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Educazione: sì o no alle punizioni corporali?

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    KimmyTamer
    Post: 491
    Utente Senior
    00 10/11/2012 23:10

    Mia madre, per certi versi, era costretta a tirarmi sberle: quando avevo 2-3 anni, prima di piangere, trattenevo il respiro prima di riuscire a scoppiare a piangere, e svariate volte le sono svenuta in braccio rischiando di battere la testa per terra. Ragion per cui, ad un certo punto, ha iniziato a tirarmi sberle in modo da riuscire a sbloccarmi e a farmi piangere senza che dovessi addirittura svenire a causa dell'apnea (non fa molto bene ad un bambino restare senza respirare tanto da dover svenire).

    Questo per dire: occhio a non giudicare a priori un genitore che tira una sberla ad un figlio, le motivazioni sono le più varie e non è assolutamente detto che lo faccia solo come gesto di rabbia o di stizza.

    Di mio non le chiamerei affatto punizioni corporali, quando ce vo' ce vo'. Ho visto gente per benissimo venire su con qualche sberla e gente per benissimo venire su senza essere toccata, ma, anche al contrario, ho visto delinquenti venire su a botte ed altri venire su altrettanto delinquenti senza essere mai toccati da un genitore. Non penso proprio che qualche sberla possa influenzare da sola un intero impianto educativo. Il problema è quando l'impianto educativo è debole, c'è scarsa comunicazione, molta autorità e poca auterovolezza: a quel punto, che tu lo ricopra di botte o che tu non lo sfiori con un fiore, vedi ben che il ragazzo non viene su come avevi previsto. (dico: avevi previsto, eh. Non è detto che venga su male, se i genitori sono dei deficienti e il figlio si 'ribella' diventando una bella persona che però loro odiano).

    I vostri mi fanno girare un po' i cosìddetti.



    .:Me on EFP:.

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    nica89
    Post: 861
    Utente Senior
    00 11/11/2012 14:24
    Credo che il primo problema sia chiarire i termini del discorso perchè se per "punizioni corporali" si intendono cinghiate e robe simili (e purtroppo non sto esagerando, anche se per fortuna in famiglia non si sono mai usate) allora sì, sono fortemente contraria alle punizione corporali, se invece si tratta di sculacciate allora posso essere favorevole, ovviamente dipende dalle varie situazioni e dall'età di chi "subisce" la punizione.
    Concordo pienamente con chi dice che bisognerebbe spiegare ai figli, piuttosto che alzare le mani, però in alcuni casi la sculacciata sol sedere, piuttosto che la scrollata vigorosa può aiutare nell'immediato e poi, quando il bambino si è calmato, o almeno ci presta la sua attenzione gli si può spiegare il perchè (sempre che il bambino sia abbastanza grande da capire).
    Le sberle mi piacciono poco, soprattutto perchè sono su una parte del corpo troppo delicata, anche perchè sono convinta, come ha già detto anche hotaru, più che dolore fisico, la sculacciata deve essere visto come una sorta si segno che indica che si è superato il limite.
    Il mio blog su Hunger Games

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    Evil Lady Nanto
    Post: 995
    Utente Senior
    00 03/11/2016 10:57
    So che è necro - posting, però vorrei dire la mia su questo tema.
    Io penso che le punizioni corporali siano inutili e, da un certo punto di vista, pure ipocrite.
    Mi si dirà: perché?
    Perché si nega ai bambini e agli adolescenti il rispetto dell'integrità fisica sulla base di un principio educativo e lo si da' ad adulti che fanno ben peggio.
    A me questa sembra una bella ipocrisia.
    Voglio dire, un adulto fa idiozie e sia mai prenderlo a scapaccioni o sculacciate.
    Un bambino fa idiozie e ci sentiamo in diritto di dargli le sberle.
    Non è una contraddizione? Per me è da redarguire l'adulto che, nonostante l'età della coscienza, non capisce niente.
    Poi io penso che siano inutili per una ragione: i bambini apprendono più attraverso l'esempio, non attraverso le parole.
    Che senso ha dire ad un bimbo "non dire le bugie" e poi tu genitore sei bugiardo patologico fino allo sfinimento?
    Lì il bambino ha il dovere di non rispettarti e che diamine.
    Se uno si è guadagnato il diritto ad essere quello che è nessuno glielo toglie.

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    purepura
    Post: 70
    Utente Junior
    00 30/11/2016 17:56
    Io sono figlia e laureanda in educatore 0-3. Premetto che so, credetemi lo so, che educare i figli, o comunque i bambini in ambito familiare, è totalmente differente che averli al nido. Lì i piccoli non sono “tuoi”, per cui tu dai il buon esempio, mostri i giusti valori, il giusto comportamento, ma alla fin fine è il tuo lavoro, in cui puoi metter passione e cuore, certo, ma rimane sempre un lavoro. Premettevo che sono educatore per il semplice fatto che sin dall’inizio dei tre anni di studi si è dato per implicito che la punizione corporale non è nemmeno classificabile come “punizione” , intesa come rinforzo negativo a un comportamento non adeguato; al contrario, la punizione corporale è vista solo come scarica di frustrazione per l’adulto, e non dà nulla al bimbo, cui non si dà l’alternativa corretta ma solo un motivo per aver paura. Il bimbo magari eviterà di nuovo il comportamento che ha causato le botte, ma non perché sa che non è giusto, ma solo per paura.
    Io da figlia ho ricevuto ceffoni, ma, grazie ai miei tre anni di studio, ho potuto maturare l’idea che picchiare un essere umano non dovrebbe mai esser tollerato. Non può essere, come dice mia zia “ma è tua madre, in tutte le famiglie capita!”, perché il bimbo è un individuo, esattamente come l’adulto. Noi non abbiamo su di lui diritto di vita e morte, come poteva esser tollerato anni fa, prima delle riforme della famiglia del 75, e dunque, se è biasimevole mettere le mani addosso alle donne da parte dei mariti o viceversa ecc…. perché non lo è picchiare i figli? Solo perché l’educazione è vista come una cosa privata? Ma anche qui: io credo che l’educazione non sia una cosa privata, che il detto del ci vuole un villaggio per crescere un bimbo sia vero, e che la tendenza all’isolamento delle famiglie nucleari (mamma papà figli) sia deleteria. La famiglia è uno dei sistemi in cui il bimbo cresce, ma ci sono anche i coetanei, la scuola… insomma, a parer mio si dovrebbe scardinare il pensiero per cui: è mio figlio, tu (educatore, pediatra, amico di famiglia) non puoi dirmi come crescerlo. Credo che in una famiglia, o comunque nella crescita di un piccolo, servano persone in più, si possano accogliere tutti i consigli del caso.

    Come scoraggiare quindi un comportamento scorretto in un bimbo molto piccoli? Li si ferma, gli si parla del comportamento – il bimbo è competente, il bimbo capisce dal giorno zero, se tu lo tratti come intelligente lo diverrà, se lo tratti come tua proprietà rimarrà tale anche a trent’anni – scorretto, se ha meno di tre anni in genere ci sta un no secco, con un tono di voce più pronunciato, e se persiste lo si prende e lo si tiene fermo per un po’, magari seduto da qualche parte, perché possa riflettere su quel che ha fatto. Questo però non è un ricatto io ti tengo fermo sul divano e ti libero solo se smetti di lanciare gomme per la sala, ma lo tieni fermo un tot di tempo, magari cinque minuti, poi gli ricordi perché è stato tenuto fermo, e lo lasci andare, anche se magari lui non ha annuito o ha fatto finta di non sentire – i bimbi sentono tutto!

    Per quanto riguarda i ricatti, sottrazione di playstation e altro, già si presuppone che il bimbo qui abbia una età avanzata, per cui ci si potrebbe sedere da qualche parte, intavolare un discorso, e discuterne con lui. A 4, 5 anni sono già in grado di sostenere una conversazione semplice. Se poi non sono inclini a discutere con noi adulti, ma si ostinato nel ripetere il comportamento scorretto, di nuovo li si ferma, ma più crescono e più li si abitua al dialogo, più saranno in grado di discutere con noi genitori, di trovare insieme a noi anche compromessi sulle cose su cui non sono d’accordo.

    Per concludere, non vorrei passare per maestrina, perché ho due fratellini molto piccoli, una delle quali usa sempre la tattica del: faccio finta di non sentirti, e anche io, presa dal feroce nervoso, a volte sbotto con urla e mi è scappata qualche sculacciata presa dalla disperazione. Siamo tutti stanchi, e le sculacciate sembrano il modo più immediato per scoraggiare un comportamento negativo, se non che poi educhiamo i figli alla violenza senza insegnare loro a risolvere le cose con le parole. Se vogliamo cambiare questa nostra società, è dai piccoli che dobbiamo partire.
    Preciso che non sto dicendo che una sculacciata traumatizzi i piccoli, ma non serve se vogliamo educarli a capire cosa hanno sbagliato.

    Chiudo, sperando di non aver offeso nessuno. Queste sono solo mie opinioni personali
    [Modificato da purepura 30/11/2016 18:01]
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    Fujiko91
    Post: 57
    Utente Junior
    00 15/09/2020 14:35
    Una volta ho fatto la linguaccia a mia madre e mi sono presa uno schiaffo, ma mia madre è stata ripresa dai miei nonni materni e da mio padre così alla fine io sono stata coccolata anche da mia madre, che da quel momento in poi non mi ha più fatto nulla di simile.

    Mio padre se ci provava veniva picchiato da mia madre 😅

    Mia madre aveva altri metodi per educarmi e hanno funzionato, sono cresciuta bene.

    Quando diventerò madre non picchierò mai mia/o figlia/o perché non serve davvero è piuttosto una cosa antica che facevano i nostri nonni con i nostri genitori insomma una cosa d'altri tempi 😂
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