Sentimento Religioso

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ghost264
00mercoledì 28 dicembre 2005 22:10
È stato detto che l'uomo è un animale religioso. Noi non sappiamo che cosa pensino i cani, i gatti o gli uccelli, ma non ci risulta che gli animali abbiano una religione (anche se qualcuno ha detto che quando un cane abbaia alla luna sta riconoscendo l'esistenza di una Cosa che non appartiene al suo mondo). Invece tutti i popoli di cui sappiamo qualche cosa hanno mostrato di possedere un sentimento religioso.

Come vedremo dopo, ci sono religioni che riconoscono una Divinità sola (religioni monoteiste), altre che riconoscono molte entità divine come gli dei degli antichi, o gli spiriti dell'acqua o degli alberi (religioni politeiste ), religioni che hanno delle chiese, dei templi, e altre che onorano i loro dei in mezzo alla natura, religioni che raffigurano i loro dei mediante statue o dipinti, altre che onorano una pietra, altre ancora che non sembrano avere nessun oggetto da venerare o adorare. Ma prima di decidere che cosa sia una religione bisogna stabilire che cosa è il sentimento religioso , che sembra comune a tutte le comunità umane, passate e presenti.
bambini molto presto iniziano a chiedere ai loro genitori molti "perché", perché il sole fa luce, perché l'acqua bagna, eccetera eccetera. Il sentimento religioso nasce quando gli uomini si chiedono perché sono al mondo, ovvero perché esiste e come è nato l'Universo (che comprende sia la nostra Terra che il cielo, il Sole, la Luna e le Stelle).
Questi "perché" riguardano anzitutto il passato, il presente e il futuro. Per quanto riguarda il passato gli uomini si chiedono se l'Universo è stato fatto da Qualcuno. Per quanto riguarda il presente si chiedono come debbono vivere e comportarsi coi loro simili, e se chi ha fatto il mondo in qualche modo - magari mediante dei propri "aiutanti" (angeli, spiriti, o altre forze della natura) - li aiuta, li protegge, li giudica, li premia o li punisce. E siccome tutti gli uomini sentono che qualcosa è male (per esempio l'ammalarsi, il morire, il perdere le persone care o le cose a cui tengono di più) si chiedono come mai al mondo le cose non vanno come desiderano, e se quello che viene avvertito come male viene permesso da chi ha creato il modo, e per quale ragione. Infine si chiedono che cosa accadrà a loro e agli altri dopo la morte. Finirà tutto nel nulla o chi ha creato il mondo si prenderà cura di loro?
Tutte queste domande sono manifestazioni del sentimento religioso e da esse nascono le varie religioni .

In genere le religioni riconoscono che c'è qualcosa di superiore a noi, qualcosa di Sacro, che noi non vediamo o tocchiamo, ma da cui dipendiamo. Esse si dividono tra quelle che riconoscono un Principio Trascendente e quelle che riconoscono un Principio Immanente.
Per Principio Trascendente s'intende una Divinità che non fa parte di questo Universo ed è fondamentalmente diversa da noi. Essa è di natura spirituale e vive in cielo o da qualche altra parte. Per alcune religioni questo Principio Trascendente non solo ha creato l'universo ma si è manifestato agli uomini attraverso una Rivelazione, che ci viene tramandata attraverso dei Libri Sacri.
Per Principio Immanente si intende una Causa (o diverse Cause) che fanno parte del nostro stesso Universo, che viene sovente considerato come la stessa Divinità, oppure si ritiene che molte forze che agiscono nell'Universo (l'aria , il fuoco, le varie potenze naturali come i venti, oppure il Sole e le Stelle) siano aspetti del Sacro.

U. Eco
ghost264
00mercoledì 28 dicembre 2005 22:11
A cosa crede chi non crede
In un certo senso hanno un sentimento religioso anche coloro che non riconoscono alcuna religione. Tra costoro ci sono gli agnostici e gli atei.
Gli agnostici sono coloro che ritengono che, alle domande di cui abbiamo parlato, non si possa dare una risposta. Pertanto non accettano le risposte date dalle varie religioni. Ma non è che sottovalutino molte di quelle domande. Pertanto cercano a modo proprio di trovare dei princìpi di vita a cui aspirarsi (vedi Sistemi etici a confronto).
Gli atei sono coloro che non credono che l'Universo sia stato creato da una entità trascendente, e spesso ritengono di poterlo provare scientificamente. In ogni caso ritengono che le Rivelazioni delle varie religioni non possano essere dimostrate come vere. Alcuni di essi accettano un Principio Immanente, ma ritengono che, se si pensa che la Divinità si identifica con l'Universo, e quindi noi ne siamo parte, questo significa che non c'è alcuna Divinità fuori di noi. Tuttavia anche gli atei, come gli agnostici, cercano di ispirarsi ad alcuni princìpi di vita (vedi Sistemi etici a confronto)
È vero che ci sono alcuni che non solo non credono ad alcuna divinità ma ritengono che, se Dio non esiste, allora si può fare tutto quello che si vuole, e per soddisfare ogni proprio desiderio possono uccidere, rubare, calpestare i diritti degli altri.
Ma costoro sono meno frequenti di quanto si creda. È difficile che un essere umano non si ponga il problema di ciò che è bene e ciò che male, e non senta di essere legato ai propri simili da affetti, doveri, responsabilità comuni. Questo perché l'uomo è anzitutto un essere sociale, vale a dire che può vivere solo se gli altri lo riconoscono, lo amano, lo aiutano. Quando si pone domande intorno al suo rapporto con gli altri uomini, e si chiede perché è legato a loro, l'uomo manifesta in qualche modo un sentimento religioso, anche se non crede in nessuna religione.


U. Eco introduzione a Accettare le diversità di Umberto Eco, Furio Colombo e Jacques Le Goff
(Upuaut)
00mercoledì 28 dicembre 2005 23:05
Non posso far altro che condividere in pieno le opinioni di Umberto Eco.
ghost264
00giovedì 29 dicembre 2005 00:15
Eco sottoineando la contraddizione di chi si considera ateo o agnostico ( in quanto anch'essi in realtà credenti in una entità anche se non trascendnte) e che si pone domande sul bene e sul male e per questo fa riferimento ai vari sistemi etici e li confronta

Sistemi etici a confronto

Tutte le religioni si chiedono come sia possibile per gli esseri umani di porre fine alla sofferenza (propria e altrui) e le risposte variano a seconda delle diverse concezioni della salvezza, della redenzione, e della liberazione. In generale, le vie indicate per raggiungere la salvezza dell'anima sono tre:
• la via degli atti: ciascuna religione prescrive determinati comportamenti ai propri fedeli e pone a essi una serie di divieti e di interdizioni;
• la via della fede: alcune religioni insistono sul fatto che, per ottenere la vera salvezza, occorra stabilire con Dio un rapporto di fiducia, di sottomissione, di amore e di devozione;
• la via della conoscenza: secondo alcune tradizioni religiose, la conoscenza (lo studio, la meditazione, ecc.) permette all'individuo di guardare oltre l'apparenza ingannevole delle cose e di avvicinarsi così alla sfera divina.
Parlando di sistemi etici, ci riferiamo qui soprattutto al primo punto (la via degli atti): quali sono i comportamenti giusti da seguire?


Il nucleo etico dell' Ebraismo è costituito dai Dieci Comandamenti che, secondo la Bibbia (Esodo), Mosé ricevette da Dio sul monte Sinai.
Oltre ai dieci comandamenti, gli ebrei praticanti sono tenuti a osservare le 613 mitzvot (365 divieti e 248 prescrizioni) registrate nella tradizione talmudica, che comprendono leggi relative a ogni aspetto della vita sociale, dal matrimonio alle procedure cerimoniali, nonché diverse regole e divieti alimentari.
Gli ebrei ortodossi sono più rigorosi rispetto agli ebrei liberali nell'applicazione delle mitzvot. Vi sono inoltre molti ebrei che, pur essendo laici, scelgono di rispettare alcune delle mitzvot per onorare la propria tradizione.
(Vai alla lettura: Dieci Comandamenti)


L'etica cristiana si fonda sui dieci comandamenti biblici e sugli ideali trasmessi da Gesù nel Sermone della Montagna: perdonare le offese, dire la verità, praticare la giustizia, dedicarsi al prossimo.
Sulle questioni etiche più specifiche le diverse chiese hanno spesso assunto - e tuttora assumono - posizioni diverse fra loro. Ad esempio, vi è disaccordo tra la Chiesa cattolica e le Chiese anglicane e protestanti per quanto riguarda il sacerdozio femminile, la contraccezione e la posizione nei confronti degli omosessuali.
(Vai alla lettura: Sermone della Montagna)


Un buon musulmano è tenuto a rispettare i "cinque pilastri" dell'ISLAM:
1) La professione di fede: deve credere e rendere testimonianza del fatto che esiste un solo Dio e che Maometto e il suo profeta;
2) La preghiera: deve recitarla cinque volte al giorno;
3) L'elemosina rituale: deve devolvere una parte dei suoi introiti in beneficenza;
4) Il digiuno: deve osservare il digiuno del Ramadan;
5) Il pellegrinaggio alla Mecca: se può permetterselo, deve recarsi alla città santa della Mecca almeno una volta nella vita.
Oltre a ciò, vi sono varie prescrizioni e divieti di tipo alimentare e numerose regole di comportamento che, come sempre accade, vengono interpretate e applicate in modi diversi - e più o meno restrittivi - di paese in paese.


Nei testi sacri dell' Induismo (in particolare, nella Bhagavad-gita e nelle Upanishad) si trovano alcuni insegnamenti etici fondamentali: uno dei concetti ricorrenti è quello della bhakti, che si riferisce al rapporto di amore e di partecipazione che unisce il devoto alla divinità. Un passo molto importante della Bhagavad-gita (dodicesima lettura, intitolata "la bhakti") delinea il ritratto ideale del devoto caro a Vishnu-Krishna: le virtù che il dio tiene in maggiore considerazione sono l'equanimità, la benevolenza, la pazienza, la compassione, la contentezza, il controllo di sé e la purezza.
Nella vita pratica, la posizione castale determina diversi obblighi e divieti comportamentali: ad esempio, un induista può sposarsi e può sedere a tavola solo con chi appartiene alla propria casta.
(Vai alla lettura: Bhagavad-gita)


L'etica buddhista è espressa nella quarta Nobile Verità, in cui il Buddha identifica la via della liberazione con la "via di mezzo" (tra la ricerca del piacere e la mortificazione della carne) costituita dal nobile ottuplice sentiero: retta visione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retto modo di vita, retto sforzo, retta consapevolezza, retta concentrazione (dove "retto" significa conforme agli insegnamenti buddhisti).
La condotta morale dei buddhisti è inoltre regolata da cinque precetti, o panchasila (non uccidere esseri viventi, non rubare, non commettere atti impuri, non mentire, non consumare bevande inebrianti), a cui si aggiungono altri cinque precetti che valgono soprattutto per i monaci (non mangiare cibo nei tempi non dovuti, astenersi dal canto, non usare sedili alti e lussuosi, non adoperare letti grandi e confortevoli, non commerciare cose d'oro e d'argento).
(Vai alla lettura: Dhammacakkappavattana-sutta)


Il giainista è tenuto a rispettare cinque voti:
1) Ahimsa: rispettare ogni forma di vita
2) Satya: dire la verità
3) Asteya: non rubare
4) Brahmacharya: per i monaci, questo è il voto di castità; per i laici, si tratta di un voto di monogamia
5) Aparigraha: non acquisire più di ciò che è necessario per sopravvivere giorno per giorno (questo voto vale solo per i monaci).


Per i confuciani, i doveri dell'uomo consistono soprattutto nella pratica di cinque virtù: l'umanità (ren), la rettitudine (yi), la coscienziosità (zhong), l'altruismo (shu), il giusto comportamento (li), e la pietà filiale (xiao).
L'umanità (ren), che consiste nella capacità di amare il prossimo, si può attuare in due modi (zhong e shu): uno positivo (fare agli altri quello che si vorrebbe che venisse fatto a noi stessi) e uno negativo (non fare agli altri quello che non si vorrebbe che venisse fatto a noi stessi).
La rettitudine (yi) consiste nell'osservare i doveri derivanti dalla propria posizione sociale (li). Il concetto di li (l'ordine generale del mondo in tutti i suoi aspetti) sta alla base dell'etica confuciana, la quale si articola in alcuni ambiti principali:
• La pietà filiale (xiao): il figlio deve al padre rispetto, obbedienza, deferenza e sostegno nella vecchiaia e anche dopo la morte;
• La lealtà verso il sovrano e verso lo stato (il sovrano, da parte sua, deve fornire il buon esempio ai suoi sudditi);
• La benevolenza tra fratello maggiore e fratello minore;
• La benevolenza tra amico maggiore amico minore;
• L'amore tra marito e moglie (e l'obbedienza della moglie nei confronti del marito).
Pius Augustus
00giovedì 29 dicembre 2005 00:46
è solo una questione etimologica non una contraddizione;è ovvio che gli atei credono in un sistema di valori,solo che si rendono conto che sono relativi e creati e accettai dall'uomo non dogmi provenienti dall'alto.
(Upuaut)
00giovedì 29 dicembre 2005 14:18
Re:

Scritto da: Pius Augustus 29/12/2005 0.46
è solo una questione etimologica non una contraddizione;è ovvio che gli atei credono in un sistema di valori,solo che si rendono conto che sono relativi e creati e accettai dall'uomo non dogmi provenienti dall'alto.



Ovviamente.
Granduca di Milano
00sabato 31 dicembre 2005 19:21
La maggioranza della popolazione della terra ha bisogno di credere in qualcosa di sovrannaturale, perchè così crede di risolvere dei problemi inspiegabili dalla scienza, in questo modo ogni cultura si è creata una religione a sua immagine.
Poi contro le religioni è stata creata un altra religione, quella dei partiti politici assolutisti.
Il concetto però è lo stesso gli individui hanno bisogno di sentirsi guidati da qualcosa di superiore.
E' deprimente. [SM=x278630]
(Upuaut)
00sabato 31 dicembre 2005 19:52
Re:

Scritto da: Granduca di Milano 31/12/2005 19.21
La maggioranza della popolazione della terra ha bisogno di credere in qualcosa di sovrannaturale, perchè così crede di risolvere dei problemi inspiegabili dalla scienza, in questo modo ogni cultura si è creata una religione a sua immagine.
Poi contro le religioni è stata creata un altra religione, quella dei partiti politici assolutisti.
Il concetto però è lo stesso gli individui hanno bisogno di sentirsi guidati da qualcosa di superiore.
E' deprimente. [SM=x278630]



Sì, è deprimente.

ghost264
00domenica 1 gennaio 2006 16:52
quel che mi stupisce è come chi si considera ateo pensa davvero di essere migliore di chi crede. possibile che non esista un credente intelligente? che tutte questa ormai banalissime disquisizioni sul bisogno personale di credere in qualcosa di superiore a sè, tutte queste banalità sui dogmi venuti dall'alto ( per chi ha fifa di chiamarsi dentro le cose e non il contrario) e tutte queste banalizzazioni sulla religione.............. dicevo possibile che chi è ateo pensi che nessun uomo credente sia intelligente al punto da essersi ugualmente fatto quelle domande ma avere trovato altrer risposte? possibile che gli atei siano così ciechi e superbi da pensarsi superiori a chiunque ( ripeto chiunque) creda o abbia creduto?


mah! prima o poi apriranno gli occhi
(Upuaut)
00domenica 1 gennaio 2006 19:28
quel che NON mi stupisce è come chi si considera credente pensa davvero di essere migliore di chi non crede. possibile che non esista un non credente intelligente?
[...]
possibile che i credenti siano così ciechi e superbi da pensarsi superiori a chiunque (ripeto chiunque) sa di non sapere?

ghost264
00domenica 1 gennaio 2006 20:01
a dire il vero chi crede, in qualunque religione creda, non dice di solito frasi di atei tipo" la religione è una falsità ed è solo coprire un bisogno psicologico umano"

però........ forse sono secolo e millenni che sbagliamo a sentire ( perchè da capire c'è molto poco)
(Upuaut)
00domenica 1 gennaio 2006 20:07
Re:

Scritto da: ghost264 01/01/2006 20.01
a dire il vero chi crede, in qualunque religione creda, non dice di solito frasi di atei tipo" la religione è una falsità ed è solo coprire un bisogno psicologico umano"

però........ forse sono secolo e millenni che sbagliamo a sentire ( perchè da capire c'è molto poco)



Ma questo non è un insulto. E' una verità... [SM=x278640]
Breznev
00lunedì 2 gennaio 2006 15:38
Re:

Scritto da: Pius Augustus 29/12/2005 0.46
è solo una questione etimologica non una contraddizione;è ovvio che gli atei credono in un sistema di valori,solo che si rendono conto che sono relativi e creati e accettai dall'uomo non dogmi provenienti dall'alto.



Esatto! [SM=x278629]


Vota DC
00lunedì 2 gennaio 2006 21:49
Risposta ovvia

Scritto da: (Upuaut) 01/01/2006 19.28
quel che NON mi stupisce è come chi si considera credente pensa davvero di essere migliore di chi non crede. possibile che non esista un non credente intelligente?
[...]
possibile che i credenti siano così ciechi e superbi da pensarsi superiori a chiunque (ripeto chiunque) sa di non sapere?




Ai non credenti non succede nulla quando muoiono...muoiono e basta.
I credenti invece rischiano di andare al paradiso.Quindi si considerano più intelligenti.
Pius Augustus
00lunedì 2 gennaio 2006 23:15
Re: Risposta ovvia

Scritto da: Vota DC 02/01/2006 21.49


Ai non credenti non succede nulla quando muoiono...muoiono e basta.
I credenti invece rischiano di andare al paradiso.Quindi si considerano più intelligenti.



Questa me la devi spiegare...
Vota DC
00martedì 3 gennaio 2006 16:20
Il fatto che i credenti sono sempre in vantaggio rispetto ai non credenti.
Io sono cattolico e se ho torto a credere non ci sarà ovviamente nessuna divinità atea che punirà.Se ho ragione sarò beato.
Un ateo se ha torto nel migliore dei casi finisce nel limbo.Se ha ragione finisce come il cattolico che ha torto.
(Upuaut)
00martedì 3 gennaio 2006 17:09
Re:

Scritto da: Vota DC 03/01/2006 16.20
Il fatto che i credenti sono sempre in vantaggio rispetto ai non credenti.
Io sono cattolico e se ho torto a credere non ci sarà ovviamente nessuna divinità atea che punirà.Se ho ragione sarò beato.
Un ateo se ha torto nel migliore dei casi finisce nel limbo.Se ha ragione finisce come il cattolico che ha torto.



Nonostante i post idioti di Vota DC ( [SM=x278632] ), è saltata a galla una grande verità: essere non credenti porta ad una infelicità e ad una malinconia che solo i disillusi hanno; i credenti, nelle loro convinzioni, sono comunque più felici della vita in quanto credono (appunto) di avere compreso il senso della vita, o che comunque un senso esista.
Ecco perchè il credente ha tutto l'interesse di convertire il non credente: se la sua illusione fosse condivisa da tutti, essa si trasmuterebbe da illusione a verità assoluta. Il credente ha quindi paura di ciò che può distogliere dalla sua illusione, e ha tutto l'interesse ad emarginare o discriminare persone di altre fedi, di poca fede, o in generale a chi non si accontenta della fede.




ghost264
00martedì 3 gennaio 2006 18:29
a dire il vero credo che per un credente non sia affatto il condividere la ipotetica illusione con altri che lo porta a suggerire agli altri la propria fede, bensì il fatto che per chi crede è un valore, una bella notizia quindi è ovvio che si spera di poterla portare agli altri.




prego chiunque di non giudicare idioti gli interventi di nessuno qui altrimenti mi troverò a censurare tale giudizi
(Upuaut)
00mercoledì 4 gennaio 2006 00:10
Re:

Scritto da: ghost264 03/01/2006 18.29
1- a dire il vero credo che per un credente non sia affatto il condividere la ipotetica illusione con altri che lo porta a suggerire agli altri la propria fede, bensì il fatto che per chi crede è un valore, una bella notizia quindi è ovvio che si spera di poterla portare agli altri.




2- prego chiunque di non giudicare idioti gli interventi di nessuno qui altrimenti mi troverò a censurare tale giudizi



1- Sì, INCONSCIAMENTE è così.

2- Nel caso di Vota, è un dovere farlo.

Pius Augustus
00mercoledì 4 gennaio 2006 00:37
Re: Re:

Scritto da: (Upuaut) 04/01/2006 0.10



2- Nel caso di Vota, è un dovere farlo.




No,puoi contestare o prendere in giro chi dice stupidaggini,ma sempre nell'ambito del rispetto personale.
é sempre necessario trattenersi dagli insulti agli altri utenti,altrimenti si sfocia nella pura provocazione.
Soga
00mercoledì 4 gennaio 2006 00:42
Qual'è il tuo pensiero Upuaut? In certi post mi sembri agnostico, in altri un ateo.

Condivido il richiamo degli altri moderatori ad un maggiore rispetto.

[Modificato da Soga 04/01/2006 0.42]

(Upuaut)
00mercoledì 4 gennaio 2006 00:48
Re:

Scritto da: Soga 04/01/2006 0.42
Qual'è il tuo pensiero Upuaut? In certi post mi sembri agnostico, in altri un ateo.

Condivido il richiamo degli altri moderatori ad un maggiore rispetto.

[Modificato da Soga 04/01/2006 0.42]




L'ateismo può essere considerato una religione, in quanto si basa su un dogma di fede ("Dio non esiste").
Io non mi accontento della fede.



Matteo Bonaparte
00mercoledì 4 gennaio 2006 12:33
Re:

Scritto da: Vota DC 03/01/2006 16.20
Il fatto che i credenti sono sempre in vantaggio rispetto ai non credenti.
Io sono cattolico e se ho torto a credere non ci sarà ovviamente nessuna divinità atea che punirà.Se ho ragione sarò beato.
Un ateo se ha torto nel migliore dei casi finisce nel limbo.Se ha ragione finisce come il cattolico che ha torto.



e sai che fregatura per uno che ha sempre seguito i precetti cattolici morire e non aver vissuto la sua unica vita come voleva per paura di qualcosa che non esiste? (semprechè uno segua i precetti cattolici: in tutta coscienza ci sono ben poche persone che si professano cattoliche che arrivano vergini al matrimonio, frequentano assiduamente la messa, fanno sesso allo scopo di procreare ecc.; se uno da all'oltretomba l'aspetto della divina commedia come hai fatto tu allora direi che la maggior parte delle persone sono destinate all'inferno, cattoliche o no). sono un pò discorsi del cavolo secondo me
Pius Augustus
00mercoledì 4 gennaio 2006 13:18
Re: Re:

Scritto da: Matteo Bonaparte 04/01/2006 12.33


e sai che fregatura per uno che ha sempre seguito i precetti cattolici morire e non aver vissuto la sua unica vita come voleva per paura di qualcosa che non esiste? (semprechè uno segua i precetti cattolici: in tutta coscienza ci sono ben poche persone che si professano cattoliche che arrivano vergini al matrimonio, frequentano assiduamente la messa, fanno sesso allo scopo di procreare ecc.; se uno da all'oltretomba l'aspetto della divina commedia come hai fatto tu allora direi che la maggior parte delle persone sono destinate all'inferno, cattoliche o no). sono un pò discorsi del cavolo secondo me



[SM=x278629]
Vota DC
00sabato 7 gennaio 2006 17:14
Ma i cattolici permettono di fare tutto ciò che si vuole.
Puoi compiere anche i peggiori reati,basta che ti confessi e ti penti poco prima di morire.

Gli atei invece inventano etica e altre sciocchezze che complicano la vita.
(Upuaut)
00sabato 7 gennaio 2006 17:19
Re:

Scritto da: Vota DC 07/01/2006 17.14
Ma i cattolici permettono di fare tutto ciò che si vuole.
Puoi compiere anche i peggiori reati,basta che ti confessi e ti penti poco prima di morire.

Gli atei invece inventano etica e altre sciocchezze che complicano la vita.



[SM=x278641]
Breznev
00lunedì 9 gennaio 2006 13:24
Re:

Scritto da: Vota DC 07/01/2006 17.14
Ma i cattolici permettono di fare tutto ciò che si vuole.
Puoi compiere anche i peggiori reati,basta che ti confessi e ti penti poco prima di morire.

Gli atei invece inventano etica e altre sciocchezze che complicano la vita.



[SM=x278639] [SM=x278639] [SM=x278639] [SM=x278639]
Questi probabilmente sono gli insegnamenti di 40 anni di DC...

Matteo Bonaparte
00mercoledì 11 gennaio 2006 10:36
Re:

Scritto da: Vota DC 07/01/2006 17.14
Ma i cattolici permettono di fare tutto ciò che si vuole.
Puoi compiere anche i peggiori reati,basta che ti confessi e ti penti poco prima di morire.

Gli atei invece inventano etica e altre sciocchezze che complicano la vita.



[SM=x278647] [SM=x278647] ?????
bene, allora farò una vita dissoluta, ammazzerò, ruberò ecc. ecc. dopodichè in punto di morte per buona misura mi confesserò.
se fosse così la religione cattolica sarebbe davvero la peggiore! scusa ma mi sembra una gran minchiata
AramisXXX
00mercoledì 11 gennaio 2006 12:26
Re:

Scritto da: Vota DC 07/01/2006 17.14
Ma i cattolici permettono di fare tutto ciò che si vuole.
Puoi compiere anche i peggiori reati,basta che ti confessi e ti penti poco prima di morire.

Gli atei invece inventano etica e altre sciocchezze che complicano la vita.



Ma dai... che dici... sono questi assurdi ragionamenti che screditano una fede che ha ben altro spessore.




(Upuaut)
00mercoledì 11 gennaio 2006 15:29
Re: Re:

Scritto da: AramisXXX 11/01/2006 12.26


Ma dai... che dici... sono questi assurdi ragionamenti che screditano una fede che ha ben altro spessore.







Per non parlare della sua ridicola idea di "ateo"...

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