RIASSUNTO
Role di rientro per Okthar. Eilantia fascia come puo' la ferita inferta al gaelico, e lo riporta in biblioteca, dove si limiterà a lavarlo e tenerlo al caldo, in attesa dell'arrivo degli Ospitalieri, ai quali manda missiva.
COMMENTO
Ovviamente le cure sono semplici. Mi sono limitata a fare quello che una ragazza sveglia, avvezza a veder curare caotici e sè stessa, avrebbe fatto. Nulla più. Agli esperti, la parte più tosta
BAIA
OKTHAR [arena baia] Si allontana con la sua arma il Comandante Pirata, sferzandolo con dure parole di disprezzo alle quali non viene indirizzata nulla più se non una gelida occhiata da parte del Nordico. La ferita sulla gamba, nonostante sia poco profonda, pulsa dolorosamente costringendo il nordico a stringere i denti e serrare la mascella nel tentativo di reprimere una smorfia di dolore. Il >>
OKTHAR dolore morde i suoi nervi già sollecitati dall'adrenalina dello scontro, avvertibile benché non ancora soverchiante, ma il Gaelico cercherebbe di costringere sé stesso ad ignorarlo, come fosse soltanto un fastidio passeggero che può decidere di ignorare [Volontà Ferrea 1, Sangue Freddo 3]. Compie quindi alcuni passi esitanti, cercando di riconogiungersi ad Eilantia, e tuttavia costretto a>>
OKTHAR zoppicare e così avanzare con passo lento ed incerto. Pulsa anche la caviglia destra colpita dal potete calcio del pirata, ed egli esita e barcolla, perdendo l'equilibrio, come in procinto di cadere.
EILANTIA (arena baia) Guarda il suo uomo con evidente apprensione. Ora che il pirata se n'è andato, cadono le maschere e lei è libera di manifestare il suo affetto nei confronti del gaelico. Vede i passi esitanti, che, presumibilmente, potrebbero portarlo a terra a breve ''Non muovetevi...non da solo...'' Gli sussurra con gentilezza, mentre si accovaccia al suolo, piegando le ginocchia. Il suolo è una >>
EILANTIA >>poltiglia di fango e lei sfiora con le dita il terreno scivoloso, non appena i glutei si poggiano sui polpacci. Ora è ai piedi dell'uomo che svetta, come fosse una torre pendente, innanzi a lei. Le dita afferrano la seta preziosa dell'abito e l'unghia incide la stoffa, lacerandola. Poi allarga il taglio con le dita d'entrambe le mani e lacera la gonna in parte della sua lunghezza, agevolata>>
EILANTIA >>dalla delicatezza della seta. Strapperà le estremità con decisione, mettendo tutta la forza possibile nel gesto, e si ritroverà un lembo di stoffa setosa, lungo e, a suo modo, resistente. Con delicatezza avvicinerà le mani alla gamba ferita di Okthar, mormorandogli gentilmente ''Adesso cercate di non perdere l'equilibrio...cercherò di fermare l'emorragia...'' Non è certo un'ospitaliera, ma >>
EILANTIA >>un'operazione di questo tipo riuscirebbe a chiunque.
OKTHAR [arena baia] Barcolla ma non crolla in terra, non ancora almeno, poggiandosi sulla gamba meno danneggiata mentre ascolta le raccomandazioni di Eilantia. Osserva la donna improvvisare delle cure rudimentali sulla ferita appena riportata, lacerando senza esitazioni il prezioso vestito - ora strappato e sporco di fango - nel tentativo di esegure probabilmente un bendaggio di fortuna. ''Avete>>
OKTHAR dimenticato una cosa...'' esordisce come replicasse alle sue parole, il tono appena velato dalla fatica dello scontro - breve ma intenso - e dai colpi subiti. Sbatte le palpebre e si toglie l'elmo, passandosi una mano sugli occhi arrossati che ancora bruciano, nonostante ora possa vedere abbastanza chiaramente. ''Il bacio al vincitore.'' Non c'è ironia né alcuna particolare inflessione nel tono>
OKTHAR della voce - nemmeno il consueto sarcasmo - né alcuna espressione sul volto marmoreo e ora pallido ed affaticato [Sangue Freddo 3, Volontà Ferrea 3].
EILANTIA (arena baia) Sorride alle parole dell'uomo e replica ironica ''Volete che insegua Ser Ghebur e gli dia il suo premio?'' Poggia la stoffa sulla gamba, appena sopra il taglio, facendo bene attenzione a non fargli troppo male. Inizierà a girare la seta intorno al polpaccio, facendo una pressione maggiore all'inizio, perchè l'emorragia venga in parte bloccata dal bendaggio stesso. Quando riuscirà a
EILANTIA >>coprire tutta la ferita, strapperà ancora a metà il lembo di stoffa, per poterlo bloccare con un nodo e poi girar la seta da direzioni opposte per un secondo nodo di bloccaggio. Le dita lavoreranno ferme e decise, così come stesse suonando il suo strumento. Poi un ultimo nodo fermerà il lavoro ''Ora vi poterò in biblioteca. E' il luogo più vicino e sicuro. Manderò una missiva agli >>
EILANTIA >>ospitalieri. Conosco anche dei Druidi, ma non sono certo questi i tempi per scomodarli...'' Si alza con un movimento fluido. Il cappuccio è quasi scivolato dal capo, ed il volto è ora bagnato di pioggia. I visi quasi si sfiorano, mentre lei cerca lo sguardo color nebbia col suo nigreo ''Poggiatevi a me. Senza esitazione...non è lontano...'' Lo rassicura con un sorriso.
OKTHAR [arena baia] Se la ferita certo non migliora le sue condizioni ma non è affatto grave, non quanto quella che il Pirata ha inferto al suo orgoglio. Sta per replicare quando la Rosa Nera inizia a bendargli la ferita, con cura e geltilezza, eppure il nordico è costretto a soffocare in gola le sue parole e mordersi la lingua, serrando i denti e la mascella nel tentativo di non lasciar trasparire>>
OKTHAR alcun segnale di doloro - che sia gemito o espressione - dalla labbra o sul volto. L'operazione è comunque veloce, la donna sembra avere almeno una vaga idea di quello che fa, aiutandolo a non tradirsi. Accetta quindi il suo sostegno senza obbiettare, passandole il braccio sx dietro al collo per poggiarlo sulla sua stessa spalla, ed avere così il sostegno necessario. ''Dovrete cercarvi un >>
OKTHAR altro guardiano, a quanto pare...'' Ancora una volta piatto e freddo il tono, reso appena più aspro dalla stanchezza e dalle debilitate condizioni attuali. Si incammina quindi, sorretto dalla donna, alla volta della città. [Sangue Freddo 3, Volontà 1]
EILANTIA (arena baia-sentiero) ''Quando finirete di dire sciocchezze, ve ne sarò grata....'' Inizia a camminare lungo l'arena, per poter riprendere il sentiero della baia, che li riporterà in città. Il tempo continua ad essere lacrimoso, mentre lei si fa forza sulle spalle per essere di massimo supporto all'uomo. Mentre avanza, a passi lenti per non affaticarlo, nè aumentare la perdita di sangue, cerca >
EILANTIA >>di distrarlo ''Ser Ghebur è il comandante delle Guardie Governative. Un uomo avvezzo al combattimento. Se voi eravate fuori allenamento, è evidente che non siate riuscito a tenergli testa. E per quanto combattesse a mani nude...bè...non significa che voi foste avvantaggiato. Vidi morire un uomo in bettola. Tanti anni fa. Era armato, ma colui che gli spezzò il collo, aveva solo delle mani >>
EILANTIA >>forti e tanta rabbia in corpo. Piansi....me lo ricordo ancora....'' Si, lo rammenta bene. Adham Mc Nell che uccide quel povero giovane, reo solo d'averla difesa. Colpa sua. Sospira. Giungono così al sentiero.
OKTHAR [arena baia - sentiero] La giovane donna adegua il proprio andare a quello del nordico, ora incerto e claudicante, cercando di sorregere non soltanto il corpo ma l'animo stesso del guerriero sconfitto. La pioggia continua a cadere imperterrita su di loro, avendo però almeno il pregio di lavare via dal gaelico il fango ed il sangue di dosso. Ascolta le parole di lei, alle quali risponde >>
OKTHAR soltanto con un leggero sospiro, ancora tentatndosi di liberare completamente della tensione dello scontro. ''Non conosci davvero un uomo finché non ci hai combattuto contro, diceva mio padre.'' sentenzia, scuotendo appena la testa ''Comunque ricorderò questa lezione.'' Non aggiunge altro, limitandosi a concentrare sul mettere un piede dietro l'altro senza scivolare o cadere a causa della>>
OKTHAR stanchezza.
EILANTIA (sentiero-mura) ''Appena vi riprenderete dovrete andare a recuperarvi la spada. Magari con una bella scazzottata, risolvete le divergenze...'' Mette un tono ilare nelle parole, per alleggerire la conversazione. Poi la voce diviene più seria ''Le lezioni sono sempre utili...finchè si riescono a raccontare, poi...è la cosa migliore.'' I passi, pur lenti, li avvicinano alle mura ''Presto arriveremo
EILANTIA >>all'entrata. Da lì solo la piazza d'attraversare....Non poggiatevi troppo sulla gamba ferita. Non vorrei vi rimanesse una brutta cicatrice che deturpi il vostro polpaccio sensuale...'' Il sussurro diviene malizioso ''Visto che resterete inservibile come guardiano, per qualche tempo...sarò costretta ad usarvi come diletto tra le coltri. Non voglio sprecare quello che mi costate in vitto e>>>
EILANTIA >>alloggio.'' Sembra seria nel suo dire, e volutamente, lo fa restare col dubbio. Le mura troneggiano innanzi a loro.
OKTHAR [sentiero-città] L'idea della scazzotata, ora come ora, non lo alletta più di tanto, non dovendo sforzarsi puoi troppo per ricordare la severa lezione appena subita dal Pirata disarmato. Evita così di replicare a quelle sue parole, per rispondere alle successive ''Credevo vi piacessero gli uomini con le cicatrici'' afferma in tono vagamente divertito, pensando a quella stessa cicatrice che già>>
OKTHAR gli segna la tibia sinistra. La fatica inzia ora a farsi sentire, la fronte imperlata di sudore per quella faticosa andatura - ha peso la spada ma prota ancora lo scudo e l'armatura - dallo sforzo sostenuto nello scontro e dalla debolezza causta dai colpi subiti. Pulsa, seppur blandamente, la ferita bendata artigianalmente dalla Rosa Nera, così come la caviglia destra colpita dal Pirata ed >>
OKTHAR il fianco destro indolenzito dalla caduta. Stringe i denti e tace, concentrando il suo sguardo sulle mura e la sua attenzione su ciò che lo aspetta al di là delle mura, non ultima la seducente immagine suscitata con velata malizia dalla donna. Il dolore lo accompagna in quella notturna passeggiata, ma il nordico - cercando di focalizzare altrove la sua attenzione - tenta di far ricorso alla>>
OKTHAR sua determinazione per imbrigliarlo con la forza stessa della sua volontà, relegandolo in un angolo della sua mente dal quale non potrà nuocere. [Volontà 1]
EILANTIA (mura-città) Giungono alle mura, infine. Pur senza sapere dalla di lui bocca, quanto dolore gli procuri lo sforzo, riesce comunque a dedurne la misura. Entrano attraverso l'immensa lignea, che lascia alle spalle la spiaggia in tempesta. I passi divengono più fermi sul pavimento in pietra della piazza cittadina ''Lo sapete bene che un uomo è più interessante quando ha un corpo vissuto. Non >>
EILANTIA >>voglio pero' che la ferita s'allarghi...e men che mai s'infetti. Quando giungeremo in biblioteca la laveremo bene con acqua calda, prima di scrivere agli ospitalieri.'' Iniziano ad attraversare la piazza ''Davvero mi lascereste, solo per aver ricevuto una sconfitta?'' Lo guarda di sottecchi, osservando il viso sofferente ed imperlato di pioggia e sudore. Gli occhi sono arrossati e lei auspica>
EILANTIA >di giungere in biblioteca appena possibile ''Così poco tenete a me?'' Lo provoca con malizia, ma in realtà vuole solo tenergli viva l'attenzione, per distrarlo dal dolore. (empatia liv2)
OKTHAR [mura-città] Zoppica ancora, aiutato dal provvidenziale sostegno della donna, ora non più sul terreno del sentiero ma sul duro suolo pavimentato della città. L'andare è quindi più stabile, anche per il riparo che le mura offrono dalla tempesta, tanto da aiutarlo a concentrarsi nuovamente sulle parole di lei. ''Chi vi ha insegnato queste cose?'' Non è da tutti sapere - seppur superficialmente >>
OKTHAR -come trattare una ferita, sopratutto per qualcuno di nobile stirpe come si è convinto sia la donna. ''Credevo sareste stata voi a liberarvi di me, ora che non posso difendervi.'' replica a sua volta, più provocatorio che ironico, accogliendo quello scambio verbale come buona distrazione dai suoi attuali malanni fisici.
PIAZZA
EILANTIA (piazza cittadina) Sorride alla provocazione dell'uomo ''Stavo accarezzando l'idea di farlo...ma forse guarirete bene. E in quel caso dovrei cercarmi un nuovo guardiano. Divertente...piacevole...dai gusti un po' violenti...'' La malizia sale, via via che s'abbassa il tono ''...e non è proprio una cosa semplice. Quindi meglio pazientare ed attendere che vi siate ripreso...'' Continua a camminare>
EILANTIA >>nel tentativo di raggiungere il centro della piazza. Fessurizzando lo sguardo, si puo' intravedere già il tetto della biblioteca, ove vi è l'attico di cristalli ''Non è tanto complesso avere dei rudimenti sulle ferite e le loro cure. Sono stata sacerdotessa, non dimenticatelo. Ne ho visti di guerrieri , e qualcosina ho appreso. Non abbastanza da curarvi, ma certamente abbastanza per >>
EILANTIA >>potervi evitare vistosi peggioramenti. Già il dover camminare, non vi fa affatto bene...'' Dovrebbe raccontargli che ella stessa ha dovuto fruire delle cure di ospitalieri e druidi, nonchè più volte ha dato supporto per i suoi confratelli. Insomma, qualcosina ha imparato (sotterfugio liv2)
OKTHAR [piazza] Non ha alcun motivo per dubitare delle parole della donna, convincente come di consueto, del resto non certo ora nelle condizioni di svelare i segreti di lei. Si limita ad avanzare stanco e claudicante attraverso la piazza, il braccio sulla spalla sinistra di lei - la mancina quasi artigliata appena soprail seno - accettando di farsi sorreggere e condurre dalla donna che invece>>
OKTHAR avrebbe dovuto proteggere. ''Sono sicuro abbiate una lista di candidati infinita.'' la provoca a sua volta, ora decisamente sarcastico, concedendosi per la prima volta in quella sera l'accenno di un sorriso ironico e divertito. Le membra si fanno pesanti, la caviglia destra sempre più dolorante - un pulsare costante - e la gamba destra intorpidita dal dolore, una morsa quasi lieve eppure >>
OKTHAR subdola, che dalla ferita inizia a risalire tutto l'arto. Quello che può fare è cercare di ignorare il dolore, facendo appello alle forze sue residue nel fisico come nella mente per avanzare ancora, una passo dietro l'altro, sperando di giungere quanto prima alla biblioteca. [Volontà Ferrea 1]
EILANTIA (piazza-biblioteca) ''Neanche immaginate quanto lunga....Prima o poi dovrò smettere di farmi distrarre da voi e dovrò ricominciare a guardarmi intorno...'' Lo provoca anch'ella, col tono divertito, mentre entrambi ignorano quanto queste parole saranno di difficile realizzazione, non appena scopriranno cosa cresce nel grembo della donna. Sente il di lui peso aumentare, e solo la vista della >>
EILANTIA >biblioteca le da conforto ''Siamo quasi arrivati...un ultimo sforzo...'' I passi si mantengono lenti, nonostante la premura di trovar rifugio entro quelle mura. Sente le mani di lui che l'artigliano. E' stanco, spossato ed indebolito, e lei sola puo' aiutarlo. Infine giungono al portone del Tempio del sapere. Non è certo la fine del loro viaggio, ma già il fatto d'essere al coperto, cambierà>>
EILANTIA >>di molto le cose. Non appena saranno giunti alla grande lignea, porterà entrambe le mani in avanti, per spingerla, ed aprire la dimora ''Ci siamo...'' Ed attenderà d'entrare con lui, prima di lasciarsi chiudere il portone alle spalle. (empatia liv2)
OKTHAR [piazza-biblioteca] L'avanzare è lento e diseguale, non agevole sia per la donna - che deve accordarsi a quello zoppicante dell'uomo - che per il nordico, che vede i movimenti delle gambe farsi sempre meno fluidi e più difficoltosi. La voce di lei lo accompagna comunque lungo il tragitto, costringendolo quasi a concentrarsi sulle sue provocazioni abbastanza da ignorare il suo stato attuale. >>
OKTHAR ''Non sono stanco.'' Mente ostinatamente alle ultime parole di lei, e tuttavia sinceramente sollevato di aver infine ragguinto la biblioteca.
BIBLIOTECA
EILANTIA (ingresso-salottino) Infine sono giunti nel Tempio del sapere. Un sospiro di sollievo accompagna la chiusura della lignea alle loro spalle. Il tepore li avvolge, grazie ai bracieri accesi all'ingresso. Si limiterà a scuotere il capo finchè il cappuccio scivolerà alle sue spalle ''Fate cadere i vostri orpelli, così giungeremo più agevolmente in stanza...'' Non è una richiesta, ma decisamente >>
EILANTIA >>un ordine. Attenderà di sentire il fragore metallico al suolo, prima di ricominciare a camminare lungo il corridoio. Manterrà sempre un passo lento, ma è certa che l'idea di essere quasi in dirittura d'arrivo renderà gli sforzi dell'uomo, più determinati. Durante il percorso verso il salottino, osserverà le scaffalature piene di libri ''Non vi mancherà da leggere, se non altro.'' Il tono>>
EILANTIA >>sarà sempre scherzoso, nel tentativo di dargli conforto. E' stanca. Molto più di quanto credesse. Questa serata ha stremato anche lei.
OKTHAR [ingresso-salottino] Finalmente la porta si chiude alle sue spalle, e con essa la pioggia ed il freddo della notte. Senza esitare si libera dello scudo e dell'elmo, lasciati cadere a terra senza troppi complimenti, e - capace ancora di reggersi sulle sue gambe nonostante la stanchezza - si libera anche della parte superiore dell'armatura, che ancora gli proteggeva busto e braccia. Ascolta>>
OKTHAR quindi le parole di lei e replica ''State forse tentando di trasformarmi in un adepto della biblioteca?'' ironico il tono di lui, così come la piega delle labbra, che riescono a scalfire e superare la stanchezza che grava sulle sue membra. Ancora accettando il sostegno di lei attraversa quindi il corridoio, desideroso solo di un lungo riposo. Poggia ora a fatica la caviglia destra, dolorante>>
OKTHAR per il colpo subito e lo sforzo della lunga camminata, mentre cerca soltanto di ignorare la gamba sinistra intorpidita dal dolore della ferita ricevuta. Si concentra sul pensiero del vicino giaciglio e del risposo che lo aspetta [Volontà 1]
EILANTIA (salottino-stanza privata) Ignora il disordine sugli scrittoi e le poltrone fuori posto. Tutta l'attenzione è riversa su quella lignea che li divide dalle stanze private ''Ora ci aspetta la parte più difficile...'' E' un sussurro il suo, ma ben udibile. Non appena la mandritta aprirà la piccola porta, avranno innanzi a loro la rampa di scale che porta al primo piano ''Queste le saliremo con >>
EILANTIA >>molta calma. Appoggiatevi a me il più possibile e non forzate la gamba ferita....'' Si chiede cosa sarebbe successo se lei non ci fosse stata. Forse Ghebur l'avrebbe abbandonato alle intemperie e lui sarebbe morto prima di ricevere alcun aiuto. Ha un brivido alla sola idea. Tiene a quell'uomo, A modo suo, ma ci tiene. Inizierà a salire le scale in marmo ''Suvvia...una alla volta...'' E lo>>
EILANTIA >>cingerà col braccio intorno alla vita per aiutarlo di più. Uno scalino. Poi un altro. Se lui tenesse duro un altro po', si ritroverebbero finalmente davanti la lignea della sua stanza. Ed allora, finalmente, si sentirebbe davvero tranquilla.
OKTHAR [salottino-stanza privata] La vista delle scale non è certo confortante ma il volto si mantiene impassibile, cercando di nascondere l'ovvia stanchezza e persino il dolore dietro alla maschera imperturbabile che è solito mostrare [Sangue Freddo 3]. ''Non sono conciato davvero male come credete.'' Cerca di sminuire le preoccupazioni della donna e di far forza a sé stesso con quelle parole, in >>
OKTHAR effetti vere ma soltanto in parte. Con cautela dunque - ed appoggiandosi a lei più di quanto vorrebbe - inizia a salire le scale, un gradino alla volta, e reprimendo cercando di reprimere le smorfie di doloro che quell'ascesa gli causano [Volontà 1].
EILANTIA (stanza Okthar) E finalmente giungono a destinazione. Apre la lignea con delicatezza, facendo avanzare il gaelico all'interno della stanza. Giunto al letto si staccherebbe da lui, osservandolo con attenzione. Il vantaggio dell'armatura è stato renderlo almeno un po' più asciutto e poco infangato, al di sotto. Lo spingerà con gentilezza verso il basso, tenendone comunque le braccia con entrambe>
EILANTIA >>le mani, per accompagnarne la seduta sulle coltri ''Ecco....attendete un attimo, prima di sdraiarvi...'' E si chinerà, innanzi a lui, per sfilargli i calzari, facendo attenzione a non fargli male alle gambe. Poi si alzerà di nuovo e lo inviterà, con voce sensuale, ad obbedirla ''Toglietevi la casacca e gettatela a terra....'' Intanto andrà verso la bacinella d'acqua, per le abluzioni, e >>
EILANTIA >la prenderà, assieme ad un panno pulito di lino bianco. S'avvicinerà al letto dell'uomo, posando il tutto nel piccolo tavolino che ospita la candela accanto alle coltri, vicino alla quale troverà posto l'acqua pulita.
OKTHAR [stanza Okthar] Finalmente il lungo viaggio è giunto al termine, e l'uomo può liberarsi in un sospiro di sollievo. Raggiunge così il letto, ancora aiutato dalla donna, zoppicando stancamente mentre lascia la sua presa prima di sedersi sulle coltri. Solleva per un momento lo sguardo al soffito, mentre ella si adopera a liberarlo dei calzari, perdendosi per solo qualche breve momento prima di>>
OKTHAR tornare alla sua presente condizione. Un sorriso sincero gli strappano le premure della donna, caldo come è raro vederne sul volto solitamente impassibile dell'uomo, al quale fanno seguito i suoi stessi sforzi di liberarsi della parte inferiore dell'armatura - le protezioni di cosce e stinchi - slegando i legacci e lasciando cadere il tutto a terra. La osserva dunque in volto, silente, >>
OKTHAR cercando di cogliere i segni della stanchezza che il lungo tragitto con zavorra potrebbe averle provocato. ''Ho già il mio comandante.'' ironizza finalmente sul secco rifiuto del Pirata, a seguito del duello da poco concluso, facendo comunque quanto ordinato dalla giovane donna. Si sfila quindi la casacca al di sopra della testa, restando a torso nudo, ed ancora rivogendosi a lei in tono>>
OKTHAR sarcastico ''Sono ferito alla gamba, non al petto... o hai in mente altro genere di cure?'' La spossatezza dovuta al lungo e disagevole tragitto grava sulle sue membra e sul volto, abbastanza visibile, eppure egli compierebbe un ultimo sforzo - nervoso più che fisico - per agire come se nulla fosse [Volontà 1].
EILANTIA (stanza Okthar) Gli sorride maliziosa, dandogli una spinta sul petto, dopo essersi assisa sulle coltri, per spingerlo a sdraiarsi ''Dubito tu sia in grado di subire nulla di più d'una semplice pulizia della ferita, Okthar!'' Non appena lui si sdraierà, sempre che lo faccia, sposterà le mani sui calzoni, iniziando ad allargare la cintura, nel tentativo di togliergliela ''Non vorrei avervi sulla>>
EILANTIA >>coscienza, messere...e comunque il vostro comandante vi ordina di obbedire...'' Lo guarda suadente, con estrema sensualità, ma in verità sta valutando l'eventuale febbre e spossatezza. Per quanto capisca ben poco di queste cose, non le sembra agonizzante e la cosa la solleva. Riporta poi lo sguardo sulla cintura, appena aperta. Si alzerà quindi dal letto, ancora una volta, iniziando a >>
EILANTIA >>sfilargli lentamente i calzoni, accompagnando con un paio di passi il movimento. Farà in modo che le dita, che afferrano i lembi di stoffa, non mettano troppa fretta nell'operazione, perchè la gamba, pur protetta alla buona con la sua veste, non venga eccessivamente strusciata. Lo scopo è lasciarlo svestito, per scopi, comunque, tutt'altro che lussuriosi. Non appena fosse riuscita >>
EILANTIA >>nell'intento, getterebbe a terra i pantaloni ormai inservibili. (sangue freddo liv3-empatia liv2)
OKTHAR [stanza Okthar] Asseconda la spinta ricevuta senza opporre resistenza, grato del resto di poter finalmente cercare il riposo di cui a bisogno, sdraiandosi quindi sul letto e lasciando che la Rosa Nera conduca le operazioni. Per la prima volta, invero, la donna armeggia con i suoi vestiti con intenti insoliti - che non sono quelli di soddisfare la sua lussuria - agendo in ogni caso con cura>>
OKTHAR ed attenzione. ''Mi sottovaluti, Rose.'' Le risponde pronto, divertito da quella schermaglia verbale che - questa volta almeno - probabolmente resterà tale. Non replica alle successive parole di lei, tuttavia stringe i denti incapace di rilassarsi, quando sente i calzoni scivolare lungo le gambe e verso la ferita.
EILANTIA (stanza Okthar) ''Sei te che mi sottovaluti...'' E potrebbe dire anche oltre, ma indugia invece sulla ferita fasciata, lasciando che le dita sottili armeggino con i piccoli nodi, nel tentativo di scioglierli. Non appena sarà riuscita nell'intento, farà in modo di srotolare la seta del suo fu pregiato abito. Non è in grado di capire lo stato del taglio, ma forse non è grave. Gettata a terra >>>
EILANTIA >>la benda di fortuna, si sposta verso la bacinella, imbevendo bene il tessuto di lino d'acqua pulita. Poi torna sui suoi passi, osservando l'uomo nudo sulle coltri ''Che serata sprecata...'' Mormorerà divertita, fingendo disappunto innanzi a lui. Poi comincerà a pulire piano la ferita, dal fango ed il sangue ormai rappreso. Tenerla pulita è l'unica cosa che puo' fare, in attesa dell'arrivo>>
EILANTIA >>delle ospitaliere. Ovviamente il sangue scorrerà ancora, ed il passo successivo sarà un altro bendaggio alla buona, stavolta con della stoffa pulita.
OKTHAR [stanza Okthar] Trattiene inconsapevolmente il respiro quando la donna scioglie il bendaggio di fortuna, eseguito subito dopo la conclusione del duello, mentre ella lo esamina e si appresta ad una approssimativa medicazione, Stringe le coltri tra le mani quando la giovane si adopera per pulire la ferita, lavando via il sangue e lo sporco, serrando i denti e la mascella nel tentativo >>
OKTHAR di soffocare possibili gemiti. Aiutato in questo dall'insospettabile perizia della donna il supplizio è minore del previsto, e più breve e presto un nuovo bendaggio andrà a sostituire quello vecchio. Forse, nonostante tutto, sopravviverà.
EILANTIA (stanza Okthar) Finisce di pulire la gamba e poi l'altra. S'appresterà a prendere un altro telo di lino, che lacererà a strisce, legandole poi tra loro. Sarà sua cura riarrangiare un altro bendaggio, almeno nel tentativo di rallentare la lieve emorragia. Sospirerà piano non appena avrà terminato e sussurrerà all'uomo ''Adesso scriverò subito una missiva. Speriamo giungano al più presto >>
EILANTIA >>a curarti.'' E con le dita sottili farà altri due nodi, per poi prendere le coltri di lana tessuta e poggiarle sul corpo nudo del gaelico. ''Andrà tutto bene...'' E gli sorriderà un'ultima volta, prima di scendere nella sala comune, per scrivere una rapida pergamena alle curatrici.