Le sorgenti del Nilo, enigma millenario

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vanni-merlin
00sabato 17 giugno 2006 16:39
Le sorgenti del Nilo, enigma millenario

di Luca Re

Quali sono le sorgenti del Nilo? Questo enigma millenario, nascosto in un dedalo di laghi e fiumi, ha stuzzicato la fantasia di mercanti, esploratori e viaggiatori attraverso i secoli, trovando una risposta definitiva solo nella seconda metà dell'Ottocento.

Il geografo alessandrino Claudio Tolomeo scrisse nel II secolo d. C. che il Nilo scorreva dall'equatore al Mediterraneo, dopo essere nato da due laghi circolari, alimentati a loro volta da vari fiumi provenienti dal massiccio dei «lunae montes», regno delle nevi perenni. I monti della luna sono le cime del Ruwenzori, ma la fonte più meridionale del Nilo, come stabilito in via definitiva dall'austriaco Oscar Baumann nel 1892, è il fiume Kagera, principale affluente del lago Vittoria. La conquista italiana del Ruwenzori nel 1906, per conto del duca degli Abruzzi, arrivò dopo l'epopea di numerosi esploratori, impegnati a svelare il mistero.


Nel 1857 la Royal Geographical Society di Londra finanziò la missione di Richard Burton e John Speke. I due uomini, dopo aver condotto ricerche separate, giunsero a conclusioni diverse: Speke riteneva di aver individuato la fonte del Nilo nel lago Nyanza (ribattezzato Vittoria), mentre Burton puntava l'indice sul lago Tanganica.

La Royal Society, per risolvere la diatriba, affidò a Speke una seconda spedizione nel 1860, insieme a James Grant. Il viaggio aggiunse un nuovo tassello al puzzle geografico: Speke tornò al lago Vittoria e scoprì che a nord ovest vi sgorgava un fiume, convincendosi di aver finalmente trovato la sorgente più meridionale del Nilo.

Bisogna poi ricordare l'itinerario dei coniugi Baker nel 1864. Essi appurarono che il Nilo Vittoria (quello scoperto da Speke), fuoriuscito dal lago omonimo, andava a immettersi nel lago Alberto, per poi continuare il suo corso verso l'Egitto. La teoria di Tolomeo sembrava quindi confermata.

Nel 1867 fu il turno dell'esploratore scozzese David Livingstone, che trascorse alcuni anni a perlustrare il lago Tanganica e il bacino del fiume Lualaba, erroneamente persuaso di risolvere in questo modo il rompicapo. Il 28 ottobre 1871 l'avventuriero e giornalista Henry Morton Stanley trovò Livingstone a Ujiji, sul Tanganica: si era messo sulle sue tracce inviato dal direttore del New York Herald. I due continuarono insieme le ricerche nella zona, senza giungere a risposte certe.

Dopo la morte di Livingstone, Stanley intraprese delle spedizioni tra il 1875 e il 1877, deciso a verificare le idee dei suoi predecessori. Stabilì che il Tanganica alimentava il bacino del Congo, di cui il Lualaba era il corso superiore. Grazie alla prima circumnavigazione completa del lago Vittoria, perlustrò sulla riva meridionale la foce del fiume Kagera, battezzandolo Nilo Alexandra e considerandolo la principale zona sorgentifera del Nilo.

Nel 1888 l'esploratore anglo-americano raggiunse il lago Alberto Edoardo; in seguito avvistò nitidamente il Ruwenzori (già intravisto nel 1876 dall'italiano Romolo Gessi). Grazie ai resoconti di Stanley, i monti della luna balzarono agli onori della cronaca, attirando la curiosità e l'attenzione di nuovi personaggi, come il duca degli Abruzzi, che per primo ne scalò la vetta più alta nel 1906.


da: www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&codid=20.0.1938001907&chId=30&artType=Articolo&DocRulesVie...

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