00 02/01/2015 08:58
Gentile P.,
in risposta alla sua missiva inviatami in punta di cannone, tengo a dirle che lei ha capito male e si è espressa peggio.
Le avevo chiesto semplicemente di non fare insinuazioni, di non fare processi alle intenzioni, anche se devo ammettere che è instancabile
nella sua attività denigratoria.
Però si ricordi che l'abilità di un politico non si misura dai veleni che sparge sul conto dell'avversario.
Occorre innanzitutto lealtà, ma anche parità di mezzi, nel confronto; lei invece si avvale della forza con cui impugna il coltello dalla parte del manico.
In difesa, io ho solo la parola.
E' mio diritto rammentarle che devo pur tutelarmi dalle insinuazioni che tendono a far pensare quel che non è, ammesso che qualcuno ancora le creda
senza uno straccio di prova contestuale.
E' mio diritto rammentarle che Lei non si deve assolutamente permettere di gettare discredito sulla mia persona, come ho saputo fa anche alle mie spalle.
Per questo le ho dato un input: non si azzardi mai più.
Ora Lei, stravolgendo completamente il senso delle mie parole, mi parla di "minaccia". Ma, le ripeto: lei ha capito male e si è espressa peggio.
Guardi, io mi difendo solo con la parola. A viso aperto. Con lealtà.
Ci provi anche lei, dialetticamente.
Non vi è libero pensiero laddove si enuncia una tesi ma non si consente di esprimere l'antitesi all'avversario. Laddove le regole sono unilaterali.
Solo chi è debole si avvale di tenere il coltello dalla parte del manico.
Io sono disarmata. A meno che non consideri un'arma la parola leale, chiara e precisa.
Si attenga ai fatti e alle parole scritte, non insinui retropensieri e dietrologie.
E non si irriti qualora dovessi scoprire gli altarini. La colpa non è di chi li scopre, ma di chi li fa.
Visto che i fatti dimostrano che l'ultima parola se la riserva Lei (perché a me l'ha tolta)
ho cercato un luogo in cui la parola viene concessa anche (e forse soprattutto) a chi viene zittito solo perché "la verità fa male".
Ma la bugia, l'ipocrisia e la malevolenza, le assicuro, fanno più male ancora.
Soprattutto quando le si scaglia in punta di cannone ben nascosto da un sorriso... di perfidia.
E menomale che, pochi giorni fa, era Natale.


R.


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)