00 12/01/2013 22:04

La CIA vuole eliminare il presidente dell’Ecuador che protegge Assange

Il presidente dell’Ecuadro Rafael Correa afferma durante un comizio nella regione del  Guayas che la CIA sta lavorando per destabilizzare il paese, anche attraverso un attentato a lui diretto. Correa ricorda come la CIA abbia sempre cercato, spesso riuscendoci, di influenzare e controllare la politica degli stati sudamericani.

Proprio così: la notizia è stata data direttamente dal presidente Correa che cita un’articolo del giornalista cileno Patricio Mery Bell.

Subito ha risposto il capo della diplomazia USA a Quito, Adam Nann, dichiarando che “Washington non sarà mai coinvolta” con il processo elettorale in Ecuador.

 

La notizia su questo piano della CIA è stata data già da mesi dal giornalista cileno ma solo ora, dopo le dichiarazioni di Correa, è passata alla ribalta della stampa internazionale.

Bell sostiene come la CIA abbia stanziato una cifra di 88 milioni di dollari per finanziare operazioni di destabilizzazione all’interno dell’Ecuador ed interferire con una possibile rielezione di Correa.

Rafael Correa, 49 anni, laureato in economia si è distinto durante la sua presidenza dell’Ecuador per aver diminuito la povertà, aumentato gli standard medi della qualità della vita e stabilizzato il paese.

Non solo Correa ha goduto della ribalta sulla stampa internazionale per due importanti decisioni:

- la vincente rivendicazione della sovranità nazionale dell’Ecuador attraverso la cancellazione di quel debito pubblico dichiarato immorale

- l’asilo politico dato a Julian Assange attraverso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra.

Due valide ragioni per aver reso Correa poco gradito ai potentati economici occidentali, un Correa da molto associato a Chavez per quel che riguarda la sua retorica anti-USA.

Quanto fondate sono queste notizie di complotto? Sicuramente una campagna elettorale in corso, che si concluderà con elezioni il 17 febbraio, giustifica l’uso di proclami ed esagerazioni a fini propagandistici ed elettorali. La notizia tuttavia è stata data già da qualche mese dal giornalista cileno.

Quello che è certo è che queste dichiarazioni sono un ulteriore segno di come il SudAmerica si stia sempre più rafforzando mettendosi nelle condizioni di resistere ai ricatti dei grandi potentati finanziari occidentali.

Recente è anche il caso del presidente della Bolivia che ha definitivamente vietato la vendita di CocaCola


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