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la conquista del sud 1860

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2010 07:43
26/08/2010 07:43
 
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la conquista del sud 1860
Varie fonti storiografiche vedono nel processo di unificazione progettato dal governo sabaudo un pretesto di colonizzazione per fini economici del Regno delle Due Sicilie, attaccato militarmente, con l'appoggio indiretto del primo ministro britannico Palmerston, senza aver emesso una dichiarazione di guerra.

A quel tempo l'economia del Regno di Sardegna attraversava un periodo di recessione dovuta alle fallite guerre espansionistiche fino a quel momento sostenute e alla crisi della produzione del grano abbattutasi sull'intera penisola nel 1853. Fu in questa occasione che lo stesso Cavour ricevette pesanti accuse di avere esportato quantitativi di frumento per interessi personali anziché distribuire gli scarsi raccolti al popolo piemontese.

Francesco Nitti nella sua opera Scienza delle Finanze sostiene che il regno duosiciliano possedeva un patrimonio di 443 milioni di lire oro (il più alto tra tutti gli stati preunitari) mentre il Regno di Sardegna amministrato da Cavour ne aveva solo 27 milioni.

Inoltre il regno borbonico era stato premiato all'Esposizione Internazionale di Parigi nel 1856 come il terzo stato più industrializzato d'Europa e vantava diversi primati tra cui la costruzione della prima ferrovia nella penisola, della prima illuminazione a gas e del primo telegrafo elettrico.

Nel 1859 la Sicilia aveva un bilancio commerciale attivo di 35 milioni, mentre il Piemonte non arrivava a 7 milioni.

Dall'iniziativa di Cavour, anche il governo inglese avrebbe cercato di trarre profitto , interessato com'era ad impossessarsi interamente delle miniere di zolfo siciliano, di proprietà del Regno borbonico dal 1816 e gestite in regime di monopolio dagli stessi inglesi.

I rapporti economici infatti tra Borboni e inglesi avevano cominciato a deteriorarsi fin dal 1838, quando Ferdinando II, non reputò più conveniente il rapporto commerciale con gli inglesi che acquistavano lo zolfo a costi bassi per poi rivenderlo a prezzi molto alti. Il re, avendo eliminato la tassa sul macinato,per compensare le mancate entrate nelle casse del regno decise quindi di affidare la gestione delle miniere di zolfo ad una ditta francese, la Taix Aycard di Marsiglia, che offrì il doppio della cifra rispetto agli inglesi.Tutto ciò provocò una dura opposizione della Gran Bretagna che minacciò addirittura il sequestro delle navi siciliane.

Per questi motivi di natura economica nel 1856, quattro anni prima della Spedizione dei Mille, Cavour e il conte di Clarendon, ministro degli esteri inglese, avrebbero avuto contatti per organizzare rivolte antiborboniche nelle Due Sicilie.

Sempre in questo periodo, Cavour si sarebbe servito della stampa a fini di manipolazione mediatica, corrompendo l’agenzia Stefani ed altre testate giornalistiche. Il primo ministro sabaudo avrebbe imposto propagande antiborboniche per accattivarsi le simpatie del popolo meridionale. A sostegno di questo avvenimento vi è la testimonianza di una lettera che Cavour indirizzò a Guglielmo Stefani, proprietario dell'omonima agenzia, ove viene scritto: «La ringrazio dell’offerta dei suoi utili servizi, dei quali sappia che io tengo conto e memoria».

Sempre secondo Nitti, al termine del processo di unificazione, il patrimonio dell'ormai caduto regno duosiciliano costituì una solida base per il rilancio economico delle regioni settentrionali in maggiori difficoltà come Lombardia, Piemonte e Liguria.

Particolarmente duro fu poi il trattamento riservato ai circa 20000 militari al servizio del sovrano borbonico e del papa che erano stati fatti prigionieri: questi furono deportati nel forte di Fenestrelle, dove la gran parte di loro morì per la fame, gli stenti e le malattie.

a proposito poi di UMBERTO BOSSI-politico che io da meridionale apprezzo,cosi come anche il partito della Lega,perchè appunto non nasce come partito anti-meridionale ma solo come partito del Nord,ecco cosa disse a Montecitorio:

"Il Nord non voleva l'unità d'Italia, volevano la libertà dall'Austria ma avevano mille dubbi sull'unità. Nel 1859 cantavano la canzone La bella Gigogin nella quale ci sono tutti i dubbi della Lombardia"

e senti che cosa disse il CONTE PIEMONTESE Alessandro Bianco di Saint Jorioz,capitano del Corpo di Stato Maggiore Generale, che operò nel meridione nel periodo del brigantaggio:

"Il 1860 trovò questo popolo del 1859, vestito, calzato, industre, con riserve economiche. Il contadino possedeva una moneta e vendeva animali; corrispondeva esattamente gli affitti; con poco alimentava la famiglia, tutti, in propria condizione, vivevano contenti del proprio stato materiale. Adesso è l’opposto; i ricchi non sentono pietà; gli agiati serrano gli uncini della loro borsa; i restanti indifferenti e impotenti. Niuno può o vuol l'altro aiutare, sconforto dappertutto. La pubblica istruzione era sino al 1859 gratuita; cattedre letterarie e scientifiche in tutte le città principali di ogni provincia"

e senti senti ancora :

Il ruolo delle potenze europee nel processo di unificazione, rivalutato sostanzialmente come un'operazione di complotto in danno del Regno delle Due Sicilie. Il politico inglese William Gladstone, dopo aver visitato il regno delle Due Sicilie tra il 1850 e il 1851, scrisse due lettere al Parlamento inglese, in cui sostenne che il regno fosse in una terribile condizione sociale. Una parte della sua dichiarazione recitò così:

« Non descrivo severità accidentali, ma la violazione incessante, sistematica, premeditata delle leggi umane e divine; la persecuzione della virtù, quand'è congiunta a intelligenza, la profanazione della religione, la violazione di ogni morale, sospinte da paure e vendette, la prostituzione della magistratura per condannare uomini i più virtuosi ed elevati e intelligenti e distinti e culti; un vile selvaggio sistema di torture fisiche e morali. Effetto di tutto questo è il rovesciamento di ogni idea sociale, è la negazione di Dio eretta a sistema di governo. »

Tuttavia, Gladstone non visitò accuratamente lo stato duosiciliano e le sue accuse non furono fondate. Ad ogni modo, gli antirisorgimentali ritengono che le sue descrizioni sul presunto malgoverno dei Borboni si diffusero in tutta Europa e furono accreditate come vere, permettendo ai piemontesi e agli inglesi di trovare un alibi in più per invadere le Due Sicilie. Lo stesso Gladstone dichiarò, successivamente, che le sue lettere erano false e calunniose, che era stato raggirato e che, a sua detta, "aveva scritto senza vedere".

Subito dopo l'unificazione della penisola, oltre all'aggravamento della situazione economica del Mezzogiorno, si ebbe un vertiginoso fenomeno migratorio, quasi inesistente nel Sud prima del Risorgimento.Le statistiche sull'emigrazione mostrano un numero notevole di partenze dal Mezzogiorno verso l'estero dopo l'Unità, per l'aggravarsi della situazione contadina.

questa invece è la posizione della Chiesa Cattolica:

"Nel 1861 non è nata l'Italia, più semplicemente è stato istituito sul territorio italiano uno "Stato Unitario". L'Italia, da un punto di vista culturale, artistico e soprattutto religioso, era già unita da secoli e secoli"

questa è invece la posizione di ANTONIO GRAMSCI :

"Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti"

CARMINE CROCCO:

"E intorno a noi il timore e la complicità di un popolo. Quel popolo che disprezzato da regi funzionari ed infidi piemontesi sentiva forte sulla pelle che a noi era negato ogni diritto, anche la dignità di uomini. E chi poteva vendicarli se non noi, accomunati dallo stesso destino? Cafoni anche noi, non più disposti a chinare il capo. Calpestati, come l'erba dagli zoccoli dei cavalli, calpestati ci vendicammo. Molti, molti si illusero di poterci usare per le rivoluzioni. Le loro rivoluzioni. Ma libertà non è cambiare padrone. Non è parola vana ed astratta. È dire senza timore, È MIO, e sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall'anima. È vivere di ciò che si ama. Vento forte ed impetuoso, in ogni generazione rinasce. Così è stato, e così" sempre sarà"

L'afflusso di risparmi dagli emigranti (compresi moltissimi Veneti, Romagnoli, Liguri e Piemontesi) alle famiglie fu un importante ammontare di riserve di valuta estera (che valeva molto rispetto alla moneta italiana dell'epoca) che si sommava alle riserve auree (443 milioni di Lire-oro, all'epoca corrispondenti ad oltre il 60% del patrimonio di tutti gli Stati italiani messi insieme) integrate (dopo il loro fallimento) con l'acquisizione nella futura Banca d'Italia delle banche del sud.

Taluni critici e storici interpretano il brigantaggio come un sintomo del processo di trasferimento di ricchezza dal Meridione verso il Nord.
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