NOTIZIE DALL'ITALIA

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Ratzigirl
00martedì 27 settembre 2005 19:55
Notizie di cronaca, attualità, società...tutto quello che attrae la nostra attenzione proveniente dal nostro Paese, per una riflessione più profonda sulla Storia che gira insieme con noi.
Ratzigirl
00martedì 27 settembre 2005 20:08
"Garowee Bosaso" e i bidoni occultati

Ilaria Alpi



Una equipe formata dall'inviato del settimanale di Famiglia Cristiana, Luciano Scalettari, da uno degli ideatori del Premio Ilaria Alpi, Francesco Cavalli, dal deputato dei Verdi, Mauro Bulgarelli e l'operatore Alessandro Rocca, e' tornata dopo 7 anni sulla strada Garowee Bosaso.

La strada cioe' dove passarono Ilaria Alpi e l' operatore Miran Hrovatin durante il loro ultimo viaggio in Somalia e dove effettuarono lunghe riprese prima di tornare a Mogadiscio dove persero la vita. Al chilometro 140, lungo la strada l'equipe ha rilevato con un magnetometro la presenza di metalli interrati, presumibilmente fusti contenenti rifiuti tossici, come ha raccontato un autista somalo che li aveva trasportati in quel posto.

Di tutto questo, delle patologie riscontrate tra i pescatori dei villaggi della costa , dove sono stati trovati i bidoni con i veleni strappati ai fondali marini dall'onda dello Tsunami nel dicembre scorso, ma soprattutto dell'interesse che Ilaria aveva mostrato per questo traffico di rifiuti tra i paesi industrializzati e il corno d'Africa , trattera' lo speciale di Rainews, che cerchera' anche di ricostruire, attraverso documenti provenienti da inchieste giudiziarie, il contesto in cui avvennero quei traffici.

Uno speciale di Rainews 24, in onda venerdi 23 settembre alle ore 11:05 .
Seguilo in diretta sul web QUI


E qui la vicenda di Ilari Alpi

[Modificato da Ratzigirl 27/09/2005 20.09]

Ratzigirl
00martedì 27 settembre 2005 22:12
Un museo Crociate di fronte moschea
Progetto provocatorio di un club a Genova



Un museo dedicato alle Crociate, in particolare a Goffredo di Buglione, di fronte alla moschea. E' il progetto provocatorio di un club politico.L'idea del club irrompe nella polemica scoppiata a Genova dopo l'ok al progetto della moschea da parte della commissione edilizia del Comune. Il presidente del club dice: 'Se la Curia dara' il permesso erigeremo una cappella dedicata al crociato santo e inviteremo il card. Bertone a consacrarla. E ogni venerdi' inviteremo la gente a recitare il rosario'.

[trovo molto stupida questa idea provocatoria, e non credo che il cardinal Bertone vorrà prendervi parte, è chiaramente un'attacco alla comunità musulmana con la quale la Santa Sede sta cercando di trovare un dialogo, non credo che si impelagherà in una questione di bassa lega come questa.....un conto è la cristianofobia, e un conto è rovesciare su persone di fede diversa uno degli orrori e dei massacri della storia, le crociate, come già ho avuto modo di dire, non sono da portare come vessillo, dato che hanno causato morte...e questo, se non erro, è stato già detto anche da Benedetto XVI.]

[Modificato da Ratzigirl 27/09/2005 22.12]

Ratzigirl
00martedì 27 settembre 2005 22:26
Gerenzano prega e spera per Marta
LA TREDICENNE ANCORA IN RIANIMAZIONE A NIGUARDA



Gerenzano (Va) - Non ci sono ancora novità “buone” per Marta. Si continua a sperare che i medici del Niguarda possano fare un miracolo per la tredicenne presa a martellate dal “pazzo del paese”. Un paese sconvolto, sotto choc.
Ha lasciato un solco profondo tra gli abitanti di Gerenzano la tragedia di Marta, che sabato, mentre stava mangiando un gelato seduta su un marciapiedi con le amiche, è stata aggredita a martellate da uno squilibrato e ora sta lottando contro la morte all’ospedale Niguarda di Milano.
Una vicenda che ha lasciato molti “senza parole”; attoniti, davanti a un gesto brutale compiuto senza motivo contro una ragazzina da un uomo che da anni aveva dato segni preoccupanti di squilibrio mentale. Un individuo che circolava liberamente, nonostante i ripetuti episodi di asocialità registrati negli anni.
Ernesto Zaffaroni, questo il nome dell’uomo, 57 anni, geometra in pensione, due trattamenti sanitari alle spalle, ricoveri in ospedale, in cura al Cps di Saronno, il Comune confinante con Gerenzano, e ora in carcere con l’accusa di tentato omicidio.
A riassumere lo stato d’animo del paese è stato proprio il parroco don Filippo che subito, dopo la drammatica vicenda, ha organizzato una veglia di preghiera per «la Marta».
«Sono qui da 17 anni - ha detto don Filippo - e nonostante il dolore perché in passato sono morti alcuni giovani in incidenti stradali, magari dopo la discoteca, questo fatto lascerà un segno molto più profondo per la sua tragicità. Era lì tranquilla a mangiarsi il suo gelato ed è successo il finimondo. La sua vita ora è nelle mani del Padreterno».
Finimondo raccontato dal titolare della gelateria che si trova in via Berra, proprio di fianco alla palazzina dove abita Zaffaroni: «Ho sentito mia moglie gridare come una forsennata - ha spiegato il signor Antonello -. All’inizio non capivo quale fosse il motivo di tanto trambusto, poi sono uscito e ho visto Marta per terra in un lago di sangue. Una scena indescrivibile».
Immediato l’avviso ai carabinieri e al 118, mentre un vicino di casa proprio di Zaffaroni, Vito, anche lui allertato dalle urla e sceso in strada, ha prestato i primi soccorsi alla 13/enne: «Aveva la testa fracassata e allora ho preso uno straccio che avevo in garage e l’ho coperta».
Il signor Vito conosce da 18 anni Zaffaroni: oltre a ripetute aggressioni a compaesani, sacerdoti compresi, di lui dice che «è uno di poche parole, ombroso. È stato ricoverato anche all’ospedale di Busto Arsizio, ma è peggiorato da quando, qualche mese fa, è morta la madre».
Vito ha poi raccontato quando, la scorsa Pasqua, è arrivata l’ambulanza perché Zaffaroni, fuori di sé, aveva cominciato a «gridare come un matto», oppure quando il primo maggio di quest’anno ha dovuto chiamare i pompieri perché dal suo appartamento proveniva un «terribile odore di gas».
E ieri sera «quando i carabinieri l’hanno portato via era tranquillo davanti alla tv». Di questa terribile vicenda quasi nessuno vuole parlare in paese: tanti ragazzi in lacrime non si sono lasciati avvicinare, alcuni si sono limitati a una battuta («adesso non si può più nemmeno mangiare un gelato tranquilli») e qualcun’altro ha confessato di «essere stato perseguitato» da Zaffaroni.
I pochi che si sono concessi a telecamere e taccuini hanno descritto Marta, chierichetto fino a sei mesi fa, come una ragazzina «allegra, gentile, sempre pronta ad aiutare il prossimo» (impegnata nel mondo del volontariato) e «attivissima all’oratorio», dove sabato avrebbe dovuto recarsi per la tradizionale festa annuale in corso da una settimana e ieri sospesa per la tragedia.
Una «brava ragazza», che proviene da una famiglia «semplice, brava gente» e che, come capita alla maggior parte delle adolescenti, «era sempre in giro con le amiche del cuore: erano una “banda” di sei o sette - ha spiegato don Andrea - tutte molto affiatate. E pensare che domenica voleva fare il torneo di calcio saponato». Il prete, responsabile dell’oratorio, ieri pomeriggio ha riunito tutti i ragazzi per pregare per Marta e li ha invitati a un momento di raccoglimento anche prima di andare a dormire.
Don Filippo, in contatto costante con la famiglia di Marta, ieri prima di cominciare la messa ha detto: «Il mio cuore di prete è triste. Il nostro paese ha raggiunto la cronaca dei giornali e delle televisioni per il gesto inconsulto di una persona malata e squilibrata che ha ridotto una ragazza adolescente in fin di vita e ha frantumato la serenità di una famiglia. Non abbiamo parole! Ma la nostra fede ci conduce ai piedi di quest’altare per supplicare una grazia e non per giudicare, ma per sentirci tutti uniti in un sofferto cammino di peccatori».
Di Zaffaroni il parroco si è limitato ad affermare «che era malato: nei momenti di crisi aggrediva le persone, al massimo un pugno, ma a tanto non era mai arrivato».
Il sindaco di Gerenzano gli fa eco: «Nessuno ci aveva detto che si trattava di un soggetto pericoloso. Episodi come questo portano alla luce la mancanza di strutture». Chiusi nel loro dolore i familiari di Marta. «Sta male e siamo sconvolti», sono le poche parole pronunciate dai genitori all’ospedale di Niguarda dove la ragazzina, dopo un delicato intervento chirurgico, è ricoverata nel reparto di neurorianimazione intubata e in coma. «Per favore - ha chiesto il padre con il volto segnato dalle lacrime -, abbiate rispetto per il nostro dolore, lasciateci stare».
Intanto tutta Gerenzano piange e prega per una ragazzina innocente che lotta per la vita. Marta è diventata il simbolo della speranza e il je accuse verso le istituzioni che non sono in grado di dare risposte certe dinanzi alla malattia mentale.
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00mercoledì 28 settembre 2005 02:11
Neonato trovato morto in una busta di plastica.....


Era avvolto in un asciugamano, dentro una borsa rossa di nylon, e affiorava dalle acque del lago di Caldonazzo. E' stato ritrovato così, questa mattina, il corpo senza vita di un neonato, un maschietto dalla pelle bianca, abbandonato a Tenna Valsugana, in provincia di Trento. A trovarlo e a chiamare poi i Carabinieri, un cinquantenne della zona che stava passeggiando lungo la riva del lago.

Sul posto sono subito accorsi i carabinieri della compagnia provinciale di Trento: "Stiamo conducendo indagini a 360 gradi - ha spiegato il comandante del Nucleo Operativo, il tenente Enrico Risottino - è arrivato anche il medico legale che ha constatato il decesso del piccolo, e il pm della Procura di Trento, Carmine Russo, che ha disposto l'autopsia".

Quarto caso nell'ultimo mese
Salgono così a quattro i casi di abbandono di neonati in un mese, gli ultimi due a distanza di una settimana l'uno dall'altro. Solo una settimana fa, il 20 settembre, una donna bulgara a Biella aveva nascosto il figlio appena nato in un mobile del bagno, uccidendolo. Esattamente un mese fa, il 27 agosto, ad Acerra, vicino Napoli, una clandestina ucraina aveva gettato il corpo della figlia in un cassonetto. Il giorno dopo, a Roma, identico episodio, questa volta protagonista una giovane mamma nigeriana, che subito dopo aver partorito in casa, aveva chiuso il corpicino del piccolo in un sacchetto di plastica e lo aveva nascosto dietro un cespuglio.

Storie simili negli ultimi sei anni
Storie di disperazione, di cui sono protagoniste e insieme vittime donne sole e emarginate, spesso clandestine che arrivano da paesi lontani e che vivono in condizioni di grave disagio. Ma la lista di storie simili è molto più lunga:

7 MARZO 1999 - Nella discarica del comune di Terme Vigliatore, in provincia di Messina, viene trovato il cadavere di un neonato. La madre 32enne viene arrestata.

30 agosto 2000 - In un'area di servizio dell'autostrada Milano Laghi viene abbandonato un neonato. Lo trova una coppia che si era fermata a fare benzina. Il bimbo è adagiato in una borsa bagnata dalla pioggia, con un cartello con su scritto "Non posso
sfamarlo, aiutatelo, si chiama Angelo, è nato il 19 di agosto". Il piccolo, che pesa quasi quattro chili, viene ricoverato all'ospedale di Rho.

19 GENNAIO 2001- A Roma, in un cassonetto, viene recuperato un neonato. La San Vincenzo de' Paoli rilancia la proposta
di istituire centri di accoglienza per minori abbandonati presso le strutture sanitarie.

15 FEBBRAIO 2001 - Nel comune di Pontedera, in provincia di Pisa, un maschietto di soli tre giorni viene trovato morto in un cartone, in un cassonetto della ditta "Ecofor". Lo scopre un'operatrice dell'azienda mentre lavora al nastro dove si separano i rifiuti contenuti nei cassonetti della carta. Il corpicino del piccolo non presenta le tipiche medicazioni al cordone ombelicale, chiaro segno che probabilmente il parto è avvenuto in una casa.

18 GIUGNO 2001 - A Catania, sul banco della chiesa dei Minoriti, nella centralissima via Etnea, viene trovato un bimbo di due giorni. Il neonato viene soccorso dalla polizia municipale.

2 APRILE 2004 - A Milano, il parroco del Santuario San Camillo de Lellis, dopo avere celebrato la Messa, trova un neonato abbandonato sotto una statua della chiesa. Il bimbo, di circa due mesi, sta bene. Accanto a lui, in un sacchetto, sono stati lasciati dei vestitini.

9 APRILE 2004 - A Modena, nei giardinetti di via Wagner, un neonato viene abbandonato in condizioni di salute critiche. Il piccolo viene ricoverato nel reparto di terapia intensiva e gli viene dato il nome di Jacopo. Ma ora dopo ora le sue condizioni peggiorano. Molte persone si fanno avanti per chiederne l'adozione. Nei giorni successivi, una ragazza di 18 anni si presenta in questura e afferma di essere la madre del piccolo. Il 24 aprile, tocca a un ragazzo, che dichiara di essere il padre. Il 27 aprile si esegue l'esame del dna sui due giovani. Prima ancora di una risposta definitiva, il 6 maggio Jacopo muore.

15 MAGGIO 2004 - A Verona, un neonato viene trovato abbandonato dentro un sacchetto, in un campo tra Montecchio e Quinzano. La scoperta viene fatta da un poliziotto, attirato dal pianto del piccolo, che subito dopo viene ricoverato in gravi condizioni nel reparto rianimazione dall'ospedale di Verona. La madre viene identificata poco dopo: è una rumena di 20 anni. La donna, immigrata regolare in Italia da diversi anni, collabora con la polizia, riconoscendo il neonato, ma non fornisce spiegazioni del suo gesto, forse dovuto a una forte depressione post partum.

5 GIUGNO 2004 - A Treviso, viene ritrovato il corpicino morto di una neonata abbandonata in un fossato. La madre viene accusata di omicidio volontario.

17 LUGLIO 2004 - A Villa d'Alme, in provincia di Bergamo, viene scoperto un bimbo5 AGOSTO 2004 di soli tre giorni abbandonato in una scatola di pannolini vicino a un'edicola.

- A Verona, un neonato morto viene trovato all'interno di un armadio. La madre, una cittadina polacca, è accusata di occultamento di cadavere.

31 GENNAIO 2005 - Nel grossetano, in un podere nelle campagne di Roselle, una neonata viene trovata morta all'interno di una stufa. Con l'accusa di omicidio volontario aggravato finiscono uin carcere i genitori della piccola, due rumeni di 28 e 32 anni.

11 LUGLIO 2005 - Una bambina appena nata viene abbandonata nel cassone di un camion parcheggiato in via del Casale Ferranti, a Capannelle, a Roma. A trovarla è un uomo allarmato dal pianto della piccola. La bambina viene portata in ospedale e si salva.
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00venerdì 30 settembre 2005 15:44
Svastica sul braccio di una 13/nne


Da una parte c' è una ragazzina italo-marocchina di 13 anni aggredita, insultata, picchiata e con una svastica segnata su un braccio con una pietra. Dall' altra ci sono i tre ragazzi autori di una bravata di sapore razzistico ieri denunciati dai carabinieri al Tribunale per i minorenni. A Tollegno, paese alle porte di Biella, ci si interroga con incredulità su un episodio accaduto due giorni fa, martedì mattina, quando la studentessa è andata a buttare la spazzatura fuori casa, prima di andare a scuola, dove frequenta la terza media.
«Mia figlia di notte ha dei sussulti, poi si sveglia senza motivo - ha raccontato la madre a quanti le hanno portato solidarietà - vorrei solo che ritrovasse la sua serenità. Avrei voglia di mandare i miei figli a scuola in Marocco». La figlia non aveva avuto il coraggio di raccontarle l' accaduto: ha trovato la forza di spiegarlo soltanto a scuola, quando compagni e insegnanti hanno notato il suo atteggiamento terrorizzato e sono spuntate le lacrime. «Ero terrorizzata - ha detto alla preside Maria Tozzi - e per questo non l' ho riferito alla mamma».
«Sei una negra, devi andartene». E' questa la sostanza degli insulti che la studentessa ha ricevuto dai tre ragazzi, due quindicenni e un diciassettenne, tutti abitanti in zona. «Non era la prima volta che mi insultavano, anche se non avevo mai avuto il coraggio di parlarne», ha ancora raccontato la tredicenne. Forse c'era il timore di ritorsioni verso la sua famiglia, giunta da solo un anno in paese. La ragazzina vive a Tollegno con la madre marocchina, una sorella e un fratello, dal momento del trasferimento in Piemonte dalla Sicilia, dopo la morte del padre, italiano. A Tollegno la mamma ha trovato lavoro in una cooperativa, come addetta alle pulizie. Ieri il sindaco del paese, Pier Giuseppe Acquadro, e il presidente della Provincia di Biella, Sergio Scaramal sono andati a trovare la famiglia italo-marocchina per portarle solidarietà: «Il terrore della donna è ancora forte», hanno detto. «Abbiamo cercato di rassicurarla - ha aggiunto Scaramal - resta però il fatto che solidarietà e impegno degli investigatori non bastano. Ci vuole una presa di coscienza. Non conosco gli autori e quindi nemmeno le loro motivazioni, ma aver tracciato una svastica è comunque un segnale che deve farci riflettere. Forse non abbiamo trasmesso abbastanza i valori della tolleranza e della democrazia».
Un appello agli autori del gesto è stato lanciato poi dal sindaco. «Le forze dell' ordine fanno il loro lavoro - ha affermato - ma sarebbe importante che i ragazzi decidessero da sè di farsi avanti, di spiegare».
I carabinieri intanto hanno lavorato sulle testimonianze e su vari indizi e hanno redatto un fascicolo sulla vicenda per la magistratura (oltre al Tribunale per i minorenni è stato inviato in copia anche alla Procura di Biella). I tre rischiano imputazioni per violenza privata, lesioni personali lievi e atti discriminatori verso stranieri.
Il primo, il più grave dei reati ipotizzati, prevede una pena massima di quattro anni di reclusione, dunque per un periodo inferiore ai cinque anni, limite minimo per far scattare la custodia cautelare. Per quanto riguarda gli atti discriminatori, invece, il codice penale prevede pene alternative, cioè i lavori socialmente utili.
La ragazzina intanto ha continuato ad andare a scuola: «I segni sul braccio sono quasi spariti - ha raccontato la preside - siamo tutti stupiti di quanto accaduto e tendo a credere che si tratti di un gesto sconsiderato più vicino al “bullismo” che a una vera e propria matrice razzista. Ciò non significa comunque abbassare la guardia. Bisogna seguire bene i nostri ragazzi».


[....questa notizia è davvero agghiacciante...[SM=g27825] [SM=g27825] [SM=g27825] ]


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00domenica 2 ottobre 2005 11:37
Nascono 5 gemelli a Roma


Il padre riceve lettera cassa integrazione

Una donna di 30 anni ha partorito 5 gemelli nell'ospedale San Pietro Fatebenefratelli a Roma con parto cesareo dopo 33 settimane di gravidanza. I bambini sono in buona salute. Mentre nascevano,il padre, Isidoro Fucile, ha saputo di essere stato messo in cassa integrazione. Il Comune di Roma ha deciso di aiutare la famiglia: l'assessore alle Politiche Sociali, Raffaella Milano assicura pieno appoggio per cio' che sara' necessario ai bambini.
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00lunedì 3 ottobre 2005 18:55
Cronaca. Vicariato di Roma: i resti del capo della Banda della Magliana non saranno spostati
TORNANO I FANTASMI DELLA BANDA DELLA MAGLIANA

I resti di Enrico De Pedis, il capo della banda della Magliana, non saranno spostati dalla Basilica di Sant'Apollinare. E' quanto ha deciso il Vicariato di Roma intervendo su una vicenda che aveva scatenato numerose polemiche per la sua sepoltura in un luogo sacro, avvenuta il 24 aprile 1990.

"Gli attuali responsabili del Vicariato", si legge nella nota, "pur comprendendo che tale sepoltura possa sollevare notevoli perplessità, devono precisare di essere venuti a conoscenza di essa soltanto dopo la morte del Card.Ugo Poletti che la autorizzò, e di non possedere altre informazioni in merito, aldilà dell'autorizzazione stessa e di un attestato di Mons.Piero Vergari, allora Rettore della Basilica di S. Apollinare, già resi pubblici dai mezzi di comunicazione".

La nota della diocesi precisa che "non si ritiene di dover procedere all'estumulazione" dal momento che esiste un'autorizzazione concessa dall'allora Cardinale Vicario, oltre che "per il rispetto che comunque si deve ad ogni defunto".

Nella nota c'è anche un riferimento alla scomparsa di Emanuela Orlandi: "Appare infondato qualsiasi collegamento tra la scomparsa di Emanuela Orlandi, che ha avuto luogo il 22 giugno 1983, e la sepoltura di Enrico De Pedis in S.Apollinare, avvenuta oltre sei anni dopo: questo Vicariato comunque per parte sua non si oppone ad eventuali accertamenti in merito".


Per ulteriori informazioni sulla banda della Magliana clicca qui
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00martedì 4 ottobre 2005 02:48
A Roma prove anti-kamikaze: città in tilt
Complice la pioggia, circolazione in tilt al centro e in periferia. "Pace subito": i Disobbedienti disturbano la terza simulazione antiterrorismo che si è svolta nella capitale. Attacchi al Colosseo, alla metro e su un bus. Parte della metro è chiusa, i bus non arrivano, ritardi generali




Con l'esplosione alle 9.30 di un finto kamikaze al Colosseo ha preso il via l'esercitazione antiterrorismo stamani a Roma. L'attentatore virtuale, ovvero un manichino vestito con una tuta kaki e un passamontagna nero, si è lasciato esplodere sulle strisce pedonali di fronte all' anfiteatro Flavio, a circa trenta metri dalla fermata Colosseo della linea B della metropolitana.

Dopo l'esplosione del kamikaze, diversi volontari della protezione civile si sono sdraiati in terra, in punti diversi, simulando persone morte e ferite nell' esplosione. Una delle autovetture parcheggiate per l'occasione nei pressi del luogo dell' attentato e con all'interno dei manichini ha preso fuoco.

TRAFFICO IN TILT
Il traffico attorno alla zona interessata all'esercitazione, complice la pioggia, è rimasto paralizzato per ore.
Code soprattutto sul Lungotevere e lungo il Muro Torto.
Per tutta la mattina la circolazione è stata vietata in via Merulana, via Labicana, via Cavour, via di San Giovanni, via Arenula, via dei Fori Imperiali, corso Vittorio Emanuele e via Nazionale, Corso Rinascimento.

Sono state inaccessibili anche tutte le strade che sfociano nelle vie sopra indicate.
Non è stato difficile solo per chi non ha rinunciato alla macchina, ma anche per chi ha scelto i mezzi pubblici: la metropolitana è stata chiusa intorno alle 8.30, invece che alle 9, come annunciato.
E per le tre ore dell'esercitazione il servizio è stato interrotto dalla fermata di Manzoni fino ad Ottaviano.
I bus, che non potevano entrare nella zona della simulazione, pur se provenienti da zone lontane dal centro, hanno avuto ritardi notevoli.

PROTESTA NO GLOBAL
Al grido di "pace subito" gruppi di "disobbedienti" hanno bloccato per alcuni minuti Corso Vittorio Emanuele a Roma diretti al punto dove era prevista la terza esercitazione antiterrorismo della . Indossavano tutti un cappello con i colori dell'arcobaleno e hanno lanciato dei fumogeni.
Tra gli striscioni uno recita "che state a fà" e un altro "Ritiro di tutte le truppe dall'Iraq". Poi gridando "Buffoni, buffoni" i manifestanti hanno acceso numerosi fumogeni ed hanno ostruito corso Vittorio Emanuele.
Le Forze del'ordine non sono intervenute, ma l'esercitazione si è svolta regolarmente, senza alcun problema, se non quello del traffico che è andato in tilt.
Ratzigirl
00martedì 4 ottobre 2005 14:28
Calcio. E' morto Franco Scoglio, colto da malore mentre era in diretta tv



L' allenatore Franco Scoglio è morto per un malore che lo ha colto negli studi dell' emittente televisiva privata Primo Canale, dov' era ospite della trasmissione Gradinata nord.

Scoglio si è sentito male dopo un vivace confronto telefonico con il presidente del Genoa, Enrico Preziosi.

La trasmissione è stata sospesa e sono stati subito fatti intervenire i soccorritori del 118. Ma tutti i tentativi di rianimazione sono stati inutili.

"Non mi aspettavo che succedesse tutto questo – ha detto Enrico Preziosi - Fra noi non c'è stato alcun litigio ma un confronto pacato fra due persone passionali, ma sempre nel rispetto delle regole dell'educazione”.

“Vi assicuro che tutto si stava svolgendo nella norma, ma ora si continuerà a legare anche questo triste episodio alla mia figura, sono distrutto...".

Ratzigirl
00mercoledì 5 ottobre 2005 23:45
Un risveglio dopo 2 anni di coma riapre il dibattito sul diritto alla vita dei malati terminali


Salvatore Crisafulli racconta: vedevo e sentivo tutto



ROMA, mercoledì, 5 ottobre 2005


A Salvatore Crisafulli, 38 anni, in coma da due anni in seguito ad un incidente stradale, avvenuto l’11 settembre 2003, volevano staccare il sondino, ma il fratello Pietro non si è mai arreso.

Si è dedicato alla cura di Salvatore, insieme alla madre e all’altro suo fratello, ed ha chiesto e ricevuto l’aiuto del Ministro della Sanità Francesco Storace. Ora esulta, perché Salvatore si è svegliato, parla ed ha raccontato che mentre era in coma vedeva e sentiva tutto.

Lo stesso giorno, il 4 ottobre, il Comitato nazionale per la Bioetica ha approvato a larga maggioranza un documento in cui ha espresso: "Un no deciso alla sospensione di alimentazione artificiale e di idratazione" a quei pazienti, che hanno funzioni vitali normali e respirano autonomamente, pur non essendo coscienti.

In sostanza in Italia non si potrà mai verificare una vicenda come quella di Terri Schiavo. Nessuno potrà avere il potere di negare cibo e acqua alle persone in stato vegetativo persistente.

Per capire le implicazioni di questi due fatti, in qualche modo connessi tra loro, ZENIT ha intervistato la dottoressa Claudia Navarini, docente presso la Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.

Cosa pensa del documento appena approvato dal Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB)?

Navarini: Questo documento di imminente pubblicazione è di estrema importanza, perché chiarisce un dubbioche nella vicenda di Terri Schiavo aveva colto molti, ossia che l'alimentazione e idratazione artificiali possano essere mezzi "sproporzionati", da sospendere in fase terminale o in condizioni gravi come lo stato vegetativo.

Dare acqua e cibo non sono atti medici, e non configurano casi di accanimento terapeutico, almeno fino a quando non appaia evidente che sono totalmente inutili, cioè che l'organismo non è in grado di assimilarli. Sono al contrario cure di base, "normali", che vanno assicurate a tutti i pazienti in quanto forma irrinunciabile di mantenimento della vita umana. Su questo il documento del Comitato concorda a larga maggioranza. Chi non vuole condividere questo giudizio, è probabilmente influenzato dal concetto di "vita degna" o "vita di qualità", che porta a distinguere il valore di alcune vite umane da quello di altre, con un comportamento discriminatorio che francamente trovo indegno di una società che vuole dirsi civile.

La questione assume contorni gravi perché, come dice il Presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, Francesco D'Agostino, il miglioramento delle tecnologie biomediche rendono progressivamente maggiore il numero di questi pazienti, che un tempo non si riusciva a sostenere. Urgono quindi misure sanitarie, assistenziali e sociali per trattare queste persone in modo conforme alla loro dignità intrinseca, eventualmente anche con la promozione dell'assistenza domiciliare, che è una grande risorsa per questi pazienti: assistiti dai loro familiari, pare abbiano maggiori probabilità di ripresa, o comunque che possano beneficiare della vicinanza dei propri cari. Lo stesso Ministro della Salute Storace, commentando la felice storia del signor Salvatore, ha detto che "è stata la sua famiglia a curarlo".

Le posizioni del CNB, d'altra parte, erano già state assunte dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche lo scorso anno, nel documento congiunto pubblicato alla fine del Convegno sullo stato vegetativo di marzo.

Ci sono analogie tra la vicenda di Salvatore Crisafulli e quella di Terri Schiavo?

Navarini: E' difficile fare analogie, sia perché i casi di incoscienza (coma, stato vegetativo, disabilità mentale grave) possono variare molto da persona e persona, fino a richiedere diagnosi e prognosi del tutto individuali; sia perché le informazioni a me disponibili sono essenzialmente di tipo giornalistico. Certamente Terri Schiavo non era in coma: era passato troppo tempo. Ma non si è capito esattamente se fosse nello stato vegetativo "classico" oppure addirittura in una condizione di grave disabilità mentale con discreti spazi di competenza cognitiva e comunicativa.

Nel caso italiano, due anni sono un tempo ancora compatibile con il coma, e tutti i giornali di fatto ne parlano come di un caso, fortunatamente non così infrequente, di risveglio dal coma. Tuttavia alcune fonti, e per certi versi le testimonianze della famiglia di qualche mese fa (nel periodo della triste agonia per disidratazione e inedia di Terri), parlano di stato vegetativo, cioè di condizione "cronica" o di "coma ad occhi aperti". Se così fosse, saremmo davanti ad un episodio che prova una volta di più come sia doveroso fare quanto è possibile per garantire ai malati in coma e ai malati in stato vegetativo un'attenzione terapeutica (e non solo di assistenza di base) impeccabile.

E anche laddove la speranza di un recupero fosse davvero vana, resta la verità fondamentale e ineludibile per cui la vita di un uomo, non importa quanto malato, quanto disabile, quanto precaria, ha sempre un valore immenso, davanti a cui la volontà dominatrice dell'uomo si deve arrestare. In USA tutto il dibattito si è ridotto alla questione se Terri volesse o non volesse morire. Ma qui, e il CNB lo ribadisce, si tratta di una decisione per la vita o per la morte. Nemmeno se il paziente lo chiedesse, siamo autorizzati a sospendere l'alimentazione e idratazione, perché il valore intrinseco della vita umana supera anche il valore che vi attribuisce il soggetto. Ciò è quanto dire: non siamo i padroni della nostra vita.

Che cosa dice la letteratura medica sulla stato di coscienza dei pazienti in coma?

Navarini: Teniamo innanzitutto distinti il coma e lo stato vegetativo. Il coma è una condizione transitoria, che può preludere alla morte, al risveglio o allo stato vegetativo. Ha manifestazioni per certi versi simili ad un sonno profondo, e normalmente si ritiene incompatibile con la percezione di sé e dell'ambiente. Lo stato vegetativo invece può durare anche molto a lungo, dal momento che è una condizione di relativa stabilità, in cui il paziente ha alcune funzioni neurologiche, ha una sufficiente organizzazione funzionale (ad esempio un ritmo sonno-veglia regolare, normale termoregolazione, respirazione autonoma, ecc.), ma non interagisce con l'ambiente, e pare "non capire". I gradi e le competenze residue dei pazienti in stato vegetativo possono però variare molto, e per questo è sempre opportuno un adeguato monitoraggio e misure di riabilitazione. Dunque le due condizioni vanno esaminate separatamente, anche se spesso vengono confuse; anche dal linguaggio: a volte si sente parlare di "coma vegetativo".

Nel coma, quello che la letteratura medica riporta è la presenza di segni neurologici che aumentano le probabilità di risveglio. Penso ad esempio ad uno studio apparso su Neurology lo scorso anno, in cui si metteva in relazione il potenziale sensoriale e cognitivo del paziente con la previsione di un recupero della coscienza. Sulle "esperienze" avute durante il coma, i dati sono vaghi e lacunosi, sia perché si basano essenzialmente sui racconti del paziente, e non su analisi scientifiche rigorose, sia perché esistono anche nel coma livelli di gravità (e dunque di percezione) differenti, che configurano risposte molto varie. Talora esistono poi forme solo in apparenza riconducibili al coma, coma la sindrome locked-in, in cui il paziente capisce tutto ma non può comunicare, come fosse prigioniero in un corpo che non risponde agli impulsi nervosi.

Nello stato vegetativo un elemento predittivo importante è il tempo: più tempo passa e minori sono le probabilità di uscire dallo stato. Lo aveva precisato già il documento della Multi Society Task Force sullo stato vegetativo persistente nel 1994, basandosi su dati statistici. Proprio la componente statistica, tuttavia, rende sempre incerta la stessa definizione di stato vegetativo "permanente", cioè irrevocabile, che in effetti sarebbe meglio abbandonare. Nel 2003, ad esempio, è stato riportato il caso del risveglio di un paziente in stato vegetativo da un anno, quando per la statistica il recupero è ormai praticamente impossibile.

C'è però un altro ordine di dati, meno interpretabili ma significativi, cioè l'esperienza di tanti medici che curano malati in coma e in stato vegetativo, i quali affermano che almeno in alcuni casi sembrano esserci risposte che fanno pensare ad un qualche livello di consapevolezza. Il prof. Roberto Piperno, dell'Ospedale Maggiore di Bologna, sostiene che "è già più che un'ipotesi che almeno in qualche caso esista la capacità di riconoscere stimoli che hanno una forte risonanza emotiva per il paziente". Dunque, aspettiamo dati più certi, ma non escludiamo la possibilità che simili esperienze esistano, a riprova, se mai ce ne fosse bisogno, che il paziente comatoso o in stato vegetativo non va abbandonato a se stesso, ma accudito scrupolosamente.
Ratzigirl
00venerdì 7 ottobre 2005 01:06
Politica. Baudo candidato dell'Unione a presidente della Regione Sicilia


"Ieri sera ho visto Romano Prodi, questa mattina Francesco Rutelli, ed entrambi mi hanno detto che dai loro giri in Sicilia hanno raccolto dalla base un grande gradimento per una mia candidatura alla guida della Regione. E mi hanno fatto questa proposta". Così spiega il presentatore Pippo Baudo dopo che erano circolate alcune indiscrezioni su una sua possibile candidatura per il centrosinistra come sfidante di Cuffaro in Sicilia alle elezioni regionali del 2006.

"Ho spiegato a entrambi che per me è una scelta molto difficile", ha aggiunto Baudo che, consapevole di non avere molto tempo per pensarci: "Scioglierò la 'prognosi' domani, stanotte ci dormiro' sopra e ci pensero' con calma...".

Il conduttore di Domenica in si è detto preoccupato perché, darsi alla politica, per lui sarebbe una "rivoluzione copernicana, dovrei cambiare tutta la mia vita, dal punto di vista logistico a quello professionale".

E' per questo, afferma, che la sua sarà una decisione meditata e accorta, suggerita dal senso di responsabilità: "Non è una scelta che farò a cuor leggero, devo chiarire se sono in grado di assumere questo ruolo, perché mi sono sempre interessato alla politica ma non ho mai assunto incarichi dirigenziali in quel campo", dice il conduttore televisivo.

Quanto alle richieste di una sua astensione dal video, avanzate dalla Cdl appena appresa la notizia di una possibile candidatura, Baudo replica: "Astenermi prima di decidere mi sembrerebbe eccessivo. Sono un libero cittadino che ha ricevuto una proposta ma che ha sempre avuto ben chiare le regole del gioco democratico. Mai userei il video per fatti personali. E poi, anche per questo, ho deciso di sciogliere la riserva prima di tornare in onda domenica".
Ratzigirl
00sabato 8 ottobre 2005 00:27
Una buona azione.....
Trova 35mila euro e li restituisce


Disoccupato trova trentacinquemila euro a terra, e subito si precipita in caserma a restituirli. [G]Una lezione di onestà che ha prevalso anche sul bisogno, ma soprattutto un esempio da ricordare per il giovane figlio che il protagonista della vicenda aveva accanto. È successo ieri mattina a Rho poco dopo le undici. Benedetto M. di 42 anni e il figlio diciottenne stanno percorrendo a piedi via Cadorna dove si erano recati per una commissione. A un certo punto l'uomo nota per terra un fogliettino colorato; lo raccoglie e scopre che si tratta di un assegno circolare, per un importo di 35mila euro. Una piccola fortuna per lui che da qualche tempo è senza lavoro; con quei soldi potrebbe infatti risolvere un bel po' di problemi.
La tentazione è forte, ma Benedetto pensa anche al pover'uomo che quei quattrini li ha persi, e alla sua comprensibile disperazione. Così, prim'ancora che il figlio possa dire la sua, ne anticipa i pensieri. «Questi soldi non sono nostri – spiega –; qualcuno li ha smarriti e bisogna che li restituiamo al più presto». Subito dopo padre e figlio si avviano verso la vicina caserma dei carabinieri. Benedetto spiega l'accaduto, consegna l'assegno e si allontana con la coscienza a posto.
Mezz'ora dopo in caserma si presenta un commerciante residente a Nerviano, visibilmente stravolto; aspetta il suo turno e quando finalmente racconta d'aver smarrito a Rho l'assegno con la considerevole cifra, non gli par vero apprendere che nel frattempo qualcuno l'ha già trovato ed anche restituito.


[deve essere il nome che contraddistingue l'uomo... complimenti e tanto di cappello!!!]

Ratzigirl
00sabato 8 ottobre 2005 19:32
Calissano va in comunità a Torino
Concessi gli arresti domiciliari in una comunità terapeutica. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame accogliendo l'istanza presentata dal legale Carlo Biondi



Paolo Calissano, ex protagonista della soap televisiva 'Vivere', arrestato lo scorso 25 settembre dopo che nel suo appartamento a Genova venne trovata morta per overdose di cocaina una ballerina brasiliana, lascerà l'ospedale di San Martino, dove era stato ricoverato in stato di detenzione. Il Tribunale del Riesame ha infatti accolto l'istanza presentata dal suo legale Carlo Biondi e ha concesso all'attore gli arresti domiciliari in una comunità terapeutica, dove potrà essere curato. Si tratta di una struttura terapeutica torinese, che si chiama 'Fermata d'Autobus' presso la quale l'attore ha ottenuto l'autorizzazione ad essere accompagnato dal fratello.

Nell'ordinanza il Riesame esclude il pericolo di inquinamento delle prove e riconosce che la sostanza stupefacente trovata in casa di Calissano fosse prevalentemente destinata ad uso personale e solo occasionalmente destinata al consumo di altri e comunque a titolo gratuito.
Ratzigirl
00sabato 8 ottobre 2005 19:36
Depardieu: "Orgolioso della testata al paparazzo"



"La testata se l'è meritata" così Gerard Depardieu giustifica l'aggressione ai danni del fotografo italiano Dario Orlandi avvenuta lunedì scorso in un mercato di Firenze. L'attore francese ha raccontato che era con una giovane amica in un mercato di Firenze dove aveva comprato "sette-otto prosciutti e un vaso di funghi", quando ha visto il fotografo e gli ha detto: "Fa il bravo, le tue foto le hai fatte, adesso lasciaci in pace. Questo non è un safari - ha aggiunto: - ci sono dei rischi, e il rischio è che ti do una testata in faccia".
"Ti lascio in pace, Gerard", ha assicurato il fotografo. "Invece mi volto e vedo che sta facendo una marea di scatti - ha aggiunto Depardieu. - Allora mi sono infilato le mani in tasca e gli ho chiesto perchè non mi avesse dato retta. E quel bugiardo, come se io fossi un idiota, ha risposto: Non sto facendo nessuna fotografia. Allora gli ho dato una sola testata, che significa due denti in meno, e devo dire la verità, sono piuttosto soddisfatto".
Orlandi, che si è fatto medicare in ospedale e ha perso quattro giorni di lavoro, ha detto di aver ripreso l'attore e la sua compagna "di lontano e col teleobiettivo": "Quando siamo arrivati all'entrata delle Cappelle Medicee mi ha fatto segno di avvicinarmi: aveva le mani in tasca, e senza alcun preavviso mi ha dato una testata in faccia".
Depardieu ha mostrato di essere tutt'altro che pentito della sua aggressione " solo perchè lui non ci lasciava in pace", ma ha assicurato che con un giornalista o con certi paparazzi che sono perbene, non si comporterebbe mai in questo modo.

[...non ho parole.....con tutti i problemi del mondo....]
RATZGIRL
00domenica 9 ottobre 2005 00:04
Re: Depardieu: "Orgolioso della testata al paparazzo"

Scritto da: Ratzigirl 08/10/2005 19.36



"La testata se l'è meritata" così Gerard Depardieu giustifica l'aggressione ai danni del fotografo italiano Dario Orlandi avvenuta lunedì scorso in un mercato di Firenze. L'attore francese ha raccontato che era con una giovane amica in un mercato di Firenze dove aveva comprato "sette-otto prosciutti e un vaso di funghi", quando ha visto il fotografo e gli ha detto: "Fa il bravo, le tue foto le hai fatte, adesso lasciaci in pace. Questo non è un safari - ha aggiunto: - ci sono dei rischi, e il rischio è che ti do una testata in faccia".
"Ti lascio in pace, Gerard", ha assicurato il fotografo. "Invece mi volto e vedo che sta facendo una marea di scatti - ha aggiunto Depardieu. - Allora mi sono infilato le mani in tasca e gli ho chiesto perchè non mi avesse dato retta. E quel bugiardo, come se io fossi un idiota, ha risposto: Non sto facendo nessuna fotografia. Allora gli ho dato una sola testata, che significa due denti in meno, e devo dire la verità, sono piuttosto soddisfatto".
Orlandi, che si è fatto medicare in ospedale e ha perso quattro giorni di lavoro, ha detto di aver ripreso l'attore e la sua compagna "di lontano e col teleobiettivo": "Quando siamo arrivati all'entrata delle Cappelle Medicee mi ha fatto segno di avvicinarmi: aveva le mani in tasca, e senza alcun preavviso mi ha dato una testata in faccia".
Depardieu ha mostrato di essere tutt'altro che pentito della sua aggressione " solo perchè lui non ci lasciava in pace", ma ha assicurato che con un giornalista o con certi paparazzi che sono perbene, non si comporterebbe mai in questo modo.

[...non ho parole.....con tutti i problemi del mondo....]



Infatti.NO COMMENT.[SM=g27825] [SM=g27816]
Ratzigirl
00mercoledì 12 ottobre 2005 02:18
Droga. Vicenda Elkann


Lapo Elkann è ancora in coma farmacologico, ma "le sue condizioni cliniche e i parametri respiratori sono in rapido miglioramento". Lo riferisce il bollettino medico reso noto dal direttore del reparto di rianimazione del "Mauriziano", Giuseppe Spina, dove da ieri si trova ricoverato Lapo Elkann per una overdose di droga.

"Oggi verranno effettuati ulteriori accertamenti -ha proseguito il primario- per sciogliere la prognosi al più presto possibile". Quanto all'ipotesi del trasferimento del nipote dell'avvocato Agnelli in un'altra struttura, il primario ha detto che non è in vista "per il momento". Il prossimo comunicato è stato annunciato per domani alle 12.

La visita di Montezemolo
Il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, ha rinunicato a partecipare all'inaugurazione del Museo del Lavoro e dell'Industria a Brescia, per recarsi a Torino per confortare la famiglia Agnelli.

Nessun indagato per la vicenda
Da quanto risulta da fonti giudiziarie gli atti relativi alla vicenda sono giunti alla Procura della Repubblica di Torino. Titolari dell'inchiesta sono il procuratore aggiunto Maurizio Laudi e il sostituto Marcello Tatangelo. Da quanto si apprende non c'è nessun iscritto nel registro degli indagati, né è stata formulata alcuna ipotesi di reato.

Sono stati ascoltati dagli inquirenti Lino B., un pugliese cinquantenne, transessuale, conosciuto col nome di Patrizia, e altre due persone, un italiano e un brasiliano, anch'essi transessuali. I tre hanno negato di avere fatto uso di sostanze stupefacenti, sostenendo che le aveva portate Lapo Elkann, il solo che le avrebbe assunte mentre era con i tre transessuali.

La Procura valuterà attentamente le carte ma sarebbe escluso, per ora, che le persone che erano con Elkann la notte tra domenica e lunedì vengano ulteriormente ascoltate. E' probabile, invece, che quando le condizioni fisiche lo permetteranno venga sentito lo stesso Elkann per una verifica della sua versione dei fatti.

[uff...mi chiedo se davvero queste persone abbiano una mezza idea di cosa significhi vivere davvero...]

[Modificato da Ratzigirl 12/10/2005 2.19]

Ratzigirl
00martedì 18 ottobre 2005 19:19
Il giovane che ha lanciato il razzo ad Ascoli: "Non so perche' l'ho fatto"


"Non so perchè l'ho fatto". E' quanto dichiarato agli inquirenti da E.M., il sedicenne che ha ammesso di aver lanciato il razzo le cui schegge, ieri, avevano ferito alla testa una tifosa doriana di 57 anni durante la partita Ascoli-Sampdoria.

Il giovane si era subito costituito. Lui e il suo complice, un ragazzo diciottenne, erano entrati nello stadio a pochi minuti dalla fine del match, mentre il pubblico cominciava a defluire.

Riguardo alle condizioni di Ambretta Piergiovanni, di Fano, ricoverata nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Teramo, i medici hanno detto che non rischia di perdere l'occhio destro.

Condanna per il gesto è stata intanto espressa dalla tifoseria ascolana nei forum dei siti della squadra, mentre i genitori di E. M. sono andati a scusarsi personalmente con la Piergiovanni.
Ratzigirl
00mercoledì 19 ottobre 2005 14:54
ROMA: 15ENNE UCCIDE GENITORI


"Siamo riusciti a convincerlo e a farlo scendere parlando con lui così come si parla ad un ragazzo di 15 anni": con queste parole un ispettore della questura di Roma ha spiegato il modo in cui il ragazzo è stato calmato dagli agenti.

"L'agente del commissariato Esquilino - ha aggiunto l'ispettore - è stato bravissimo gli ha raccontato cosa faceva da bambino chiedendo a lui di raccontargli la stessa cosa. Dopo circa due ore il ragazzo si è convinto ed ha posato la pistola. Il poliziotto allora gli si è avvicinato e lo ha accarezzato sulla spalla. Lui non sa ancora che i genitori sono morti. Non glielo abbiamo detto".

[Queste notizie mi mettono davvero i brividi...]

RATZGIRL
00mercoledì 19 ottobre 2005 19:42
Re: ROMA: 15ENNE UCCIDE GENITORI

Scritto da: Ratzigirl 19/10/2005 14.54


"Siamo riusciti a convincerlo e a farlo scendere parlando con lui così come si parla ad un ragazzo di 15 anni": con queste parole un ispettore della questura di Roma ha spiegato il modo in cui il ragazzo è stato calmato dagli agenti.

"L'agente del commissariato Esquilino - ha aggiunto l'ispettore - è stato bravissimo gli ha raccontato cosa faceva da bambino chiedendo a lui di raccontargli la stessa cosa. Dopo circa due ore il ragazzo si è convinto ed ha posato la pistola. Il poliziotto allora gli si è avvicinato e lo ha accarezzato sulla spalla. Lui non sa ancora che i genitori sono morti. Non glielo abbiamo detto".

[Queste notizie mi mettono davvero i brividi...]




Terrificante,e tristissimo.Sono senza parole.
Ratzigirl
00giovedì 20 ottobre 2005 00:32
Cronaca. Kim Rossi Stuart in terapia intensiva. Condizioni stazionarie


Restano stazionarie le condizioni di Kim Rossi Stuart, il popolare attore che lunedì sera era stato coinvolto in un incidente stradale a Roma, sulla via Cassia, nei pressi di Ponte Milvio, mentre era in sella alla sua motocicletta.

"Il paziente - informa un bollettino medico dell'ospedale San Pietro Benefratelli, dove Rossi Stuart è ricoverato - ha trascorso una nottata tranquilla e viene attualmente sottoposto a terapia intensiva e monitoraggio dei parametri vitali. In mattinata sono stati effettuati accertamenti strumentali, che hanno escluso complicanze severe post-traumatiche. Il decorso postoperatorio è regolare. Il quadro clinico è di sostanziale stabilità".
Ratzigirl
00mercoledì 26 ottobre 2005 02:05
Scuola e Universita'. Scontri tra polizia e studenti davanti a Palazzo Chigi. Tensione alla Camera


Momenti di tensione tra gli studenti e le forze dell'ordine davanti a palazzo Chigi, dove era in corso un sit in di protesta contro l'approvazione della legge Moratti. La polizia, in assetto antisommossa, ha caricato un gruppo di studenti che tentavano di forzare lo schieramento. Feriti alcuni dimostranti, un fotografo e un operatore di Telenorba.

Stamane studenti, ricercatori, docenti ed esponenti del mondo della cultura sono scesi in piazza in tutta Italia contro il decreto di riforma del secondo ciclo di istruzione e il disegno di legge sull'università oggi al voto della Camera. Più di 50mila, secondo gli organizzatori, i partecipanti al corteo di Roma. Qualche momento di tensione si è sfiorato a Montecitorio quando alcuni studenti hanno lanciato un fumogeno contro un ufficio della Camera e quando l'onorevole Daniela Santanchè ha mostrato il dito medio ai manifestanti.

"La ricerca pubblica italiana, già debole e priva di finanziamenti, sarà sottoposta ad un drammatico processo di precarizzazione" si legge in una nota degli Studenti e Ricercatori Precari dell'Università "La Sapienza" di Roma. Il corteo degli studenti medi e universitari contro il ddl Moratti è partito dalla stazione Termini, ha toccato le strade del centro di Roma e si è concluso a piazza Navona. A parte qualche breve momento di tensione in via di Torre Argentina, si è svolto pacificamente.

Alcune centinaia di ricercatori e docenti - a cui si è poi unita una parte del corteo principale che è riuscita a superare il cordone della polizia - hanno fatto un sit in a piazza Montecitorio. L'assemblea della Camera, infatti, tra oggi e domani dovrebbe approvare in via definitiva il disegno di legge che riforma lo stato giuridico della docenza, aspramente contestato da parte del mondo universitario.

Moltissimi docenti e ricercatori mal sopportano il fatto che si voglia regolamentare anche l'ingresso dei professori nel mondo accademico. Dalla loro parte anche gli studenti e gran parte dei vertici dell'università, rettori compresi.

Due, a giudizio dei docenti e dei ricercatori, i punti "assolutamente e totalmente inaccettabili" del disegno di legge: il mancato riconoscimento del ruolo per i ricercatori e la mancanza di un progetto per i giovani che, sottolineano,
"non potranno entrare nel mondo accademico se non dopo i 45 anni, con un ulteriore incentivo alla fuga dei cervelli".

Ratzigirl
00giovedì 27 ottobre 2005 14:59
Omicidio Desiree. Chiesti 30 anni per Giovanni Erra

Desiree Piovanelli

Arrivera' forse gia' il 3 novembre, al termine della prossima udienza, la sentenza del secondo processo d'appello che vede imputato Giovanni Erra per l'omicidio di Desiree Piovanelli, la studentessa di 14 anni massacrata nel bresciano nell'autunno del 2002.

L'udienza di oggi si e' conclusa con la richiesta del legale di parte civile, Cesare Gualassini che venga addebitata a Erra la triplice aggravante (futili motivi, crudelta' e nesso teleologico , cioe' il fatto che l'uomo abbia ucciso la ragazza per nascondere la tentata violenza sessuale) nel comminare la pena. Cio' comporterebbe una condanna a 30 anni di reclusione, come richiesto oggi, al termine della requisitoria, dal sostituto procuratore generale, Piero De Petris. "
Se invece le attenuanti generiche dovessero prevalere sulle aggravanti, Erra potrebbe prendere "solo" 14 anni, mentre se fosse stimata una equivalenza tra aggravanti e generiche la pena potrebbe essere di 20 anni.

"Oggi ci siamo battuti per documentare la sussistenza di tutte le aggravanti e abbiamo ricostruito la modalità dei fatti", spiega Cesare Gualazzini, legale della famiglia Piovanelli. Il riconoscimento da parte dei giudici della terza Corte d'Assise d'appello di Milano delle aggravanti nei confronti di Erra "costituirebbe la base della futura causa civile e qer questo speriamo che vengano riconosciute", ha aggiunto l'avvocato.

Dopo aver appreso della richiesta di condanna a 30 anni, il padre della giovane studentessa uccisa, Maurizio Piovanelli, ha affermato che "la verità in questo processo non è ancora venuta fuori. Desiree non è stata uccisa per una gelosia tra ragazzi, ma ci sono altre più serie ragioni".
Ratzigirl
00martedì 15 novembre 2005 01:40
Corsa in auto, muore a 17 anni



Un ragazzo di 17 anni è morto la scorsa notte in un incidente stradale avvenuto al quartiere Portuense, a Roma, mentre si stava svolgendo una corsa clandestina. Si trovava a bordo di un'auto con altri due amici quando la vettura è sbandata finendo contro un muro in via Frattini. Gli altri due ragazzi sono rimasti feriti. Gli investigatori che indagano sull'incidente sono convinti che il ragazzo stesse partecipando a una gara tra auto. La sfida era a chi frenava per ultimo.



Roba da pazzi.......... [SM=g27825] [SM=g27825] [SM=g27825] [SM=g27825] [SM=g27825]

Ratzigirl
00mercoledì 16 novembre 2005 14:50
Processo di Cogne. Folla di curiosi per Anna Maria Franzoni

E' in corso, davanti alla Corte di Assise, la prima udienza del processo d'appello ad Anna Maria Franzoni, condannata a 30 anni in primo grado, per l'omicidio del figlio Samuele Lorenzi nel gennaio 2002.

L'imputata è presente in aula e questo ha suscitato non poco interesse a giudicare dalla folla di curiosi che ha riempito l'aula del tribunale e chwe da questa mattina si è sottoposta a una lunga fila per poter partecipare al processo. Studenti universitari, casalinghe, pensionati, cittadini comuni e probabilmente qualche passante curioso. E pare che qualcuno abbia letto molto per documentarsi sulla vicenda e assistere preparato all'udienza.

Giuseppe Gelsomino, l'investigatore privato incaricato dal team dei difensori della Franzoni di elaborare alcune perizie sul caso, ha sostenuto, facendo il suo ingresso in aula questa mattina , che l'assassino sarebbe entrato nella villetta di Cogne senza che la madre potesse vederlo. Sarebbe rimasto nascosto in un canalone, nei pressi dell'abitazione, aspettando che la madre di Samuele uscisse per recarsi alla fermata dello scuolabus. Secondo Gelsomino si sarebbe servito dell'ingresso principale dell'abitazione anche per uscire.
L'investigatore ha ribadito, quindi, l'innocenza della Franzoni dichiarandosi disposto ad essere di interrogato dall'avvocato Taormina, ma anche la validità del proprio lavoro, all' interno del pool difensivo, ricordando di avere richiesto alla procura di lavorare insieme per valutare i numerosi elementi acquisiti nelle sue indagini.

Gelsomino, che aveva richiesto anche delle intercettazioni telefoniche, è stato indagato per calunnia nell' ambito dell' inchiesta Cogne-bis.


[colpevole o meno, una cosa sola è certa, tutti dovrebbero pregare per lei, se è colpevole perchè si redima, se è innocente perchè affronti la difficile prova con serenità]
Ratzigirl
00domenica 27 novembre 2005 02:31
STRARIPA L'ARNO A FIRENZE: NESSUN DANNO ALLE CASE


Il fiume Arno è straripato, in aperta campagna, a monte di Firenze, a causa del maltempo. La tracimazione e' avvenuta tra Incisa e Reggello, nel Valdarno superiore. A segnalarlo e' stata la sala operativa della Protezione Civile della Regione Toscana, che sta monitorando la situazione. Al momento, però, non si registrerebbero danni ad abitazioni. Esondazioni di torrenti sono segnalati anche un altre parti della regione, soprattutto dalle province di Arezzo e Grosseto, dove il maltempo sta mandando in crisi gli affluenti dell'Ombrone.


Ratzigirl
00domenica 4 dicembre 2005 02:44
Lanciano. Violenza sessuale di gruppo su ragazza di 14 anni: arrestati 4 minorenni
L'Aquila, 3 dicembre 2005


Con l'accusa di violenza sessuale di gruppo su una ragazzina di 14 anni, sono stati arrestati oggi a Lanciano (Chieti) quattro ragazzi minorenni. Lo ha reso noto la Polizia in una conferenza stampa tenuta nella città abruzzese.

Le accuse per i 4 minorenni, tre di 15 anni ed uno di 16, sono di concorso in sequestro di persona, e violenza sessuale di gruppo. Vittima una 14enne che, per paura del branco, non avrebbe mai detto nulla a nessuno. La violenza sarebbe avvenuta in un pomeriggio di fine ottobre, in una zona al centro storico di Lanciano, dove la ragazzina sarebbe stata trascinata dopo essere stata sequestrata mentre era in compagnia di alcuni amici.

Anche da parte loro, sempre per timori di ritorsioni da parte del gruppo, non sarebbe mai uscita una parola sul drammatico episodio. A mettere gli investigatori sulla pista giusta sono state alcune segnalazioni riferite ad altri episodi analoghi e di cui i 4 ragazzini potrebbe essere responsabili.

I minori sono stati arrestati stamani su ordine del gip della Procura minorile dell'Aquila, Federico Eramo, su richiesta del pm Antonietta Picardi. I ragazzi, tutti di buona famiglia, frequentavano la stessa classe in un istituto di Lanciano ed erano considerati i bulli della scuola. Dopo l'arresto sono stati condotti nel Centro di prima accoglienza dell'istituto minorile dell'Aquila.
u211155b
00lunedì 5 dicembre 2005 16:15

Ci si scandalizza per l'ignobile offesa ad un giocatore di colore in uno stadio di calcio e si è pronti a combattere 'crociate' affinchè non si ripetano fatti analoghi.
Non ci si scandalizza a fronte delle innumerevoli vittime di colore in Africa subsahariana dell'indifferenza del mondo industrializzato.
Ratzigirl
00martedì 6 dicembre 2005 02:06
SETTE SATANICHE: BESTIE DI SATANA - SAPONE, I SOLDI MOVENTE PER OMICIDIO DI CHIARA E FABIO
A 'STUDIO APERTO' INTERVISTA ESCLUSIVA AL CAPO DELLA SETTA
Roma, 5 dic. - (Adnkronos) - Alla vigilia della sentenza per i cinque imputati delle Bestie di Satana, per la prima volta dal carcere di Opera parla quello che e' considerato il capo della setta, Nicola Sapone, intervistato nell'edizione di stasera di Studio Aperto. ''Ho dei tatuaggi di Satana sulla schiena. Per me Satana se esiste e' il male come esiste il bene - dice Sapone -. Non ho mai adorato Satana ma in musica e' una moda, un modo per fare piu' colpo sui giovani, tutto li, una moda che poi passa infatti e' passata da un anno o due. Chi sono le bestie di Satana? Un gruppo di stupidi, assassini. L'assassinio di Fabio e Chiara c'e' stato solo per soldi, il movente e' quello, non esiste il movente del satanismo''

[per saperne di più su Le Bestie di Satana, clicca qui]

[Modificato da Ratzigirl 06/12/2005 2.14]

Ratzigirl
00mercoledì 7 dicembre 2005 19:31
Cronaca. In un blog il racconto dello stupro di gruppo avvenuto a Lanciano
Compariva in un blog in stile dark gia' dal giorno dopo, il racconto dello stupro di gruppo subito da una quattordicenne di Lanciano il 21 ottobre scorso, all'interno dell'ippodromo comunale, da parte di quattro
compagni d'istituto, di 15 e 16 anni, arrestati sabato scorso e che ieri hanno negato di aver costretto la giovane a seguirli. Lo ha scoperto ieri sera il direttore da un quotidiano on line di Lanciano, Andrea Rapino.

Quanto avvenuto e' raccontato da un'amica della vittima che sostiene di essere stata la prima a raccogliere le sue confidenze e di averle denunciate, con un'altra amica, ai carabinieri.
"La mia amica Vale è stata molestata dai pigri (zingari, ke poi hanno dai 15 ai 17 anni) della mia città.
E' iniziato tutto così..
Vale è una raga seria, non dico santarella,xò insomma, è brava a scuola, conosce e frequenta gente seria ecc.. però a me e Ale ci ha fatto una testa tanto ke gli piaceva Manolo, il pigro! Solo ke lei non lo sapeva ke lui è un pigro, e il fatto è che noi glielo abbiamo detto tantissime volte eh!..."

"Dal racconto dell'amica - sostiene Rapino - emergono discordanze sull'orario dello stupro, almeno rispetto a quanto pubblicato dai quotidiani in questi giorni, e la violenza sembrerebbe essere stata denunciata alle forze dell'ordine sin dal giorno successivo, ma il fatto non e' detto che sia vero".

Nel gergo di internet un blog e' un diario in rete, un fenomeno che ha iniziato a prendere piede nel '97 in America e solo nel 2001 e' divenuto di moda anche in Italia. Il blog e' un luogo virtuale dove si puo' stare insieme con gli altri e dove si puo' esprimere liberamente la propria opinione, come ha fatto l'amica della 14enne stuprata. Il sito dove la ragazza ha narrato la violenza subita dall'amica e' gestito dal server "Splinder.com", specializzato in blog. Ma a curarlo e a definirne le pagine sarebbe una 13enne di Lanciano, Laura, il cui 'nick name', una sorta di nome di battaglia, e' "spacco girl". Lei si definisce "vivace, bella, simpatica, estroversa, strana", ed anche "pazza" con "la scuola che non fa per lei". Il sito è in pieno stile dark, in primo piano compare una ragazza dal volto diafono, capelli neri lunghi che si insinuano tra lingue di fuoco.

(da raisatnews24)
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