoggettiva: questo il gioiello che i nostri amici produttori ci hanno negato, sostituendolo con panorami dell'Alaska abbacinanti ma piazzati a casaccio, con il tema centrale dell'insonnia tirato via banalmente, e con un protagonista che la sceneggiatura (tradendo il film originale) non osa mai rendere odioso fino in fondo. A mantenerci desti è il consueto immenso Al Pacino combattuto tra grinta e afflizione, stropicciato nelle rughe della fronte e nelle pieghe della giacca di pelle scura, sempre più immobile col procedere del film, a fissare incredulo i volti che lo circondano come fossero maschere di un suo incubo privato. Non si può permettere a un simile artista di concedersi a film che non siano capolavori.
Following, fenomenale esordio di Nolan del '98, racconta di uno strano ladro di appartamenti che non ruba quasi nulla, ma che si diverte ad aprire scatole, cassetti, armadi, a spostare oggetti da un punto all'altro o da una casa all'altra. In questo modo, spiega al suo complice, rende ogni persona cosciente delle sue proprietà: "Quando sottrai, gli mostri quello che aveva." Probabilmente Nolan ha girato Insomnia proprio per questo: per capire quanto era ricco, prima che il successo gli rubasse ogni libertà.

Non sembra più assolutamente importante sapere chi è l'assassino, ma piuttosto il perché, insomma calarsi un pò nella mente del colpevole. Christopher Nolan, che già in "Memento" aveva esplorato i labirinti dell'inconscio, si avvale di due mostri sacri del cinema: Al Pacino e Robin Williams per mettere in scena un duello sul filo dei nervi.
In seguito ad un efferato delitto Will Dormer (Pacino) ed il suo compagno Hap (Martin Donovan) vengono inviati a Nightmute, una piccola cittadina dell'Alaska per indagare. In realtà il trasferimento è una mossa per allontanarli da un'inchiesta degli Affari Interni che coinvolge tutto il loro distretto a Los Angeles.
La caccia al probabile maniaco si rivela più semplice del previsto per i due segugi metropolitani, coadiuvati dallo sceriffo del luogo che stravede per loro. Ma proprio quando sembra tutto risolto felicemente Will è destinato a sprofondare nell'incubo. Durante l'inseguimento con tanto di sparatoria di Walter Finch (Williams), il presunto colpevole, Will colpisce il suo compagno uccidendolo. È il panico... ma nonostante lo shock riesce a restare abbastanza lucido da costruirsi una storia credibile per addossare la colpa al sospetto. Quello che Will non si aspetta, però, è che Walter ha capito tutto ed è disposto ad assecondarlo in cambio di un piccolo favore...
Con questa pellicola continua la parabola degenerativa dei personaggi di Al Pacino che dall'integerrimo ed integralista Serpico scivola, attraverso il Vincent Hannah di "Heat" nel personaggio di Will, poliziotto dominato dai compromessi e dai lati oscuri. Christopher Nolan ci porta, attraverso l'introspezione dei personaggi, ad una profonda analisi del complesso di colpa e di come lentamente si insinua nell'animo portando ad azioni catartiche autolesioniste. L'apparente ricerca di una scappatoia non è altro che un dilazionare nel tempo l'inevitabile confronto con i propri fantasmi. La stessa verità dei fatti viene alterata dall'inconscio e modellata in modo che sia più accettabile a noi stessi e ci permetta di convivere con quello che abbiamo fatto. Dopo l'inevitabile presa di coscienza ci si trova di fronte al bivio se sopportare il fardello o se liberarsi dall'insostenibile peso. Come giustamente sottolinea l'albergatrice: "In Alaska ci sono due categorie di persone: gli indigeni e chi scappa da qualcosa. Io non sono nata qui!".
Lo strumento dell'insonnia, provocata dalla costante presenza del giorno nelle notti artiche, diventa una sorta di rappresentazione fisica del conflitto interiore che lacera Will; il tutto viene enfatizzato dalla recitazione di Al Pacino che, seppur indulge in alcuni monologhi tipici del suo repertorio, resta comunque affascinante.
Evidente il tocco di Nolan che continua ad utilizzare la luce in modo molto particolare.

Curiosità: Si tratta di un remake dell'omonimo film norvegese del '97.

La chicca: quando Will si addormenta al volante e viene svegliato dall'allucinazione del suono di un clacson, si può vedere un cartello stradale che indica pericolo di caduta massi per i prossimi 3 Km. Se fossimo realmente in Alaska il cartello sarebbe stato in miglia e non in Km, infatti la sequenza è stata girata nella Columbia Britannica (Canada).

La frase: "Tu sei per me un mistero quanto un cesso otturato può esserlo per un idraulico."

Indicazioni:
Finalmente un thriller né scontato, né deludente.






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dreamss
00venerdì 7 gennaio 2005 21:14
Visto!bello e particolare!
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