San Nicola o Babbo Natale?
L’omino col barbone e il vestito rosso ce l’ha regalato nel 1931 un certo signor Haddon H. Sundbolm, che reinventò per "The Coca-Cola Company" l’immagine di quel Santa Claus dispensatore di doni, affidandogli le fattezze che oggi tutti conosciamo.
I. Storia della tradizione
La la storia inizia ben più lontano, le origini della leggenda risalgono a prima dell’anno mille: il vescovo di Mira (oggi Dembre in Turchia), San Nicola, è stato uno dei santi più venerati del periodo, anche se la scarsità di notizie ha sempre fatto dubitare perfino della sua effettiva esistenza.
La storia raccontata dal greco Michele Archimandrita nel IX secolo, ci presenta un personaggio che dona di nascosto denaro ad un padre perseguitato dai debiti per evitargli di far prostituire le figlie.
Una storia piena di generosità e di buoni sentimenti, che tornerà in altre testimonianze anche più tardi, durante tutto il medioevo, arricchita di nuovi episodi.
II. I Saturnalia romani
a già al tempo dell’Antica Roma durante il mese di dicembre si festeggiavano i Saturnalia, durante i quali ci si scambiavano doni simbolici (i cosiddetti Sigilla, dal latino signum, immagine).
Tali strenne erano riservate soprattutto agli schiavi ed ai servi delle famiglie patrizie, che solo in quel periodo dell’anno godevano dello status di esseri umani e potevano banchettare insieme ai padroni, una sorta di riconoscenza per i loro servigi.
San Nicola entrò quindi nella realtà religiosa europea: dopo la traslazione delle sue reliquie dalla Turchia musulmana alla città di Bari (1087), divenne il santo più “popolare” del tempo.
Gli fu dedicato un giorno, il 6 dicembre, che ancora oggi, specialmente nei paesi del nord Europa, è considerato una festa importante tanto quanto il Natale: ci si scambiano i doni, la famiglia si riunisce e la festa diventa un momento di allegra riunione intorno al focolare domestico.
III. Gesù bambino, San Nicola e l’uomo nero
Durante la Riforma Protestante, il ruolo del Santo di portatore di doni e bontà venne un pò meno, essendo egli diventato, nell’accezione comune, una figura quasi folkloristica e lontana dal sentimento strettamente religioso.
Tanto che fu sostituito da Gesù Bambino, figura sicuramente più rassicurante e, ovviamente, sacra (anche se si sa che il 5 dicembre a casa Lutero fino al 1535 si spendeva moltissimo per doni per i bambini!).
Orfano dell’ala protettiva della Santa Madre Chiesa, San Nicola continuò ad portare doni un pò in tutta Europa, spesso accompagnato nell’immaginario collettivo da un servo di colore, che portava con sé un sacco pieno di fruste per i bambini cattivi.
Ancora oggi generazioni di bambini sono terrorizzate dalla figura dell’ uomo nero, a testimonianza del forte radicamento culturale della figura di San Nicola e delle storie legate ad esso.
IV. La globalizzazione del natale
L’ultimo tassello per chiudere il cerchio di questa storia ci è dato dagli emigranti europei che si trasferirono in America in cerca di fortuna: portarono con sé tutto il loro bagaglio culturale, fatto di tradizione, credenze e devozione.
Il Nuovo Continente accolse ed assimilò, ristrutturandolo, il concetto di San Nicola (che divenne Santa Claus), rendendolo scevro da qualsiasi contaminazione cristiana che l’aveva caratterizzato fino ad allora.
Gli americani reinventarono la figura di Babbo Natale, costruendola sui propri modelli culturali: il Babbo Natale che oggi tutto il mondo conosce è stato disegnato e colorato dalla Coca Cola Company, a testimonianza della natura consumistica e globalizzante del natale com’è inteso oggi.