00 16/10/2010 02:54

Ghedini: «Stessa inchiesta di Milano, il premier e Pier Silvio estranei. Si archivierà»

Roma: indagati Berlusconi e il figlio
su inchiesta diritti tv Mediaset

Ipotesi di frode fiscale in relazione ai bilanci di Rti per gli anni 2003-2004. La procura: «Dava lui le direttive».
Ghedini: «Allo stato nessuna convocazione»

ROMA - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il figlio Piersilvio e altri dirigenti Mediaset sono indagati a Roma per evasione fiscale e reati tributari nell'ambito di uno stralcio dell'inchiesta milanese sulla compravendita dei diritti tv e cinematografici Mediaset. I due sono convocati in procura a Roma il 26 ottobre prossimo. La data è indicata nell'invito a comparire notificato a i due indagati. Ma il premier e il figlio, stando alle indiscrezioni, potrebbero non presentarsi.

FRODE FISCALE - Nell'inchiesta si ipotizza il reato di frode fiscale in relazione ai bilanci di Rti (Reti televisive italiane, controllata Mediaset al 100%), che ha sede legale nella capitale, per gli anni 2003-2004. L’inchiesta romana nasce da quella milanese. Gli accertamenti del pm Barbara Sargenti e dell’aggiunto Pier Filippo Laviani, responsabile del pool sui reati tributari, sono basati sulle carte inviate dai magistrati milanesi. Gli investigatori, da diverse settimane, stanno lavorando - secondo quanto si è appreso - sull’incartamento e potrebbero a breve procedere con l’interrogatorio di chi è stato messo sotto accusa. A Milano, dove il premier risponde di frode fiscale, il processo è sospeso in attesa che la Corte costituzionale decida sulla validità della legge sul legittimo impedimento.

LA PROCURA: BERLUSCONI DAVA LE DIRETTIVE» - Silvio Berlusconi avrebbe dato «direttive» per mantenere le «relazioni d'affari» con il produttore statunitense Frank Farouk Agrama «nella fittizia intermediazione» nella compravendita dei diritti tv e cinematografici. È quanto si legge nell'invito a comparire inviato dalla Procura di Roma a una serie di indagati, tra i quali il Presidente del Consiglio, il figlio Pier Silvio, nell'ambito dello stralcio dell'inchiesta Mediatrade-Rti.

L'INCHIESTA DI MILANO - La procura di Milano lo scorso aprile aveva chiesto di rinviare a giudizio per «appropriazione indebita» e per «frode fiscale» il presidente del Consiglio, accusato (nella compravendita Mediaset di diritti tv) di aver concorso nel 2002-2005 a «svuotare» di 34 milioni di euro la società quotata in Borsa di cui è azionista di maggioranza, e a frodare il fisco per 8 milioni di euro. La procura del capoluogo lombardo aveva chiesto di processare per frode fiscale anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, il il vice presidente e presidente Rti Pier Silvio Berlusconi, più altre nove persone, tra le quali il produttore tv americano Farouk «Frank» Agrama.

GHEDINI E CONFALONIERI - Le indagini di Roma hanno ipotesi di reato «identiche a quelle già prospettate dalla procura di Milano». È quanto ha dichiartoa l'avvocato del premier, Niccolò Ghedini. Dalle indagini risulterà evidente «come i prezzi dei diritti fossero congrui e acquistati da società terze e che il presidente Berlusconi e Piersilvio Berlusconi sono totalmente estranei ai fatti», e arrivare «a una pronta archiviazione». Il legale ha poi aggiunto, in un'intervista al Tg1: « Allo stato non è giunta alcuna richiesta di convocazione dalla Procura né per Silvio nè per Pier Silvio Berlusconi». Per commentare l'apertura a Roma di uno stralcio dell'inchiesta sui diritti tv di Mediaset sceglie il registro dell'ironia Fedele Confalonieri: «Ogni tanto siamo indagati, ci tirano in ballo, è la solita cosa». A Confalonieri è stato chiesto se, oltre a Silvio e Piersilvio Berlusconi, anche lui figura tra gli indagati: «Non ho ancora ricevuto nulla - ha risposto Confalonieri - tante volte si riceve più dalla stampa che dai giudici». «È - ha concluso - uno stralcio di un'altra delle tante, è come quella che c'è a Milano».

Redazione online
15 ottobre 2010



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