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Rivolta bipartisan da Crotone ad Asti

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2010 20:38
26/05/2010 20:38
 
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Rivolta bipartisan da Crotone ad Asti
Protestano le Province 'tagliate': "Norma incostituzionale e contro il Sud"


Pubblicato da Redazione web   
26-05-2010
Roma, 26 mag. L'abolizione delle province con meno di 220mila abitanti prevista dalla manovra del Governo provoca la rivolta dei presidenti che verrebbero 'tagliati' dal provvedimento.

CROTONE - ''Avanzo dubbi sulla costituzionalita' del provvedimento, non penso che con un decreto legge si possa sopprimere le Province, che sono garantite dalla Costituzione e per le quali c'e' un procedimento specifico parlamentare'' avverte il presidente della Provincia di Crotone, Stanislao Zurlo (nella foto). ''I risparmi che si avranno -spiega Zurlo all'ADNKRONOS- sarebbero modesti. I costi piu' rilevanti di una Provincia riguardano il personale e la gente non puo' essere licenziata''. Zurlo, che e' a capo di un'amministrazione di centrodestra, critica la manovra del Governo centrale perche' penalizzerebbe soprattutto gli enti periferici che si trovano in aree difficili, come appunto quella del crotonese. ''Se puo' avere una logica sopprimere la Provincia in un'area metropolitana, penso a Milano, Torino, Palermo ad esempio -dice Zurlo- dove il capoluogo 'schiaccia' il ruolo delle Province stesse, viceversa per i territori piccoli si creerebbe un vulnus nelle funzioni che le Province hanno. Inoltre ci sarebbero sprechi e inefficienze a causa della distanza dei territori dai centri decisionali''. Per Zurlo su un territorio come il crotonese ''non si puo' pensare che la citta' capoluogo adempia a tutte le funzioni della Provincia, ne' si puo' pensare a un'unione dei Comuni perche' sono piccoli e non hanno disponibilita' finanziarie''. Il presidente della Provincia di Crotone definisce poi la manovra ''un'operazione di facciata'' piu' che volta a sortire effetti positivi. ''Non ho ancora fatto i calcoli ma il risparmio della mia Provincia -afferma Zurlo- si aggirerebbe intorno a 400-500mila euro. Si abolirebbe Crotone ma si manterrebbero le Province di Monza, Lodi e quelle che fanno tutte parte della Brianza, nella stessa area. Nel frattempo si mantengono un gran numero di auto blu. Proprio non capisco''. Zurlo difende inoltre il ruolo della Provincia di Crotone in un territorio difficile dove la disoccupazione e' a livelli altissimi e ci sono molte aziende in crisi. ''La Provincia fa da ammortizzatore sociale -spiega- incontra ogni giorno tanti disoccupati''. Il presidente dell'Amministrazione provinciale di Crotone afferma poi che contattera' i colleghi delle altre Province per un'azione unitaria. In Calabria la stessa sorte tocca a Vibo Valentia, ma ''ci sono anche Province storiche come Matera e Ascoli Piceno, o Grosseto che e' in piena Maremma toscana. E invece -conclude Zurlo- non si toccano le Province nelle regioni a Statuto speciale''.

VIBO VALENTIA - Abolire le province con meno di 220mila abitanti ''e' un grossa ingiustizia'' dichiara all'ADNKRONOS il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi. Per De Nisi, a capo di un esecutivo di centrosinistra, si tratta di un provvedimento ''di carattere demagogico''. ''I risparmi che si avranno con i tagli saranno minimi, se non irrisori -sostiene De Nisi- pochi milioni di euro a fronte dei 24 miliardi della manovra''. Uno ''specchietto per le allodole per la pubblica opinione, che sembra riduca la spesa ma cosi' non e' in effetti''. Secondo De Nisi la manovra ''conferma che ci sono due Italia, una dimenticata che e' il Mezzogiorno, e l'altra piu' fortunata che e' quella delle regioni del nord''. Altro aspetto su cui il presidente della Provincia vibonese pone l'attenzione e' l'ipotesi di ''abolizione della Prefetture e dei comandi delle Forze dell'Ordine. In un territorio impoverito non solo della presenza e della rappresentanza politica -conclude De Nisi- che significa togliere anche l'identita' alla popolazione, l'immagine e la compattezza, non possiamo permettere che vengano meno anche i presidi di legalita'''.

GROSSETO - ''Abolire le Province come la nostra e' una pretesa ideologica che prescinde dalla realta" dice Leonardo Marras, presidente della Provincia di Grosseto. "Il ragionamento fatto dal governo va ribaltato specularmente: piu' i territori sono vasti e poco densamente popolati, piu' le Province hanno ragione d'esistere. La Provincia di Grosseto non e' d'altra parte semplicemente un'entita' amministrativa''. ''Qui da noi la provincia e' terra. Tanta terra, con un numero elevato di piccoli centri urbani sparpagliati su 4.500 chilometri quadrati, ed una densita' della popolazione di appena 50 abitanti a km2. Una realta' - dichiara Marras - che coincide con un grande distretto rurale, e nella quale le politiche d'area garantite dalla Provincia riescono a tenere insieme costa ed entroterra, con zone molto diverse fra loro sotto il profilo socio-economico. Una realta' nella quale alcuni Comuni hanno un territorio piu' grande di quello della provincia di Firenze. Non sono forse a scala provinciale i servizi di trasporto pubblico, quelli scolastici, idrici, la programmazione delle infrastrutture o dello sviluppo rurale? L'assetto urbanistico e la pianificazione paesistica, gl'interventi di bonifica o di contrasto all'erosione costiera e all'ingresso del cuneo salino, la protezione civile? Solo per fare alcuni esempi, fra i tanti''. ''Mi chiedo, allora, di cosa stiamo parlando in queste ore? Il provvedimento - osserva Marras - approvato dal Consiglio dei ministri e' in questo senso un minestrone demagogico, senza capo ne' coda. Stando ai parametri indicati dal governo, la nostra provincia si salverebbe perche' al 31 dicembre 2009 aveva un ''margine di sicurezza'' di 7.000 abitanti. Anche se rischia di essere ''cancellata'' da un approccio burocratico. Nonostante tutto, bisogna sforzarsi di valutare le cose con serieta'''. ''Il parametro della popolazione - continua Marras - non puo' essere un valore assoluto, ma va ponderato rispetto alle esigenze reali di un territorio. Sul quale vivono persone e operano aziende. Senza tenere conto del fatto che negli ultimi dieci anni, soprattutto in Toscana, sono state moltissime le funzioni delegate o trasferite alle Province dalla Regione o dallo Stato. Basti considerare la grande partita delle competenze sul demanio terrestre e idrico. Per questo bisogna dire a voce alta che sarebbe folle cambiare l'architettura istituzionale dello Stato in una logica d'emergenza, sempre sull'onda dell'emotivita' e di considerazioni squisitamente politiche. Facciamo per assurdo l'ipotesi della soppressione della Provincia di Grosseto''. ''In base a quali considerazioni verrebbe smembrata fra le superstiti Province di Siena e Livorno? L'orografia? A Livorno la costa a Siena l'entroterra. Le vocazioni produttive? La piana industriale di Scarlino e Follonica con Piombino. Massa Marittima con Siena. E allora, rincorrendo l'assurdo, perche' non cedere Orbetello e l'Argentario alla Provincia di Viterbo? Oppure il disegno vero e' quello di restituire ai banchieri della Repubblica di Siena i loro ''paschi'', a garanzia dei prestiti che dovranno erogare? Che il governo fermi questa follia. La delicatezza delle questioni e i pericoli che la stagnazione economica porta con se' - conclude il presidente della Provincia di Grosseto - hanno bisogno di tutt'altro approccio. Le politiche di area vasta vanno rafforzate, non smantellate. E le Province o le Aree metropolitane ne sono gl'interpreti piu' efficaci''.

ASTI - ''Se si vuole essere buoni amministratori e buona classe dirigente bisogna essere capaci di adottare misure anche impopolari - sottolinea all'ADNKRONOS Maria Teresa Armosino, presidente della Provincia di Asti -. Tuttavia, per non seguire solo la demagogia, occorre pensare a un riordino complessivo che preveda anche una seria ridefinizione degli assetti territoriali delle province''. ''Innanzitutto, secondo gli ultimi dati, la provincia di Asti ha superato quella soglia - osserva - in ogni caso il problema e' piu' generale: non da oggi ritengo che gli ambiti territoriali delle province vadano ridefiniti nel loro complesso, in modo da creare zone piu' omogenee risolvendo anche il problema delle aree metropolitane, per questo penso sarebbe necessario ridefinire un nuovo assetto, ma senza seguire solo logiche dettate dal populismo''. A questo proposito, la presidente della Provincia di Asti rileva che ''per quanto ci riguarda ci sono aree nell'albese, acquese e chierese caratterizzare, come la provincia di Asti, da una forte presenza di viticultura. Ridefinirne gli ambiti potrebbe portare vantaggi per tutti'', conclude.

ANCONA - ''Non posso nascondere un certo stupore per la superficialita' con cui il Governo tratta questioni istituzionali di assoluto rilievo - afferma la presidente della Provincia di Ancona, Patrizia Casagrande-. Tra l'altro, come ha giustamente sottolineato il presidente della Provincia di Fermo, Fabrizio Cesetti, la costituzionalita' di un simile provvedimento e' tutta da verificare. In ogni caso, va da se' che la costituzione di nuove Province andava affrontata prima e meglio, valutando i reali bisogni e non assecondando spinte particolaristiche''. Casagrande, che e' anche presidente dell'Unione Province italiane delle Marche, in una nota, sostiene che questa ''e' una prospettiva sulla quale dovremo riflettere e avviare un serio confronto all'interno dell'Upi Marche capace, come al solito, di coinvolgere tutti. Cio' che conta e' che venga salvaguardata la buona qualita' dei servizi che oggi il sistema delle autonomie eroga alle comunita' e di cui le Province, con la loro azione di programmazione, sono le principali garanti''.

MASSA CARRARA - ''L'ipotesi di soppressione della Provincia di Massa Carrara rappresenta una proposta fuori luogo in un contesto davvero singolare'' sottolinea Andrea Pieroni, presidente di Upi Toscana, interviene per commentare il nuovo scenario istituzionale che sembrerebbe determinarsi dopo l'ultimo decreto varato dal Governo. ''E' stato un fulmine a ciel sereno - prosegue Pieroni - dal momento che il ministro Calderoli si era impegnato a concertare con i rappresentanti degli enti locali la ridefinizione dei confini delle Province, un'eventualita' che non ci ha certamente visto salire sulle barricate. Un conto pero' e' confrontarci sulla Carta delle autonomie al vaglio del Parlamento, un altro e' leggere sui giornali di atti gia' decisi. Tra l'altro notiamo come i nuovi parametri restrittivi non valgano per tantissime regioni (isole, regioni a statuto speciale): le piu' penalizzate sono quelle amministrate dal centrosinistra. Certo e' che ancora una volta s'interviene con la scure in un campo dove invece si dovrebbe procedere con molta cautela''. In particolare la soppressione di Massa Carrara Provincia avrebbe delle ripercussioni gravi sulla Toscana. ''Per pagare un prezzo alla demagogia del risparmio - sottolinea Pieroni - si andrebbe a eliminare un ente che governa un territorio molto particolare per storia, tradizioni, condizioni socioeconomiche e conformazione geografica. In Toscana le Province tra l'altro hanno molte piu' competenze che nel resto d'Italia, il 50% arriva direttamente con delega della Regione. Il Governo sembra pero' non saperne nulla''.

http://www.padovanews.it/index.php?option=com_content&task=view&id=71089&Itemid=105



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