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The Black Keys

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    Carlo Maria
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    00 09/09/2015 11:23
    Dan Auerbach (voce e chitarra) e Patrick Carney (batteria) sono i The Black Keys. Di loro avevo già parlato qua e là, in vari topic musicali. Il duo si è formato nel 2001 in Ohio e finora ha sfornato 8 dischi in studio e un live. Negli anni hanno ripulito il proprio sound, lo hanno un po' patinato alla ricerca probabilmente anche di un maggiore consenso popolare (puntualmente arrivato), ma non hanno perso smalto e hanno saputo comunque mostrare carattere e personalità, proponendo un mix piacevole di sonorità blueseggianti e alternative.
    Il primo album è del 2002, s'intitola The Big Come Up e risulta scarno, distorto. Contiene 13 brani, di cui 4 cover e 9 originali. Tra le cover c'è una sorpresa: tre sono tradizionali o brani blues reinterpretati, mentre la quarta è una canzone dei Beatles, cui provano a fornire una versione personale.
    Questa è She Said She Said:



    L'assenza del basso è un loro marchio di fabbrica degli inizi, ma in questo brano i due musicisti sono supportati da Gabe Fulvimar al moog bass. La prima volta che li vidi live (2008, Milano), li osservai nella loro formazione pura. Il concerto non mi fece impazzire particolarmente, in verità, tant'è che ero in prima fila, attaccato alle transenne, ma dopo un po' me ne andai. Dietro di me, però, la gente la pensava decisamente all'opposto: si era scatenato un vero inferno di esaltazione. [happy]
    La critica a sorpresa li esalta fin da subito ed ebbero anche subito quindi i riflettori addosso e un bel successo di vendite.
    Bisognava battere il ferro fintanto che era caldo e l'anno dopo cambiano casa discografica e sfornano già il secondo album: Thickfreakness.
    Ne vengono estratti tre singoli, tutti apprezzati. L'album riceve nuovamente voti molto alti dalla critica e le attenzioni del pubblico. Ancora non entrano in classifica Billboard, però si stanno facendo un nome.





    Il secondo brano ha una grinta da garage rock, anche se il cantato di Auerbach conserva la sua matrice blues.

    Il terzo disco esce di nuovo dopo appena un anno. Si tratta di Rubber Factory e questo li fa entrare finalmente anche in classifica americana, piazzandosi al posto 143 di Billboard.
    Ovviamente, la critica continua a portarli in palmo di mano. Diversi brani di questo cd saranno usati in film o in spot pubblicitari nel corso degli anni e questo contribuirà ovviamente a veicolare ulteriormente il nome della band.
    Anche questa volta, il duo ne estrae tre singoli.




    Il quarto disco è del 2006. Magic Potion è il primo lavoro per la loro nuova casa discografica, la Nonesuch Records. Per la prima volta, inoltre, non sono presenti cover. Il disco riceve valutazioni critiche contrastanti, questa volta: per quanto tutte positive, c'è chi rimane freddo.

    Per il primo singolo (Your Touch), c'è anche il video ufficiale (atroce [smile] ), questa volta:



    Io li ho conosciuti tardi, cioè all'uscita del loro quinto disco: Attack & Release, del 2008. Fu in base all'ascolto di questo cd che decisi di andarli assolutamente a vedere (e ne rimasi invece un po' deluso: io non conoscevo il loro sound scarno e duro dei primi dischi e forse fu anche questo). Questo è il disco della consacrazione presso il grande pubblico: esordisce al numero 14 della Billboard e lì i numeri di vendita sono ovviamente di altro spessore. Non può essere un caso che questo sia il primo disco registrato in uno studio: il sound è differente da quello iniziale e la cura che c'è dietro la si coglie. In qualche brano questa volta si avvalgono di collaboratori e il suono si arrotonda.
    Quattro singoli estratti, divenuti classici della band.





    Tornano anche a volare nei favori della critica, di nuovo pressoché unanime.

    L'anno dopo Dan Auerbach esce col suo primo e per ora unico disco solista, Keep It Hid. È anche in questo caso un piacevole e meritevole disco blues, tant'è che la differenza con la produzione del gruppo è poca (non fosse per i collaboratori di cui s'avvale).
    Il brano più orecchiabile e accattivante è Mean Monsoon:



    Appena un anno dopo ed ecco il sesto disco della band: Brothers. Il successo li arride nuovamente, e questa volta parecchio. Esordiscono al numero 3 della Billboard e con questo disco ci vincono anche tre Grammy.
    La critica sta sempre dalla loro.
    Ecco Tighten Up:



    Paragonatela con la prima canzone che vi ho proposto e noterete che il sound è cambiato veramente parecchio.
    Nel mentre li ho visti live la seconda volta: dopo la prima delusione non sarei più andato a sentirli, ma per un caso fortuito mi regalarono il biglietto e andai. Il concerto era a Torino, al Pala Isozaki, se non erro. C'era una folla che mi lasciò incredulo, visto che due anni prima eravamo in un locale milanese decisamente più ridimensionato. La gente era entusiasta e il duo nel mentre si era trasformato live in band. E ha prodotto un concerto davvero splendido, molto divertente e coinvolgente!!

    Un anno dopo ecco il settimo disco: El Camino. Siamo nel 2011. Qui mi faccio supportare da wikipedia, che mi informa che il disco ha esordito alla posizione numero 2 di Billboard e ha venduto più di 200 mila copie in una settimana. Parliamo del triplo rispetto a un anno prima.
    Questo disco sfonda in tutto il mondo e si becca un altro Grammy.
    Ecco Lonely Boy:



    A questo punto, però, sorpresa: l'album dopo aspetta tre anni per uscire, un record per la band. Quello che per ora è l'ultimo nato della band è Turn Blue e per la prima volta si becca anche un paio di insufficienze dai critici. Al pubblico, invece, non frega niente e addirittura diventa il primo disco della band ad arrivare al numero 1 delle classifiche americana. canadese e australiana e 2 di quella inglese.
    Scelgo Fever. Un brano che inizia con basso e sintetizzatore protagonisti chiarisce che qualcosa nella band è cambiato. Lascio a voi valutare in quale periodo la band è più prossima alle vostre corde.

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    00 13/02/2019 21:47
    Forse li ho scoperti un po' tardi, giustificato dal fatto che l'età non è quella di una volta. In gioventù ero al passo dei tempi e anzi in alcuni casi sono arrivato prima che il grande pubblico conoscesse i gruppi che amavo.
    Ma sul piatto giravano vinili di band post-punk in tutte le declinazioni e così fino all'arrivo del Brit-pop...
    Poi è arrivato il richiamo all'ordine chiamato lavoro. E la famiglia.
    Da allora sono sempre in ritardo. Quando arrivo...

    È successo anche con i Black Keys che ho conosciuto dopo l'uscita di Lonely Boy e Gold on the ceiling.
    Sono sempre stato di gusti mainstream, salvo eccezioni, e pertanto ho subito apprezzato i tormentoni trovando che i due ci sapevano fare.
    Forse quel tocco blues che di solito scanso stavolta ha funzionato. Anche perché trovo il loro suono sempre sporco e anche po' retrò.
    Quindi ho cominciato a sentire anche i precedenti e sono nelle mie corde.
    E per confermare il fatto che i miei gusti sono sempre meno allineati con la critica musicale, cosa che in realtà è solo una conferma, indico come brano che mi intriga assai uno recente:
    Weigh of love
    L'incedere lento iniziale è in contrasto con la schitarrata notevole successiva e a me fa venir voglia di alzare i decibel a livelli preoccupanti e questo è sempre un bel segnale.

    Devo ancora scoprire probabilmente il meglio, ma per me sono proprio bravi. E meno male perché di rockettari non cloni di qualunque -es. i Greta van qualcosa - c'è un gran bisogno.

    Chissà che un giorno non riesca a sentirli dal vivo. Anche se per queste cose forse sono troppo vecchio...
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    Carlo Maria
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    00 13/02/2019 22:17
    Re:
    BertAdams, 13/02/2019 21.47:



    ...


    Devo ancora scoprire probabilmente il meglio, ma per me sono proprio bravi. E meno male perché di rockettari non cloni di qualunque -es. i Greta van qualcosa - c'è un gran bisogno.

    Chissà che un giorno non riesca a sentirli dal vivo. Anche se per queste cose forse sono troppo vecchio...




    Beh, è una bella sorpresa! Non ti sapevo rockettaro, Bert! [SM=x74927]
    Io li ho sentiti live due volte, anche sono passati diversi anni. La prima nel 2008 (sono già passati più di dieci anni????? [SM=x74998] ), c'erano solo loro due sul palco e mi piacquero solo così così. Eravamo a Milano, la mia ex e io, principalmente per rivedere live gli Okkervil River, che per l'occasione fecero da loro band spalla.
    Mi piacquero invece moltissimo la seconda volta che li vidi: c'era una band al completo ed eravamo a Torino, tipo un paio d'anni dopo, credo. Da allora francamente non li ho più visti passare da queste parti!
    Condivido il tuo giudizio anche sui Greta Van Fleet: derivativi oltremodo. Difficile però avere una propria sonorità di questi tempi... tutti ricordano qualcun altro.
    Io fino a tre anni fa cercavo sempre di stare sul pezzo e ascoltarmi i dischi nuovi. Dopo i concerti americani dei Phish, però, ho letteralmente perso interesse per le nuove band. Ascolto qualcosa ogni tanto, ma una volta stavo sui 70-120 dischi nuovi all'anno.
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    BertAdams
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    00 14/02/2019 19:19
    Ebbene si, anche se non lo direbbe nessuno. Ascolto quasi solo r&r e so che è un tipo di musica che porta alla perdizione e alla sordità 😎
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    BertAdams
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    00 14/02/2019 20:06
    p.s. se riempio lo spazio con un po' della mia musica non rischio di essere redarguito? 😀
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    00 15/02/2019 11:55
    Re: Re:
    Carlo Maria, 13/02/2019 22.17:




    Io fino a tre anni fa cercavo sempre di stare sul pezzo e ascoltarmi i dischi nuovi. Dopo i concerti americani dei Phish, però, ho letteralmente perso interesse per le nuove band. Ascolto qualcosa ogni tanto, ma una volta stavo sui 70-120 dischi nuovi all'anno.


    Mi hai incuriosita, come mai dopo l'esperienza Phish ora sei meno curioso?





    Koala
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    Carlo Maria
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    00 15/02/2019 15:41
    Re: Re: Re:
    koala3, 15/02/2019 11.55:


    Mi hai incuriosita, come mai dopo l'esperienza Phish ora sei meno curioso?






    Un po' perché, ahimé, negli ultimi due anni sono invecchiato parecchio e questo mi ha portato evidentemente a sedermi un po' troppo, e un po' perché, dopo aver visto i Phish in concerto nel 2016 e poi ancora nel 2017, mi sono detto che concerti così belli non ne avevo mai visti e difficilmente ne vedrò ancora. Una perfetta fusione di musica, luci, suoni e persone. Esclusi i Phish ho visto sì e no cinque concerti in due anni e mezzo, ma credo di non esserci neanche arrivato, a cinque. E se si eccettuano i Flaming Lips, che rivedrò a Lucca a settembre, nessuna band mi dà abbastanza gioia da spingermi a muovermi. Così mi viene più difficile anche solo affacciarmi su nuovi generi: anche in auto, non ascolto la radio, ma metto su i miei cd ormai da un decennio. Solo che negli ultimi anni ci sono a ruota praticamente solo gli stessi 10 brani dei Phish, da cui non riesco a scollarmi. [SM=x74967]
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    Carlo Maria
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    00 15/02/2019 15:42
    Re:
    BertAdams, 14/02/2019 20.06:

    p.s. se riempio lo spazio con un po' della mia musica non rischio di essere redarguito? 😀




    Manco per sogno! Apriti i tuoi topic (o verifica se ce ne siano di già aperti su quegli artisti) e sparaci la tua musica! [SM=x74927]
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    BertAdams
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    00 11/04/2019 18:25
    È di questi giorni l'uscita di un singolo dopo un po' d'anni.
    Qualcosa tipo Lo/Hi mi pare...
    L'ho sentito un paio di volte e mi gusta.

    Chissà che non sia l'antipasto prima dell'album.