La decisione della Santa Sede di riammettere nel suo seno il vescovo lefebvriano Richard Williamson, autore di dichiarazioni revisioniste sull' Olocausto e "persona chiaramente antisemita", "e' un passo che contamina l'intera Chiesa" se quest'ultima non esige per prima cosa dal vescovo la ritrattazione di cio' che ha detto sulla Shoah. Lo ha dichiarato oggi all' Ansa il rabbino David Rosen, che e' attivamente coinvolto nel dialogo tra l'Ebraismo e la Chiesa cattolica. Il rabbino è presidente dell'International Jewish Committee for Inter-religious Consultations (Ijcic) e direttore internazionale per gli affari interreligiosi dell'American Jewish Committee (Ajc).
Nella decisione vaticana nei confronti di Williamson, ha detto, "c'e' stata una superficialita' - almeno cosi' voglio sperare - che mostra gravi lacune nel funzionamento interno del Vaticano". "Accettare una persona (Williamson) chiaramente antisemita - ha continuato Rosen - e' farsi gioco di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II e di tutti i papi" che hanno operato per il dialogo tra le religioni.
Con la revoca della scomunica ai lefebvriani - tra di essi il vescovo Richard Williamson, che ha di recente negato la shoah - il Vaticano "minaccia il futuro della storica riconciliazione tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico".