Messaggi dal Cielo

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nestore45
00venerdì 26 dicembre 2008 18:10
Messaggi dal Cielo : Protagonista la Madonna
MESSAGGI DAL CIELO
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Protagonista, pressoché esclusiva di questi messaggi, è la Madonna, o meglio la Mamma Celeste, come la amano chiamare i veggenti, gli appassionati di queste visioni. Perché proprio a Maria il ruolo di questo parafulmine - se possiamo usare questa espressione - dell’ira di Dio?
La risposta va ricercata nel ruolo della madre nella famiglia patriarcale, che, fino a qualche decennio fa, fino a cinquant’anni fa, era la norma della nostra cultura italiana e occidentale. Una volta, nella famiglia, il padre rappresentava l’autorità e la severità, non era il papà gioioso o giocoso dei nostri tempi, il padre era autorità e severità. Il figlio, normalmente, non si azzardava a chiedere qualcosa direttamente al padre, ma ricorreva all’intercessione della madre («mamma, quando vedi che a papà
gli gira un attimo bene, digli che..») quindi il figlio non aveva confidenza con il padre per chiedergli qualcosa, ma si rivolgeva alla madre.
La moglie, in un momento che vedeva il marito abbastanza disponibile, gli diceva:
guarda che tuo figlio ha bisogno di questo. Ma soprattutto, il padre rappresentava la punizione. Ed era la stessa madre a usare questa arma: adesso quando viene a casa tuo padre gli dico tutto e vedrai. E il padre era colui che doveva punire, e le punizioni di una volta erano - forse molti se lo ricordano - cinghie, battipanni, doveva punire le malefatte del figlio. Il ruolo della madre era spesso di mediatrice tra questa punizione e il figlio e spesso tante madri si mettevano di mezzo tra l’ira del marito e il figlio, e prendevano su di se le botte che erano dirette al figlio. Questo era un quadro pressoché normale della famiglia patriarcale di una volta.
Fu abbastanza facile trasporre le figure familiari su un piano religioso, e quindi Dio è padre e allora lui è il burbero, il minaccioso, è colui che punisce. La mamma è sempre la mamma, la dolcezza rassicurante. E il figlio è quello sempre con la coscienza un po’ sporca, timoroso dei castighi, poi in questo caso sono castighi divini, e perciò più temibili.
Nei vangeli, questo aspetto di Maria è assolutamente inesistente, perché è
inesistente la figura di un Dio terribile da cui ci deve proteggere. Quindi, non
essendo Dio un pericolo per l’uomo, Maria non ha più questo ruolo di difendere l’uomo dall’ira di Dio.
Nelle apparizioni vedete sempre questa donna che non ce la fa più a reggere il braccio carico d’ira di Dio contro l’umanità, un’immagine che rimanda a miti antichi.
Il Dio delle apparizioni assomiglia più a Giove che scaglia il fulmine sull’umanità che al Padre che a tutti dimostra amore.
Quindi viene scelta Maria per questa trasposizione dalla famiglia al mondo della religione. Ma la Maria, nei vangeli, non assume mai il ruolo di difendere gli uomini dall’ira di Dio, Maria nei vangeli è grande, non perché ha dato alla luce Gesù, ma perché ha saputo diventarne la discepola.
Una caratteristica delle apparizioni è sempre una Madonna tetra, lugubre,
lamentosa, e soprattutto una Madonna che piange. Piange copiosamente lacrime, se di sangue meglio, fanno più effetto. Eppure nei vangeli Maria non piange mai. Presso la croce di Gesù, non c’è una mamma che sviene, che piange, per la morte del figlio, non c’è una donna che sta lì a compatire il figlio, ma c’è la discepola che sceglie di fare la stessa fine del suo maestro: questa è la grandezza di Maria presso la croce.
Conoscete tutti lo Stabet Mater, un’opera straordinaria, ma lo stare di Maria presso la croce ‘lacrimosa’ è di Jacopone da Todi - con tanto di rispetto per questo grande poeta straordinario che abbiamo - non è del vangelo. Maria non stà presso la croce dolorosa e lacrimosa. Presso la croce - scrive l’evangelista Giovanni - sta in piedi, cioè fa la scelta di fare la fine, non del figlio, ma del suo maestro. Quindi, presso la croce, non abbiamo una madre che soffre per il figlio, ma la discepola che accetta di fare la stesa fine del proprio maestro.
E questa è la Maria che i vangeli ci danno, quindi non una Madonna che piange, una Madonna che si lamenta, ma una Madonna - come i padri della chiesa hanno saputo ben vedere - che è sorella nel cammino di fede.
Come garanzia dell’autenticità delle apparizioni e delle minacce, ci sarà un segno straordinario. Da Fatima in poi, tutte le apparizioni diranno che ci sarà un segno. A Fatima, il segno straordinario fu il sole che fece un girotondo e lì ci fu un giallo perché l’Osservatore Romano, volendo favorire questa apparizione, pubblicò una foto della danza del sole, ma era un falso talmente fatto male che, dopo qualche giorno, fecero la verifica e allora dissero: «era un fenomeno simile».
Non potendo fotografare qualcosa di inesistente…. È un fenomeno simile!! È chiaro se io adesso vi dico: andiamo fuori e guardiamo il sole, senz’altro, oltre al danno che ci si fa alla retina, qualcuno di noi vede qualcosa.
Comunque, nelle apparizioni, vengono assicurati dei segni straordinari. Ebbene, Gesù chiama “generazione adultera e perversa quella che cerca i segni”. Gesù ha compiuto dei segni! Ma come mai, pur Gesù compiendo dei segni, la gente dice: fammi un segno straordinario? Perché i segni di Gesù sono i segni dell’amore, e chi cerca il prodigioso, chi cerca lo straordinario, non sarà mai capace di percepirlo.
Scrive San Paolo nella prima lettera ai Corinzi: “mentre i giudei chiedono segni e i greci cercano la sapienza, noi predichiamo Gesù Cristo crocefisso, scandalo per i giudei,
stoltezza per i pagani”. I segni di Gesù sono segni d’amore che potenziano la vita degli uomini. Gesù non agisce al di fuori, con segni straordinari o potenti che dimostrano il suo potere, ma dall’interno dell’uomo comunicandogli vita.
Quelli richiesti dall’autorità e persino dai discepoli, sono i segni straordinari. Il Signore fa dei segni, ma sono segni intimi all’uomo che ognuno di noi può verificare.
Ma Gesù dice: “coloro che cercano dei segni straordinari, non verrà dato loro nessun segno, ma sono generazioni adultere e perverse”. E soprattutto dice: “attenti ai falsi
messia e ai falsi profeti, saranno questi che faranno dei segni straordinari”.
Alla richiesta che fanno a Gesù: mostraci un segno da vedere per poi credere, Gesù dice: “Credete e sarete voi un segno che gli altri possono vedere”.
Chiedono: facci piovere un’altra volta la manna da cielo. Gesù dice no! Condividete voi il pane che avete con gli altri, è questa l’autentica manna dal cielo. Gesù non ci garantisce, né ci assicura dei segni straordinari, dei segni prodigiosi, ma gli unici segni che compie, non sono segni meravigliosi inesistenti, ma sono i segni profondi
che sono gli unici che trasmettono l’amore di Gesù.
Nel vangelo di Matteo è scritto molto chiaramente “vedendo le vostre opere buone” - ecco i segni – “daranno gloria al Padre”. Quindi nessun segno viene assicurato da Gesù. Pertanto queste apparizioni, che assicurano in continuazione segni prodigiosi, si mettono fuori da questo sistema.
L’unica possibilità di salvezza, nella gran parte di queste pseudo-apparizioni, sono la preghiera, ma una preghiera particolare: la preghiera del rosario. La preghiera del rosario è una preghiera occidentale non orientale. In oriente, il culto a Maria, è molto più vivace, più fecondo del nostro, ma hanno altre forme di preghiera con Maria o a Maria.
Ma la preghiera è la preghiera del rosario. Il rosario è nato come strumento di preghiera per gli analfabeti. Il rosario è nato nei monasteri, dove, i chierici e i monaci che sapevano leggere recitavano i 150 salmi, ma i frati senza istruzione partecipavano anche loro alla preghiera, ma non sapendo leggere - ed era una lettura in latino - non recitavano i salmi, ma venne creato per loro questa ripetizione di preghiera che è il rosario. Quindi il rosario nasce come preghiera per gli analfabeti che non riuscivano a pregare in altra maniera. E il rosario è una preghiera conosciuta limitatamente nel mondo occidentale.
Anche qui andiamo a vedere l’insegnamento di Gesù. Gesù invita a pregare, dice di pregare sempre, ma mai, Gesù, dà un metodo di preghiera. Ed è importante questo,
perché? La preghiera è espressione della comunione che ognuno ha con Dio. Allora non ci può essere un metodo perché ognuno di noi è diverso, ognuno di noi ha una storia diversa, una sensibilità diversa, una spiritualità diversa e, soprattutto, la preghiera cresce, cambia e si trasforma nella misura che aumenta la nostra fiducia ed esperienza del Signore.
Se noi preghiamo ancora come ci hanno insegnato i nostri genitori, o con le
preghiere che ci hanno insegnato al catechismo - attenti!! - questa è una spia d’allarme che significa che la nostra vita spirituale è rimasta al livello infantile.
Quindi non ci può essere un modello di preghiera valido per tutti e in tutte le
generazioni. La preghiera si modella e si modifica nella misura che il nostro rapporto con il Signore cresce.
Un rapporto infantile di religiosità è quella del chiedere: chiedere dando consigli esatti, delle raccomandazioni esatte, perché non si è sicuri di questa presenza di Dio. Man mano che nella propria esistenza si fa l’esperienza di un Dio, che non è il Dio lontano, a cui bisogna gridare, il Dio da cercare, ma che Dio è intimo a noi, man mano che cresce, la preghiera di richiesta a Dio per i nostri bisogni diminuisce. E comprendiamo le parole di Gesù: ma cosa volete chiedere a Dio, che il Padre sa,prima che voi glielo chiediate, ciò di cui avete bisogno? Allora la preghiera, man
mano che cresce, si trasforma in un balbettio di ringraziamento e di lode.
Ma la preghiera - e questo è importante - deve essere sempre in relazione con l’amore. L’esperienza che Dio mi ama incondizionatamente e immeritatamente qualunque sia la mia condotta e il mio comportamento, questo amore mi fa identificare con lui, e si trasforma in un amore di identificazione anche con gli altri.
Questa è la base della preghiera di lode e di ringraziamento. Il desiderio che questo amore si estenda anche agli altri, sarà la fonte della preghiera di petizione o di richiesta per gli altri, che non sarà dando delle indicazioni precise al Signore su quello che deve fare, ma significa aggiungere il nostro amore, all’amore che Dio già ha per queste creature.
Per questo Gesù, anche quando i discepoli glielo chiedono dicendogli che il gruppo di Giovanni ha la preghiera che li caratterizza, Gesù non dà nessuna formula di preghiera.
Il padre nostro non è una preghiera, ma è la formula di accettazione delle
beatitudini. Gesù non dà nessuna formula di preghiera alla sua comunità perché questa può condizionare la crescita delle persone. Pertanto non ci sono preghiere privilegiate, preghiere che assicurano al cento per cento la garanzia dell’esaudimento o dell’accoglienza delle proprie richieste: la preghiera si deve modificare e crescere con le persone.
La Madonna, dovendo apparire – ripeto, attualmente in Italia c’è una dozzina di apparizioni della Madonna - dovendo apparire ovunque - interessante che questa Madonna delle apparizioni è sempre quella in stile Raffaello, dei santini, delle immaginette - questa Madonna – poverina - dovendo apparire non ha il tempo di aggiornarsi sul vangelo, e continua a proporre traduzioni del vangelo che la chiesa cattolica da tempo ha accantonato.
Una delle richieste che la Madonna fa è il digiuno. Come dicevamo all’inizio, la Madonna o il Padre Eterno non sembra commuoversi per il digiuno che tre quarti o metà dell’umanità è costretta a fare. Ma è un digiuno volontario, questa è l’arma infallibile della Madonna. È la ricetta dietetica, come dicevamo all’inizio, ideale per una borghesia cattolica super alimentata e obesa che trova finalmente nella Madonna la forza di fare quanto il dietista di famiglia non è riuscito a ottenere
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