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Il paradosso del clima: il buco nell'ozono controbilancia i gas serra
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Una base scientifica in Antartide

Il buco nello strato dell'ozono è responsabile dell'aumento del ghiaccio marino antartico. Nei prossimi decenni, con il ristabilirsi dello strato dell'ozono e con l'aumento delle concentrazioni di gas serra, questo effetto probabilmente diminuirà. Questo è quanto emerso da uno studio britannico-americano coordinato dal British Antarctic Survey, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters e riportato dal notiziario europeo Cordis.

Con il raggiungere della sua estensione massima alla fine dell'inverno australe, il ghiaccio marino antartico ricopre un area di 19 milioni di chilometri quadrati, che corrisponde a grosso modo due volte la superficie dell'Europa.
L'estensione del ghiaccio marino è aumentata di circa 100.000 chilometri quadrati ogni dieci anni a partire dagli anni settanta. Questo è in netto contrasto con
la situazione riscontrata nell'Artide, dove il ghiaccio marino si è ridotto in maniera allarmante durante lo stesso periodo.

La ragione sta nel fatto che l'Oceano del Sud è esposto ai venti e l'Antartide è regolarmente circondato da depressioni attive. Il buco dell'ozono contribuisce a rafforzare questi venti e le tempeste nella zona del Pacifico meridionale.
Un fatto che accresce il flusso di aria fredda attraverso il mare di Ross nell'Antartide occidentale, portando ad un aumento della formazione di ghiaccio nella regione.

I ricercatori sostengono che mentre ci sono sempre più prove del fatto che la diminuzione di ghiaccio marino artico è dovuta all'attività umana, la stessa ha avuto un effetto contrario nella zona dell'Antartide, dove ha causato un aumento del ghiaccio. In questo studio, gli scienziati hanno analizzato immagini satellitari e usato modelli informatici per esaminare le cause dei cambiamenti nella calotta di ghiaccio marino in Antartide.

Il buco dell'ozono è stato scoperto verso la metà degli anni ottanta. Esso è causato dall'ozono che distrugge le sostanze chimiche chiamate clorofluorocarburi (Cfc).
I Paesi di tutto il mondo hanno agito prontamente nel firmare e attuare il protocollo di Montreal, che vieta l'uso dei Cfs. Tuttavia, queste sostanze chimiche rimangono nell'atmosfera per decenni e dunque lo strato dell'ozono dovrebbe ristabilirsi soltanto verso la seconda metà di questo secolo. Quando ciò accadrà, la velocità dei venti intorno al continente diminuirà e la regione non sarà piu' protetta dagli impatti dei cambiamenti climatici.

BY RAINEWS24


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