L’isola dei cassintegrati e la villeggiatura estiva di ministri e politici»

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00giovedì 12 agosto 2010 06:00

L’isola dei cassintegrati e la villeggiatura estiva di ministri e politici»

di Pietro Marongiu*tutti gli articoli dell'autore

È piacevole arrivare all’Asinara con il traghetto Sara D., nonostante la motivazione che da più di 5 mesi ci spinge a “naufragare” sull’isola minore. Sarebbe stato ancora più piacevole arrivare sull’isola a bordo di una barca a motore di 40 metri, accompagnati da eventuali ex ministri pluri-pregiudicati. Sarebbe stata nostra premura accompagnarli verso il giusto approdo, ovvero nel molo di Fornelli in cui si trova il supercarcere di massima sicurezza. Visti i loro trascorsi giudiziari, i personaggi in questione dovrebbero soggiornarvi volontariamente, ma così non è. Gli unici autoreclusi siamo noi, da ben 167 giorni. Abbiamo fedine penali linde e l’unico reato di cui ci siamo macchiati è quello di voler rispettare l’articolo 1 della Costituzione: quello che dice che la nostra, è una Repubblica fondata sul lavoro. Siamo rei di volerci riprendere quello che ci è stato sottratto ingiustamente: il lavoro, appunto. Lavorare sembra essere diventata una pretesa assurda, un delitto cruento. E allora ci siamo chiusi in un carcere, perché senza il lavoro non c’è libertà.

Alcune odierne indiscrezioni segnalano la possibile presenza di un importante ministro di questo molto meno importante governo, in vacanza all’Asinara. A pochi passi dal carcere in cui viviamo (o meglio, sopravviviamo) dal 24 febbraio. Se così fosse, cioè se davvero uno dei ministri di questo governo galleggiasse a pochi metri dalle celle in cui dormiamo con le nostre famiglie, saremmo rammaricati. Da 167 giorni aspettiamo invano la loro visita in qualità di istituzioni e questi arrivano come gitanti. Sarebbe grave, soprattutto, scoprire che questo Governo è andato in vacanza, con tutto quello che c’è da fare per porre rimedio ai disastri lavorativi che esso stesso ha creato, in combutta con Eni. Questi signori dimenticano che noi, loro datori di lavoro in quanto contribuenti, abbiamo revocato le loro ferie per manifesta incapacità produttiva. A meno che l’essere riusciti a produrre disperazione, disoccupazione e cassintegrazione non li abbia convinti di aver fatto bene il loro dovere. D’altronde, il loro padrone ogni giorno cerca di convincerli che sia davvero così.


* Pietro Marongiu
Isola dell’Asinara, lavoratore della Vinyls

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