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LA GRECIA NON VENDE LE SUE ISOLE

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2010 05:38
28/06/2010 05:36
 
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L'ITALIA INVECE STA PER VENDERSI DI TUTTO.


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Al via il federalismo demaniale Lo Stato cede pezzi d’Italia
di Felicia Masoccotutti gli articoli dell'autore

C’è l’isola di Santo Stefano e il Museo di Villa Giulia. C'è la spiaggia del lago di Como e l’archivio di stato di Trieste. Ci sono alcune vette delle Dolomiti e gli isolotti prospicenti Caprera. E ancora, ex caserme, fari, interi palazzi. C’è l’area del mercato romano di Porta Portese e l’Idroscalo di Ostia, teatro del barbaro assassinio di Pier Paolo Pasolini. Sono solo alcuni dei tantissimi pezzi d’Italia pronti a passare di mano. Dallo Stato agli enti locali. Per ora. Per Comuni e Regioni, infatti il patrimonio potrebbe solo transitare per arrivare nelle mani dei privati.

Valorizzazione & speculazione
Si chiama federalismo demaniale. Un nome innocuo per un’operazione disciplinata da un decreto approvato a fine maggio. Sta prendendo corpo, l’Agenzia per il demanio ha già preparato un elenco, ancora provvisorio e decisamente corposo: 11 mila schede, 19 mila cespiti contenuti in cinque, seicento pagine diffuse in parte dall’Ansa che oggi le pubblica sul suo sito. A fine luglio l’elenco definitivo. Un nome innocuo, che cela la grande insidia della speculazione e della sottrazione alla collettività di beni finora di tutti.

La parola chiave è «valorizzazione»: Comuni e Regioni possono acquisire questi beni a titolo gratuito se sono in grado di «valorizzarli». Può significare trarne vantaggio rendendoli accessibili, fruibili, sottraendoli all’abbandono o all’incuria. Ma, molto più prosaicamente, possono «valorizzarli» “alienandoli”, cioè vendendoli: lo prevede il decreto, con la sola condizione che gli introiti vadano ad alleggerire il debito. Accanto a ogni bene l’agenzia del Demanio pone il suo valore: il museo di Villa Giulia a Roma, che ospita rarità come la famosa coppia di sposi etruschi (eventualmente, rischiano lo sfratto?) ha un valore di inventario di quattro milioni e mezzo di euro. L’archivio di Stato di Trieste ha un valore di 5 milioni; l’archivio della Corte dei Conti (Roma) quasi 67 milioni e l’intero Idroscalo di Ostia 6 milioni e 700mila euro. Il totale è di oltre 3 milisrdi.

L’intero valore dell’isola di Santo Stefano nell’arcipelago Pontino verrà dato dalla somma dei suoi pezzi: l’approdo agli arenili e , soprattutto, l’ex carcere. Un pezzo, sì, ma di storia. È un luogo simbolo della Resistenza italiana, è lì che fu rinchiuso tra gli altri Sandro Pertini. «Esiste un progetto per trasformare il carcere borbonico in un mega albergo di lusso», denuncia il presidente dei Verdi Angelo Bonelli. È questo che diventerà? Anche sull’idroscalo di Ostia «esistono fortissimi appetiti speculativi», continua l’ambientalista che annuncia una raccolta di firme da parte dei Verdi per una petizione.

Il 50% al Nord
C’è poi un altro aspetto. Il 50% del patrimonio trasferibile è concentrato al Nord. E se si include in Lazio (che ha il 27% grazie a Roma) si arriva al 76% concentrato in tre sole regioni. «Quello che prima era di tutti gli italiani verrà concentrato nella disponibilità di 4-5 regioni e i proventi delle alienazioni oltre a fare la fortuna dei poteri forti andranno a ripianare i deficit delle regioni del nord e del Lazio», conclude Bonelli. Ma per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno si tratta di «una grande opportunità per Roma». Quanto all’Idroscalo, l’area «sarà riqualificata e il suo utilizzo avrà carattere ambientale e paesaggistico». Si attendono i fatti. Dello stesso avviso il presidente del Veneto, il leghista Luca Zaia, «Stiamo andando nella direzione giusta, anche dal punto di vista dei simboli».

Diventa “simbolico” il caso delle Dolomiti. Sono state dichiarate patrimonio dell’umanità «sono beni universali, non può essere che lo Stato a gestirli - afferma il deputato Pd Enrico Farinone - Federalismo sì, estremismo federalista no», conclude. Ma per Zaia al momento dell «Il fatto che pezzi così famosi delle Dolomiti, ritornino alle loro comunità riporta alla responsabilità». Ce ne vuole davvero tanta per evitare che la partita si trasformi in un preziosissimo suk.


http://www.unita.it/news/italia/100484/al_via_il_federalismo_demaniale_lo_stato_cede_pezzi_ditalia


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Dolomiti, patrimonio dell'Unesco: il Monte Civetta

L'agenzia del demanio mette nero su bianco la lista dei beni dei quali gli enti locali (in primis i Comuni) possono fare richiesta in base al federalismo demaniale.
Dal mercato di Porta Portese agli 'isolotti prossimi alla Maddalena'.
L'agenzia del demanio mette nero su bianco la lista dei beni dei quali gli enti locali (in primis i Comuni) possono fare richiesta in base al federalismo demaniale.
Fabbricati e terreni che possono ottenere a titolo gratuito, con l'obiettivo della loro valorizzazione ma non solo, anche eventualmente della 'alienazione', ovvero la vendita, a patto che l'introito sia destinato all'abbattimento del debito pubblico. Tanto e' vero che accanto a ogni 'bene', viene indicato un 'valore di inventario', che ammonta complessivamente a poco piu' di tre miliardi (3.087.612.747).
L"elenco provvisorio' messo a punto dall'agenzia del Demanio e di cui l'Ansa e' in possesso, e' composto di 11.009 schede per un totale di 19.005 cespiti.
E' quello del Lazio e in particolare di Roma il territorio 'piu' fortunato', con beni che, oltre allo storico mercato di Porta Portese vanno dal cinema Nuovo Sacher di Nanni Moretti al museo di Villa Giulia all'intero Idroscalo di Ostia dove mori' Pier Paolo Pasolini.
Ma nella lista di patrimonio disponibile entrano anche pezzi di torrente, fari (come quello di Mattinata sul Gargano) spiagge e addirittura isole, come gli 'isolotti prossimi all'isola di Caprera' e l'intera isola di Santo Stefano vicino a Ventotene che viene resa disponibile 'pezzo per pezzo', dall'ex carcere all'approdo agli arenili.

BY RAINEWS24


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