Le associazioni "antisette" sono un cancro

F.Delemme
00venerdì 13 agosto 2010 10:53
Prove schiaccianti della loro intolleranza

Agli inizi degli anni 80 del secolo scorso, in Italia si sono formati gruppi di “antisette” perlopiù di matrice cattolica con la finalità precisa di combattere le “sette”.
Sappiamo bene che le finalità di queste associazioni miravano e mirano ad ostacolare l’operato dei testimoni di Geova.
Una di queste associazioni è denominata GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazioni sulle Sette) ed altre volte CRIS (Centro informazione e ricerca sulle sette), presidente e fondatore, mons. Giovanni Marinelli, noto per la sua costante intolleranza.
L’acronimo GRIS, mentre è scomparso definitivamente il CRIS, è rimasto invariato ma col tempo, il significato della “S” finale è cambiato in “Socio-religiose”, ma di fatto non ha perso la peculiare ragione d’essere: associazione di intolleranti e facinorosi al limite della legalità.
Questi gruppi hanno denunciato sistematicamente la nostra sede centrale di Roma ed in alcune occasioni perfino singoli testimoni di Geova. Qual è stato il risultato?

Questo uno delle centinaia di riferimenti che abbiamo in archivio:

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, in data 9 dicembre 1998 ha disposto l’archiviazione di un procedimento instaurato in seguito ad un esposto dell’ARIS (altro gruppo di intolleranti ), rappresentato da un avvocato veneto esponente del GRIS, col sostegno di alcuni apostati.
In tale esposto si dichiarava che con violenza e minaccia ai testimoni di Geova verrebbe impedito l’esercizio del voto. Il suddetto Giudice ha escluso che “siano ravvisabili gli elementi costitutivi dell’ipotizzato reato di attentato contro i diritti politici del cittadino,… dal momento che la Congregazione Cristiana dei testimoni di Geova, che è un’associazione privata riconosciuta, ha adottato una sua disciplina interna alla quale è tenuto solo chi, per sua libera scelta, ne faccia parte.
Dall’esame del fascicolo relativo al procedimento si rileva la stretta collaborazione del gruppo “antisette” con i fuoriusciti nel tentare di produrre argomenti di accusa.

E’ giusto ricordare che l’avvocato veneto, in sede civile è stato condannato al risarcimento dei danni subiti dalla Congregazione dei testimoni di Geova con sentenza n.627 del 5 giugno 2002 emessa dal tribunale di Venezia. Peraltro l’avvocato delle “antisette”, autonominatosi difensore della legalità, è stato cancellato, nel 1998, dall’Albo degli avvocati di Venezia, ed è stato condannato, con sentenze definitive, per truffa (Corte di cassazione, sez.II pen., sentenza n.9776, 2 agosto 1998), e per tentata estorsione (Corte di cassazione, sez. II pen., sentenza n.4316, 7 aprile 1999).

Ecco alcuni titoli della "carta stampata" relativi alla condanna dell'avvocato veneto:

La Nazione del 24 settembre 1997 “Definì setta i testimoni di Geova. Condannato per diffamazione.
Riforma del 10 ottobre 1997 “Condannato chi li ha definiti “associazione a delinquere”.

Ecco perché è arrivato il momento di chiedere l'intervento del “braccio secolare”. La nostra richiesta mira a mettere fuorilegge queste associazioni “antisette” che mirano soltanto a destabilizzare il quieto vivere alterando il tessuto sociale con un esborso non indifferente per l’Erario, e alla chiusura di tutti i forum di discussioni che offendono, come nel caso dell’avvocato veneto, la dignità e la reputazione dei testimoni di Geova, con la richiesta di perseguire in sede giudiziaria i soggetti incriminati.

Alcuni forum hanno scritto di peggio (materiale documentato) e ora è arrivato il momento di agire per ristabilire la legalità
csssstrinakria
00venerdì 13 agosto 2010 11:18

Completo l'interessante post di Filippo che vede coinvolto l'avvocato veneto che tutti ben conosciamo, evidenziando che in alcune occasioni le diffamazioni da parte di alcuni esponenti di queste associazioni "antisette" e del clero, hanno assunto una forma intollerabile.
Quando questo avvocato definì i "testimoni di Geova" un'"associazione a delinquere", non era da solo, era spalleggiato da un sacerdote pure lui veneto. La Congregazione Centralle dei testimoni dei Geova, ritenne opportuno in quel caso denunciare queste gravi diffamazioni, perlomeno per scoraggiare la loro propagazione.
I due "paladini dell'intolleranza" furono ritenuti responsabili del reato di diffamazione e condannati.
E' interessante la motivazione della sentenza:
"Non sono riportati fatti ma semplici opinioni e giudizi".
Tra l'altro, la sentenza annotava: "L'annoverare poi la Congregazione dei Testimoni di Geova fra le associazioni segrete (con un implicito giudizio di illegalità, in quanto nel nostro ordinamento le società segrete sono vietate) non rispetta neppure il criterio della verità storica, essendo il culto professato in sedi esistenti in molte città ed essendo notoria l'opera di proselitismo capillare che gli adepti di tale religione compio, soprattutto nei giorni festivi e che a prescindere da ogni giudizio di merito in ordine alla dottrina divulgata, non può che suscitare rispetto per l'impegno profuso.

Per amor di cronaca, sia l'avvocato che il prete, in primo grado erano stati assolti perché "ingannevolmente" avevano asserito che l'espressione era rivolta genericamente alle "sette" e non solo ai testimoni di Geova.
La condanna dei due dimostra quanta intolleranza c'è nei membri delle associazioni "antisette" che hanno un unico obiettivo.

Il caso suesposto non è l'unico, di sacerdoti intolleranti legati alle associazioni "antisette" se ne contano a dozzine.
csssstrinakria
00venerdì 13 agosto 2010 16:15

L'intolleranza di questo membro del GRIS e dell'ARIS, "associazioni antisette", va oltre la decenza e il rispetto che un essere umano dovrebbe dimostrare.
In primo grado era stato assolto sia lui che il parroco. Il parroco aveva pubblicato le diffamazioni per cui furono condannati; dopo la sentenza di primo grado, stravolgendone il significato, pubblicarono a cura del GRIS di Palagiano (Taranto) un manifesto che così recitava:
"Attenzione ai Testimoni di Geova" asserendo: "Non è reato dire che la setta dei testimoni di Geova è un'associazione a delinquere".
Ma i Giudici di primo grado erano stati ingannati da quel "il riferimento era generico e non era diretto specificamente ai testimoni di Geova". Approfittando di questo scivolone dei Giudici, mostrarono la loro intolleranza col manifesto e le azioni.
La sentenza n. 1532 del 17 luglio 1997 Corte di Appello di Venezia riporta la condanna alla pena pecuniaria del legale e del parroco.

Ricordatevi: MEMBRI DI ASSOCIAZIONI ANTISETTE che dimostrano tutta la loro ipocrisia e intolleranza contro la Comunità dei Testimoni di Geova.
Amministrazione Forum.
00venerdì 13 agosto 2010 16:27

Da questo si evince chiaramente che conferire credibilità ai gruppi antisette e ai loro collaboratori significa ignorare autorevoli studi sociologici. Sappiamo bene che spesso gli apostati sono degli informatori pronti a cooperare, ma generalmente i sociologi SERI esprimono molte riserve riguardo alle informazioni che essi potrebbero fornire.
E' interessante quello che riporta J.F. Mayer: "Bisogna aggiungere che nell'ambito di associazioni "anti-sette" rischiano di svilupparsi in modo continuativo inclinazioni pericolose: alcuni loro componenti finiscono per liquidare subito come sospetto ogni gruppo religioso che esca dalla norma... per definizione, le società anti-sette raccolgono soltanto testimonianze di ex-militanti, di oppositori e di genitori afflitti o sdegnati: i seguaci o i familiari soddisfatti, normalmente non vanno a confidare le loro esperienze ai soci di organizzazioni anti-sette. Le nuove sette p.121
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