Roger Waters in concerto

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"Palantir"
00mercoledì 12 luglio 2006 20:16
Ho avuto la fortuna di vederlo, e ovviamnete ho scritto una recensione del concerto.
Le foto che vedete sono ovviamente mie.



- Roger Waters in Tour mondiale: il concerto di Roma -

Si definisce il genio creativo dei Pink Floyd, e fa tutto per dimostrarlo sul palco. Roger Waters torna in Italia e in tutto il mondo con un tour che ha dell’incredibile, rispolverando l’antica verve non appannata dall’incedere del tempo.




Nell’oscurità più cupa, una manciata di secondi che sembrano minuti rotti da quel fascio di luce che illumina Roger Waters, in maglietta nera, col suo basso già a tracolla, apparentemente solo nel buio del palco: “Ladyes and Gentleman, are you ready?... Ein, zwei, drei, feuer…” introduce “In the flash” prima canzone di questo memorabile concerto così fortemente pinkfloydiano che lascia senza fiato. I martelli incrociati simbolo del dramma psichico di Pink, il personaggio che chiude la sua personalità dietro il muro della sua psicotica coscienza, imperano nello schermo di fondo: il concerto ha inizio, e quasi tre ore di musica purissima incominciano a fluire.



Il spettacolo va avanti, la musica offerta al pubblico è di primissima qualità, eseguita con maniacale perfezione che si manifesta in una sonorità perfetta: la celebre quadrifonia frutto della collaborazione con Alan Parson per i concerti degli anni ’70 dei Pink Floyd, avvolge lo spettatore, rendendolo partecipe dello show. E’ giunto il tempo di“Mother”eseguita con il piacere dell’intimità della chitarra acustica già presente nel brano originale, che riappacifica Waters con il suo pubblico. Il tuffo nel tempo, alle origini dei Pink Floyd è dato dall’esecuzione di “Set The Controls For the Heart Of The Sun”, accompagnata da immagini che rievocano il passato della band conclusosi con la perdita definitiva dell’intelletto di Syd Barrett, consumatosi nell’LSD fino al suo epilogo, l’11/7/2006. "Shine on you crazy diamond" è da considerarsi ancora un tributo per l’amico mai più ritrovato, come del resto "Wish you were here".



Ma una piccola magia attende lo spettatore all’inizio di questa splendida canzone: i riflettori illuminano la sinistra del palco, il posto dove David Gilmour, il chitarrista storico dei Pink Floyd è sempre stato presente , e l’inconfondibile chitarra con il suo timbro unico si propaga in tutto lo stadio. Lui non c’è, ma per tutto il giro introduttivo, il suo posto è illuminato, ed è come se ci fosse.
Il concerto, a questo punto prende la piega di denuncia, aspetto che ha da sempre caratterizzato Waters. Il suo punto di vista politico non è mai strumentale né strumentalizzabile. I potenti, coloro che sono in grado di decidere le sorti degli equilibri mondiali sono da sempre stati presi sotto mira. Nella canzone “Southampton Dock”e in “The Fletcher Memorial Home”sono la Thatcher, Breznev, e Reagan ad essere sotto accusa, mentre negli unici due brani in scaletta della sua produzione personale al di fuori dei Pink Floyd “Perfect Sense 1 & 2” e “Leaving Beirut” vengono messi sotto accusa Balir, Bush, Saddam, Bin Laden con attacchi diretti nel testo delle canzoni e nelle immagini che scorrono sullo schermo dietro il palco, dove è citata anche una frase agghiacciante di Stalin. Senza mezzi termini, contro tutti… le immagini scorrono e arrivano in fine in uno stadio che si riempie di acqua. In questa enorme piscina un sommergibile nucleare lancia i suoi siluri verso il palco che esploderà lasciando che il fungo atomico riempia lo schermo, e il rumore della deflagrazione si mischi ad un fortissimo urlo registrato di esaltazione del pubblico: è l’apoteosi della distruzione. Il primo tempo si chiude con “Sheep”, brano dai forti contenuti di denuncia.



Lo schermo alle spalle del palco cala lasciando spazio alla classica corolla dei Pink Floyd che troneggia come la luna: siamo al secondo tempo, e ci attende l’esecuzione completa di “The Dark Side of the Moon”, eseguita in maniera impeccabile e senza alcuna variazione, l’estro è già racchiuso nella perfezione delle partiture di questo splendido album. Si tratta, senza ombra di dubbio di un album perfetto, che racchiude in sé una genialità incorruttibile nel tempo, che testimonia l’eccezionalità di un periodo musicale florido come quello degli anni ’70, e che continua ad essere inevitabilmente proiettato nel futuro, nonostante sia stato inciso nel 1973.
Siamo arrivati al momento del bis, che comprende “The Happiest Days Of Our Lives”, “Another Brick In The Wall (part 2)”, “Vera”, “Bring the Boys back Home”, ed infine “Comfortably Numb”tutti brani tratti da “The Wall” da gustare e da ricordare per la loro esecuzione e per l’apporto scenico totale, capace di coinvolgere ed appassionare. Cannoni lanciafiamme, filmati, giochi di luci, sono un valore di supporto all’eccezionalità della musica prodotta in queste quasi tre ore di concerto.





Avevamo lasciato Waters nel 1983, alla vigilia di una lacerante battaglia legale col resto del gruppo perché desiderava porre fine ai Pink Floyd, persa definitivamente qualche anno dopo. Lo abbiamo rivisto in un mega concerto allestito a Berlino nel 1990 in occasione della celebrazione del crollo del muro, dove presentò la riedizione di “The Wall” memorabile disco della band inglese. Lo abbiamo ritrovato negli anni novanta in un disco da solista “Amused to death” che poteva segnare una svolta mai verificatasi, ed infine lo abbiamo scoperto compositore di un’opera lirica "Ça Ira" sulla Rivoluzione Francese. Ma la chiave di volta è il Live 8 del luglio dell’anno scorso, teatro di 20 minuti di puro rock psichedelico ad opera dei Pink Floyd ancora una volta uniti dopo 22 anni di incomprensioni. Non sappiamo cosa ne sarà di questo gruppo che ha fortemente cambiato le sorti del rock mondiale, aprendone una branca inesplorata. Sappiamo che dopo il Live 8 David Gilmour ha scritto un album da solista e ha iniziato un tour mondiale che toccherà nuovamente l’Italia ad agosto, avvalendosi della collaborazione del tastierista dei Pink Floyd Richard Wright, con una scaletta che comprende moltissime canzoni dei Pink Floyd stessi; sappiamo che Roger Waters ha organizzato questo tour mondiale pur non avendo scritto un nuovo album solista, improntato unicamente sulla produzione pinkfloydiana, invitando in alcune date il batterista del gruppo Nick Mason. Sappiamo che di recente il batterista ha dichiarato che vorrebbe tornare a suonare con i suoi amici Pink Floyd, non certo per soldi, bensì per amore.
Le vie del rock sono spesso incomprensibili e dove si verificano lacerazioni definitive, possono svilupparsi i semi di riconciliazioni inaspettate.
I fan attendono trepidanti un qualsiasi cenno in tal senso, godendosi nel frattempo questi concerti dell’estate 2006 che ricorderanno per sempre, coscienti del fatto che Pink è ormai tornato, e sta più che bene.


(di Svevo Ruggeri)




Scaletta del concerto del 16 Giugno 2006, Roma, curva Sud stadio Olimpico

- Primo Tempo -

In The Flesh
Mother,
Set The Controls For the Heart Of The Sun,
Shine On You Crazy Diamond,
Have A Cigar,
Wish You Were Here,
Southampton Dock,
The Fletcher Memorial Home,
Perfect Sense 1 & 2,
Leaving Beirut,
Sheep.

- Secondo Tempo –

The Dark Side of the Moon.(eseguito interamente)

- Bis –

The Happiest Days Of Our Lives, Another Brick In The Wall (pt 2), Vera, Bring the Boys back Home, Comfortably Numb.

Hosmantus
00mercoledì 12 luglio 2006 21:25
Mio caro dolce amico,
ho letto attentamente e riletto ancora le tue parole.
quella che tu chiami recensione è in verità un atto d'amore nei confronti dell'arte della musica.
Le tue parole sono già note musicali che scandiscono i tempi e i ritmi come un diapason celeste.
Il potere del verbo e la vibraziuone che emanano, formano il concerto di una musica ispirata della quale tu, gentile amico, sei il portatore, il cantore, il menestrello.
Nell'alchimia delle parole e delle espressioni verbali che ci offri, si insinua lo spazio sacro del silenzio nelle tue pause che sono il respiro di chi ti ascolta.
Grande atto di democrazia e tracce di quella filosofia che mantieni intatta in ogni circostanza.
Una recensione, dici..
Un'opera d'arte all'interno di un rigo musicale , come il respiro di una cornamusa nella notte; quando tutto tace, e il pulsare del sentimento esce senza timore dal cuore e dall'anima.
Io ti ammiro incondizionatamente!

[SM=x131384]


"Palantir"
00giovedì 13 luglio 2006 00:45
Ti ringrazio degli apprezzamenti che manifesti in varie occasioni valutando positivamente il mio lavoro, scorgendo in esso la passione che sinceramente mi guida molto spesso nelle cose che faccio.
Nell'occasione di questa recensione, l'amore verso questa musica mi guida. Era il 12 luglio del 1988... mio madre diede i soldi a mio fretello che comprò 2 biglietti per il "The momentary lapse of reason tour" dei Pink Floyd. Il primo tour dopo la battaglia legale contro Roger Waters, appunto, che menziono nella recensione. Mio fratello doveva andare con un suo compagno di scuola che all'ultimo da forfait perchè il costo era troppo elevato, ben 50.000 lire che per l'epoca era un casino di soldi!
Avevo 13 anni, un po' piccolo per un concerto del genere, tuttavia toccò a me, e da allora fu amore, ma ti giuro, puro amore.
Non so ben spiegare cosa sia stato a farmi propendere verso questa musica che all'inizio comprendevo a fatica, probabilmente un mix di fattori che mi hanno portato a vivere quel genere di musica, a sentirla dentro, ad amarla, a memorizzarla, a ripeterla nella mente, a sezionarla nota per nota per goderne di più e più a fondo.
Da allora è così, e ogni volta che ascolto la musica dei Pink Floyd mi si accende quel riflettore che mette in luce il fluire e il borbottare delle mie emozioni. le loro note sanno accendermi, sanno causare benessere, sanno farmi venire la pelle d'oca.
L'eccezionalità di questa musica dotta ed impareggiabile è proprio nella capacità di saper entrare in comunicazione con un zona emozionale normalmente sopita all'interno di me, che è il prodotto di più nature (malinconia,esaltazione,felicità,drammaticità, passione, amore, desolazione, onnipotenza)stuzzicate in modo omogeneo e quindi sono tutte in essere durante l'ascolto. Infatti fisicamente lo sento, alla fine dell'ascolto di dischi interi, il fiatone mi accompagna, ed è fantastico.
So che è così anche per mio fratello e per altre persone che conosco... se riesci ad incontrare musicalmente i Pink Floyd, e ad entrare nelle loro corde, non ti abbandoneranno mai... è musica che si vive.

Siamo al delirio? [SM=x131366]
Hosmantus
00giovedì 13 luglio 2006 01:16
Siamo alla verità..!!
In molte occasioni ti ho espresso il mio parere sui Pink..
Hanno il merito indiscusso di essere entrati a far parte dell'universo della musica "classica"..
Possono non piacere come Debussy è preferito a Monteverdi o Leoncavallo ad Albinoni, ma non possono essre annoverati in quelle musiche di consumo che la mente non trattiene per troppo tempo.
Avevo la tua stessa età quando ho ascoltato i Pink Floyd su un vecchio vinile di mia madre..
Lo teneva gelosamente nascosto come una statuetta di Micene, lontano dalla polvere e dall'umidità che avrebbe deformato il disco.
Era la musica più bella e suggestiva che avessi mai apprezzato.
Su quei suoni ho imparato a dipingere e a far di poesia .
Sulle note robuste ho coltivato L'approccio con le arti marziali, su quelle lente e inesorabili ho fatto l'amore la prima volta.
Il fluido mi ha intossicata e sono lieta che anche tu, come me ne sia divenuto dipendente.
Se è vero che le impregnazioni dell'ambiente segna l'individuo,
non c'è attimo della mia esistenza che non si sia imbevuto di quelle note e cadenze che hanno nutrito tutti i miei ritmi abituali..
non sto esagerando..
Altro che depressa.. [SM=x131366] [SM=x131366] [SM=x131366] Ho rock nel sangue..!!!

E passione.. [SM=x131356]

[SM=x131384]



Gimli
00martedì 18 luglio 2006 00:39
Caspita Capo, mentre leggevo mi è venuta la pelle d'oca...
Come te, amo questo gruppo che ha lasciato tracce indelebili nella storia della musica...davvero incommensurabili e grandiosi!!!!!
Adoro anche lui, un vero genio della musica, e a chi volesse apprezzarlo ancora meglio, consiglio l'ascolto di "Amused to Death" un suo album uscito nel 1992, pieno di RogerWatersità, mi si perdoni il neologismo! [SM=g27828]
Davvero superbo!

Grazie Své per le parole che hai scritto!
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