Come accade in casi in cui si è in un certo senso forzati a
sorbirsi quotidianamente un certo genere di insegnamenti, ad un certo momento è insorta nei confronti di quest'ultimi, la cosiddetta "
crisi di rigetto". Credo sia del tutto inutile dunque da parte mia scrivere e commentare gran parte di ciò che è stato detto in questo topic. Per poter conversare di certe cose, occorrebbe prima un animo sereno, diversamente sarà arduo toccare tematiche così complesse. Posso solo accennare al fatto che il popolo ebraico
vive, parlarne solo al
passato è come volerlo
ignorare; e come trarre delle conclusioni
ignorando tutti gli elementi e i dati necessari di cui disponiamo oggi, per farsi un quadro completo della questione. Così, ad esempio si scrive:
Un popolo che ha visto direttamente miracoli di Dio dal vivo,possibile che quello era il popolo di DIo?
Avevano il collo duro si' ma mi sembra un'atteggiamento di chi non vedesse nulla.
Le parole di Rav R. Colombo a questo riguardo sono chiare:
"Israele non credette in Mosè per i
prodigi che egli fece, poiché chi crede nei prodigi avrà poi dei ripensamenti e credere che il prodigio sia stato in realtà un
atto di magia o di
stregoneria (Yesodé Hatorà, XIII, 1).
Israele non ha mai basato la propria fede sui
miracoli. A un profeta non viene chiesto di agire
contro natura, ma di saper
trasmettere con saggezza e umiltà quanto Dio gli ha fatto conoscere, e di non negare mai la validità di tutti i
comandamenti scritti nella
Torà. Dio sa bene che un miracolo, per quanto grande, raramente può aiutare ad acquistare la fede poiché, prima o poi, la razionalità della mente porterà l’uomo ad avere dei ripensamenti e a cercare in sé delle motivazioni che lo inducano a
negare l’esistenza dei prodigi".
Non hanno mai apprezzato veramente il fatto di essere il suo popolo o no
Il fatto che nonostante le numerose trasgressioni, Israele sia
sopravvissuto alla storia attenendosi al Patto da Dio stipulato,
osservando e
custodendo la Sua
Torah, dimostra quanto abbia saputo "apprezzare" (nonostante le apparenze) di essere stato eletto quale "popolo di Dio". Elezione che implica coraggio e responsabilità. Non è stato oggetto di
disprezzo e
derisione nel corso dei secoli a motivo di ciò? La sua "
fedeltà" è stata chiamata "
ostinazione" da i non ebrei. Gli ebrei sono un "
popolo vivente". In Israele è certamente più evidente che, gli ebrei non li incontri soltanto nelle pagine di un antico libro sacro o profano che esso sia. Essi sono un "popolo vivo" che ha ritrovato persino la sua indipendenza nazionale su una terra concreta e con una storia da raccontare. I cristiani da sempre sono più interessati al Libro che non al popolo che lo interpreta lo commenta, e lo vive. Nella maggioranza dei casi, essi continuano ad essere considerati
oggetto di studi, piuttosto che,
soggetti di storia.