La storia di San Nicola.... (San Nicola o Babbo Natale?)

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"Palantir"
00martedì 6 gennaio 2004 03:33
La storia di San Nicola

i. La vita

a figura di San Nicola, come quella di molti santi è avvolta nel mistero: le uniche notizie che ci sono arrivate narrano che nacque nella città di Pàtara, nella regione occidentale dell’antica Grecia, oggi al sud della Turchia, intorno agli anni 260-280.

La leggenda narra che ereditò una grossa fortuna dai genitori e che la sua bontà lo indusse a distribuirla ai poveri del suo paese.

Divenuto vescovo di Myra nel 300, in un periodo in cui tutti i cristiani erano perseguitati, fu imprigionato ed esiliato da Diocleziano.

Con Costantino, che nel 313 permise il culto del cristianesimo, Nicola fu liberato e riassunse la carica di Vescovo di Myra.

Dopo la sua morte (il 6 dicembre di un anno compreso tra il 340 e il 352), il suo corpo su seppellito a Myra, e in seguito traslato a Bari da 62 marinai pugliesi.

San Nicola divenne uno dei santi più venerati non solo dai cristiani, ma anche dagli Ortodossi dell’Impero Bizantino: oggi è patrono della Russia e della Grecia.

Intorno al secolo XI i marinai normanni lo elessero a loro protettore, contribuendo alla diffusione capillare del culto anche in Francia, in Germania, in Olanda e in Inghilterra.

San Nicola ispirò numerose opere letterarie e musicali: la “Liturgia di San Nicola” (secolo X), il dramma “Legenda Aurea” di Iacopo de Varagine (‘200), che nel 1438 fu tradotto in inglese sotto il titolo “The Gilte Legende”, ed altri componimenti di vario genere.

Durante i secoli successivi il culto di San Nicola fu portato dai coloni olandesi anche nel Nuovo Mondo, a New York.


"Palantir"
00martedì 6 gennaio 2004 03:35
II LE LEGGENDE


Sul personaggio di San Nicola esiste tutta una serie di leggende che furono alla base della sua venerazione.

Durante la vita si prese sempre carico di orfani, di vedove e di gente perseguitata.
La sua fama di generosità deriva dalla leggenda che lo vuole benefattore di tre ragazze, le quali rischiavano di finire come prostitute non essendo il loro padre in grado di pagare i debiti da cui era gravato.
Quando San Nicola lo venne a sapere, per tre notti consecutive gettò nella finestra della stanza da letto delle figlie borsellini di monete salvandole da un destino infausto.
Il padre pagò i debiti e gli rimasero i soldi anche per le doti delle tre figlie.
Per questo motivo le ragazze nubili che hanno il desiderio di sposarsi pregano San Nicola.

In alcuni paesi San Nicola viene considerato patrono di un matrimonio felice.
La popolazione di Myra fu salvata dalla carestia da San Nicola che moltiplicò i pani (diventando in tal modo il patrono dei panettieri).

Durante la sua permanenza a Bari salvò, secondo la leggenda, la vita ad alcuni marinai, per cui con l’attributo dell’ancora viene venerato come patrono dei marinai e dei commercianti.

San Nicola protesse inoltre i pescatori e nell’Europa centrale i traghettatori, si curò dei ponti e protesse dalle alluvioni.

Il giorno della festa di San Nicola – il 6 dicembre – fu dal Medioevo associato alla ricchezza.
Per tale motivo i commercianti amavano concludere in questa data affari impegnativi.


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00martedì 6 gennaio 2004 03:36
III. Le tradizioni popolari


Tra le tradizioni popolari legate al santo la più significativa è sicuramente quella legata al modo di regalare in occasione della festa del santo (dietro la finestra, nel camino, nella scarpa, nella calza e altro), che probabilmente deriva dalla leggenda secondo cui San Nicola regalò denaro alle tre figlie di un uomo indebitato.

San Nicola (St. Nicolaus o Santa Claus) porta i regali di Natale ai bambini in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Svezia e in altri paesi.
Nella tradizione ceca la strenna di San Nicola avveniva sempre alla vigilia della festa del santo, quindi il 5 dicembre.

Già dal Medioevo esiste (soprattutto in alcune zone d’Italia) la tradizione delle maschere di San Nicola, che giunge accompagnato da un angelo e da un diavolo che visitano le case portando i regali ai bambini buoni.

A Bari l’8 maggio si festeggia la traslazione delle ossa di San Nicola con un corteo storico ed una “regata” sul mare con le barche cariche di gente che vanno verso la statua del santo (le reliquie del Santo sono collocate nella cripta della Chiesa di San Nicola sul Lungomare Imperatore Augusto, una delle più significative testimonianze del romanico dell’Italia meridionale).

In Cecoslovacchia numerose chiese sono consacrate al culto di San Nicola, in particolare la cattedrale di Ceské Budejovice, mentre a Praga gli sono dedicate due chiese, tra cui è più degna di nota quella situata nel quartiere di Malá Strana, costruita dall’archittetto K.I.Diezenhofer su commessa dei commercianti e marinai che lavoravano a Praga, e che rappresenta la massima espressione del barocco ceco.


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00martedì 6 gennaio 2004 03:38
IV. San Nicola protettore


Oltre ad essere patrono di Russia, Grecia e Lorena, è anche protettore di bambini, vergini, chierichetti, pellegrini e viaggiatori, commercianti, avvocati, giudici, notai, farmacisti, osti, commercianti di vino, fabbricatori e commercianti di profumi, pescatori, marinai, zatterieri, mugnai, panettieri, commercianti di grano e di semi, macellai, mastri birrai, distillatori, contadini, tessitori, commercianti di panno e di pizzi, scalpellini, operai nelle cave, rilegatori, bottonai, candelai e pompieri, prigionieri, della buona navigazione, contro il pericolo dell‘acqua sia sulla terraferma che sul mare, contro i ladri, aiuta a riavere gli oggetti persi o smarriti.


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00martedì 6 gennaio 2004 03:41
Bevagna e la tradizione di San Nicola

Bevagna, splendido borgo medievale incastonato nella pianura umbra, conserva immutata da secoli la tradizione di celebrare S. Niccolò Vescovo di Mira, il 6 dicembre.
Proprio come nelle tradizioni nordiche, anche se, questa di Bevagna, non sembra collegata in alcun modo a tali retaggi culturali, ma sembra rifarsi esclusivamente alla tradizione religiosa “Barese” del Santo.

Il giorno di San Nicola

Il 6 dicembre a Bevagna è festa: durante i giorni precedenti le donne preparano i "panicòcoli", sorta di dolcetti all’anice tradizionali proprio della festa di San Nicola.

Dietro quest’usanza locale c’è tutta la storia di una tradizione secolare fatta di retaggi religiosi ben radicati (al culto di San Nicola sino dal XII secolo era dedicata almeno una chiesa, oggi scomparsa, come testimonia lo storico Bevanate Fabio Alberti nel compendio del 1786 “Notizie storiche e moderne riguardanti Bevagna, città dell’Umbria”) e di tradizioni popolari che si perpetuano spontaneamente lungo i secoli fino ad oggi.

Il “vecchietto” sul carretto

La sera del 5 dicembre si prepara il fieno per rifocillare il somarello che traina il carretto sul quale il “vecchietto” (San Nicola), porta doni e bontà a tutti i bambini buoni: ancora oggi questa tradizione è tenuta viva dalla Gaita S. Giovanni, che da anni si impegna a rivalutare le antiche tradizioni mai dimenticate.

Fino a qualche anno fa, se era San Nicola a portare i doni (mandarini, dolcetti e, nelle case più “fortunate”, anche cioccolatini), il natale passava quasi inosservato da questo punto di vista, poiché era già passato il “vecchietto” a premiare la bontà dei più piccoli.
Oggi quest’usanza rimane a testimonianza del forte attaccamento della gente di Bevagna alle proprie tradizioni, che vengono perpetuate con orgoglio e devozione unica.

L’anima di Bevagna

Questa tradizione fortemente legata al territorio da il senso della comunità ad una cittadina che conserva ancora oggi tutto lo splendore e la fierezza di un tempo che non si vuole dimenticare.
Un tempo, il medioevo, pieno di “maraviglie” e splendori, di tradizioni semplici e pure come semplice e pura è l’anima di uno dei borghi più belli d’Italia: Bevagna.


"Palantir"
00martedì 6 gennaio 2004 03:47
San Nicola o Babbo Natale?
L’omino col barbone e il vestito rosso ce l’ha regalato nel 1931 un certo signor Haddon H. Sundbolm, che reinventò per "The Coca-Cola Company" l’immagine di quel Santa Claus dispensatore di doni, affidandogli le fattezze che oggi tutti conosciamo.



I. Storia della tradizione

La la storia inizia ben più lontano, le origini della leggenda risalgono a prima dell’anno mille: il vescovo di Mira (oggi Dembre in Turchia), San Nicola, è stato uno dei santi più venerati del periodo, anche se la scarsità di notizie ha sempre fatto dubitare perfino della sua effettiva esistenza.

La storia raccontata dal greco Michele Archimandrita nel IX secolo, ci presenta un personaggio che dona di nascosto denaro ad un padre perseguitato dai debiti per evitargli di far prostituire le figlie.

Una storia piena di generosità e di buoni sentimenti, che tornerà in altre testimonianze anche più tardi, durante tutto il medioevo, arricchita di nuovi episodi.



II. I Saturnalia romani

a già al tempo dell’Antica Roma durante il mese di dicembre si festeggiavano i Saturnalia, durante i quali ci si scambiavano doni simbolici (i cosiddetti Sigilla, dal latino signum, immagine).

Tali strenne erano riservate soprattutto agli schiavi ed ai servi delle famiglie patrizie, che solo in quel periodo dell’anno godevano dello status di esseri umani e potevano banchettare insieme ai padroni, una sorta di riconoscenza per i loro servigi.

San Nicola entrò quindi nella realtà religiosa europea: dopo la traslazione delle sue reliquie dalla Turchia musulmana alla città di Bari (1087), divenne il santo più “popolare” del tempo.

Gli fu dedicato un giorno, il 6 dicembre, che ancora oggi, specialmente nei paesi del nord Europa, è considerato una festa importante tanto quanto il Natale: ci si scambiano i doni, la famiglia si riunisce e la festa diventa un momento di allegra riunione intorno al focolare domestico.



III. Gesù bambino, San Nicola e l’uomo nero

Durante la Riforma Protestante, il ruolo del Santo di portatore di doni e bontà venne un pò meno, essendo egli diventato, nell’accezione comune, una figura quasi folkloristica e lontana dal sentimento strettamente religioso.

Tanto che fu sostituito da Gesù Bambino, figura sicuramente più rassicurante e, ovviamente, sacra (anche se si sa che il 5 dicembre a casa Lutero fino al 1535 si spendeva moltissimo per doni per i bambini!).

Orfano dell’ala protettiva della Santa Madre Chiesa, San Nicola continuò ad portare doni un pò in tutta Europa, spesso accompagnato nell’immaginario collettivo da un servo di colore, che portava con sé un sacco pieno di fruste per i bambini cattivi.

Ancora oggi generazioni di bambini sono terrorizzate dalla figura dell’ uomo nero, a testimonianza del forte radicamento culturale della figura di San Nicola e delle storie legate ad esso.



IV. La globalizzazione del natale

L’ultimo tassello per chiudere il cerchio di questa storia ci è dato dagli emigranti europei che si trasferirono in America in cerca di fortuna: portarono con sé tutto il loro bagaglio culturale, fatto di tradizione, credenze e devozione.

Il Nuovo Continente accolse ed assimilò, ristrutturandolo, il concetto di San Nicola (che divenne Santa Claus), rendendolo scevro da qualsiasi contaminazione cristiana che l’aveva caratterizzato fino ad allora.

Gli americani reinventarono la figura di Babbo Natale, costruendola sui propri modelli culturali: il Babbo Natale che oggi tutto il mondo conosce è stato disegnato e colorato dalla Coca Cola Company, a testimonianza della natura consumistica e globalizzante del natale com’è inteso oggi.








"Palantir"
00martedì 13 dicembre 2005 03:02
se desiderate dargli una letta [SM=g27811]
Aquila libera
00martedì 13 dicembre 2005 13:32
Per noi baresi San Nicola è più di un santo...
"Palantir"
00martedì 13 dicembre 2005 15:58
sì, eh?
dai spiegaci se è possibile che tipo di attaccamente avete verso questo santo...
te lo chiedo perché so che è un'istituzione per voi della Puglia, e l'attaccamento è quasi viscerale
Aquila libera
00martedì 13 dicembre 2005 16:03
Da noi esiste un famoso detto: Vai a rubbare a San Nicola..

Sapete il perchè?
Vediamo se riesco ad accendervi un pò di curiosità...

Non sò se c'è qualcun'altro delle mie terre se c'è non sveli il mistero così velocemente..

Aventi iniziate con le ipotesi..
Thishar
00giovedì 22 dicembre 2005 08:26
pensare che lo volevo aprire io un post sul BAbbo^^
AramisXXX
00giovedì 22 dicembre 2005 13:39
Origini del culto di S. Nicola in Italia
Dalla tesi di un mio studente...


Origini del culto di S. Nicola in Italia


Per quanto riguarda le origini del culto, l’Italia, in quanto antica provincia bizantina, fu la prima nazione occidentale ad accogliere il culto di S. Nicola. La prima città in cui tale culto è documentato è certamente Roma, che venne a conoscenza del Santo verso la fine del VI secolo, dubbie sono le tracce di culto invece in altre città in epoca così antica con qualche probabilità in più per la Sicilia. Nell’VIII secolo invece, oltre che a Roma (con gli affreschi di S. Maria Antiqua, l’altare in S. Maria in Cosmedin e le reliquie in S. Angelo in Pescheria), il culto del Santo è diffuso anche a Ravenna e a Venezia. Tutto ciò sta ad indicare che il culto di S. Nicola era diffuso in Italia oltre tre secoli prima della traslazione a Bari. Con il IX secolo diventa difficile seguire il successivo evolversi geografico del culto, ma è fuori del dubbio che Napoli avrà un ruolo di primo piano producendo (con Giovanni Diacono) la prima Vita latina del Santo. Ovviamente, la vicenda della traslazione da Myra a Bari diede un ulteriore impulso al fenomeno, portando il nome del Santo ai primi posti nella venerazione dei fedeli.

Sin dai primi anni che seguirono alla traslazione di S. Nicola da Myra a Bari, in occasione dell’anniversario di quest’avvenimento si organizzarono feste in onore del Santo. Per quando quanto strano possa apparire, l’andamento della festa di S. Nicola nei primi secoli dopo la traslazione è particolarmente carente di documentazione. Come riporta G. Cioffari, il primo riferimento alla festa liturgica sembra trovarsi nella in una narrazione russa. Mentre nella bolla di consacrazione di Elia (1089) le espressioni erano ancora generiche, nelle successive bolle di concessione del pallio da parte dei romani pontefici si cominciò a distinguere la festività del 6 dicembre da quella del 9 maggio. Documenti relativi alle due feste divengono sempre più numerosi nei secoli successivi, anche se nessuno parlerà del modo in cui la festa popolare si svolgeva. Due documenti (del 1832 e 1842) tratti da Melchiorre, sono le prime testimonianze della processione a mare. Dalla descrizione di Giulio Petroni nella sua Storia di Bari, si deduce che la festa a mare dell’8 maggio non era molto diversa da quell’attuale.

Dai primi numeri del Bollettino di S. Nicola (fondato nel 1906 per raccontare appunto le feste di maggio e di dicembre), si deduce l’attività frenetica nelle vie di Bari in occasione delle feste. Un gran numero di pellegrini (le cifre variano da 15000 a 30000) giungevano specialmente dall’Abruzzo, dal Molise, dalla Campania e dalla Puglia. Solo lentamente le manifestazioni civili venivano distinte da quelle religiose, anche se in alcuni punti il clero continuava a partecipare alle manifestazioni civili. Nel frattempo, dal 1951 la Basilica era affidata alle cure dei Domenicani, per volere del papa Pio XII.
La festa finora si svolge in un modo preciso: nel corso delle celebrazioni dedicate al santo (8 maggio) la statua di S. Nicola viene portata in processione per le strade della città e condotta fino al mare dove, su un motopeschereccio, si rievoca l’arrivo delle reliquie avvenuto l’8 maggio 1087.


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