POESIAXCASO:CENACOLO DI POESIA E DI LIBERO PENSIERO..... POESIA E NON SOLO POESIE, POESIE A PIU' MANI,EMOZIONI DEL CUORE E DELL'ANIMA,VERSI FAMOSI,VERNACOLO IN RIMA,OLIMPO DEL VERSO,HAYKU, AFORISMI, RACCONTI,ANGELI,LETTERE D'AMORE,LE PAROLE CHE FANNO EMOZIONE,FAVOLE, GIROTONDO DI POESIE.IL NOSTRO CONCORSO,MUSICA

canzoni e ballate per la pace

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    danzandosottolaluna
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    00 25/10/2006 19:38

    John Lennon
    Imagine


    Immagina non ci siano Paesi
    Non è difficile da fare
    Niente per cui uccidere o morire
    E neppure religione
    Immagina tutta la gente
    Vivere in pace la vita.
    Immagina che non ci siano proprietà
    Mi chiedo se ci riesci
    Nessun bisogno di cupidigia o brama
    Una fratellanza dell’uomo
    Immagina tutta la gente
    Condividere tutto il mondo.
    Puoi dire che sono un sognatore
    Ma io non sono il solo
    Spero che un giorno
    Ti unirai a noi
    E il mondo sarà unito
    Vivrà unito.



    John Lennon
    Give Peace a Chance


    (...) Tutti stanno parlando di
    Ministri, Sinistri,
    Ringhiere e Mitragliere,
    Vescovi e Pescherie,
    Rabbini e Bracci-di-Ferro,
    Arrivederci, arrivederci.
    Tutto ciò che stiamo dicendo
    È date una possibilità alla pace
    Tutto ciò che stiamo dicendo
    È date una possibilità alla pace
    Avanti
    Ora lasciate che vi dica
    Oh, attaccatevi a essa
    Tutto ciò che stiamo dicendo
    È date una possibilità alla pace.
    Tutti stanno parlando di
    Rivoluzione, Evoluzione,
    Masticazione, Flagellazione,
    Regolazioni, Integrazioni,
    Meditazioni, Nazioni Unite,
    Congratulazioni.
    Tutto ciò che stiamo dicendo
    E date una possibilità alla pace
    Tutto ciò che stiamo dicendo
    E date una possibilità alla pace
    Ora lasciate che vi dica
    Oh, attaccatevi a essa
    Tutto ciò che stiamo dicendo
    È date una possibilità alla pace (...)


    Bob Dylan
    Masters of War


    Avanti, maestri della guerra
    Voi che costruite tutti i cannoni
    Voi che costruite i letali aerei
    Voi che costruite le grandi bombe
    Voi che vi nascondete dietro muri
    Voi che vi nascondete dietro scrivanie
    Voglio soltanto che sappiate
    Che posso vedere attraverso le vostre maschere.
    Non avete mai fatto niente
    Ma costruito per la distruzione
    Voi giocate col mio mondo
    Come fosse un vostro giocattolino
    Mi mettete in mano un fucile
    E vi nascondete al mio sguardo
    E vi girate e ve la battete
    Quando volano i proiettili.
    Voi mettete il colpo in canna
    Perché gli altri sparino
    Poi vi fate indietro e osservate
    Mentre il conto dei morti aumenta
    Vi nascondete nei vostri palazzi
    Mentre il sangue dei giovani
    fluisce dai loro corpi
    E sprofonda nel fango.


    Bob Dylan
    Let Me Die in My Footsteps


    (...) Ci sono state voci di guerra e guerre avvenute
    Il senso della vita è stato perso nel vento
    E alcune persone pensano che la fine sia prossima
    Invece di imparare a vivere stanno imparando a morire. (...)
    Non so se sono intelligente ma penso di capire
    Quando qualcuno mi sta imbrogliando
    E se viene questa guerra e la morte è tutt’attorno
    Lasciatemi morire su questa terra prima di morire sottoterra. (...)
    Ci sono sempre state persone che dovevano provocare la paura
    Ci stanno parlando di guerra da molti anni ormai
    Ho letto tutte le loro dichiarazioni e non ho mai detto una parola
    Ma adesso, Santo Dio, lascia che la mia povera voce venga ascoltata. (...)
    Se avessi gioielli, ricchezze e corone
    Comprerei il mondo intero e cambierei tutte le cose
    Getterei in mare tutti i cannoni e i carri armati
    Perché sono errori di una storia passata.
    Lasciatemi morire sui miei passi
    Prima che io finisca sottoterra. (...)



    Fabrizio De Andrè
    La guerra di Piero


    (…) “Lungo le sponde del mio torrente
    Voglio che scendano i lucci argentati,
    Non più i cadaveri dei soldati
    Portati in braccio dalla corrente”
    Così dicevi ed era d’inverno
    E come gli altri verso l’inferno
    Te ne vai triste come chi deve,
    Il vento ti sputa in faccia la neve (…)
    E mentre marciavi con l’anima in spalle
    Vedesti un uomo in fondo alla valle
    Che aveva il tuo stesso identico umore
    Ma la divisa di un altro colore
    Sparagli Piero, sparagli ora
    E dopo un colpo sparagli ancora
    Fino a che tu non lo vedrai esangue
    Cadere in terra a coprire il suo sangue (…)
    E mentre gli usi questa premura
    Quello si volta, ti vede, ha paura
    Ed imbracciata l’artiglieria
    Non ti ricambia la cortesia (…)
    Dormi sepolto in un campo di grano
    Non è la rosa, non è il tulipano
    Che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
    Ma sono mille papaveri rossi.



    Fabrizio De Andrè
    La Buona Novella
    Maria Nella Bottega d'un Falegname


    Maria:
    "Falegname col martello
    perché fai den den?
    Con la pialla su quel legno
    perché fai fren fren?
    Costruisci le stampelle
    per chi in guerra andò?
    Dalla Nubia sulle mani
    a casa ritornò?"

    Il falegname:
    "Mio martello non colpisce,
    pialla mia non taglia
    per foggiare gambe nuove
    a chi le offrì in battaglia,
    ma tre croci, due per chi
    disertò per rubare,
    la più grande per chi guerra
    insegnò a disertare".

    La gente:
    "Alle tempie addormentate
    di questa città
    pulsa il cuore di un martello,
    quando smetterà?
    Falegname, su quel legno,
    quanti corpi ormai,
    quanto ancora con la pialla
    lo assottiglierai?"

    Maria:
    "Alle piaghe, alle ferite
    che sul legno fai,
    falegname su quei tagli
    manca il sangue, ormai,
    perché spieghino da soli,
    con le loro voci,
    quali volti sbiancheranno
    sopra le tue croci".

    Il falegname:
    "Questi ceppi che han portato
    perché il mio sudore
    li trasformi nell'immagine
    di tre dolori,
    vedran lacrime di Dimaco
    e di Tito al ciglio
    il più grande che tu guardi
    abbraccerà tuo figlio".

    La gente:
    "Dalla strada alla montagna
    sale il tuo den den
    ogni valle di Giordania
    impara il tuo fren fren;
    qualche gruppo di dolore
    muove il passo inquieto,
    altri aspettan di far bere
    a quelle seti aceto".


    Francesco Guccini
    Auschwitz (Canzone del bambino nel vento)



    Son morto con altri cento
    Son morto ch'ero bambino
    Passato per il camino
    E adesso sono nel vento,
    E adesso sono nel vento.

    Ad Auschwitz c'era la neve
    Il fumo saliva lento
    Nel freddo giorno d'inverno
    E adesso sono nel vento,
    E adesso sono nel vento.

    Ad Auschwitz tante persone
    Ma un solo grande silenzio
    È strano, non riesco ancora
    A sorridere qui nel vento,
    A sorridere qui nel vento

    Io chiedo, come può un uomo
    Uccidere un suo fratello
    Eppure siamo a milioni
    In polvere qui nel vento,
    In polvere qui nel vento.

    Ancora tuona il cannone,
    Ancora non è contenta
    Di sangue la belva umana
    E ancora ci porta il vento,
    E ancora ci porta il vento.

    Io chiedo quando sarà
    Che l'uomo potrà imparare
    A vivere senza ammazzare
    E il vento si poserà,
    E il vento si poserà.

    Io chiedo quando sarà
    Che l'uomo potrà imparare
    A vivere senza ammazzare
    E il vento si poserà,
    E il vento si poserà.


    Francesco Guccini
    Dio è morto


    (…) Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede
    In ciò che spesso han mascherato con la fede
    Nei miti eterni della patria e dell’eroe
    Perché è venuto ormai il momento di negare tutto ciò che è falsità
    Le fedi fatte di abitudine e paura
    Una politica che è solo far carriera
    Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
    L’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
    È un Dio che è morto
    Nei campi di sterminio Dio è morto
    Coi miti della razza Dio è morto
    Con gli odi di partito Dio è morto (…)



    Boris Vian

    IL DISERTORE


    Questa lettera qui,
    Egregio Presidente,
    se il tempo lo consente
    forse la leggerà.
    Ho appena ricevuto
    la carta di chiamata
    per guerra dichiarata
    non so da chi e per chi.
    Illustre Presidente
    io non la voglio fare:
    non son qui per ammazzare
    altra gente come me.
    Le devo dichiarare,
    sia detto senza offesa,
    la decisione presa:
    certo, diserterò!

    Da quando sono nato
    partenze, lutti e pianti
    ne ho già vissuti tanti
    che non ne voglio più.
    Mia madre e mio papà
    già sono al cimitero:
    se ne infischiano davvero
    di bombe e vermi, là.
    Quand'ero prigioniero
    mia moglie hanno stuprato
    ed anche il mio passato
    e la mia dignità.
    Domani, a buon mattino,
    io chiuderò la porta
    su un'esperienza morta
    e in strada me ne andrò.

    In Bretagna o in Provenza,
    in giro per la Francia
    vivrò con qualche mancia
    e alla gente dirò:
    Rifiuta d'obbedire,
    non andare alla guerra,
    rifiuta di farla,
    rifiuta di partir.
    Se è necessario il sangue,
    Illustre Presidente,
    il vostro è caldo, è ardente:
    andate a darne un po'.
    Se mi perseguirà
    avverta i suoi gendarmi
    che io non porto armi
    e mi potran sparar.


    Hans Leip

    LILI MARLEEN


    Davanti alla caserma
    davanti al portone
    si trovava un lampione
    che è rimasto lì tutt'oggi
    se ci volessimo rivedere
    potremmo ritrovarci vicino al lampione
    come una volta Lili Marleen
    come una volta Lili Marleen

    Le nostre ombre si fondevano
    sembravano essere una sola
    avevamo così tanto amore dentro di noi
    che si vedeva subito anche da fuori
    e tutti lo potevano vedere
    quando stavamo vicino al lampione
    come una volta Lili Marleen
    come una volta Lili Marleen

    Ma ecco che chiamò la guardia
    "suonano la ritirata
    questo ti può costare tre giorni"
    "Camerata, vengo subito"
    così ci dicemmo arrivederci
    ma come avrei voluto invece venire con te!
    come una volta Lili Marleen
    come una volta Lili Marleen

    Lei conosceva bene i tuoi passi
    e la tua andatura delicata
    tutte le sere si ardeva d'amore
    ma nonostante ciò si stava dimenticando di me
    procurandomi un gran dolore
    chi ci sarà ora vicino al lampione
    con te Lili Marleen? chi ci sarà?

    Da luoghi silenziosi
    dal profondo della terra
    si alza come in un sogno la tua bocca
    quando le tarde nebbie svaniranno
    io sarò di nuovo vicino al lampione
    come una volta Lili Marleen
    come una volta Lili Marleen



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    danzandosottolaluna
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    00 07/11/2006 17:47
    Guerre guerre, vente vent

    di

    Tri Yann



    Après sept années de guerre, sept années de bâtiment,
    Je reviens de Grande-Terre,
    Je reviens à Lorient.
    Je reviens de Grande-Terre,
    Guerre guerre, vente vent.

    J'ai passé des nuits entières, debout, au gaillard d'avant.
    Sous bons vents, sous vents contraires,
    Sous la bise et les brisants.
    Sous bons vents, sous vents contraires
    Guerre guerre, vente vent.

    Voyez mon sac de misère, lourd de coups, vide d'argent
    Allez dire au Capitaine,
    J'ai obéi trop souvent !
    Allez dire au Capitaine,
    Guerre guerre, vente vent

    Bonjour ma mie qui m'est chère, revoilà ton cher amant.
    Je suis las de trop de guerres,
    Sans voir grandir mes enfants.
    Je suis las de trop de guerres.
    Guerre guerre, vente vent

    J'ai reçu les mille lettres, par le rossignol chantant
    Je t'écrivais moins peut être,
    Je t'envoyais des rubans.
    Je t'écrivais moins peut être,
    Guerre guerre, vente vent.

    Mes amis plus que naguère, vous me verrez bien souvent.
    Après tant d'années de guerre
    J'aurai tant et tant de temps.
    Après tant d'années de guerre
    Guerre guerre, vente vent.

    De Lorient à Grande-Terre, vent arrière, vent devant,
    Les fleurs d'hiver étaient belles,
    Elles annonçaient le printemps.
    Les fleurs d'hiver étaient belles,
    Guerre guerre, vente vent.



    Infuria la guerra e soffia il vento



    Dopo sette anni di guerra, sette anni per mare
    ritorno dal continente,
    ritorno a Lorient.
    Ritorno dal continente,
    Infuria la guerra e soffia il vento.

    Ho passato notti intere, in piedi, sul ponte di coperta,
    sotto buon vento e coi venti contrari,
    sotto la tramontana e le raffiche,
    Sotto buon vento e coi venti contrari
    Infuria la guerra e soffia il vento.

    Guardate il mio sacco di miseria, pesante di colpi e vuoto di denaro!
    Andate a dire al Capitano
    Che ho obbedito troppo spesso!
    Andate a dirlo al Capitano,
    Infuria la guerra e soffia il vento.

    Buongiorno, mia amica cara, è tornato il tuo amato,
    Sono stanco di troppe guerre,
    Senza veder crescere i miei figli.
    Sono stanco di troppe guerre,
    Infuria la guerra e soffia il vento.

    Ho ricevuto mille lettere da un usignolo che cantava,
    Ti scrivevo meno, forse,
    Ti mandavo dei nastri.
    Ti scrivevo meno, forse,
    Infuria la guerra e soffia il vento.

    Amici miei, piu' di prima, mi vedrete molto spesso.
    Dopo tanti anni di guerra
    Avro' tanto e tanto tempo,
    Dopo tanti anni di guerra,
    Infuria la guerra e soffia il vento.

    Da Lorient al continente, vento dietro e vento davanti,
    I fiori d'inverno erano belli,
    Annunciavan la primavera.
    I fiori d'inverno erano belli,
    Infuria la guerra e soffia il vento.

    (Una canzone marinaresca settecentesca del Morbihan, in Bretagna)



    E SE CI DIRANNO

    Luigi Tenco



    E se ci diranno
    che per rifare il mondo
    c'è un mucchio di gente
    da mandare a fondo
    noi che abbiamo troppe volte visto ammazzare
    per poi sentire dire che era un errore
    noi risponderemo noi risponderemo
    no no no no
    E se ci diranno
    che nel mondo la gente
    o la pensa in un modo
    o non vale niente
    noi che non abbiam finito ancora di contare
    quelli che il fanatismo ha fatto eliminare
    noi risponderemo
    no no no no

    E si ci diranno
    che è un gran traditore
    chi difende la gente
    di un altro colore
    noi che abbiamo visto gente con la pelle chiara
    fare cose di cui ci dovremmo vergognare
    noi risponderemo noi risponderemo
    no no no no





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    danzandosottolaluna
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    00 20/11/2006 13:14



    A SONG FOR PEACE

    Let the sun rise
    And give the morning light,
    The purest prayer
    Will not bring us back.

    He whose candle was blown out
    And was buried in the dust,
    A bitter cry won't wake him
    Won't bring him back.

    Nobody will return us
    From the dead dark pit
    Here - neither the victory cheer
    Nor songs of praise will help.

    So sing only a song for peace,
    Do not whisper a prayer.
    Better sing a song for peace
    With a big shout.

    Let the sun penetrate
    Through the flowers,
    Don't look backward
    Leave those who departed.

    Lift your eyes with hope,
    Not through the rifle sights.
    Sing a song for love,
    And not for wars.

    Don't say the day will come,
    Bring the day
    Because it is not a dream,
    And within all the city's squares,
    Cheer only peace.

    So sing only a song for peace,
    Do not whisper a prayer.
    Better sing a song for peace,
    With a big shout.




    Versione italiana
    di Riccardo Venturi
    (dalla versione inglese)
    18 settembre 2005


    CANZONE PER LA PACE

    Il sole sorga
    e dia luce al mattino,
    la preghiera più pura
    non ci farà ritornare.

    Colui la cui candela fu spenta
    e che fu sepolto nella polvere,
    un grido amaro non lo sveglierà,
    non lo farà ritornare.

    Nessuno ci farà tornare qui
    dall’oscura fossa di morte.
    Neppure il giubilo di vittoria,
    né canzoni di lode ce la faranno.

    E allora cantate solo una canzone per la pace,
    non mormorate una preghiera.
    E’ meglio cantare una canzone di pace
    con un grande grido.

    Il sole penetri
    attraverso i fiori,
    non guardate indietro,
    lasciate in pace quelli che se ne sono andati

    Alzate gli occhi con speranza
    e non attraverso i mirini dei fucili.
    Cantate una canzone per l’amore
    e non per le guerre.

    Non dite « verrà un giorno »
    ma apportate questo giorno
    perché non è un sogno.
    E in tutte le piazze della città
    festeggiate solo la pace.

    E allora cantate solo una canzone per la pace,
    non mormorate una preghiera.
    E’ meglio cantare una canzone di pace
    con un grande grido.


    <!--
    Modificato da danzandosottolaluna 20/11/2006 13.16
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    danzandosottolaluna
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    00 20/11/2006 13:15
    Questa è una splendida canzone di pace scritta da un noto paroliere israeliano, Yankale (Yaakov) Rotblit sulla musica composta da Yair Rosenblum (si veda sotto). Composta nel 1969, interpretata originariamente da Miri Aloni e divenuta in breve tempo il vero e proprio inno dei Pacifisti israeliani (*), ha purtroppo avuto la sorte di passare alla storia per un motivo che la pace israelo-palestinese, faticosamente quasi raggiunta nel 1995 con gli accordi di Oslo firmati dal primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, da Yassir Arafat e dall'allora presidente americano Bill Clinton, ha praticamente seppellito per almeno un decennio.

    E' la sera del 4 novembre 1995. Sulla Piazza dei Re di Israele di Tel Aviv si sta tenendo una grande manifestazione pacifista.

    Sono da poco passate le nove. Il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin ha appena lasciato la Tribuna della manifestazione, il più grande raduno pacifista dai tempi della guerra del Libano (1982) e si accinge a salire sulla sua auto posteggiata nel sottopassaggio che collega la piazza dei Re d'Israele al Municipio di Tel Aviv. Il sottopassaggio è pieno di gente. Come sempre, il primo ministro è circondato dalle guardie del corpo. "Rabin scendeva verso la macchina - racconta Noam Kedem, una persona che si trovava sulla scena dell'attentato - all'improvviso ho sentito quattro, cinque colpi di pistola e l'ho visto accasciarsi". Alcuni uomini della scorta, uno dei quali viene ferito, rispondono al fuoco. Altri afferrano Rabin da terra e lo spingono dentro la macchina che parte a razzo verso l'Ospedale Ichilov. L'attentatore viene subito sopraffatto. Ma ormai era troppo tardi. Ad ucciderlo è stato non un attentatore arabo, ma un giovane studente in Legge, Yigal Amir, 23 anni, di Ertsilya, un grosso centro industrale a pochi chilometri da Tel Aviv, il quale dichiara di aver agito da solo: "Me lo ha ordinato Dio e non ho rimpianti", confessa alla polizia. L'attentato, tuttavia, viene rivendicato dall'"Organizzazione ebraica Vendetta", una delle tante sigle fiorite nel campo dell'estremismo nazionalista e radicale che ha tentato di contrastare il processo di pace con l'odio, la paura e il fanatismo.

    Amir, l'assassino, era attivo nel movimento dei coloni, "Zo Artseynu" (Questa è la nostra terra) che da mesi con il sostegno del partito conservatore, Likud, conduce una campagna violenta ed esasperata contro il governo. Il giovane killer, faccia bruna, spigolosa, occhi febbrili, era già stato arrestato due volte, sempre per lo stesso motivo: se ne andava in giro dicendo che avrebbe ucciso Rabin.

    Per pochi attimi un silenzio spesso, profondo, sgomento scende sulla piazza dei Re d'Israele. Chi fugge in preda al panico, chi comincia a gridare, chi si mette a piangere non nascondendo un sentimento di vergogna per quel che è accaduto. Un israeliano, un ebreo, un uomo della stessa razza e religione, e non un arabo, un "nemico", aveva osato fare qualcosa di impensabile, uccidere Rabin.

    L'assassino non poteva scegliere un luogo più denso di significati per compiere il suo delitto. Quella piazza è il teatro storico del pacifismo, lo specchio della democrazia israeliana. Lì la sera prima a decine di migliaia erano accorsi di nuovo per sentire le parole di Rabin e Peres, ma soprattutto per interrompere il ciclo martellante delle manifestazioni organizzate dalla destra contro gli accordi di Oslo, contro l'autonomia alla Cisgiordania, contro i negoziati passati, presenti e futuri. Quelle manifestazioni rancorose, demagogiche, offensive, in cui Rabin era stato raffigurato con una divisa da SS, insulto che più grave non gli si poteva rivolgere.
    "Pace", "Shalom" aveva gridato l'ex sindaco di Tel Aviv, Shlomo Lahat, organizzatore dell'incontro, prima di dare la parola a Shimon Peres. "Pace", aveva ripetuto il ministro degli Esteri concludendo il suo discorso.

    E' stato in quel momento che Rabin si è avvicinato alla tribuna per prendere la parola. "Ra-bin, Ra-bin, Ra-bin", scandiva la folla. Le ultime parole del premier sono state due precisi messaggi politici. Il primo è stato rivolto a quella parte della comunità ebraica americana che durante l'ultimo suo viaggio negli Stati Uniti lo aveva fatto soffrire, accusandolo di mettere in pericolo il destino d'Israele. Il secondo messaggio è stato agli scettici che negli ultimi giorni hanno messo in dubbio i propositi di Rabin e Peres di raggiungere un accordo anche con Damasco.



    Poco prima di scendere dalla tribuna dove aveva parlato, Rabin viene invitato a cantare, assieme a tutti quanti, una canzone molto famosa. Si tratta di 'Shir Lashalom', ovvero 'Canzone per la pace', il cui testo è stato scritto da un noto paroliere israeliano, Yankale Rotblit. A Rabin, che non ne conosce le parole, viene messo in mano un foglio contenente il testo e che gli permetta di cantarla. Finito di cantare la canzone, insieme a tutta la folla, Rabin si infila il foglio nella tasca interna della giacca.

    È lo stesso foglio che gli viene ritrovato addosso, forato dal proiettile che lo ha ucciso e bagnato del suo sangue.

    Dalla seguente pagina (che è quella da cui ho ripreso il testo e la traduzione inglese) ho ripreso una foto in cui Shimon Peres, sul palco della manifestazione, tiene in mano, sorridente, il foglio con il testo della canzone. Al centro vi sono Yitzhak Rabin, seminascosto dal microfono, che canta assieme a Miri Aloni, l'originaria interprete della canzone. Sul palco c'è anche l'allora sindaco di Tel Aviv, Shlomo Lahat, co-organizzatore della manifestazione. Tutti quanti stanno evidentemente ancora cantando la canzone; pochi minuti dopo, Yitzhak Rabin verrà ucciso.


    http://www.prato.linux.it/~lmasetti/canzonicontrolaguerra/canzone.php?lang=it&id=2771
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    GocciaDiParadiso
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    A d m i n
    Utente Gold
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    AMMINISTRATORE
    00 20/11/2006 21:20


    Le conoscevo bene tutte... tranne due [SM=g27995] Anche quando si tratta di musica... sei la [SM=g28002] prima. [SM=g28003]


    [SM=x820468]