Sibilanti dardi nella notte

Elysiane
00venerdì 20 novembre 2015 15:18
Skill Esperienza armi da tiro liv.1
Riassunto: La Sapiente del Meriggio si reca nello spiazzo adiacente alle stalle per allenarsi nel tiro con l'arco. Il primo tentativo non è granché, mentre col secondo riesce a migliorarsi.

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ELYSIANE { . Pressi Stalle . } ° { Nonostante la Signora dei Corvi abbia già steso il suo manto oscuro sull’Isola dei Pomi, non tutti gli Avalonesi sono rinchiusi fra quattro mura: difatti, la Sapiente del Meriggio si appresta a raggiungere l’esterno delle stalle, in trepidante attesa di dar sfogo alle sue energie dedicandosi ad uno dei suoi passatempi preferiti. L’idea di unire l’utile al dilettevole l’alletta parecchio: la Dea stessa la vorrebbe vedere più combattiva e più capace di incarnare il Volto guerriero che appartiene al Meriggio. Dato che la praticità è la prima cosa che deve ottenere, in via del tutto eccezionale si è liberata della tunica sacerdotale cremisi, optando per una casacca marrone che le arriva fino alla vita e che è stretta da una cinta nera; le gambe magre sono fasciate da calzoni di pelle della stessa tonalità della casacca e confluiscono nei calzari scuri. Il crine salvato dalla rasatura ai lati della testa è domato in una treccia che penzola impaziente fra le scapole ossute. Lo sguardo, accentuato dal trucco scuro, serpeggia con agilità al di fuori della stalla ed individua con estrema facilità la faretra colma di dardi e l’arco, entrambi appoggiati al muro. Accanto all’arma è ripiegato anche il cavalletto di legno sul quale è montato il bersaglio a cerchi concentrici, sollevato e sistemato da Elysiane cosicché sia per lei possibile utilizzarlo durante il suo allenamento. Cerca di scaricare la tensione muovendo le dita convulsamente, stringendo i pugni e mollando la presa giusto per testare la sensibilità del suo tocco, posando la sua attenzione sul fluire del sangue. Dopo un respiro profondo, abbassa le spalle e si china verso la faretra, estraendo una freccia con la sinistra e stringendo l’arco nella mano gemella. }

ELYSIANE { . Pressi Stalle . } ° { Ora che tutto è sistemato, la ventenne può dedicarsi al suo allenamento. Le iridi smeraldine corrono sul bersaglio, fissandone la posizione e constatando che si trova all’incirca a quindici metri dalla sua figura; solleva leggermente il mento per studiare le rare zaffate di vento che carezzano le gote e per saggiare l’illuminazione del loco, garantita dalle fiammelle delle sporadiche torce e dalla luna calante. Cerca di svuotare la mente, soffocando ogni pensiero inutile e dirigendo la sua totale attenzione ai gesti che sta per compiere [ Volontà +1 ]. Quest’ultimi non sono così difficili e, dopo le battute di caccia con sua nonna, dovrebbero venirle piuttosto naturali. I piedi si disgiungono adottando la larghezza che intercorre fra le spalle della Romana, mentre il fianco destro si trova a puntare verso il bersaglio seguito a ruota dalla spalla corrispondente; le estremità delle gambe sono sempre in movimento ed il piede destro si ritrova a puntare in avanti a differenza del suo gemello che ruota all’indietro sino a formare quasi un angolo retto. Il petto si solleva e s’abbassa ritmicamente, favorendo la concentrazione ed il rilassamento della Sacerdotessa; quest’ultima flette leggermente le gambe, piegando le ginocchia quel poco che serve per garantire stabilità al baricentro del suo corpo. Solo in questo istante la mancina viene sollevata, mentre la destra mantiene l’arco basso e parallelo al terreno così che la freccia possa essere incoccata: la cocca del dardo viene afferrata fra la seconda e la terza falange dell’indice e del medio e sotto quest’ultimo si posiziona l’anulare, così che la presa risulti salda. [ Incocco – Fase 1/3 ] }

ELYSIANE { . Pressi Stalle . } ° { Sebbene i suoi arti siano già in movimento, di tanto in tanto qualche pensiero birichino si insinua nella sua mente rischiando di compromettere la prestazione; con fermezza, Elysiane si impone di restare concentrata, posando gli occhi chiari sui cerchi concentrici che compongono la meta del dardo che stringe nella mancina, ovvero il bersaglio. [ Volontà +1 ] Il respiro resta regolare, accompagnato da impercettibili movimenti dei piedi atti a migliorare ulteriormente la posizione del corpo della Romana in vista del tiro. Con la cautela necessaria, il braccio destro viene sollevato così da restare parallelo al manto erboso che solletica i calzari ma non viene alzato troppo e perciò resta sotto la linea delle spalle. Contemporaneamente alla presa salda della mano destra, la mancina si muove all’indietro ed il retrocedere del gomito e dell’avambraccio trascinano nella medesima direzione la cocca ed il corpo della freccia. La corda dell’arco si allunga finché non si trova posta perpendicolarmente all’occhio sinistro, tanto da sfiorare leggermente prima le labbra quindi lo zigomo. Mentre con lo sguardo tenta di immaginare il percorso che separa il dardo dal bersaglio, Elysiane inclina leggermente il capo verso destra, tirando poi i muscoli della schiena nel tentativo di avvicinare le scapole. [ Mira – Fase 2/3 ] }

ELYSIANE { . Pressi Stalle . } ° { Il più è quasi fatto e fra non molto i muscoli delle braccia e della schiena di Elysiane potranno rilassarsi; per ora, però, restano contratti a sorreggere la posizione; con l’ausilio dello sguardo, la Sapiente formula delle mute ipotesi, calcolando fra sé un’ipotetica parabola compibile dalla freccia tenendo conto anche del venticello che, di tanto in tanto, scuote la treccia appollaiata sulla spalla sinistra. La fanciulla cerca di non distrarsi proprio in ultima battuta [ Volontà + 1], allungando poco a poco la posizione delle dita della mancina, precedentemente contratte sino a sembrare un uncino. Con un movimento fluido ma controllato, la cocca viene lasciata libera e le dita si distanziano fra loro quel tanto che basta per permettere al dardo di partire, fendendo l’aria con sibili sordi sino al raggiungimento del bersaglio. [ Tiro – Fase 3/3 ] }

ELYSIANE { . Pressi Stalle . } ° { Il primo tiro non va così male ma non suscita in Elysiane la contentezza agognata: infatti, la freccia raggiunge il bersaglio ma colpisce solamente uno dei due cerchi concentrici neri, appena di poco interni al bordo della lignea superficie. Con uno sbuffo scocciato, la ventenne si dirige nuovamente in direzione della faretra, dalla quale estrarrà un altro dardo per concedersi un ulteriore tentativo. Dopotutto, prima del suo soggiorno al Tempio non aveva mai utilizzato un bersaglio del genere, dunque le ci vorrà un po’ per vedere l’ombra dei risultati sperati. Questa volta lascia intercorrere più spazio fra sé ed il cavalletto di legno, circa diciassette metri; nuovamente, tutta la delusione scaturita dal primo scocco viene accantonata per permettere alla sua mente di focalizzarsi sull’obiettivo [ Volontà +1 ]; i piedi sono divaricati esattamente quanto la larghezza delle spalle e, poiché l’Ancella del Meriggio è mancina, è il fianco destro a puntare verso il bersaglio, così come la conseguente spalla. E’ il piede destro a farsi avanti mentre l’altro retrocede e ruota quel tanto che basta a consentire al baricentro la maggiore stabilità possibile. Una volta corretta la posizione, il ritmico respiro segnala alle ginocchia quanto flettersi, mentre la mano destra abbassa l’arco tanto da renderlo perpendicolare al terreno e la mancina si appresta all’incocco: ancora una volta, il pollice ed il mignolo della sinistra sono ben distanziati. Spetta al medio e all’indice afferrare la cocca fra la seconda e la terza falange, proprio mentre l’anulare scorre sotto al terzo dito. [ Incocco – Fase 1/3 ] }

ELYSIANE { . Pressi Stalle . } ° { Non contenta della posizione dei piedi, la ventenne l’aggiusta con nonchalance, spostando di qualche centimetro i calzari scuri; tenta di focalizzare la propria concentrazione sul respiro, così da permettere allo sguardo di permanere sul bersaglio senza ulteriori distrazioni [ Volontà +1]. Non appena si sente pronta, consente al braccio destro di alzarsi mantenendolo parallelo al terreno ed assicurandosi che la presa non sia rigida ma comunque ben salda al di sotto della linea delle spalle; allo stesso tempo, il gomito sinistro indietreggia approfittando del giogo della spalla di corrispondenza, trascinando con sé la cocca ed il corpo della freccia. Di conseguenza, la corda dell’arco viene allungata nuovamente sino ad avvicinarsi all’occhio sinistro, sfiorando l’angolo della bocca; l’occhio destro di Elysiane, quello dominante, viene socchiuso per permettere alla giovane di meglio immaginare l’eventuale traiettoria del dardo, ormai in procinto di essere tirato. Una volta visualizzata la linea inventata che la separa dal bersaglio, la Sacerdotessa è pronta a contrarre i dorsali proprio mentre il capo viene inclinato verso destra. [ Mira – 2/3 ] }

ELYSIANE { . Pressi Stalle . } ° { E’ giunta l’ora di mettersi alla prova! Ancora una volta solleva leggermente il mento per accertarsi che il vento non influisca sulla traiettoria, trovandosi anche a fare speculazioni sull’eventuale parabola compiuta dal dardo in volo; in ogni caso, la mente di Elysiane è ben lucida e, sebbene tutto il suo corpo frema di impazienza, la ventenne riesce a restare immobile. [ Volontà +1 ] Le dita della mancina, prima rattrappite in una sorta di posizione uncinata, vengono allungate poco alla volta, permettendo alla cocca di liberarsi dalla presa delle falangi e alla freccia di dirigersi verso la superficie lignea distante soli diciassette metri. [ Tiro – Fase 3/3 ] }

ELYSIANE { . Pressi Stalle . } ° { La tenacia della Sacerdotessa è stata ripagata: difatti, il dardo si conficca in uno dei cerchi concentrici rossi, adiacenti a quello centrale. } Evviva! { Esulta finalmente la ventenne, sollevando le braccia in direzione del cielo e sventolando l’arco con la destra. Incede rapidamente verso il bersaglio, pronta a liberarlo dalle frecce appena tirate con un sorriso enorme stampato in faccia. Felice com’è dei risultati ottenuti, sicuramente resterà ancora parecchio nello spiazzo adiacente alla stalla, dedicandosi al suo passatempo preferito finché non sopraggiungerà la stanchezza. } – end
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