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"Persi nel labirinto della disoccupazione"

Ultimo Aggiornamento: 29/05/2010 04:48
29/05/2010 04:48
 
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"Persi nel labirinto della disoccupazione"
Uno su due alla ricerca da oltre un anno

Tra speranze e umiliazioni. Dalle agenzie interinali ai cacciatori di teste. Dalle folle dei concorsi alle offerte che illudono e tradiscono. La concorrenza tra generazioni e il mercato del low cost del personale. Le storie degli italiani alla ricerca di un impiego nella nostra iniziativadi FEDERICO PACE


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"Persi nel labirinto della  disoccupazione" Uno   su due alla ricerca da oltre un anno
LE PROVANO tutte. Dalle agenzie interinali ai centri dell'impiego. Dai cacciatori di teste agli annunci sui siti di offerte di lavoro. Si ritrovano in fila all'Inps e nelle folle oceaniche dei concorsi pubblici. Con la volontà e la voglia di fare che però, pian piano, si trasformano in umiliazione e spaesamento. C'è buona parte della vita dei nostri giorni, e della nostra società, nelle storie che stanno arrivando a Repubblica.it. Donne e uomini che raccontano il destino incerto di chi sta cercando un impiego in questi mesi così difficili e si trovano a misurarsi con qualcosa di più grande di loro. Perché quando manca il lavoro, tra le cose più intime ed essenziali dell'uomo, è logico che venga a mancare il terreno.

Da Milano arriva la storia di un laureato in ingegneria: "Sto cercando lavoro nel campo IT da circa 5 mesi e pur avendo esperienza non trovo niente, neanche accettando contratti a progetto o simili. La situazione è penosa per me come per tanti altri." Stessa sorte a Bologna per una laureata in lingue e culture dell'Asia e dell'Africa a marzo 2009 che ha accettato una collaborazione occasionale in portineria per 120 euro al mese (prestazione occasionale): "I colloqui, cercati in qualsiasi maniera e sia per posizioni retribuite, di qualsiasi tipo, sia per stage, sono stati pochi e ovunque, pur avendo scritto un cv molto chiaro, cercavano sempre qualcuno con qualcosa in più".


Tra i racconti che stanno arrivano, molti, moltissimi, sono di coloro che sono alle prese con la ricerca di un impiego da più di un anno (sono il 46,7 per cento). Un altro 21 per cento le sta provando di tutte da più di sei mesi. Quasi sei su dieci passa per i siti di offerte di lavoro, un altro 11 per cento lo fa dando un'occhiata quotidiana alle "vetrine" delle job opportunities delle aziende, un altro 8 per cento chiede aiuto alle società di lavoro interinale e il 3 per cento si è rivolto ai centri per l'impiego. Quasi uno su dieci confessa di fare ricorso alle conoscenze dirette. Solo poco più del 2 per cento va in edicola per comprare i giornali o le riviste specializzate. C'è tutta l'Italia segnata sulla mappa della crisi. C'è Milano, Matera, Cuneo e Caserta. Udine, Genova, Roma e Pavia.
Il mercato del low cost. Dalla provincia di Firenze una storia emblematica: "Per quel che mi riguarda sono nuovamente in cerca di lavoro dallo scorso febbraio. Ad oggi ho fatto circa un colloquio a settimana. La maggior parte dei problemi sorge dal fatto di essere una trentenne, donna, per inciso. Le prospettive già esigue, sono ancora più limitate da vari pregiudizi. Ma più spesso le proposte erano per me inaccettabili nei termini e condizioni. La scusa citata più spesso è la perenne crisi che ci assale. Altre volte sono stati più diretti, specificando che semplicemente ci sono migliaia di altre persone che accetterebbero condizioni mortificanti pur di lavorare".

La concorrenza tra generazioni.
Da Roma, un quarantenne alla ricerca di lavoro da più di un anno, racconta: "è capitato anche a me di avere come concorrenti pensionati con un'esperienza ovviamente di gran lunga superiore alla mia, che hanno praticamente spiazzato la mia candidatura" che poi si chiede "perché i giornali, i sindacati non evidenzino tale fenomeno, che sottrae opportunità e posti di lavoro a noi giovani, che in Italia sempre più deindustrializzata e meno meritocratica, non abbiamo alcuna opportunità di crescere professionalmente?".

L'annuncio che cambia forma.
Da Treviso un laureato trentacinquenne racconta: "da quasi due anni mi sono affidato alle agenzie interinali per trovare un lavoro, più che affidato sono stato obbligato a rivolgervi ad esse dato che ormai hanno in mano il potere di darti o meno un lavoro. Mi sono scontrato con una realtà ridicola dove annunci in cui si cercano commesse quando chiami l'agenzia diventano annunci dove in realtà si cercano dirigenti di azienda. E se chiedi, giustificano l'annuncio dicendo che non possono scriverci tutto".

La giungla delle agenzie interinali.
"Anno 2009, disfatta di Caporetto". Così inizia la testimonianza di un cinquantasettenne da Macerata che è senza impiego anche lui da più di un anno. "Dopo anni di lavoro come responsabile di produzione, mi sono trovato nel contenitore dei disoccupati. Un immenso mare di lacrime e dolore. Certo che mi sono attivato a cercare nuova opportunità. Nella giungla delle agenzie interinali. Ma non ho trovato nulla."

Porta a porta.
Una donna di quarant'anni racconta da Roma come è giunta alla decisione di pratica di fatto una sorta di candidatura porta a porta: "il 9 dicembre 2009 vengo licenziata per contenimento dei costi ed assunta in "nero" part-time dalla stessa società, sottopagata ad € 500 al mese, in attesa che passi la crisi, in questo periodo ho cercato lavoro attraverso agenzie interinali, internet, centri per l'impiego, per conoscenze, ed infine recandomi personalmente presso le società a presentarmi e lasciare il mio curriculum".

I centri per l'impiego.
Da Bologna un quarantottenne confessa di avere utilizzato, senza successo, i siti di offerte . Per lui qualcosa ha funzionato: "Il centro per l'impiego stranamente è l'unico che funziona: mi mandano a quattro o cinque colloqui, da alcuni vengo scartato perché troppo qualificato, poi mi offrono un posto a tempo determinato, alla metà di quel che prendevo prima e tornando indietro di categoria, ma accetto, pur di avere un orizzonte temporale di un anno di nuovo con un lavoro, e poi si vedrà".

I cacciatori di teste e il cv perduto.
S., 46enne da Firenze, dirigente licenziato cinque mesi fa confessa: "Questi mesi mi hanno insegnato che gli annunci che si trovano sui portali e sui siti delle società di ricerca sono sostanzialmente una perdita di tempo. Dopo tanta fatica sono riuscito a contattare alcuni responsabili di headhunting che mi hanno "confessato" di aver perso il cv che avevo mandato secondo tutte le procedure previste nei loro siti."

La raccomandazione per il colloquio di lavoro.
Un ingegnere civile scrive da Reggio Calabria. "in 4 anni ho inviato un migliaio di curriculum senza essere mai contattato. Pensavo sbagliassi a compilarlo, ma diversi enti di orientamento a cui mi sono rivolto mi hanno detto che è perfetto. Ho dovuto raccomandarmi per sostenere gli unici due colloqui della mia vita (ripeto: raccomandarmi per sostenere i colloqui), che non hanno avuto esito. Ho sostenuto molti concorsi pubblici, superando brillantemente le varie prove ma venendo scartato da psicologi o alle prove orali".

In coda all'Inps.
Scrive da Verona invece un laureato in Graphic Design negli Stati Uniti alla ricerca di un posto da più di sei mesi. Racconta, con sincerità, di quel che gli è accaduto qualche giorno dopo avere ricevuto la lettera di licenziamento al termine della giornata lavorativa senza nessun preavviso. "Una mattina - queste le sue parole - mi sono ritrovato anche io in coda fuori dall'Inps per fare richiesta del sussidio di disoccupazione, lo ammetto, mi vergognavo, credevo vi fossero poche persone ridotte come me, mi sentivo un fallito, un pezzo difettoso, ma quando ho visto quanta gente c'era in coda, scambiato opinioni con loro durante le ore di attesa, ho scoperto quanta gente era nella stessa situazione, se non peggio, le stesse facce le avevo già viste al centro dell'impiego, dopo svariate code di attesa anche lì. Cristo, sembrava che tutta la città avesse improvvisamente perso il posto di lavoro."

Migliaia nell'inferno dei concorsi.
E poi c'è il grande mare in cui navigano moltissimi senza mai riuscire ad ancorare in alcun porto. Dove la sproporzione tra i candidati e il numero di posti sempre farsi sempre più grande. Da Cosenza un giovane laureato racconta la sua esperienza: "Ho partecipato ad un concorso pubblico per 40 assistenti nella Banca di Italia. Le domande erano 170.000. Hanno prima fatto una selezione interna basata sul voto delle medie e del diploma. Risultato: possono partecipare alla prova selettiva solo 17.000 persone, cioé quelli che hanno ottenuto 5,5 come punteggio, vale a dire quelli che hanno conseguito la licenzia media con ottimo e il diploma con 60/60 o 100/100."

L'esperienza, l'età e l'equazione irrisolvibile.
C'è poi la richiesta impossibile, contro cui molti si ritrovano a sbattere il muso, come studenti a cui un professore propone un problema irrisolvibile solo per tenerli occupati in qualcosa per un po' di tempo. Per distrarli da quello che sta davvero accadendo altrove. Da Palermo arriva la testimonianza di un trentasettenne che sta cercando lavoro da quasi un anno. Inizia il suo racconto con il testo di un annuncio: "'Cercasi, personale amministrativo con esperienza almeno quinquennale, laurea in economia e commercio per impiego stabile'. Bello dico io, mi candido, mi chiamano, mi dicono "sì", ma lei è troppo qualificato, e poi noi le possiamo offrire un contratto di 3° livello. Allora se dovete offrire un terzo livello non cercate un laureato esperto, ma un contabile alle prime armi!". Da Padova un lavoratore che ha superato i 55 anni trova le parole per dire, infine, ancora meglio, e con amarezza, quel che si deve dire: "Sembra essere diventati invisibili. Quando qualcuno ti trova perché sei la figura professionale che cercava, ci si accorge che sei troppo vecchio".

BY REPUBBLICA


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