Mia composizione - La bellezza della politica

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Morgan Fairfax
00sabato 17 luglio 2004 23:49
Ditemi un po' cosa pensate di questo mio "componimento".
C'e' la remota idea che possa pubblicarlo su qualche testata ben piu' prestigiosa del giornalino della scuola (forse su una pubblicazione del movimento studenti di Azione Cattolica). Fatemi sapere che ne pensate.


La politica è “sporca” per definizione (o almeno, questo diceva una mia professoressa). Si tratta, a detta dei più, di un’attività mediante la quale è possibile solo assicurare il proprio benessere, quello dei propri figli e dei figli dei propri figli. Uno strumento grazie a cui si possono salvaguardare i propri interessi, arraffare l’arraffabile e rubacchiare il rubacchiabile. Una pacchia, insomma. Meno pulita di una macchia di unto sulla tovaglia a fiori della nonna, più sordida di un camaleonte fra i coriandoli.
Potrebbe mai la politica essere “bella”? Può il “governare” diventare un’ arte, una missione, una scelta di vita fatta in nome di nobili ideali? E soprattutto: arriverà il giorno in cui i cittadini considereranno le sedi di governo luoghi di dialogo pacifico e costruttivo?
Andiamo per ordine…

A costo di sembrare un patetico illuso, vi dirò subito che, a mio parere, la politica è bella. Su questo ho pochi dubbi. Fortunatamente c’è la Storia a sostenere (seppur debolmente) questo mio eccentrico pensiero… Sto parlando della Storia con la S maiuscola (anche se ogni storia, grande o piccola che sia, merita una S maiuscola, anche quella dell’impiegato che “porta il pane a casa” o della prostituta liberatasi dalla sua schiavitù).

Siamo a Firenze, alla fine del ‘400. Non so quanti di voi abbiano visitato la bellissima Florentia (io l’ho fatto durante un indimenticabile viaggio d’istruzione in primo liceo), ma vi assicuro (come se ce ne fosse bisogno…) che per ogni amante del nostro bel paese è una meta obbligata (così come lo sono Caleppio di Settala e Abbiate Grasso).
Quando cadde il governo dei Medici (la famiglia che sino al 1494 aveva avuto nelle proprie mani praticamente tutto il potere politico della città) venne istituito il cosidetto Consiglio Maggiore, formato da due istituzioni più “antiche”: il Consiglio del Comune e il Consiglio del Popolo.
Mmmm… Vedo che alcuni di voi stanno già sgattaiolando via dalle uscite di emergenza… Restate seduti sulle vostre sedie, Msacchini incolti e digiuni di sapere!
Dicevamo: fu deciso di costruire una nuova sede per il nuovo organo governativo, giusto per fare un po’ di scena e non sfigurare rispetto alle altre grandi metropoli italiche (tra cui primeggiava Venezia). I fiorentini, dunque, eressero in poco tempo un edificio molto grande. Il lavoro fu terminato così brevemente che qualcuno pensò che un angioletto ci avesse messo lo zampino.
Ebbene, tale edificio non era un anonimo casermone di cemento armato come se ne vedono di questi tempi (chi vive alla periferia di Milano o di qualunque altra grande città lo sa bene…). Non era di forma pentagonale, all’ingresso non disponeva di quelle assurde porte girevoli nelle quali, troppo spesso, rischio di lasciarci le penne. Era un gioiello dell’arte italiana. La parete che faceva da sfondo ai magistrati governativi che presiedevano le sedute era decorata da una pittura della Madonna. Sulla parete opposta due affreschi raffiguravano due gloriose vittorie militari fiorentine. E indovinate un po’ chi è stato a realizzarli? Michelangelo e Leonardo. Vi fa tornare nulla in mente questa coppia di nomi (a parte le Tartarughe Ninja)?
Quando i Medici sono tornati a Firenze, purtroppo, hanno “ben pensato” di sciogliere il Consiglio Maggiore e demolirne la sede. Sigh! Leggete questa malinconica testimonianza di un bottegaio del tempo…

E in questo tempo piacque a questo governo nuovo di guastare la sala del consiglio maggiore, cioè el legniame e tante belle cose, ch’erano fatte con tanta grande spesa, e tante belle spalliere… la qual cosa dolse a tutto Firenze, non la mutazione dello Stato, ma quella bella opera del legniame di tanta spesa

Mi direte voi: cosa cavolo c’entra ‘sto ambaradàn con la tua assurda teoria sulla bellezza della politica?
Mi sembra che sia giunta l’ora di fare il punto della situazione e riflettere per una manciata di secondi…
Tutto questo interesse per la costruzione di una sede governativa vorrà pur dire qualcosa, giusto? Pitture, affreschi e altri capolavori (purtroppo andati perduti) non vennero realizzati per il puro gusto di decorare un nuovo palazzo. Lo stesso fervore religioso che accompagnava la vita del cantiere è sintomatico di una concezione “diversa” della politica e di tutto quanto intorno ad essa gravitava.
Le arti figurative (che per me rappresentano sempre e comunque tra le più elevate “forme di bellezza”) si rendevano per una volta serve e allo stesso tempo alleate dell’arte di governo, nell’arduo compito di sottolineare la nobiltà dell’operato dei funzionari pubblici.
La politica è bella proprio perché è (o almeno, dovrebbe essere) tra le più nobili attività umane! Cosa c’è di più BELLO nel dibattere, nel far scaturire idee, nel discuterle e nel migliorare la vita del proprio paese? La politica influenza ogni campo della nostra vita, a ben pensarci, motivo per cui disinteressarsene è il miglior modo per fare andare a rotoli il nostro futuro di cittadini.
Torniamo a Firenze: nella patria del nasuto Dante, governare era una delle attività più importanti. A tutti i cittadini era concesso di occupare, seppur per breve tempo, una carica pubblica. Era sia un onere che un onore servire il governo con il proprio operato politico. Pensate un po’ a Brunetto Latini, per il quale il mestiere del politico consisteva nella missione di mettersi al servizio dei cittadini, a prescindere da qualsiasi forma di faziosità.
C’è bisogno che la gente rompa con certi schematismi mentali e smetta di associare tutto ciò che sa di politica a tutto ciò che sa di marcio. Perché, se la mettiamo su questo piano, di marcio ce n’è ovunque.
Nelle urne elettorali semi-vuote come in certe sedute dei consigli comunali “per pochi intimi” (quanti di noi sono mai andati a vederne almeno una?). E’ la nostra innata pigrizia a far stare anche noi dalla parte “del torto”, di chi non ha voglia di discutere, di confrontarsi, di crescere perché tanto “le cose vanno male e non si può far niente”. E’ la nostra negligenza che ci spinge a disertare l’appuntamento con il propri dovere di cittadino, delegando a “qualcun altro” il compito di decidere del nostro futuro. E’ la sfiducia nelle istituzioni (spesso motivata, spesso no) a farci dimenticare che tentare il dialogo porta comunque più frutti di un rassegnato silenzio, di un mugolante lamento.
La politica è bella solo se tutte le componenti di uno stato (quindi anche noi cittadini “comuni”) vogliono farla diventare bella! Sfortunatamente l’impegno è poco (da ogni parte) e viene compromesso dall’interesse, dal proprio tornaconto personale. Sta quindi a chi pensa di essere in gamba (o vuole diventarlo) alzare la mano, chiedere scusa per l’interruzione e chiedere spiegazioni, indagare, capire, proporre.
In caso contrario, prepariamoci alla demolizione virtuale di ogni sede di governo; alla cancellazione definitiva di ogni affresco.


[Modificato da Morgan Fairfax 17/07/2004 23.52]

Tpk
00domenica 18 luglio 2004 00:01
Abbiategrasso tutto attaccato. E non sfottere quella grande città.



E neppure me, che essendo appena tornato da un matrimonio ho mangiato come un maiale. [SM=x68123]
Morgan Fairfax
00domenica 18 luglio 2004 00:06
Altri commenti rilevanti?
Morpheu5
00domenica 18 luglio 2004 09:11
Tpk, tu ci chiami a nozze (letteralmente).
Morpheu5
00domenica 18 luglio 2004 09:25
Non l'ho letto approfonditamente quindi niente da dire sul contenuto. Giusto qualche nota stilistica e formale:

1) "un'arte", non "un' arte";
2) troppe parentesi. Troppe davvero. Esistono altri modi. Tipo gli incisi, le frasi subordinate e via dicendo. Facendo bene attenzione a non produrre sentenze di otto righe. Quelle sono pesanti se non le sai scrivere e sono appannaggio esclusivo di chi si sa districare egregiamente nella grammatica. Oltrettutto, se pubblichi su un giornale, vanno predilette frasi brevi e semplici. Molti punti, poche virgole;
3) nel testo scritto - che non sia narrativo - è vivamente sconsigliato l'uso di forme proprie della lingua parlata. Ed, anche in questo caso, andrebbero limitate il più possibile ai soli dialoghi e/o monologhi. Esempi: "Mmmm", "'sto" e via dicendo;
4) pucchiacche;
5) troppe virgolette. "Portare il pane a casa" è un'espressione correntemente usata, non va virgolettata se non per sottointendere "per dirla con le parole di Tizio...". Non è una citazione. Come pure "ben pensare". Non è una forma... *strana*... è una forma italiana corretta, pertanto va trattata come tale, senza discriminazioni;
6) di nuovo: troppe parentesi. Questa volta eliminiamo radicalmente le informazioni non necessarie. E' vero che alle elementari ci spiegano che le parentesi sono quelle cose che racchiudono informazioni non necessarie e che quindi, se le salti, il testo non deve perdere significato. Ma la gente tende ugualmente a leggerle e quindi perle come "come se fosse necessario", "o almeno, questo diceva una mia professoressa", "io l’ho fatto durante un indimenticabile viaggio d’istruzione in primo liceo" o "quanti di noi sono mai andati a vederne almeno una?" si possono bellamente piallare perché, in ogni caso, non aggiungono alcun elemento, rilevante o meno, al testo. Anzi: lo appesantiscono;

Mi sembra che sia abbastanza, anche se non tutto. Riscrivilo seguendo questi punti, avrai un testo sicuramente più leggero e godibile. L'impressione, parlo in generale, è questa: più un testo è pesante e più dà l'impressione di retorica. E alla gente, la retorica, non piace.
--
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[Modificato da Morpheu5 18/07/2004 9.26]

Wago
00domenica 18 luglio 2004 13:46
Mi sembra proprio scritto male. E anche assai vuoto.
1) Non arrivi a nessuna conclusione che non fosse unanimemente nota (anche se forse non condivisa) a tutti prima che tu iniziassi a scrivere.
2) Giustamente il moppo ti fa notare delle parentesi. In effetti, hai infarcito il tuo temino di riferimenti inutili a cose che non hanno nulla a che vedere con la tua argomentazione. Se una parte del testo non e' funzionale, non deve esserci.
3) Stai parlando di un argomento "alto", cosa c'entrano, per dire, le Tartarughe Ninja? Se devi fare ironia, falla a tono.
4) Inoltre la tua argomentazione non e' debole, e' proprio inesistente: fai un solo esempio, riferito a Firenze, approfondendolo in modo tale che non vi sia nessuna correlazione tra il tuo esempio e la tua tesi. E non basta certo un esempiuccio per dimostrare la tesi. Non ti hanno spiegato che l'affermazione della tesi passa per la confutazione delle antitesi, in un testo argomentativo?
5) Il tuo testo e' pieno zeppo di luoghi comuni, prima che concettali lessicali. "C’è bisogno che la gente rompa con certi schematismi mentali": questa frase e' veramente immonda, per citartene una. Ti sembra questo il modo di scrivere in italiano? Questa e' una frase in registro colloquiale da bar sport. "C'e' bisogno" e' gia' una prima forma discutibile, abusata, generica e in ultima analisi infondata e brutta, prosegui poi con "la gente" (ma che gente? ti rendi conto dello schifo che e' questa frase?)... "certi" (certi? certi cosa? generalizzazioni, luoghi comuni...). Spero che tu capisca quello che intendo. E poi, "A costo di sembrare un patetico illuso, vi dirò subito che, a mio parere, la politica è bella": immondizia linguistica. "vi diro'" a chi? E ti sembra il caso di riempire una frase di incisi inutili, di cominciare con "e poi", di specificare che parli secondo te (e secondo chi scusa?), per poi arrivare a una frasettina che vuol dire tutto e niente? Temino, temino, temino!
6) Se devi argomentare qualcosa, fallo analiticamente. Scomponi il problema in piu' aspetti, analizzali separatamente, confuta le antitesi, relaziona, dimostra cosa accadrebbe se cosi' non fosse, e porta dati concreti. Il tuo scritto la sopra e' un moralismo senza capo ne' coda che non segue un ordine logico, anche se ci prova.

kiaraxad
00domenica 18 luglio 2004 13:48
Credo che Firenze sia la città più blasfema che esista.
Forse per tutti i Grandi Episodi di Storia che hai Gentilmente Esposto a Noi Poveri Atei Commmmunisti, i fiorentini odiano la religione. L'unica cosa cristiana che amano è la cupola del Brunelleschi, che poi così cristiana non è. Dopotutto, è proprio sotto quella cupola che è stato ripetutamente compiuto un esperimento miscredente come quello del Satanico et Diabolico Pendolo di Focault.

Nella bella Florentia ci vivo e ci vivrò ancora per qualche mese.
Non me la additare come capitale della cristianità, perchè ti porto a casa un esercito di toscanacci. E ti faccio rischiare la neuro, perchè DIHANE è il loro intercalare preferito.

Con Diplomatia,

Kappa
Wago
00domenica 18 luglio 2004 13:55
L'ho riletto. No, guarda, Morgan, sinceramente: quello e' un testo che puo' andare bene (ma nemmeno troppo) in un forum, prenderebbe un brutto voto in un tema scolastico, ma proprio e' improponibile come articolo da pubblicare. E' patetico, te lo dico schiettamente. Riscrivilo cercando di seguire il consigli che ti abbiamo dato. Se davvero ami Machiavelli, prendi esempio dal suo stile, che e' veramente ottimo sia in generale che, in particolare, per un testo del genere. Se vorresti essere ironico, sii cinico, se vorresti essere esplicito, sii sibillino, e soprattutto sii analitico e cerca di scrivere a tono. E elimina la parola "bellezza" ovunque poi, che vuol dire tutto e nulla, sostituendola con termini piu' specifici.

EDIT: Comlimenti Morgan, hai scritto un testo magnetico. L'ho riletto un'altra volta, e piu' lo leggo piu' mi convinco che e' la peggior cosa che abbia mai letto. Ti giuro, fa proprio schifo, ma schifo schifo schifo, sarebbe da prendere come esempio-da-non-seguire in tutte le scuole. Morgan, e' completamente incoerente queqta roba, non ha un minimo di ordine logico... e non dico il contenuto, quello e' piu' o meno condivisibile, ma proprio la struttura. Un insieme di frasette banali, alcune delle quali idiote, che non c'entrano una fava l'una con l'altra, unite a formare un testo che segue un filo logico inesistente e non va a parare da nessuna parte. Mi viene da pensare: in fondo a riscriverlo da capo se ne puo' tirare fuori qualcosa di buono, ma il problema, mi sa, e' che non e' solo il testo a essere fatto male, e' proprio la tua testa. Pensi davvero in maniera cosi' scoordinata? I tuoi neuroni analizzano le cose in quella maniera? Per generalizzazioni, falsi sillogismi, salti insensati fatti passare per deduzioni? Leggi Morgan, leggi qualcosa, ti prego, studiati a memoria il Principe, non puoi alla tua eta' scrivere a quel modo.
--


wago
= Falso e senza motivo di essere =
How wonderful to be so profound
When everything you are is lying underground
[Genesis - Anyway]

[Modificato da Wago 18/07/2004 14.22]

[Modificato da Wago 18/07/2004 14.27]

Grrodon
00domenica 18 luglio 2004 15:01
Fa schifo e ora te lo stronco.

La politica è “sporca” per definizione (o almeno, questo diceva una mia professoressa). Si tratta, a detta dei più, di un’attività mediante la quale è possibile solo assicurare il proprio benessere, quello dei propri figli e dei figli dei propri figli. Uno strumento grazie a cui si possono salvaguardare i propri interessi, arraffare l’arraffabile e rubacchiare il rubacchiabile. Una pacchia, insomma. Meno pulita di una macchia di unto sulla tovaglia a fiori della nonna, più sordida di un camaleonte fra i coriandoli.



ma la smetti con tutto questo adornamento vuoto e fine a se stesso?


Potrebbe mai la politica essere “bella”? Può il “governare” diventare un’ arte, una missione, una scelta di vita fatta in nome di nobili ideali? E soprattutto: arriverà il giorno in cui i cittadini considereranno le sedi di governo luoghi di dialogo pacifico e costruttivo?



qui sfoggi tutto il tuo repertorio di luoghi comuni made in bar sport. proseguiamo va' che è meglio...


Andiamo per ordine…
A costo di sembrare un patetico illuso, vi dirò subito che, a mio parere, la politica è bella. Su questo ho pochi dubbi.



anche la gonna a fiori di zia Lella è bella e anche il barattolino del fruttolo (quello alla pesca).
ma lo capisci che ti stai accingendo a dimostrare una tesi che è già scontata pure nelle menti di chi afferma il contrario?
è inutilmente dannoso tutto ciò, l'articolo è brutto perchè parte da un presupposto inutile, quindi indimostrabile. avresti potuto "ragionare per assurdo" negando la tesi che vuoi dimostrare, magari ne sarebbe venuta fuori una cosa migliore...


Fortunatamente c’è la Storia a sostenere (seppur debolmente) questo mio eccentrico pensiero… Sto parlando della Storia con la S maiuscola (anche se ogni storia, grande o piccola che sia, merita una S maiuscola, anche quella dell’impiegato che “porta il pane a casa” o della prostituta liberatasi dalla sua schiavitù).



via tutto questo manzonismo da quattro soldi.


Siamo a Firenze, alla fine del ‘400. Non so quanti di voi abbiano visitato la bellissima Florentia (io l’ho fatto durante un indimenticabile viaggio d’istruzione in primo liceo), ma vi assicuro (come se ce ne fosse bisogno…) che per ogni amante del nostro bel paese è una meta obbligata (così come lo sono Caleppio di Settala e Abbiate Grasso).



questo periodo ha del paradossale. potrei dirti chissenefrega delle tue gite, potrei dirti chissenefrega di te, e invece ti dirò questo: sembra un estratto da qualche reportage di Pk2, manca solo Catenacci che salta fuori vestito da bertonik e siamo a posto.


Quando cadde il governo dei Medici (la famiglia che sino al 1494 aveva avuto nelle proprie mani praticamente tutto il potere politico della città) venne istituito il cosidetto Consiglio Maggiore, formato da due istituzioni più “antiche”: il Consiglio del Comune e il Consiglio del Popolo.
Mmmm… Vedo che alcuni di voi stanno già sgattaiolando via dalle uscite di emergenza… Restate seduti sulle vostre sedie, Msacchini incolti e digiuni di sapere!



questa nota di colore la dobbiamo alla tua innata capacità registica appresa durante la visione di rai educational o ala tua innata voglia di sentirti superiore perchè hai fatto il classico? e poi, ai fini di ciò che vuoi dimostrare è proprio necessario questo cappello?


Dicevamo: fu deciso di costruire una nuova sede per il nuovo organo governativo, giusto per fare un po’ di scena e non sfigurare rispetto alle altre grandi metropoli italiche (tra cui primeggiava Venezia). I fiorentini, dunque, eressero in poco tempo un edificio molto grande. Il lavoro fu terminato così brevemente che qualcuno pensò che un angioletto ci avesse messo lo zampino.



se non ci ficchi l'angioletto non sei contento?


Ebbene, tale edificio non era un anonimo casermone di cemento armato come se ne vedono di questi tempi (chi vive alla periferia di Milano o di qualunque altra grande città lo sa bene…). Non era di forma pentagonale, all’ingresso non disponeva di quelle assurde porte girevoli nelle quali, troppo spesso, rischio di lasciarci le penne. Era un gioiello dell’arte italiana. La parete che faceva da sfondo ai magistrati governativi che presiedevano le sedute era decorata da una pittura della Madonna. Sulla parete opposta due affreschi raffiguravano due gloriose vittorie militari fiorentine. E indovinate un po’ chi è stato a realizzarli? Michelangelo e Leonardo. Vi fa tornare nulla in mente questa coppia di nomi (a parte le Tartarughe Ninja)?



questa intrinseca saccenza è perfettamente inutile. chi non conosce Michelangelo e Leonardo ti manderebbe a cagare, chi li conosce pure.
ma in pratica il succo del tuo ragionamento è che la politica è bella perchè hanno fatto un palazzo bello?
e il grande pennello? mavaff...


Quando i Medici sono tornati a Firenze, purtroppo, hanno “ben pensato” di sciogliere il Consiglio Maggiore e demolirne la sede. Sigh! Leggete questa malinconica testimonianza di un bottegaio del tempo…

E in questo tempo piacque a questo governo nuovo di guastare la sala del consiglio maggiore, cioè el legniame e tante belle cose, ch’erano fatte con tanta grande spesa, e tante belle spalliere… la qual cosa dolse a tutto Firenze, non la mutazione dello Stato, ma quella bella opera del legniame di tanta spesa

Mi direte voi: cosa cavolo c’entra ‘sto ambaradàn con la tua assurda teoria sulla bellezza della politica?
Mi sembra che sia giunta l’ora di fare il punto della situazione e riflettere per una manciata di secondi…
Tutto questo interesse per la costruzione di una sede governativa vorrà pur dire qualcosa, giusto? Pitture, affreschi e altri capolavori (purtroppo andati perduti) non vennero realizzati per il puro gusto di decorare un nuovo palazzo. Lo stesso fervore religioso che accompagnava la vita del cantiere è sintomatico di una concezione “diversa” della politica e di tutto quanto intorno ad essa gravitava.
Le arti figurative (che per me rappresentano sempre e comunque tra le più elevate “forme di bellezza”) si rendevano per una volta serve e allo stesso tempo alleate dell’arte di governo, nell’arduo compito di sottolineare la nobiltà dell’operato dei funzionari pubblici.



dimostri il nulla con il nulla. prendi un esempio a caso, e per di più correli il tutto con uno stralcio-sboronata.


La politica è bella proprio perché è (o almeno, dovrebbe essere) tra le più nobili attività umane! Cosa c’è di più BELLO nel dibattere, nel far scaturire idee, nel discuterle e nel migliorare la vita del proprio paese? La politica influenza ogni campo della nostra vita, a ben pensarci, motivo per cui disinteressarsene è il miglior modo per fare andare a rotoli il nostro futuro di cittadini.



e se non ce lo dicevi tu...


Torniamo a Firenze: nella patria del nasuto Dante,



Ah sì, mi sembrava mancasse ancora qualcuno!


governare era una delle attività più importanti. A tutti i cittadini era concesso di occupare, seppur per breve tempo, una carica pubblica. Era sia un onere che un onore servire il governo con il proprio operato politico. Pensate un po’ a Brunetto Latini, per il quale il mestiere del politico consisteva nella missione di mettersi al servizio dei cittadini, a prescindere da qualsiasi forma di faziosità.
C’è bisogno che la gente rompa con certi schematismi mentali e smetta di associare tutto ciò che sa di politica a tutto ciò che sa di marcio. Perché, se la mettiamo su questo piano, di marcio ce n’è ovunque.
Nelle urne elettorali semi-vuote come in certe sedute dei consigli comunali “per pochi intimi” (quanti di noi sono mai andati a vederne almeno una?). E’ la nostra innata pigrizia a far stare anche noi dalla parte “del torto”, di chi non ha voglia di discutere, di confrontarsi, di crescere perché tanto “le cose vanno male e non si può far niente”. E’ la nostra negligenza che ci spinge a disertare l’appuntamento con il propri dovere di cittadino, delegando a “qualcun altro” il compito di decidere del nostro futuro. E’ la sfiducia nelle istituzioni (spesso motivata, spesso no) a farci dimenticare che tentare il dialogo porta comunque più frutti di un rassegnato silenzio, di un mugolante lamento.



ammettilo, questo l'hai rubato dal sermone di don Fedele.
oltretutto fai casino e non tieni conto del fatto che la democrazia consiste nel delegare a qualcuno le nostre cose pubbliche. Se no ognuno partecipa ai dibattiti e andiamo tutti a fare politica al Maurizio Costanzo show.



La politica è bella solo se tutte le componenti di uno stato (quindi anche noi cittadini “comuni”) vogliono farla diventare bella! Sfortunatamente l’impegno è poco (da ogni parte) e viene compromesso dall’interesse, dal proprio tornaconto personale. Sta quindi a chi pensa di essere in gamba (o vuole diventarlo) alzare la mano, chiedere scusa per l’interruzione e chiedere spiegazioni, indagare, capire, proporre.
In caso contrario, prepariamoci alla demolizione virtuale di ogni sede di governo; alla cancellazione definitiva di ogni affresco.



Morgan il millenarista ha parlato.

echeccazzo!

"Babbo!, perchè piangi?
Perchè...sei morto, figliolo.
No! non sono morto!
Si, sì, lo sei, stai giù."

[Modificato da Grrodon 18/07/2004 15.04]

/ZeroBarraUno/
00domenica 18 luglio 2004 17:39
Quella del Dante nasone però è memorabile.






Morpheu5
00domenica 18 luglio 2004 18:47
Alla luce dei succitati fatti mi pronuncio in merito a questo individuo con una sola, altisonante, parola: accìrete.
Morgan Fairfax
00domenica 18 luglio 2004 19:18
Stai parlando di me? Comunque sto per pubblicare la versione riveduta...
Morgan Fairfax
00domenica 18 luglio 2004 19:59
Ringrazio Morpheus e tutti gli altri delle critiche garbate e costruttive.
Vi spiego meglio il tutto...
Ho pubblicato nel forum il mio articolo per ottenere dei consigli. Li ho avuti e ve ne sono grato.

Questa "composizione" (non tema scolastico ne' articolo di giornale come forse vi ho fatto erroneamente capire) potrebbe andare a finire su una pubblicazione del MSAC interamente scritta e curata da me e una ragazza di Cesena. Una cosa molto personale e sopratutto molto COLLOQUIALE. Lo stile, in teoria, dovrebbe essere semplice, schietto, magari anche ingenuto, giusto per non scrivere un pesante trattatone di 900 pagine. Alla fine, dovrebbe risultare un libercolo di 100.
L'idea di questa composizione mi e' venuta leggendo un libro su Machiavelli e Guicciardini nel quale si parlava della politica di Firenze nel 1494. L'esempio del palazzo del nuovo Consiglio ha cominciato ad interessarmi proprio leggendo i pareri di alcuni storici (di cui adesso ho fatto menzione nello scritto).
Visto che lo stile colloquiale non vi e' piaciuto, ho limato qua e la' e ho cercato di dare organicita' a un punto che non convinceva neanche me: quello che unisce l'esempio di Firenze con il discorso politico.
E a Wago dico: in generale, concordo con le tue critiche (che in qualche modo corrispondono con la mia auto-critica) ma ti chiedo di moderare i toni. A Grrodon dico solo: hai avuto solo un'altra occasione per fare sfoggio di sapiente sarcasmo, ma di tutti i tuoi commentini non so che farmene. A Morpheus dico: grazie, i tuoi consigli sono molto utili.
Morgan Fairfax
00domenica 18 luglio 2004 20:00
/Politica bella
Una delle principali motivazioni del disinteresse dei giovani per la politica è la consapevolezza che si tratta di qualcosa di “estraneo” e “corrotto”. Io la penso in modo ben differente…


La politica è “sporca” per definizione. A detta dei più, si tratta solo di un’attività mediante la quale è possibile assicurare il proprio benessere, quello dei figli e dei figli dei propri figli. Uno strumento grazie al quale salvaguardare i propri interessi, arraffare l’arraffabile e rubacchiare il rubacchiabile. Una pacchia, insomma. Meno pulita di una macchia di unto sulla tovaglia a fiori della nonna, più sordida di un camaleonte fra i coriandoli.
Potrà mai la politica essere bella e diventare un’ arte, una missione, una scelta di vita fatta in nome di nobili ideali?

A costo di sembrare un patetico illuso, vi dirò subito che la politica è bella. Su questo ho pochi dubbi. Fortunatamente c’è la Storia a sostenere questo mio eccentrico pensiero… Sto parlando della Storia con la S maiuscola - anche se ogni storia, grande o piccola che sia, merita una S maiuscola, anche quella dell’impiegato che porta il pane a casa o della prostituta liberatasi dalla sua schiavitù).

Firenze, alla fine del ‘400.
Quando cadde il governo dei Medici (la famiglia che sino al 1494 aveva avuto nelle proprie mani praticamente tutto il potere politico della città) venne istituito il cosidetto Consiglio Maggiore, formato da due istituzioni più “antiche”: il Consiglio del Comune e il Consiglio del Popolo.
Fu deciso di costruire una nuova sede per il nuovo organo governativo, inizialmente solo per fare un po’ di scena e non sfigurare rispetto alle altre grandi metropoli italiche (tra cui primeggiava Venezia). I fiorentini, dunque, eressero in poco tempo un edificio molto grande. Il lavoro fu terminato così brevemente che qualcuno pensò che un angioletto ci avesse messo lo zampino.
Ebbene, tale edificio non era un anonimo casermone di cemento armato come se ne vedono di questi tempi (chi vive alla periferia di Milano o di qualunque altra grande città lo sa bene…). Non era di forma pentagonale, all’ingresso non disponeva di quelle assurde porte girevoli nelle quali, troppo spesso, rischio di lasciarci le penne. Era un gioiello dell’arte italiana. La parete che faceva da sfondo ai magistrati governativi che presiedevano le sedute era decorata da una splendida pittura raffigurante la Madonna. Sulla parete opposta, due affreschi di due gloriose vittorie militari fiorentine. E indovinate un po’ chi è stato a realizzarli? Michelangelo e Leonardo.
Quando i Medici tornarono a Firenze, purtroppo, ben pensarono di sciogliere il Consiglio Maggiore e demolirne la sede. Questa è la malinconica testimonianza di un bottegaio del tempo…

E in questo tempo piacque a questo governo nuovo di guastare la sala del consiglio maggiore, cioè el legniame e tante belle cose, ch’erano fatte con tanta grande spesa, e tante belle spalliere… la qual cosa dolse a tutto Firenze, non la mutazione dello Stato, ma quella bella opera del legniame di tanta spesa

Tale interesse per la costruzione di una sede governativaè stato interpretato dagli storici in molti modi. In linea di massima tutti concordano sul fatto che pitture, affreschi e altri capolavori non siano stati realizzati per il mero gusto di decorare un nuovo palazzo. Lo stesso fervore religioso che accompagnava la vita del cantiere è sintomatico di una concezione “diversa” della politica e di tutto quanto ad essa gravitava.
Le arti figurative si resero serve e allo stesso tempo alleate dell’arte di governo, nell’arduo compito di sottolineare la nobiltà dell’operato dei funzionari pubblici. Motivo? I fiorentini avevano intelligentemente capito che la politica è intrinsecamente bella proprio perché rientra tra le più nobili attività umane! Perchè dibattere, far scaturire idee, discuterle e migliorare la vita del proprio paese è BELLO, nonostante i soliti disfattisti possano pensare l’esatto contrario.
Teniamo presente che nella patria del nasuto Dante, governare era una delle attività più importanti. A tutti i cittadini era concesso di occupare, seppur per breve tempo, una carica pubblica. Era sia un onere che un onore servire il governo con il proprio operato politico. Mirabile l’esempio di Brunetto Latini, per il quale il mestiere del politico consisteva nella missione di mettersi al servizio dei cittadini, a prescindere da qualsiasi forma di faziosità.
Altri tempi, diranno i più. Di questi tempi, tra un conflitto di interessi e una censura, sembrerebbe che tali idee siano anacronistiche… Consentitemi di dissentire.
E’ bene smettere di associare tutto ciò che sa di politica esclusivamente a tutto ciò che sa di marcio. Perchè di marcio ce n’è ovunque, anche nelle nostre linde coscienze di cittadini, troppo spesso distratti e superficiali. Nelle urne elettorali semi-vuote. Nelle sedute dei consigli comunali “per pochi intimi” (quanti di noi sono mai andati a vederne almeno una?). E’ la nostra innata pigrizia a far stare anche noi dalla parte del torto, di chi non ha voglia di discutere, di confrontarsi, di crescere perché tanto “le cose vanno male e non si può far niente”. E’ la nostra negligenza che ci spinge a disertare l’appuntamento con il proprio dovere di cittadino, delegando a “qualcun altro” il compito di decidere del nostro futuro. E’ la sfiducia nelle istituzioni (spesso motivata, spesso no) a farci dimenticare che prendere parte alla vita politica del nostro comune, della nostra provincia, del nostro piccolo/grande mondo porta comunque più frutti di un rassegnato silenzio, di un mugolante lamento.
La politica è bella solo se tutte le componenti di uno stato (quindi anche noi cittadini “comuni”) desiderano farla diventare bella. Sfortunatamente l’impegno è poco (da ogni parte) e viene compromesso dall’interesse, dal proprio tornaconto personale, dall’ignavia. Sta quindi a chi pensa di essere in gamba (o vuole diventarlo) alzare la mano, chiedere scusa per l’interruzione e pretendere spiegazioni, indagare, capire, proporre. Usando un’abusata espressione: mettersi in gioco!
In caso contrario, prepariamoci alla demolizione virtuale di ogni sede di governo; alla cancellazione definitiva di ogni affresco.

[Modificato da Morgan Fairfax 18/07/2004 20.07]

[Modificato da Morgan Fairfax 18/07/2004 20.07]

[Modificato da Morgan Fairfax 18/07/2004 20.08]

[Modificato da Morgan Fairfax 18/07/2004 20.17]

Grrodon
00domenica 18 luglio 2004 20:50
Re:

L'idea di questa composizione mi e' venuta leggendo un libro su Machiavelli e Guicciardini nel quale si parlava della politica di Firenze nel 1494. L'esempio del palazzo del nuovo Consiglio ha cominciato ad interessarmi proprio leggendo i pareri di alcuni storici (di cui adesso ho fatto menzione nello scritto).



cioè fammi capire, tu parti da un'argomentazione che ti piace e decidi cosa dimostrare poi.


A Grrodon dico solo: hai avuto solo un'altra occasione per fare sfoggio di sapiente sarcasmo, ma di tutti i tuoi commentini non so che farmene.



non so, magari ascoltarli? o forse non hai capito che dietro "il sapiente sarcasmo" ho cercato di aiutarti.
Morpheu5
00domenica 18 luglio 2004 21:27
Cominciamo ad andare meglio. Così, a bruciapelo, due cose:

1) "anche quella dell’impiegato che porta il pane a casa o della prostituta liberatasi dalla sua schiavitù)". Leva. E' inutile. Allo stesso modo ti consiglierei di levare tutti gli accenni autobiografici e specialmente il tono da "secondo me è così e adesso vi spiego perché". E' preferibile un tono più impersonale del tipo "non è detto che la politica sia brutta perché lo dice tanta gente, potremmo perfino vederla bella, se la guardiamo da un altro punto di vista". E' meno "so tutto io" e più conciliante, più diplomatico, rende meno l'idea che tu voglia imporre la tua idea. Magari non lo vuoi fare ma l'impressione è quella.
2) "Firenze, alla fine del ‘400". No, no, qui non ci stiamo stilisticamente. Un titoletto così è abbruttito dalla preposizione articolata che sottointende il verbo essere. La frase, in forma esplicita, è "Siamo a Firenze, alla fine del '400". No, molto meglio, e più incisivo, "Firenze, fine '400". Punto. E' un'accezione più forte della stessa sentenza e dà proprio l'idea al lettore di essere violentemente catapultato nell'epoca di cui parli. Dà un'idea di decisione, lo convinci a seguirti. Altrimenti sembri Alberto Angela.
Altro appunto: io, la parte su Firenze, la piallerei di brutto. Non ci sta, non c'azzecca un cazzo niente. Trova un altro esempio. Oppure non trovarlo affatto ed arricchisci lo scritto con argomentazioni che vengano dal tempo attuale altrimenti è facile dire "quando c'era il duce i treni arrivavano in orario". Ora il duce non c'è, come la mettiamo?

Ecco tutto, per il momento.
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[Modificato da Morpheu5 18/07/2004 21.28]

Wago
00domenica 18 luglio 2004 21:39
Re:
Scusa, ma credo sia piu' funzionale se ti evidenzio una per una tutte le cose che non vanno proprio (e sono tante). Perdonami se ti ho trattato male, ma ti giuro che -magari involontariamente - hai fatto di tutto perche' lo facessi :P


Scritto da: Morgan Fairfax 18/07/2004 20.00
/Politica bella
Una delle principali motivazioni del disinteresse dei giovani per la politica è la consapevolezza che si tratta di qualcosa di “estraneo” e “corrotto”. Io la penso in modo ben differente…



Quell'"io la penso in modo ben differente" e' presuntuoso, snobistico e parecchio bruttino stilisticamente. Il testo e' tuo, e' ovvio che le opinioni sono tue, non serve che tu lo ribadisca, e' chiaro. Parli di "consapevolezza", ti faccio notare che la parola sottoindende la verita' di cio' a cui e' riferita. Mi pare che tu non sostenga che la politica e' estranea e corrotta, ma il contrario. Dunque dovresti usare la parola "convinzione".
Io scriverei: "Una delle principali motivazioni del disinteresse dei giovani nei confronti della politica è la convinzione che si tratti di qualcosa di estraneo a loro e di irrimediabilmente e inequivocabilmente corrotto. Se senza dubbio puo' dirsi vero che questa concezione non sia completamente errata, cio' non implica che sia totalmente corretta..."



La politica è “sporca” per definizione. A detta dei più, si tratta solo di un’attività mediante la quale è possibile assicurare il proprio benessere, quello dei figli e dei figli dei propri figli. Uno strumento grazie al quale salvaguardare i propri interessi, arraffare l’arraffabile e rubacchiare il rubacchiabile. Una pacchia, insomma. Meno pulita di una macchia di unto sulla tovaglia a fiori della nonna, più sordida di un camaleonte fra i coriandoli.
Potrà mai la politica essere bella e diventare un’ arte, una missione, una scelta di vita fatta in nome di nobili ideali?



Ok, non mi piace lo stile moralistico e sermonistico del paragrafo, ma fila. Mi sembra pero' che sottovaluiti la potenza, la funzionalita' e l'efficacia di una buona aggettivazione.



A costo di sembrare un patetico illuso, vi dirò subito che la politica è bella.



Questa frase fa ancora schifo, scusa se sono cosi' terra-terra. In primis è l'aggettivo "bella" che non ha nessun significato sensato in questo discorso. In che senso e' bella? Spiegalo!
Io scriverei: Eppure "politica" non e' solo questo. E' anche una pratica lista di aggettivi positivi che mettano in evidenza tutti gli aspetti positivi della politica e, in ultima analisi, bella.


Su questo ho pochi dubbi. Fortunatamente c’è la Storia a sostenere questo mio eccentrico pensiero… Sto parlando della Storia con la S maiuscola - anche se ogni storia, grande o piccola che sia, merita una S maiuscola, anche quella dell’impiegato che porta il pane a casa o della prostituta liberatasi dalla sua schiavitù).



Ecco, ok. Che funzionalita' ha nel tuo testo il riferimento alla storia con la S maiuscola o minuscola? Nessuno. Non aggiunge una virgola a favore della tua tesi e ha come uno risultato di rendere dispersivo il tuo discorso. Elimina tutta la parte dopo i puntini di sospensione, e rivedi la punteggiatura, che e' poco scorrevole.



Firenze, alla fine del ‘400.



Via "alla".



Quando cadde il governo dei Medici (la famiglia che sino al 1494 aveva avuto nelle proprie mani praticamente tutto il potere politico della città)



Se qualcuno non sa chi sono i Medici, e' troppo decerebrato per interessarsi a questo genere di argomenti. Chi invece lo sa, si sentira' giustamente infastidito dal fatto di essere trattato come un decerebrato. Non serve che tu spieghi chi erano i Medici: limita a darne le coordinate temporali e a ricordare che il loro potere era pressoche' totale, senza dare la sensazione di saperne piu' del lettore.


venne istituito il cosidetto Consiglio Maggiore, formato da due istituzioni più “antiche”: il Consiglio del Comune e il Consiglio del Popolo.
Fu deciso di costruire una nuova sede per il nuovo organo governativo, inizialmente solo per fare un po’ di scena e non sfigurare rispetto alle altre grandi metropoli italiche (tra cui primeggiava Venezia).



Quel "fare un po' di scena" e' totalmente fuori registro, sostituiscilo con una locuzione piu' adatta. E io non parlerei di "metropoli", perche' al tempo di certo non ce n'erano.


I fiorentini, dunque, eressero in poco tempo un edificio molto grande. Il lavoro fu terminato così brevemente che qualcuno pensò che un angioletto ci avesse messo lo zampino.



Ok, ti piacciono gli angioletti, ma messo cosi' questo riferimento non porta acqua al tuo mulino. Inoltre sei ripetitivo, potresti risparmiare sulle parole:
"I fiorentini eressero, dunque, un edificio grande e sfarzoso dove ospitare il potere politico in brevissimo tempo, tanto che qualcuno penso' che qualche angioletto ci avesse messo lo zampino".



Ebbene, tale edificio non era un anonimo casermone di cemento armato come se ne vedono di questi tempi (chi vive alla periferia di Milano o di qualunque altra grande città lo sa bene…). Non era di forma pentagonale, all’ingresso non disponeva di quelle assurde porte girevoli nelle quali, troppo spesso, rischio di lasciarci le penne. Era un gioiello dell’arte italiana.



E' di una qualche utilita' questo passaggio? No. Limitati a dire che non era come gli edifici pubblici di oggi, che fanno schifo, ma era un capolavoro (non con le mie parole, ovviamente). Se questa e' la tua argomentazione; perche' io non la condivido affatto: hai visto il Reichstag di Berlino? Il Pirellone? Il Palazzo di Vetro? L'urbanistica ha sempre dato grande importanza agli edifici pubblici, e a quelli governativi in particolare.


La parete che faceva da sfondo ai magistrati governativi che presiedevano le sedute era decorata da una splendida pittura raffigurante la Madonna. Sulla parete opposta, due affreschi di due gloriose vittorie militari fiorentine. E indovinate un po’ chi è stato a realizzarli? Michelangelo e Leonardo.



Inutile apostrofe al lettore. E' bene interagire con chi legge, ma va fatto nel modo giusto e nel momento giusto.



Quando i Medici tornarono a Firenze, purtroppo, ben pensarono di sciogliere il Consiglio Maggiore e demolirne la sede. Questa è la malinconica testimonianza di un bottegaio del tempo…



I due punti ti facevano schifo?



E in questo tempo piacque a questo governo nuovo di guastare la sala del consiglio maggiore, cioè el legniame e tante belle cose, ch’erano fatte con tanta grande spesa, e tante belle spalliere… la qual cosa dolse a tutto Firenze, non la mutazione dello Stato, ma quella bella opera del legniame di tanta spesa

Tale interesse per la costruzione di una sede governativaè stato interpretato dagli storici in molti modi.



Due punti.


In linea di massima



Virgola


tutti concordano sul fatto che pitture, affreschi e altri capolavori



Passi da una descrizione costitutiva, peraltro mal congegnata (gli affreschi sono pitture pure loro) a una qualitativa (capolavori) senza che questo abbia un'utilita' retorica. Dunque, non farlo. Quando rompi la linearita' del testo, richiami l'attenzione. E se devi richiamare l'attenzione, fallo dove e' utile, non dove e' inutile; il lettore altrimenti si ritrovera' spaesato.


non siano stati realizzati per il mero gusto di decorare un nuovo palazzo. Lo stesso fervore religioso che accompagnava la vita del cantiere è sintomatico di una concezione “diversa” della politica e di tutto quanto ad essa gravitava.



Hai messo "diversa" fra virgolette, perche' ti sei reso conto che non era la parola adatta. Cerca di sostituirla allora con altri aggettivi, piu' di uno, che rendano meglio l'idea. Non essere generico. E le cose non gravitano A, gravitano ATTORNO A.



Le arti figurative si resero serve e allo stesso tempo alleate dell’arte di governo, nell’arduo compito di sottolineare la nobiltà dell’operato dei funzionari pubblici.



Buona frase.


Motivo? I fiorentini avevano intelligentemente capito che la politica è intrinsecamente bella proprio perché rientra tra le più nobili attività umane! Perchè dibattere, far scaturire idee, discuterle e migliorare la vita del proprio paese è BELLO, nonostante i soliti disfattisti possano pensare l’esatto contrario.



Se questo salto avesse senso, sarebbe un volo pindarico. Purtroppo pero' non ne ha. Se il tuo ragionamento e' "il palazzo rappresenta la politica, dunque se il palazzo e' bello la politica e' bella", fallo capire. E' un ragionamento miope, ma se e' quello che vuoi dire, fallo. E evita i moralismi dell'ultima frase, e gia' che ci sei leva il punto esclamativo, che non sei all'osteria.



Teniamo presente che nella patria del nasuto Dante, governare era una delle attività più importanti.



E in tutte le altre patrie non e' forse cosi'? Morgan, non sono io che devo trovarti le antitesi, te le devi immaginare da solo per anticipare il lettore. Un ragionamento che non tiene conto delle alternative a se' stesso non fila, non dimostra nulla.


A tutti i cittadini era concesso di occupare, seppur per breve tempo, una carica pubblica. Era sia un onere che un onore servire il governo con il proprio operato politico. Mirabile l’esempio di Brunetto Latini, per il quale il mestiere del politico consisteva nella missione di mettersi al servizio dei cittadini, a prescindere da qualsiasi forma di faziosità.
Altri tempi, diranno i più. Di questi tempi, tra un conflitto di interessi e una censura, sembrerebbe che tali idee siano anacronistiche… Consentitemi di dissentire.



Questo pezzo non e' malaccio, pero' manca di carisma, e' moscetto. E' il centro del tuo discorso, fallo sentire: sei sulla buona strada. Prima fai finta di trascinare il lettore da una parte, poi cambia direzione. Convincilo che erano altri tempi, fagli credere che tu la pensi come lui, e poi fregalo. E leva i puntini di sospensione.



E’ bene smettere di associare tutto ciò che sa di politica esclusivamente a tutto ciò che sa di marcio.



Questo "e' cosa buona e giusta" e' immondo. E assolutamente sterile.


Perchè di marcio ce n’è ovunque, anche nelle nostre linde coscienze di cittadini, troppo spesso distratti e superficiali. Nelle urne elettorali semi-vuote. Nelle sedute dei consigli comunali “per pochi intimi” (quanti di noi sono mai andati a vederne almeno una?).



O metti la virgola, o, se vuoi usare una pausa radicale come un punto, continua l'elenco con un bel climax. Vedi sopra: ogni rottura della linearita' richiama l'attenzione. Fai in modo che sia richiamata suqualcosa di utile.


E’ la nostra innata pigrizia a far stare anche noi dalla parte del torto, di chi non ha voglia di discutere, di confrontarsi, di crescere perché tanto “le cose vanno male e non si può far niente”. E’ la nostra negligenza che ci spinge a disertare l’appuntamento con il proprio dovere di cittadino, delegando a “qualcun altro” il compito di decidere del nostro futuro. E’ la sfiducia nelle istituzioni (spesso motivata, spesso no) a farci dimenticare che prendere parte alla vita politica del nostro comune, della nostra provincia, del nostro piccolo/grande mondo porta comunque più frutti di un rassegnato silenzio, di un mugolante lamento.



Sermone. Orrido. La forma va anche bene, ma il tono e' terribile. Smettila di accusare il prossimo fecndo finta di farne parte, questa non e' critica costruttiva, e' pura chiacchiera.



La politica è bella solo se tutte le componenti di uno stato (quindi anche noi cittadini “comuni”) desiderano farla diventare bella. Sfortunatamente l’impegno è poco (da ogni parte) e viene compromesso dall’interesse, dal proprio tornaconto personale, dall’ignavia.



L'interesse dell'ignavia? Ma lo sai cos'e' l'ignavia? E via le parentesi, esistono anche i trattini.


Sta quindi a chi pensa di essere in gamba (o vuole diventarlo) alzare la mano, chiedere scusa per l’interruzione e pretendere spiegazioni, indagare, capire, proporre. Usando un’abusata espressione: mettersi in gioco!
In caso contrario, prepariamoci alla demolizione virtuale di ogni sede di governo; alla cancellazione definitiva di ogni affresco.



Pessima conclusione. Scusami Morgan, se non commento tutto per filo e per segno, ma secondo me tutta la conclusione, dal "volo pindarico" in poi, e' da rifare da capo.
Grrodon
00domenica 18 luglio 2004 21:55
ma secondo me concludere con l'affresco non è neanche un'idea malvagia, almeno giustifica l'argomentazione floscia.
Morpheu5
00domenica 18 luglio 2004 21:56
Quoto wago - specialmente sui trattini.

[SM=x68097]
Wago
00domenica 18 luglio 2004 22:01
Moppo, sei un gegnaccio :P
Morpheu5
00domenica 18 luglio 2004 22:06
Non avevo il minimo dubbio.
Morgan Fairfax
00domenica 18 luglio 2004 23:32
/Politica bella
Uno dei principali motivi del disinteresse dei giovani per la politica è la convinzione che si tratta di qualcosa di “estraneo” e “corrotto”. E se provassimo a considerarla da una prospettiva diversa?


La politica è “sporca” per definizione. A detta dei più, si tratta solo di un’attività mediante la quale è possibile assicurare il proprio benessere, quello dei figli e dei figli dei propri figli. Uno strumento grazie al quale salvaguardare i propri interessi, arraffare l’arraffabile e rubacchiare il rubacchiabile. Una pacchia, insomma. Meno pulita di una macchia di unto sulla tovaglia a fiori della nonna, più sordida di un camaleonte fra i coriandoli.
Potrà mai la politica diventare un’ arte, una missione, una scelta di vita fatta in nome di nobili ideali? L’unica risposta sensata a quest domanda è che è nostro preciso dovere far realizzare tale prospettiva.
La politica è vitale nelle nostre vite, imprescindibile e, in ultima analisi, BELLA.
Così bella che Platone ritenne fosse possibile amare le istituzioni.
Così bella che sin dai tempi delle antiche poleis greche gli uomini hanno cercato di esaltarla in molti modi: costruendo sedi di governo magnifiche, trattandone i temi più scottanti anche in poesia.
Un esempio lampante ci viene fornito dalla storia di una nota città d’arte italica…

Firenze, fine del ‘400.
Quando cadde il governo della famiglia dei Medici, che sino al 1494 aveva avuto nelle proprie mani praticamente tutto il potere politico, venne istituito il cosidetto Consiglio Maggiore, formato da due istituzioni più “antiche”: il Consiglio del Comune e il Consiglio del Popolo.
Fu deciso di costruire una nuova sede per il nuovo organo governativo, inizialmente solo per emulare altre grandi metropoli del tempo (tra cui primeggiava Venezia). I fiorentini eressero in poco tempo un edificio molto grande. Il lavoro fu terminato così brevemente che qualcuno pensò che un angioletto ci avesse messo lo zampino.
Ebbene, tale edificio non era un anonimo casermone di cemento armato come se ne vedono di questi tempi (chi vive alla periferia di Milano o di qualunque altra grande città lo sa bene…). Non era di forma pentagonale, all’ingresso non disponeva di quelle assurde porte girevoli nelle quali, troppo spesso, rischio di lasciarci le penne. Era un gioiello dell’arte italiana. La parete che faceva da sfondo ai magistrati governativi che presiedevano le sedute era decorata da una splendida pittura raffigurante la Madonna. Sulla parete opposta, due affreschi di due gloriose vittorie militari fiorentine. E indovinate un po’ chi è stato a realizzarli? Michelangelo e Leonardo.
Quando i Medici tornarono a Firenze, purtroppo, ben pensarono di sciogliere il Consiglio Maggiore e demolirne la sede. Questa è la malinconica testimonianza di un bottegaio del tempo:

E in questo tempo piacque a questo governo nuovo di guastare la sala del consiglio maggiore, cioè el legniame e tante belle cose, ch’erano fatte con tanta grande spesa, e tante belle spalliere… la qual cosa dolse a tutto Firenze, non la mutazione dello Stato, ma quella bella opera del legniame di tanta spesa

Tale interesse per la costruzione di una sede governativa è stato interpretato dagli storici in molti modi: in linea di massima, tutti concordano sul fatto che le opere artistiche ospitatevi non siano state realizzate per il mero gusto di decorare un nuovo palazzo. Lo stesso fervore religioso che accompagnava la vita del cantiere è sintomatico di una concezione della politica e di tutto quanto intorno ad essa gravitava ben diversa da quella di noi uomini del 21° secolo.
Le arti figurative si resero serve e allo stesso tempo alleate dell’arte di governo, nell’arduo compito di sottolineare la nobiltà dell’operato dei funzionari pubblici. Motivo? I fiorentini avevano intelligentemente capito che la politica è intrinsecamente bella proprio perché rientra tra le più nobili attività umane! Perchè dibattere, far scaturire idee, discuterle e migliorare la vita del proprio paese è semlpicemente BELLO.
Mirabile l’esempio di Brunetto Latini, per il quale il mestiere del politico consisteva nella missione di mettersi al servizio dei cittadini, a prescindere da qualsiasi forma di faziosità.
Altri tempi, diranno i più. Di questi tempi, tra un conflitto di interessi e una censura, sembrerebbe che tali idee siano anacronistiche… Consentitemi di dissentire.
E’ bene smettere di associare tutto ciò che sa di politica esclusivamente a tutto ciò che sa di marcio. Perchè di marcio ce n’è ovunque, anche nelle nostre linde coscienze di cittadini, troppo spesso distratti e superficiali, anche nelle urne elettorali semi-vuote o in talune sedute dei consigli comunali “per pochi intimi” (quanti di noi sono mai andati a vederne almeno una?).
E’ la nostra innata pigrizia a far stare anche noi dalla parte del torto, di chi ha poca voglia di discutere, di confrontarsi, di crescere. Un’ insensata negligenza che spinge troppo spesso la gente a disertare l’appuntamento con il proprio dovere di cittadino, delegando a “qualcun altro” il compito di decidere del nostro futuro. Che sia la sfiducia per le istituzioni (spesso motivata, spesso no) a farci dimenticare che prendere parte alla vita politica del nostro comune, della nostra provincia, del nostro piccolo/grande mondo porta comunque più frutti di un rassegnato silenzio, di un mugolante lamento?
La politica è bella solo se tutte le componenti di uno stato - quindi anche noi cittadini “comuni” - desiderano farla diventare bella. Sfortunatamente l’impegno è poco (da ogni parte) e viene compromesso dall’interesse, dal proprio tornaconto personale.
Sta quindi a chi pensa di essere in gamba - o vuole diventarlo - alzare la mano, chiedere scusa per l’interruzione e pretendere spiegazioni, indagare, capire, proporre. Usando un’abusata espressione: mettersi in gioco!
In caso contrario, prepariamoci alla demolizione virtuale di ogni sede di governo; alla cancellazione definitiva di ogni affresco.

[Modificato da Morgan Fairfax 18/07/2004 23.33]

[Modificato da Morgan Fairfax 18/07/2004 23.34]

Wago
00domenica 18 luglio 2004 23:40
Vabbe', ci rinuncio.
Morgan Fairfax
00domenica 18 luglio 2004 23:41
Innanzitutto, ringrazio Wago. Sul serio. I suoi interventi precedenti erano stati un po' troppo forti per convincermi della debolezza di alcuni passi... Ora ho invece ha disposizione una ventina di consigli. MILLE GRAZIE! [SM=x68112]

Comunque, credo di aver rattoppato alcuni strappi e sanato le situazioni meno stabili. L'esempio di Firenze rimane, ora sostenuto da un'introduzione piu' IN TOPIC. Alcuni cali di registro sono stati da me mantenuti per mantenere la lettura un poco leggera (a volte sembra di trovarsi di fronte a un libro di storia, e neanche di buona qualita'...).
La conclusione rimane cosi' com'e', ad altri miei amici non e' sembrato affatto sermonistica e tanto mi basta. Tenete conto che l'obiettivo del testo e' affermare che siamo tutti coinvolti nell'attivita' politica (la battuta del Costanzo Show di Grrodon, in questo caso, mi sembra fuori luogo e inutile) e che per capirlo dobbiamo renderci conto che tale "pratica" (per usare le parole di Wago) è bella... Lo avevano capito secoli fa, perchè dobbiamo dimentircene?[/G
Ho eliminato molti di quei punti che non c'azzeccavano una minchia nell'economia generale del discorso... Purtroppo sono un maniaco delle parentesi, sicuramente molto piu' efficaci sono i trattini. E poi... E poi basta! Mi sono molto impegnato, non e' facile riempire un foglio bianco con l'esposizione del proprio pensiero...

[Modificato da Morgan Fairfax 18/07/2004 23.44]

Morgan Fairfax
00domenica 18 luglio 2004 23:42

Scritto da: Wago 18/07/2004 23.40
Vabbe', ci rinuncio.



Ci rinunci a cosa? Se vuoi riscrivimelo tu! Anzi, facciamo come a scuola... Ti do un tema e vediamo come lo sviluppi. Sicuramente farai meglio di me. Se hai ancora qualcosa da dire, dilla. In caso contrario...
/lyxor/
00lunedì 19 luglio 2004 17:31
Re:

Scritto da: Morgan Fairfax 18/07/2004 23.42


Ci rinunci a cosa? Se vuoi riscrivimelo tu! Anzi, facciamo come a scuola... Ti do un tema e vediamo come lo sviluppi. Sicuramente farai meglio di me. Se hai ancora qualcosa da dire, dilla. In caso contrario...



ma lo vedi che hai una coda di paglia assurda?
io alcune robe di wago le ho lette, e ti assicuro che ti potrebbe smerdare come e quando vuole (non che sia difficile, ci riuscirei pure io).
Anzi, facciamola la gara di scrittura, scegli te un tema (decente, ti prego) e poi vediamo che hai ncora da dire

finirei con un bel "fly down" o un "abbassa la cresta"...scegli te quello che vuoi
Morgan Fairfax
00lunedì 19 luglio 2004 19:12
Hai ragione.
kiaraxad
00lunedì 19 luglio 2004 22:13
Moppo, Wago, è assurdo puntigliare sullo stile. E' il contenuto che non c'è. La lezione di Sgrigno è una genialata sprecata, e le correzioni da maestrino del Nostro Vicentino "SterminaGnubbi" (sic, ahimè) sono, appunto, correzioni da maestrino.
Per carità, bacchettate ragionevoli e sacrosante, non si usa lo spazio dopo l'apostrofo e la punteggiatura esiste per dei motivi ben precisi. Ma buttarsi sugli svarioni stilistici equivale a svicolare: "siccome non so attaccare quello che dici, mi butto su COME lo dici". E' una cazzata, insomma: non democristiana ma pur sempre una cazzata.

L'unica frase valida da dire è
Morgan, trova delle cose intelligenti da dire. E poi leggi qualcosa che non sia la Bibbia. E poi fatti una lobotomia.
E poi torna.
E se il vuoto continua, spostati nella cartella Delirium
o fatti prete.

Merci
Morgan Fairfax
00martedì 20 luglio 2004 10:54
Hai ragione.
Wago
00martedì 20 luglio 2004 13:20
Hai rotto. Rispondi ancora una volta "hai ragione" o qualcosa di simile, e scatta il ban.
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