Re: Re:
Topsy, 11/10/2008 20.13:
Non "si diceva". Piuttosto "si dice" santo, ovvero, un popolo ancora oggi "separato" da tutti gli altri popoli, in virtù della sua missione sacerdotale.
Scusa la mia domanda, ma gli Ebrei che non accettano Cristo possono essere chiamati santi?
La missione sacerdotale di Israele è cessata con Cristo e la nascita della Chiesa il novus Israel.
Questo è il mio pensiero che reputo conforme ai padri della Chiesa:
Poichè noi crediamo che Gesù è Dio il giudaismo post-cristiano è una falsa religione; se invece l’Alleanza Antica non è mai stata revocata, significa che Gesù è un falso profeta! Delle due una, entrambi non possono essere vere, per il principio di non contraddizione.
Rm. 11:1-4 : L’apostolo che in precedenza accusò fortemente i Giudei e quindi Israele di incredulità, e di rifiuto della grazia, si rende conto che ci potrebbe essere una interpretazione errata da parte dei cristiani gentili nei confronti dei Giudei (vv.17-20), quindi Paolo con la stessa formula che accusava Israele, adesso domanda per eliminare ogni dubbio, sul popolo Giudeo; "Dio avrebbe forse ripudiato il suo popolo? Impossibile!" , poiché a causa del ripudio dei Giudei nei confronti del Cristo, circolavano voci tra i cristiani, quali ad esempio; che Dio aveva ripudiato tutti gli israeliti, Paolo cerca di precisare che ciò è errato.
Ma attenzione, poiché alcuni pensano che tutto Israele non è stato ripudiato, e quindi il popolo di Israele compreso quello attuale, è ancora il popolo eletto da Dio, i versetti 2-5 ci danno una chiarezza totale su ciò che è vero e ciò che è falso.
Paolo dice; anche io sono israelita della tribù di Beniamino, ciò a significato che non tutto Israele è stato rigettato, e per consolidare questa affermazione l’apostolo cita il profeta Elia, al quale si trovava in una condizione molto simile, dove la maggior parte dei Giudei abbandonarono il vero culto all’Eterno per servire il falso dio Baal.
Quindi grazie al residuo fedele, cioè i Giudei che accettarono Gesù, l’Israele totale non è stata ripudiata, ciò però non significa che i Giudei non credenti siano salvi o ancor più, popolo di Dio, perché solo i fedeli fanno parte del popolo di Dio, non certo i miscredenti!
A questo punto la domanda nasce spontanea, ma Israele è o non è il popolo eletto di Dio?
L’apostolo Paolo senza mezze misure affermava che grazie a Cristo, non vi era più ne Giudeo ne Greco (gentile), e che per mezzo di Cristo, di due popoli (Giudei e gentili) ne è stato formato uno solo!
Ma Paolo di quale popolo parla? E ovviò che l’apostolo non dice che i Giudei sono diventati dei gentili, e nemmeno il contrario, quindi l’apostolo sta appunto parlando della nuova Israele, che è appunto la chiesa! e non più l’Israele naturale!
"Loro v’inciampano (i Giudei) perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati.
Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo di Dio…voi che un tempo eravate non popolo, ora invece siete il popolo di Dio" (1Pietro2:8-10).
"Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più Giudeo né Greco…poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.
E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa" (Gal.3:26-29).
Questi passi come tanti altri dimostrano chiaramente che è la chiesa il vero popolo di Dio e non l’Israele naturale (per Israele naturale si intende gli Ebrei che non hanno accettato Cristo).
I Giudei che hanno rifiutato Gesù, rigettandolo, a sua volta Dio ha rigettato loro come popolo eletto, formando un nuovo popolo, una nuova tenda (Atti15:16-18), che non era più esclusiva ai soli Giudei ma era la riconciliazione con il mondo intero.
Poiché non possono coesistere due popoli eletti, con una fede diversa l’una dall’altra, l’Israeliti che non hanno accettato Gesù non fanno parte del popolo di Dio!
Rm.11:11-12;
il resto (gli Ebrei convertiti a Cristo) che lo rappresenta temporaneamente è il pegno della restaurazione futura, ciò ci dà certezza dice l’apostolo che il popolo ebraico non inciamperà per sempre, ma che anch’esso un giorno quando i tempi dei gentili termineranno questo popolo si riconcilierà a Dio mediante Cristo.
L’incredulità attuale dei Giudei non è che un passo falso permesso per la conversione dei pagani, e in definitiva per la loro stessa conversione: è per la loro salvezza che Dio li renderà gelosi dei pagani.
Rm.11:13-15;
Paolo dice ai gentili, cioè i cristiani venuti dal paganesimo, egli pur essendo apostolo dei gentili, a cui né orgoglioso, si adopera per la salvezza dei suoi fratelli di sangue, cercando di suscitare in loro gelosia, per salvarne alcuni.
Paolo paragona la futura conversione dei Giudei a una resurrezione dei morti, credo che Paolo non sta parlando della futura resurrezione dei morti, ma vuol far intendere la vita che esce dai morti, cioè far tornare dalla morte alla vita, e ciò è un’opera meravigliosa che solo Dio con la sua potenza può fare. Tale sarà la meraviglia del ritorno di Israele, un ritorno alla vita del figlio prodigo.
Rm.11:16-21;
la radice santa che cita l’apostolo Paolo sono i patriarchi al quale erano fondamento dell’antico Israele, ma questo fondamento è valido anche per il nuovo Israele, che è fondato oltre che sul Cristo, anche sui profeti (Antico Patto) e sugli apostoli (Nuovo Patto).
I rami sono tutti i credenti in Cristo, in principio questi rami erano solo Giudei (Antico Patto), ma con Cristo alcuni di essi rifiutando il Signore sono stati tagliati, a vantaggio dei gentili che non sono rami naturali cresciuti dalla radice, ma essi sono stati innestati a motivo della fede in Cristo.
Ma ciò dice l’apostolo non deve esser da vanto, cioè, che i gentili Cristiani non devono guardare con disprezzo ne devono trattare i Giudei come gente inferiore a loro.
Rm.11:22-24,
Paolo mette in guardia i fratelli gentili affinché non peccano di superbia nei confronti dei Giudei, dichiarando apertamente che se i gentili non perseverano nella fede anche loro saranno recisi, cosi anche i Giudei se non perseverano nell’infedeltà essi saranno innestati.
Poiché come Dio ha potuto innestare i gentili che non sono della stessa natura della radice santa, quanto più potrà innestare i Giudei che sono della stessa natura della radice santa.
Rm.11:25-36;
l’apostolo cerca di spiegare ai gentili il mistero del rifiuto di una parte d’Israele, ciò doveva avvenire affinché le genti cioè i pagani si convertissero a Dio, dopo di ciò avverrà che anche Israele si convertirà a Cristo.
La profezia citata da Paolo, compiuta già parzialmente con la conversione dei pagani, implica anche la conversione del popolo giudaico.
"Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio", qui Paolo non indica per come alcuni credono, che a causa del vangelo i Giudei sono nostri nemici, ma qui Paolo suddivide due importanti tappe della storia della salvezza; dopo e prima di Cristo.
Dopo il Cristo che hanno rifiutato (il vangelo), i Giudei sono diventati nemici di Dio, e Dio ha permesso questo per favorire la conversione dei pagani, ma essi (i Giudei) rimangono ugualmente l’oggetto speciale di Dio a causa dell’amore riversato ai loro padri prima del Cristo, nel periodo in cui il popolo giudaico era l’unico depositario dell’elezione divina.
Conclusione;
Noi cristiani siamo chiamati a pregare incessantemente per gli Ebrei, non affinché vincano le guerre con l’uso delle armi uccidendo persone anche innocenti, ma proclamando e invocando a Dio la pace e la conversione degli ebrei, affinché possano essere ricondotti nell’ovile costituito da Cristo, dove v’è un solo Pastore e un solo gregge, poiché attualmente gli israeliti sono come pecore erranti! (Gv.10:16; 1Pietro2:25) che Dio possa benedire e convertire Israele.
Buona Domenica!